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Per moltissimi scriventi l’uso della virgola è del tutto personale.
C’è chi davvero mette le virgole a casaccio, perché qualche virgola ci deve pur essere in un testo, se non vogliamo che sia parolibero come nella scrittura futurista.
Di frequente vedo la virgola tra il complemento di stato in luogo e il soggetto – A Roma, il traffico è sempre congestionato – oppure tra il complemento di tempo determinato e il soggetto – Nel 1492, Cristoforo Colombo sbarcò nell’isola che chiamò San Salvador.
Eppure quelle virgole spariscono cambiando l’ordine degli elementi della frase:
- Il traffico è sempre congestionato a Roma
- Cristoforo Colombo sbarcò nell’isola che chiamò San Salvador nel 1492
Qualcuno potrebbe obiettare che quella virgola ha valore di pausa o vuole veicolare un’emozione. Non vedo, però, la necessità di una pausa né provo emozione grazie a quella virgola.
L’errore più grave, comunque, è inserire una virgola tra il soggetto e il verbo. Non ci sono pause né emozioni che tengono in quel caso.
A cosa serve la virgola tra soggetto e verbo?
A niente. E basterebbe questa risposta per chiudere l’articolo.
Ricordo che mio padre, quando io e mie sorelle non riuscivamo a spiegarci, ci redarguiva dicendo “soggetto, verbo e complemento”, a impartirci la costruzione più semplice di una frase, anche se propria di una prosa piana (non necessariamente priva di una sua eleganza).
Soggetto + Verbo + Complemento
Scrivere “Cristoforo Colombo, sbarcò nell’isola che chiamò San Salvador nel 1492” è un errore.
Il Dizionario Treccani dà questa definizione di “soggetto”:
In linguistica, la persona o la cosa, concreta o astratta, che nella proposizione fa l’azione o si trova nella condizione espressa dal verbo.
E per “verbo”:
Nella grammatica tradizionale, parte variabile del discorso che indica azione, stato, o divenire.
Non possiamo quindi separare chi (o cosa) compie l’azione dalla parte che indica quell’azione.
Non possiamo separare il soggetto dal verbo.
Alle elementari abbiamo imparato tutti la costruzione delle frasi, con esempi semplici e forse banali:
Il bambino mangia la mela.
Potremmo mai scrivere “Il bambino, mangia la mela”?
L’Accademia della Crusca è stata chiara al riguardo in un articolo sulla punteggiatura:
La virgola non si mette: tra soggetto e verbo (se altre parole si frappongono tra questi due elementi occorre prestare più attenzione); tra verbo e complemento oggetto; tra il verbo essere e l’aggettivo o il nome che lo accompagni nel predicato nominale; tra un nome e il suo aggettivo.
Quando può trovarsi la virgola tra soggetto e verbo?
Soltanto in un caso: se c’è un inciso. Un inciso è una breve frase che offre informazioni aggiuntive.
Cristoforo Colombo, dopo mesi di navigazione, sbarcò nell’isola che chiamò San Salvador nel 1492.
È quanto affermato dalla Crusca: “se altre parole si frappongono tra questi due elementi occorre prestare più attenzione”:
Cristoforo Colombo, visibilmente impaziente, sbarcò nell’isola che chiamò San Salvador nel 1492.
In realtà non abbiamo inserito una virgola fra soggetto e verbo, ma fra soggetto e inciso.
Nell’articolo “Dieci consigli preziosi sull’uso, della punteggiatura” viene invece consigliata la virgola tra soggetto e verbo:
qualunque cosa facciate in un testo con lo scopo di renderlo più letterario, è destinata a imbruttirlo.
In questo caso troviamo il cosiddetto “gruppo del soggetto”, formato da “qualunque cosa facciate in un testo con lo scopo di renderlo più letterario”. Ma è un mistero la necessità di inserire una virgola in quel caso:
qualunque cosa facciate in un testo con lo scopo di renderlo più letterario è destinata a imbruttirlo.
Soggetto o gruppo del soggetto poco cambia: la virgola non solo è inutile, ma è soprattutto un errore. Il fatto che i due elementi (soggetto e verbo) siano distanti non implica l’uso di una virgola.
L’unica eccezione
Quando c’è un vocativo, la virgola è sempre necessaria.
Daniele, studia di più!
Ma in quel caso il vocativo non funziona come un soggetto, perché il soggetto è (tu): Daniele, (tu) studia di più!
La virgola tra soggetto e verbo è sempre un errore
Sto leggendo un libro pieno zeppo di virgole tra soggetto e verbo – ecco il perché di quest’articolo. Non importa quale sia il libro (si dice il peccato, non il peccatore).
Ricordatevi che la virgola non va mai inserita fra il soggetto e il verbo.
Vi è capitato di trovare quest’errore in un libro?
Serena Bianca De Matteis
Dio ti benedica.
Daniele Imperi
Amen
Orsa
Sono andata a cercare in quel trattato sull’anarchia della punteggiatura che è I promessi sposi. Ho trovato: “Senza aspettar risposta, fra Cristoforo, andò verso la sacrestia”. Fra Cristoforo non è un inciso, vero?
E poi: “Però, di tante belle parole Renzo, non ne credette una”.
Ora, pur non mettendo in discussione il sacro interpungere manzoniano, è anche vero che durante la lettura un cambio di ritmo innaturale infastidisce non poco. Eppure Manzoni non si tocca, al contrario di altri autori citati in compendi, saggi e libri vari sulla grammatica. Ti riporto ad esempio il citassimo “Lui, non raccontava mai nulla” di Carlo Cassola nel romanzo Il cacciatore.
No, nelle letture recenti non mi sta capitando… e spero che tu non ti riferisca ad un libro zeppo di virgolibere!
Daniele Imperi
Fra Cristoforo in quel caso potrebbe fungere da inciso, anche se non ne vedo il senso. L’inciso può esser tolto e la frase ha comunque senso:
“Senza aspettar risposta andò verso la sacrestia”. Chi? Se Fra Cristoforo è stato appena nominato, allora si capisce.
Invece nella frase “Però, di tante belle parole Renzo, non ne credette una”. Secondo me c’è un errore nella stampa finale. Sarebbe stato corretto: “Però, di tante belle parole, Renzo non ne credette una”.
Riguardo a Manzoni bisogna anche considerare la sua epoca: magari a quei tempi l’interpunzione funziona diversamente. Oppure bisognerebbe vedere i manoscritti originali del romanzo: magari le virgole era a posto e il tipografo ha voluto invece essere creativo.
Non mi riferivo all’autore parolibero
Grazia Gironella
Il discorso fila e tutti gli esempi che porti lo dimostrano, ma esistono rarissimi casi in cui ci sta bene una piccola pausa con la voce tra soggetto e verbo, per enfatizzare qualcosa e dare una specifica intonazione. In quei casi, di cui però non mi viene in mente un esempio in questo momento, la virgola per me ci sta. La punteggiatura richiede per la maggior parte un’applicazione rigida, ma esiste un piccolo margine stilistico da sfruttare. Se lo si sa sfruttare bene, ottimo; negli altri casi, meglio non uscire dal binario.
Daniele Imperi
Non vengono in mente neanche a me esempi del genere. Ma per me la pausa va creata con i 3 puntini di sospensione.
Melchiorre Schifano
Ogni tanto, quando ho un dubbio, visito il tuo sito e immediatamente il dubbio scompare. Ottimo articolo, come sempre.
Daniele Imperi
Grazie, Melchiorre.
Lucia
La regola che tra soggetto e predicato non ci vada la virgola vale anche quando ci sono più soggetti? Perché mi capita di incontrare spesso questa situazione come nella seguente frase: ”…vecchi palazzi, templi misteriosi, luoghi di sepoltura, pagode, fanno rivivere l’atmosfera dell’antico Oriente”.
Grazie
Daniele Imperi
Ciao Lucia, benvenuta nel blog. La regola vale anche in quel caso. La virgola dopo pagode non ha senso, infatti.