
Non so più quante volte ho sentito parlare della tecnica del pomodoro per scrivere con continuità. Per chi non lo sapesse, si tratta di un semplice timer a forma di pomodoro, ma se ne trovano di tutte le forme. Non so, a me i pomodori neanche piacciono, quindi non credo che sarei così stimolato a vedermene uno sempre davanti.
Io sono convinto che ognuno di noi riceva stimoli in modo differente. Vi faccio un esempio: se tutta l’umanità, sì proprio 6 miliardi e passa di persone, mi dicesse “Dai, ché sei un grande e puoi farcela a pubblicare il tuo romanzo prima dell’estate” – o cose di questo genere, è solo un esempio – a me non arriverebbe alcuno stimolo.
Ci sarebbe gratitudine, certo, e riconoscenza, imbarazzo, qualche tacca in più sull’autostima, ma prima dell’estate non uscirebbe nessun mio romanzo, ve l’assicuro. A me non arrivano stimoli in quel modo.
Capire cosa stimola davvero la tua scrittura

Prima dobbiamo capire come siamo fatti realmente e poi magari ascoltare qualche consiglio, perché quello che stimola te, non stimola me e viceversa. Se vi trovate bene con quel pomodoro che dopo un’ora emette un suono acuto e assordante, buon per voi. Io, quando lo sento, ho solo voglia di farlo saltare in aria.
Io sono riuscito a trovare i miei metodi e credo che funzionino. Con me, sia chiaro. Io ve ne parlo e poi vedete voi se metterli in pratica o meno, se fare qualche esperimento.
#1 – Di’ al mondo intero che stai scrivendo

Se dite a tutti che state davvero scrivendo un libro, fra qualche mese qualcuno di sicuro verrà a chiedervi conto di quel libro. È normale, non è che tutti i giorni incontriamo per strada qualcuno che scrive libri o fra i nostri amici è pieno di gente che scrive. Fra i miei, almeno, no.
Quando ho detto che stavo scrivendo P.U. – e lo sto scrivendo sul serio – più di qualcuno in privato o in pubblico mi ha chiesto informazioni. Dove voglio arrivare? Sto puntando sul fattore credibilità.
Se fra 2 anni io sto ancora qui a parlare del mio ebook P.U. in fieri, chi più mi crederà? Tanto vale chiudere il blog e dedicarsi al giardinaggio – cosa che farò senz’altro, non chiudere Penna blu, ma fare giardinaggio.
#2 – Mostra una barra di progressione nel blog


Proprio come ho fatto io. E scrivete chiaramente che si tratta del vostro libro in lavorazione. Quando sarà finito, anziché mostrare “Il mio ebook in self-publishing: stato dei lavori”, scriverò “Il mio ebook in self-publishing: stato dell’editing” e così via.
Provate a pensare a questa situazione: a settembre tornate dalle vacanze e su Penna blu quella barra di progressione è ancora ferma al 15%. Bella figura che farei, no? Darei l’idea che a me di quell’ebook, e di pubblicare in genere, non importa più di tanto. E se non importa a me, perché dovrebbe importare ai miei probabili lettori?
Ho trovato la barra sul sito “Language is a Virus”, alla pagina Nanowrimo Word Meter. Per chi non sapesse cosa significa NaNoWriMo, si tratta del National Novel Writing Month, ossia a novembre alcuni pazzi si mettono in testa di scrivere un romanzo in un mese. Pazzi nel senso buono del termine, ci ho provato anche io nel 2012 fallendo clamorosamente, però è una bella idea, secondo me.
La barra di progressione può essere personalizzata come volete:
- un colore che si adatti con la grafica del blog
- un colore per il segmento di progressione
- un colore e uno spessore del bordo
- il numero di parole massimo per ottenere la percentuale
- la lunghezza totale in pixel della barra
Io non ho impostato la lunghezza del mio ebook in parole, perché non posso ovviamente sapere quante saranno e non ho problemi di lunghezza – quelli, semmai, saranno dei lettori – ma in capitoli. La mia storia non è propriamente divisa in capitoli, ma in 39 piccole storie, quindi come numero massimo ho scritto 39 e da lì è venuto fuori quel piccolo segmento che corrisponde al 15%.
Viene comunque generato un codice HTML, che potete modificare come volete. Vi piace quest’idea?
#3 – Osserva gli altri scrittori e il loro successo

Alcune volte, quando leggo qualche rivista letteraria o le biografie di qualche scrittore, mi prende una botta di sconforto. Prendiamo per esempio China Miéville. Beh, è più piccolo di me e guardate a che livello sta.
Un altro nome? David Mitchell, l’autore de L’atlante delle nuvole. Anche lui è più piccolo di me. Un altro nome? No, meglio lasciar perdere, ché ho la finestra a portata di mano.
Che cosa voglio dire? Che se da una parte non c’è un’età massima per diventare scrittori o comunque per iniziare a pubblicare, dall’altra vedi che c’è chi ha iniziato a pubblicare da parecchio tempo e allora ti chiedi “e io che ho fatto tutto questo tempo?” e non sai dare una risposta. Almeno una che sia valida.
Questa situazione mi sta spronando, in un certo senso, perché non so quanto altro tempo mi resta su questa terra – non è il caso di fare scongiuri o altro, è un semplice dato di fatto – e più tempo perdo e meno ne avrò a disposizione, no?
Come spronate la vostra scrittura?
Io ho parlato dei miei metodi, forse uno più folle dell’altro, forse assolutamente inutili per qualcuno, ma con me funzionano e questo è quanto. Ora tocca a voi: quali sono i vostri?
Michele Scarparo
Io ho cominciato a scrivere dal NaNoWriMo e quindi, per me, “barre” tutta la vita. Non le pubblico sul sito perché è una cosa che riguarda me ma, ogni volta che inizio un lavoro grosso, ho un foglio di calcolo nel quale annoto parole e tempi di chiusura del progetto, nonché diligentemente tutti i giorni quanto ho prodotto.
Vedere che i risultati stanno sotto la retta degli obbiettivi mi dà grande sconforto e mi sprona a rientrare “nei ranghi”. Anche se non sempre funziona: quando mi accorgo che non ce la faccio mi rendo conto che avevo stimato male l’impegno richiesto, e finisco per rimodularne tempi e/o sforzo.
Daniele Imperi
Ecco uno che conosce le barre
Va bene anche il tuo metodo, dai, l’importante è riuscire a rientrare nei ranghi come hai detto.
trisportlife
grazie dei suggerimenti
Daniele Imperi
Prego, e benvenuto nel blog. Fammi sapere se ti saranno utili.
Luciano Dal Pont
Per me nessun metodo, nessun calcolo, nessuna strategia, nessuno schema, nessuna scheda o barra di progressione, nessun pomodoro o melone o zucchina o altri ortaggi, nessuna auto imposizione, niente, niente di niente, perché non so scrivere a comando, neppure se il comando proviene da me stesso; scrivo quando ne ho voglia, e per fortuna la voglia ce l’ho quasi sempre, ma quando non ce l’ho non potrei scrivere nemmeno una virgola neppure se qualcuno mi trascinasse alla tastiera del computer con la forza sotto la minaccia di una pistola carica e con la sicura disinserita e con il colpo in canna; non ne sarei capace, semplicemente, e nessun pomodoro potrebbe mai dirmi che devo farlo. Sono capace di scrivere qualche ora tutti i giorni per due o tre settimane o per un mese intero, poi magari sto dieci o quindici giorni senza nemmeno aprire il file del libro o dei libri che sto scrivendo; ad esempio in questo momento sono così impegnato nella promozione del mio primo libro pubblicato che non ho proprio la testa per pensare ad altro e sono circa due mesi che non scrivo, nel senso che non vado avanti con gli altri due libri che sto scrivendo, né sto elaborando alcunché delle altre idee o bozze che ho buttato giù come appunti sparsi qua e là; niente, tutto fermo. Ma so benissimo, perché mi conosco, che quando riprenderò, quando ne sentirò di nuovo la voglia, quando la promozione del mio attuale libro sarà a buon punto e le vendite cominceranno ad essere soddisfacenti, sempre relativamente ai parametri di un primo libro di un autore ancora sconosciuto al grande pubblico quale sono io in questo momento, ecco, quando avrò di nuovo la testa per farlo, allora mi ributterò nel lavoro e nessuno riuscirà più a tirarmi via dalla tastiera per lungo, lungo tempo, nemmeno una bellissima donna in abiti succinti e dallo sguardo pieno di infuocate promesse che dovesse avvicinarsi con movenze lascive alla mia postazione di lavoro… be’, forse…
Daniele Imperi
Se devi promuovere il libro, è ovvio che le energie se ne vanno in quel senso. Ma fa anche bene staccare un po’ dopo aver finito un libro.
Neanche io scrivo a comando, ma se voglio finire quell’ebook, devo per forza darmi delle regole.
Grazia Gironella
A spronarmi di solito sono due cose: la pressione raggiunta dalla storia che ho in mente – che è naturale, sì, ma fino a un certo punto, perché cerco di fantasticarci parecchio mentre non scrivo – e il fissarmi dei tempi, ma non sulla breve distanza. Per esempio dico: avrò la prima stesura pronta entro fine maggio, e la mia testa assume il termine. Non decido quanto scrivere ogni giorno, oppure ogni settimana, perché mi starebbe stretto, ma così funziona. E poi mi stimola enormemente ricevere il commento positivo di un lettore. Quello vale oro e mi spinge meglio di un motore.
Daniele Imperi
Io invece non riesco a definire un tempo di scadenza. Per la revisione e l’editing potrei farlo e lo farò senz’altro, ma per la prima stesura, ossia la pura creazione del tutto, mi è impossibile.
violaliena
Non ho strategie e questo credo sia il mio limite più grosso. Avevo un’idea sbagliata dello scrivere come cosa istintiva e viscerale. Infatti scrivevo i miei frammenti nell’ordine e nel modo che capitava, seguendo correnti interiori.
Non arrivavo da nessuna parte ovvio.
Ma era solo per me.
Poi ho iniziato a pensare al tempo che passa e alle occasioni perse e anche ai modi di fare chiarezza in quel caos. E ho capito che limare, cercare la coerenza, riscrivere e connettere sono atti doverosi che non tolgono spontaneità ma fanno compiere un’evoluzione importante. Se penso a quanto ho sottovalutato pianificazioni e revisioni mi picchierei da sola. Ma magari è il momento giusto di consapevolezza per mettersi a lavorare sul serio.
Tornando in tema mi stimola moltissimo l’ascolto di frasi nel corso di un discorso specie da perfetti sconosciuti. La fantasia parte e ci metto una cornice immaginando motivi e situazioni.
Daniele Imperi
Scrivere è istintivo e viscerale, ma questa fase secondo me si attiva dopo la pianificazione e l’organizzazione.
Sei quindi stimolata per la creatività, non per l’azione della scrittura.
Alessandra
Hai toccato un tasto dolente, caro Daniele…
)
E’ accaduto proprio a me un paio di anni fa: dopo esser stata per anni più propensa al racconto, mi decisi finalmente di buttarmi nell’impresa di scrivere il mio primo libro: trama ben chiara in mente, scaletta pronta, prime pagine che sembravano scriversi da sole, personaggi che presto divennero per me reali…e poi quella barra di progressione si è inceppata.
E poi tristemente rotta.
Probabilmente non ero ancora pronta, ma condivido con te quello stato d’animo che hai così ben descritto (e sul quale non mi soffermo ulteriormente, dal momento che anch’io ho una finestra a portata di mano!
Comunque sono molto d’accordo con il tuo primo consiglio: una volta, per esempio, ho annunciato “al mondo intero” un nuovo articolo con poche ore di anticipo rispetto alla sua pubblicazione, nonostante ne avessi solo partorito l’idea e nemmeno una riga a causa di alcuni impegni…ecco, proprio quell’annuncio pubblico è stato lo stimolo giusto per concentrare tutte le mie energie e scrivere l’intero articolo in pochissimo tempo (e in ore improbabili!)
In fondo è tutta questione di rispetto: rispetto verso l’impegno preso, verso la Scrittura, verso i nostri lettori (che siano i 25 manzoniani o centinaia)…e ovviamente, verso noi stessi.
Daniele Imperi
Ma come, hai rotto la barra di progressione?
Il primo stimolo secondo me funziona più di tutto, perché ti crei la gogna da solo
Alessandra
Sì sì, l’ho proprio “spaccata” dalla rabbia
…anzi, l’ho accartocciata insieme ai fogli zeppi di scalette e appunti!
Comunque chissà, appena arriverà il momento giusto, potrei riesumarla e darle nuovamente il via…sperando di poter sorridere nel leggere “100%”!
animadicarta
In fase di revisione ho usato un sistema che ha funzionato bene: davo il romanzo a puntate a mio marito per farglielo leggere, man mano che correggevo. Così era lui a chiedermi: “Ma quando mi dai il resto?”, e ciò mi spronava a finire.
Nella prima stesura non ho mai usato niente del genere, ho bisogno di sentirmi libera, senza scadenze. E di solito la voglia di scrivere batte la pigrizia…
Però devo ammettere che l’idea della barra è carina, magari la prossima volta la uso.
Daniele Imperi
Credo anche io che le scadenze funzionino meglio con la revisione.
Kinsy
Giuro: il pomodoro non lo conoscevo!
A parte ciò condivido due dei tuoi metodi: dire che si sta scrivendo e pensare ai colleghi scrittori che e alla loro riuscita.
La barra di avanzamento, invece, non credo funzionerebbe…
Daniele Imperi
Ognuno trova i suoi metodi, alla fine. Basta solo capire quello che funziona per noi.
violaliena
Si è esatto….
Spreco quintalate di fantasia in attività improduttive. Hai centrato il problema!
Sto rivedendo le priorità e spero di evolvermi
Chiara
L’idea di mettere una barra di progressione nel blog mi piace molto, tant’è che mi ero ripromessa, qualche giorno fa, di domandarti come avessi fatto ad inserirla.
Il dire a tutti che sto scrivendo un libro può essere un’arma a doppio taglio perché, come dici tu, alimenta una serie di aspettative che in passato, per mancanza di esperienza, non ero riuscita a soddisfare. Ancora oggi ci sono persone che mi domandano che fine abbia fatto il romanzo che stavo scrivendo all’università!
Ho scelto dunque una soluzione di compromesso: non ne parlo a cani e porci, ma alle persone che possono essere da stimolo per aiutarmi. E ne parlo sul blog, dove la virtualità attenua un po’ l’ansia da prestazione.
Anche per me è da stimolo il fatto che autori più giovani di me abbiano pubblicato e avuto successo: Paolo Giordano (ma ha solo pochi mesi in meno, quindi non conta!) Silvia Avallone (lei ha tre anni in meno) Joel Dicker, Valentina D’Urbano e così via… anche io a volte penso di aver sprecato del tempo, ma sono convinta che l’erba cresca senza fretta. Evidentemente non ero ancora pronta
Daniele Imperi
Io intendevo infatti dirlo nel blog e questo per un motivo preciso: è contestualizzato. Fra gli amici è molto probabile che tu non ne abbia nessuno cui piace scrivere e, quindi, che ti possa capire. Nel blog, invece, incontri persone con le tue stesse passioni.
Ora hai fatto sapere a tutti quanti anni hai
Sei ancora molto giovane e, rispetto a tanti molto più “vecchi” di te, scrivi bene. Quindi forza col romanzo.
Chiara
Ah, ok, sorry, forse avevo capito male. Effettivamente parlarne sul blog aiuta moltissimo, primo perché la curiosità degli altri diventa uno stimolo e secondo perché per raggiungere un obiettivo occorre “vivere come se”, per allineare la mente alla propria meta.
Una persona non potrà mai dimagrire se si sente grassa e, allo stesso modo, un individuo non diventerà mai scrittore se non impara a ragionare come tale, se non si sente scrittore nel cuore!
La mia età non l’ho mai nascosta: l’ho indicata anche nella presentazione che ho scritto sul mio blog. Sono una donna atipica!:D
Marco
Nessuna barra di progressione. Non ci ho mai pensato e io la considererei una costrizione. Inizio, e finisco quando arrivo alla fine. Ma come affermi tu, ciascuno ha i suoi metodi. E pure non averne, è un metodo
Daniele Imperi
Sì, diciamo che anche non avere metodi è un metodo
Salvatore
Quel pomodoro lo odio, così come il cromometro o qualsiasi altro mezzo di misura del tempo. Figurati che non indosso neanche l’orologio.
Non utilizzo alcun metodo per costringermi a scrivere, forse perché scrivo nei ritagli di tempo, rubando le mezz’ore qua e là. Per me poter scrivere, o meglio poter dedicare del tempo alla scrittura, è qualcosa di prezioso. Non devo costringermi.
Bella l’idea della barra, invece. Ecco, quella la userò, con il tuo permesso.
Daniele Imperi
Io ho abbandonato l’orologio 8 anni fa…
Certo che puoi usare la barra, io l’ho ottenuta da quel sito, non l’ho fatta io.
LiveALive
È uno dei miei problemi: un anno fa sono realmente riuscito a completare un romanzo in un mese (una schifezza), ma poi non ho più avuto la forza per terminare i miei progetti.
Prima ho provato a scrivere a istinto, quando mi andava, senza progetto, ma così ho abbandonato perché mi pareva di non far progressi.
Poi ho provato a fare schemi dettagliati, ma dopo 3 mesi di schema senza scrivere una parola ho perso l’interesse.
Ora sto scrivendo un nuovo testo: la storia di un servo e di un padrone durante i moti del 48 come allegoria del rapporto cittadino-stato. Per spronarmi faccio così:
– Mi impongo di scrivere uno schema generico per la prima settimana.
– la settimana dopo scrivo un primo capitolo e, senza correggerlo, lo posto in un forum chiedendo pareri.
– per tutte le settimane successive prometto al forum di pubblicare ogni settimana un nuovo capitolo e la revisione del precedente.
(e aggiungo: appena finisco il libro, lo stampo e lo cancello dal pc. Così per revisionarlo sarò costretto a riscriverlo parola per parola: l’unico modo per correggere davvero).
Daniele Imperi
La storia è interessante, sono invece perplesso sul pubblicare tutto il romanzo nel forum. Perché questa scelta?
LiveALive
Il motivo è che gli utenti possono farmi notare errori e darmi suggerimenti man mano che pubblico i capitoli. Inoltre, se gli utenti si aspettano un nuovo capitolo ogni settimana, sono portato a cercare di accontentarli, e questo mi sprona a scrivere qualche riga ogni giorno.
Daniele Imperi
Però in quel modo non potrai pubblicare con un editore quel libro.
LiveALive
Mah, dipende. Conosco dei testi che sono stati elaborati nei forum e ora sono pubblicati da case importanti. In verità non conosco tutta la procedura, ma poiché non credo guadagnerò mai qualcosa scrivendo, per ora mi piacerebbe di più distribuire i miei lavori gratuitamente, via web.
franco battaglia
La barra mi piace… mo’ la metto pure io.. eh eh..
Daniele Imperi
Ottima scelta, vediamo se funzionerà anche con te
Francesca
Sprono la scrittura cercando di non farmi schiacciare dalla ripetitività della routine quotidiana, per questo cerco di ritagliarmi ogni giorno un po’ di tempo per fare qualcosa di inconsueto e, quando posso, anche qualcosa che invece conosco e che mi piace particolarmente
Daniele Imperi
Quindi spezzi la ripetitività quotidiana scrivendo?
Carlo Armanni
Personalmente perdo un sacco di tempo per le ricerche… ogni giorno mi viene in mente qualcosa in più e ovviamente prima di scrivere passo alla ricerca, il che implica mostruoso aggravio di tempo, che a sua volta si traduce in un immane ritardo sull’uscita…
Il discorso di una barra non mi dispiace, sicuramente metterebbe a dura prova tutto il mio processo produttivo…
Daniele Imperi
Ciao Carlo, benvenuto nel blog.
Anche io mi documento in fase di stesura. Ma è normale. Il grosso della documentazione va fatto prima, ma poi capita che devi documentarti su qualche dettaglio.
Giorgia
Io odio l’inglese e lui odia me, quindi per quanto riguarda la barra in Current Word e in Total Word andrebbero? grazie mille Daniele per avermi mandato il link di questo post che non ricordavo dove fosse.
Daniele Imperi
Current Word = le parole che hai scritto finora.
Total Word= le parole totali del libro.
Ma la barra che ho io ragiona in modo diverso: io ho una storia di 39 capitoli e quindi in Total Word ho messo 39. Mi sembra più logico.