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In inglese li chiamano writing prompts: suggerimenti di scrittura. In molti blog sulla scrittura creativa del mondo anglosassone compaiono spesso articoli sugli writing prompts, suggerimenti per storie da scrivere. Mi sono sempre chiesto che utilità avessero.
Questi prompts di scrittura sono quasi delle trame. In 3 o 4 righe o meno ti suggeriscono di cosa dovrai parlare nella storia.
Per esempio (letto in in blog): “Scrivi di due persone che crescono insieme, alla fine si separano, si spostano in diverse parti del paese e in qualche modo finiscono per incontrarsi involontariamente molto spesso l’una con l’altra per il resto della loro vita.”
Oppure (nello stesso blog): “Scrivi di due persone che si sognano a vicenda prima di incontrarsi realmente.”
E così via per arrivare a ben 50 spunti di scrittura! Ma in altri articoli si esagera: 100, 180 e anche 500 spunti di scrittura!
Anche io mi sono divertito nel blog a pubblicare suggerimenti di scrittura. Ma non erano veri spunti, li ho chiamati infatti “modi per inventare storie”: erano in realtà esercizi di scrittura e suggerivo argomenti generici, generi letterari, metodi per reinventare storie già scritte, concorsi di case editrici, ecc. Li trovate riuniti, assieme ad altri articoli sull’argomento, nella pagina Idee per scrittori.
Quanto sono utili gli spunti di scrittura creativa?
Chi pubblica questi suggerimenti, questi abbozzi di trame, parla di vincere il classico blocco dello scrittore. Ma non è così che si vince il blocco dello scrittore. Come potete sperare di continuare a scrivere il vostro racconto o romanzo, scrivendo invece una storia suggerita da qualcun altro?
La mancanza di idee creative genera il blocco dello scrittore? E allora si diventa scrittori con le idee degli altri? È come se qualcuno dovesse suggerire a un pittore cosa dipingere o a uno scultore cosa scolpire o a un musicista cosa comporre. Mai sentito parlare di painting prompts o di sculpting prompts. Eppure il web vi dà anche quelli… assurdo. Siamo alla morte dell’arte.
Ma parlavamo dell’utilità o meno di questi miracolosi spunti di scrittura creativa. Sono utili?
Sì, secondo me sono utili a un bambino, per migliorare la scrittura. In fondo i temi scolastici servono anche a quello. Sono utili a chi non ha dimestichezza con la scrittura e vuole esercitarsi a scrivere, ma parliamo sempre di ragazzi, non di persone adulte.
E se uno scrittore non avesse fantasia?
Non sarebbe uno scrittore, non trovate? Scrittore non è solo chi scrive storie, ma anche chi produce idee per scrivere le proprie storie. È dalle idee, non solo dallo stile, dalla trama, che si definisce uno scrittore.
Chi scrive professionalmente non ha bisogno di spunti di scrittura. È la sua stessa mente a fornire quegli spunti. Ricordate il famoso consiglio di Stephen King? Leggere tanto e scrivere tanto: così si diventa scrittori.
Mai sentito uno scrittore che consigliasse di seguire gli spunti di scrittura creativa. “Se non sai che scrivere, ecco qualche idea”: vi sembra normale?
Generare il pensiero creativo della scrittura
In un blog un articolo sugli spunti di scrittura aveva questo incipit: “Voglio essere uno scrittore… ma se non avessi nulla di cui scrivere?” Se non hai nulla da scrivere, allora scrivere non fa per te.
Nello stesso articolo si elogiavano gli spunti di scrittura perché avrebbero fatto “decollare la tua immaginazione”.
È possibile secondo voi generare in uno scrittore il pensiero creativo con gli spunti di scrittura? Far decollare la sua immaginazione? Di sicuro, però, quell’immaginazione non atterrerà mai nel suo romanzo da scrivere.
Spunti di scrittura… per il tuo romanzo
Secondo me uno scrittore dovrebbe creare da sé degli spunti di scrittura relativi alla storia che sta scrivendo:
- Qual è il passato del protagonista?
- In che rapporti è con l’antagonista?
- Qual è la scena più importante della storia?
- Qual è la scena dell’incipit e quale quella del finale?
- Come pensa di raggiungere il suo obiettivo il protagonista?
- Da cosa è caratterizzato l’ambiente in cui si svolge la storia?
- Quali sono i punti di forza e quali le debolezze del protagonista?
- In che rapporti sono i comprimari con il protagonista e fra di loro?
Anziché perdere tempo con le idee degli altri e ritardare la fine del proprio romanzo, non è forse meglio lavorare su spunti realmente utili alla nostra storia?
Marco
Il punto è che molti “scrittori” (o aspiranti tali), vogliono la pappa pronta. Quindi vanno matti per queste ricette miracolose. Adorano sognare di poter realizzare il loro libro grazie a spunti offerti da altri. Anzi: preferirebbero che a scrivere il libro fossero altri, mentre a loro resterebbe il firma-copie e l’incasso dei soldi.
Daniele Imperi
Se vogliono la pappa pronta, dubito che siano scrittori
Addirittura farsi scrivere il libro è esagerato, ma credo sia un vizio dei vip.
Maria Teresa Steri
Anche secondo me è assurdo “voler fare lo scrittore” senza aver qualcosa da dire, una storia da raccontare, uno spunto da cui partire. Non dovrebbe essere proprio il contrario? Ovvero scrivere perché qualcosa preme per uscire?
Si può avere un periodo di scarsa ispirazione, capita a tutti, ma dubito che se ne possa venir fuori con spunti di altri. A questo punto mi domando da dove nasca tutta questa smania di fare gli scrittori…
Daniele Imperi
Certo che deve essere il contrario. Chi scrive è perché ha qualcosa da dire.
La smania di fare gli scrittori neanche io so da dove nasca. Forse restano ancora barlumi della figura dello scrittore romantico, che ha sempre affascinato, ma che allo stesso tempo (proprio perché affascina, secondo me) non è prerogativa di tutti.
Nuccio
È la vita che ci fornisce l’ispirazione. Altrimenti di che scriveremmo? Essenziale leggere i grandi autori prima di scrivere. Siamo nani sulle spalle di giganti!
Daniele Imperi
La vita in generale, sì. E le letture, appunto. Se hai bisogno di idee, vuol dire che la vita e le lettura non ti lasciano nulla.
STEFANO
Ogni vero scrittore ha il suo metodo. Io per esempio amo fare schemi, tabelle, elenchi dei personaggi e delle loro caratteristiche, delineare l’ambientazione: lo trovo necessario, e propedeutico alla stesura del manoscritto..
Non avevo mai sentito parlare di questi suggerimenti di scrittura “ufficiali”. Mi sono stati dati nei vari corsi che ho frequentato alla Holden, e una volta in una specie di concorso su una rivista, ma si trattava ovviamente di una sorta di esercizi.
Quanto alla mancanza di idee e di fantasia, non sarà mai un mio problema, per fortuna. Ne ho fin troppa dell’una e delle altre ! Il blocco dello scrittore per il momento non mi tocca. Forse può venire a chi, per volere del pubblico o dell’editore, scrive sempre lo stesso libro (è stato citato Stephen King: io mi chiedo, ma non si stanca mai di scrivere quasi solo horror ? Io non potrei mai limitarmi ad un solo genere: vorrei scrivere un romanzo storico, e poi uno fantasy, e poi uno mainstream (ma non un giallo, che ce ne sono troppi e tutti uguali), e poi qualcosa di filosofico…insomma, tante idee, poco tempo.
Daniele Imperi
Ai corsi immagino infatti che li diano, ma secondo me non dovrebbero essere necessari neanche in quel caso.
Stephen King non ha scritto solo horror, infatti, anche se l’horror resta la sua maggior produzione.
Anche io ho idee su vari generi e penso che scrivendo di un solo genere alla fine mi passerebbe la voglia.
Livia
Buon pomeriggio a tutti .
Grazie Daniele per tutto quello che pubblichi. Io di storie ne ho almeno un paio, ho chiari i personaggi, i luoghi e tutti i particolari che servono, mi manca la voglia di mettere nero su bianco. Come posso fare, vorrei servirmi della mia fantasia. Grazie
Livia
Daniele Imperi
Ciao Livia, devi scoprire perché ti manca la voglia di scrivere.
Ti interessa davvero raccontare queste storie?
Pensi di non essere in grado di farlo?
Non sai dove pubblicarle?
Hai paura che nessuno le leggerà?
Nuccio
Si scrive, essenzialmente, per proprio diletto. Il resto viene dopo. E ti assicuro che ti fai un fegato così se non sei dell’ambiente. A superare queste difficoltà, soprattutto, servono le scuole di scrittura creativa più rinomate. È un clan, molto spesso.
Daniele Imperi
Alle scuole di scrittura non ho mai creduto. In che senso ti fai un fegato così se non sei dell’ambiente?
Nuccio
Un tempo si diceva quando dovevi affrontare difficoltà e dispiaceri. Così detto: fare veleno.
Ferruccio Gianola
Ho talmente tante cose da scrivere che non ho tempo per gli spunti suggeriti dagli altri
Poi se ne può discutere.
Daniele Imperi
Ecco, la mia stessa situazione
Che poi è una situazione normale.
Veronica
Uno scrittore che non ha fantasia, a mio parere, non si può sentire. Si cominica a scrivere proprio perché si ha qualcosa da raccontare, a prescindere dal genere. I cosiddetti prompts secondo me sono utili, appunto, per i bambini oppure se vuoi allenarsi a scrivere. Magari da questi esercizi possono nascere dei racconti veri e propri, ma sicuramente se hai un blocco sul romanzo devi lavorare sul romanzo, punto.
A me è capitato di avere un blocco. Ho scritto e pubblicato un libro fantasy ed è nato perché avevo necessità di dire qualcosa. Sul secondo libro ho avuto un blocco, ma ho risolto dandomi degli spunti di scrittura simili a quelli che hai elencato tu alla fine dell’articolo. Ecco, alla fine è tanto una questione mentale soggettiva che non può essere risolta solo da esercizi dati da altri, come hai detto anche tu.
Comunque articolo interessante! Sul mio blog volevo parlare proprio su come e perché cominciare a scrivere, e condivido pienamente la tua frase “Se non hai nulla da scrivere, allora scrivere non fa per te.”
Daniele Imperi
Ciao Veronica, benvenuta nel blog. Vero, è la necessità di dire qualcosa che ti spinge a scrivere, quindi se vuoi ritenerti scrittore, come minimo devi avere idee.
Gli esercizi dati da altri possono andar bene a scuola, quando si è bambini, ma appunto non ti risolvono alcun problema. Come e perché cominciare a scrivere? Leggerò la tua risposta.
Veronica
Ciao! Se ti interessa ho pubblicato l’articolo su come e perché cominicare a scrivere
Kukuviza
Ma che razza di spunti sono poi quelli tratti da quei blog? Mi sembrano cose così vaghe e soprattutto già viste, sentite, lette ecc. ecc. che non sono neanche da prendere in considerazione. Tanto vale allora usare i generatori casuali di trame!
Tralasciando questi pseudospunti, ho letto di molti autori che raccontano come gli è venuta l’idea per scrivere una certa storia: hanno assistito a una conversazione, oppure qualcuno di loro conoscenza ha detto o fatto una cosa che è servita da germoglio per l’idea…ecco in generale l’osservazione del mondo credo sia quasi fondamentale per uno scrittore per cui in definitiva tutto può essere uno spunto.
P.S. bello lo sfondo millimetrato!
Daniele Imperi
Alla fine si ripetono, anche perché è davvero pieno di articoli in inglese che offrono gli spunti di scrittura. L’idea può venire in tanti modi, anche dalle conversazioni, certo. L’osservazione della realtà ci deve sempre essere.
P.S.: Lo sfondo millimetrato c’è da diversi mesi
Kukuviza
Negli ultimi mesi sono passata poco e quando ci sono passata ero col cellulare e non mi sono accorta dello sfondo.
Daniele Imperi
Da cellulare non si vede.
Grazia Gironella
Secondo me gli spunti di scrittura valgono come tutti gli altri spunti, che siano tratti da letture, da fatti di cronaca, incontri o sogni. Il processo mentale è lo stesso: trovo del materiale da elaborare e lo elaboro, in un modo che sarà per forza soltanto mio, perché nessuno lo elaborerebbe come me. Nei concorsi letterari spesso viene dato un tema, per esempio; anche quello è un piccolo spunto. Non credo che la fantasia possa lavorare partendo dal nulla, anche se spesso va ad attingere da un pozzo talmente nascosto che sembra lo faccia. Che poi lo scrittore possa avere “necessità” di spunti preconfezionati, allora sono d’accordo con te: se da solo non ti viene in mente niente, forse è meglio che ti dedichi a qualcos’altro. Ma non si può mai dire…
Daniele Imperi
Il tema credo sia diverso dallo spunto. A quanto ho letto gli spunti di scrittura sono quasi delle trame.
luisa
Crisi profonda… fantasia, immaginazione, c’è in esubero, ma aimè devo accettare la mia carenza di tecnica.
Adesso vanno di “moda” i corsi di scrittura creativa, ma secondo me sono inutili, è tanto per stare insieme a qualcuno.
Di recente ho acquistato un libro di un giovane esordiente, dopo una ventina di pagine faccio fatica a continuarlo, inoltre a dire di chi è più competente è scritto male, eppure adesso ha publicato il suo secondo libro, questo per me è un “mistero”
Daniele Imperi
Che cosa ti manca della tecnica?
Secondo me più che spendere per un corso di scrittura è meglio farsi seguire da un editor.
Il tipo è pubblicato da una casa editrice?
luisa
A sentire quello che ha detto mio figlio mi manca tutto …mi ha suggerito di leggere i classici, tipo : Dottor Zivago. Sì! lo so che bisogna leggere molto…ok il tempo è quello che è…
Penso anch’ io che farsi seguire da un editor sia molto meglio, il fatto è che da ragazza mi seguivano gratuitamente, adesso non è così (ah ah) ok torno seria…
Sì! ha publicato con casa editrice
Sai secondo me qual’è il grande problema, poni il mio esempio, ho voglia di imparare e scrivere, leggo libri, che penso siano scritti bene, invece nella mia ignoranza vedo errori e prendo ad esempio chi non è un buon scrittore.
ps.Ti ho mandato un’email
Daniele Imperi
In che senso manca tutto? L’unica cosa da fare, se sei insicura, è far leggere un racconto o un paio di capitoli a un editor e vedere cosa davvero non funziona.
Andrea Venturo
Trovo gli spunti di scrittura utili come gli esercizi in palestra.
Narrativa generale
Racconta in 300 parole + o – 50 dell’incontro tra due persone. Erano compagni di scuola e poi la vita li ha fatti reincontrare a 50 anni.
o ancora
Romance
Uno spietato assassino sta preparandosi a uccidere la sua prossima vittima, la moglie di un boss della camorra. Se ne innamora. Descrivi il momento in 100 parole.
Storico
Nel 1917 austroungarici e italiani si stanno battendo sul ghiacciaio dell’Adamello. Racconta della caduta del Care’ Alto e dell’ascesa dell’ippopotamo in 200 parole.
È richiesta documentazione.
Fantascienza:
Il primo uomo su marte.
400 parole.
Fantasy
Un cavaliere in sella al suo drago sorvola un’isola. Centra il pov sul drago e racconta il volo dal suo punto di vista. 200 parole.
Giallo
Il detective di turno ha appena trovato l’indizio decisivo. Mostra il suo stato d’animo. 50 parole.
…e via così.
Quando andavo in palestra l’allenamento consisteva nell’alzare 10 volte un peso da 50kg, fare una pausa di 3 minuti, poi ricominciare. Così avanti per dieci serie.
A fine allenamento avevi alzato 100 volte lo stesso peso, ma il tuo corpo aveva imparato a sostenere qualsiasi peso: la tecnica è sempre la stessa, ma occorre più forza.
Così all’allenamento successivo si eseguivano i test più intensi: 120, 130kg. Poi si ricominciava. Hop, hop, hop… ogni allenamento una serie da 10 e via via il peso aumentava.
Al massimo dell’allenamento ho alzato 240kg sulla pressa e 75 a forza di braccia. Niente di che. Il campione della palestra ne alzava 210 sulle braccia e la pressa non aveva abbastanza pesi per impensierirlo, il terzo classificato arrivava a 110 sulle braccia, ma serviva qualcuno per fare l’ultimo e allora gli ho dato volentieri una mano: essere ultimo mi riesce benissimo.
Con la scrittura è la stessa cosa: ti alleni a raccontare le situazioni più disparate stando bene attento a dosare parole e tempi. Non sai mai quando, ma ogni esercizio ti tornerà utile.
Daniele Imperi
Non mi convince il tuo paragone. Uno scrittore fa esercizi, se alle prime armi, con idee e storie sue, non di altri.
Andrea Venturo
Dipende qual è lo scopo. La creatività è come un muscolo: più la usi e più produce risultati. E, come sai, va alimentata perché da sola non produce nulla. Viaggi, letture, incontri, studio, ogni tipo di esperienza va ad arricchire il repertorio dove la creatività attinge per creare. Se vuoi usare gli spunti di scrittura per esercitare la creatività ottimo, fai bene. Se ravanando tra gli esercizi di scrittura speri di trovare l’idea per il prossimo romanzo… lascia perdere.
Le idee degli altri scrittori, ma pure sceneggiatori, pittori, scultori e financo character design dei videogiochi ce li portiamo dietro, che ci piaccia o meno. E che ci piaccia o meno riemergono mentre diamo vita alle nostre storie. Per dire: nel mio prossimo romanzo viene citata la “Ragazza con l’orecchino di ossidiana” ogni volta che si parla della Morte. La dea Merat-Asua, nota come “signora dei transiti”, “regina delle soglie” e in cento altri modi, oltre a tirare in ballo Jan Vermeer, mi va a scomodare Amaterasu, la dea del Sole che ha dato origine, tra le altre cose, alla bandiera del Giappone. Come perché? Anagramma un po’ merat-asua?
Dover affrontare un esercizio di scrittura richiede velocità e idee. Il fatto di non dover lavorare al proprio romanzo permette una totale libertà di azione circa lo scritto: puoi plagiare, copiare, stravolgere qualsiasi cosa.
Racconta in 100 parole dell’incontro tra due amiche che non si vedevano da tempo.
Hai accesso a qualsiasi opera letteraria, cinematografica, teatrale, videoludica ecc… devi solo prendere la penna e raccontarla a modo tuo. Ora mi viene in mente la “Sora Lella” che incontra “Anna Mazzamauro”, ma il limite di 100 parole mi spinge ad esser parco con i termini dialettali.
Per scrivere l’incipit di un romanzo che vedrà la luce nel 2021, se va bene, ho scomodato Wes Craven (si parla di incubi che uccidono, o meglio di assassinii perpetrati attraverso gli incubi). L’antagonista de “Lo specchio di Nadear” che uscirà a breve è stato fortemente ispirato da Kefka Palazzo (Cefca Parattso) personaggio creato da Yoshitaka Amano per il gioco Final Fantasy VI. Il prossimo è ambientato nelle Brulle “The Barrens” in inglese, vale a dire il luogo dove è ambientato IT di Stephen King. E se vai a scavare nei miei romanzi trovi “idee” di altri a tutto andare: Larry Niven, Jerry Pournelle, Jack Vance, Clark Ashton Smith, Lovecraft, King, Poe, Rostand, Dumas, Verne… e tantissimi altri. L’elenco degli autori cui devo qualcosa si allunga di libro in libro. Ovvio: le idee me le piglio, ma quando scrivo le trasformo nelle mie idee e le adatto all’ambientazione.
Ho amato la “Ragazza con l’orecchino di perla”, ma se avessi piazzato il quadro in questione nel palazzo di un ricco mercante Naderiano avrei fatto crollare la coerenza del libro. Così ho preso la dea amata e temuta da molti poiché è solita prendere le anime dei vivi e spedirle nell’aldilà: Merat Asua (anagramma Merat Asua e finisci in Giappone) e tra i soprannomi che gli sono stati affibbiati c’è quello della “Ragazza con l’orecchino di ossidiana” perché nel suo culto è previsto quel tipo di monile da portare all’orecchio sinistro.
Da qualche parte ho scritto anche due righe sul perché c’è un orecchino proprio di ossidiana, proprio là. Però tutto è partito dal quadro di Vermeer.
Insomma è uno spasso.
Molto di questo lavoro lo devo proprio a quegli “spunti” che mi hanno spinto a produrre testi anche un po’ strani e a confrontarli con quelli di altri che hanno svolto il medesimo esercizio.
giancarlo
Sono d’accordo: se non hai fantasia, fai altro. Anche se, nel film “Scoprendo Forrester” con il mitico Sean Connery, un premio Pulitzer, vista il blocco di uno studente con il talento da scrittore, dà un interessante spunto per vincere il dramma del foglio bianco: prende un suo saggio, ne fa copiare la prima pagina al ragazzo e poi lo invita a continuare da solo. Ne esce un pezzo di un certo spessore. Guardate il film, se avete tempo; ma quel che volevo dire è che non ci sono regole che valgono per tutti. A volte anche semplici esercizi possono stimolare una originalità sopita.
saluti a tutti
Daniele Imperi
Ciao Giancarlo, benvenuto nel blog. Sul film “Scoprendo Forrester” ho scritto un articolo, tempo fa.