L’ultima soddisfazione

Un racconto di 300 parole

«Avevo detto al mio collega di ammanettarlo con le mani dietro la schiena, ma l’agente Barton non ha voluto darmi ascolto».

«Che cosa è successo dopo?»

«Il prigioniero mi ha colpito al volto con una testata, poi è corso verso il tenente Irving, saltando sui banchi per evitare gli altri agenti…»

«E l’agente Barton non ha fatto nulla? È rimasto a guardare?»

«No, avvocato, Barton ha tentato di riprenderlo, ma il prigioniero gli ha sferrato un calcio su… insomma, sul basso ventre, per capirci…»

«Intende sui testicoli, agente Garrison?»

«Sì, signor giudice, un calcio sui testicoli…»

«Bene, prosegua pure».

«Il prigioniero è riuscito a saltare sul tenente Irving, evitando due agenti che tentavano di bloccarlo. È stato spaventoso…»

«Quindi lei si era ripreso, nel frattempo?»

«Sì, avvocato. Ero ancora un po’ stordito, ma ho visto chiaramente quello che è successo e lo ricordo bene».

«Continui, agente Garrison».

«Ecco, signor giudice, il tenente Irving è caduto a terra, assieme al prigioniero, poi ha tentato di rialzarsi, ma è stato afferrato alla gola. Io… io non credo che dimenticherò mai quello che ho visto…»

«Coraggio, agente. Prosegua il resoconto».

«Il prigioniero stringeva la gola del tenente con una forza spaventosa. Le catene delle manette stavano letteralmente affondando nella carne… I due agenti hanno cercato di staccargli la presa, ma quello era una specie di gigante. Stringeva e urlava, stringeva e urlava. La gola del tenente Irving era rossa di sangue. Un agente ha colpito l’uomo ripetutamente in testa col manganello, ma lui stringeva sempre più… così anche l’altro ha cominciato a colpirlo alla testa».

«E poi che cosa accadde? Continui».

«Poi, signor giudice… il prigioniero sanguinava abbondantemente, ma urlando ha dato un ultimo strattone, riuscendo a staccare di netto la testa del tenente, ridendo come un pazzo. E è morto subito dopo».

4 Commenti

  1. Romina
    domenica, 13 Novembre 2011 alle 7:48 Rispondi

    Un racconto interamente dialogato! Bella idea! Di solito ho un po’ di difficoltà nel seguire questo genere di testi, ma il tuo brano ha solo due parlanti e ciò ti ha permesso di evitare una lunga serie di “Tizio disse… Caio esclamò…”. Questo testo, grazie al dialogo, è davvero dinamico e realistico: bel lavoro, insomma!

  2. Daniele Imperi
    giovedì, 17 Novembre 2011 alle 18:16 Rispondi

    Grazie :)

  3. carlo
    venerdì, 23 Marzo 2018 alle 15:51 Rispondi

    mi sono immedesimato , come se stessi leggendo un giallo. Complimenti mi hai proprio coinvolto nella scena. Bravissimo. Carlo P.S. io da un paio di settimane . cerco di scrivere racconti storici in particolare il periodo del medio evo. La storia si svolge sull’Appennino ligure, prov. di Genova, e precisamente ho ambientato un fatto accaduto intorno al 1250, il solito Marchese che con i suoi armigeri riescono a cattarare L’Abate del Monastero della zona per poter appropriarsi dei suoi terreni ed avere il potere sugli abitanti della terre appartenenti al monastero.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 23 Marzo 2018 alle 17:21 Rispondi

      Ciao Carlo, grazie e benvenuto nel blog.

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