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Avete mai frequentato una scuola di scrittura creativa?
Sono sempre stato molto scettico su questo tipo di scuole. Eppure, secondo l’articolo “Lo strano caso del successo delle scuole di scrittura in Italia”, sembra che gli iscritti siano in aumento e sono tante e variegate anche le offerte di queste scuole.
Ma io continuo a chiedermi: sono davvero necessarie le scuole di scrittura?
I costi delle scuole di scrittura
Dall’articolo veniamo a conoscere anche alcuni costi della “retta scolastica”: si parla di 6.000 e 10.000 euro l’anno, che sinceramente non so quanti possano permettersi.
Ho cercato alcune scuole e ho trovato anche costi più bassi per alcuni corsi: 350, 450 euro. Io forse sono un po’ “tirato” e aggiungendo la mia perplessità e i miei dubbi sulla reale utilità di queste scuole non spenderei quei soldi.
Li ho spesi per corsi che ho reputato più utili, come la correzione di bozze e l’editing. Ma secondo me, se qualcuno vuole imparare a scrivere narrativa, non deve fare altro che leggere narrativa e mettersi a scrivere. Battere sui tasti, insomma.
Sembra un consiglio scontato, perché molti lo ripetono, ma davvero non esiste altro modo per imparare a scrivere storie.
Da dove escono i nuovi autori?
Un tempo da dove uscivano i nuovi autori? E non mi riferisco agli autori classici, ma anche a quelli del secondo dopoguerra: quanti autori italiani hanno esordito nella seconda metà del Novecento?
Eppure, secondo l’articolo, «gli esordienti non forgiati da una scuola sono ormai una rarità», informazione dedotta leggendo le quarte di copertina dei libri pubblicati dagli esordienti.
Posso continuare a essere scettico?
A quanto pare ogni anno sono migliaia i libri pubblicati e non credo che qualcuno si sia messo a leggere tutte quelle quarte di copertina per scovare esordienti che abbiano frequentato scuole di scrittura. Forse i dati riguardano le grandi case editrici.
Quello che mi ha colpito è che, sempre secondo l’articolo citato, sono «sempre di più i giovani aspiranti autori che […]investono cifre spesso ragguardevoli in rette».
Evidentemente questi giovani hanno alle spalle genitori facoltosi. Io da giovane non avrei potuto farlo. Ho dovuto attendere un lavoro fisso per frequentare un corso.
Qui non stiamo parlando di un corso universitario, che ti lascia qualcosa, cultura e una laurea, che puoi utilizzare per un lavoro. Ma un corso di scrittura creativa ti offre probabilità decisamente minori di poter trovare, anzi creare un lavoro.
Mi aspetto polemiche su questo mio pensiero.
L’affidabilità delle scuole di scrittura
Si parla anche di «seminari per scandagliare le proprie potenzialità con la guida dei tarocchi o dei segni zodiacali». Scrittura e astrologia (che non è una scienza, teniamolo a mente, ma un’arte divinatoria).
Non c’è niente di scientifico nei segni zodiacali: una stella distante dalla Terra milioni di anni luce non può influire in nessun modo sul nostro carattere, la nostra personalità, il nostro futuro. Il nome di un pianeta è soltanto una scelta dello scopritore, non denota specifiche qualità in quel pianeta.
Ecco perché mi chiedo quanto siano affidabili queste scuole, se offrono corsi di questo genere.
L’appiattimento espressivo
È emerso, nell’articolo, che possa verificarsi un certo appiattimento espressivo perché viene insegnato un metodo per sfornare storie che incontrino i gusti del pubblico di massa.
Si preferisce, insomma, il metodo al talento individuale.
Ma a cosa serve il proprio talento se manca un metodo?
- Se conosci il metodo e hai talento, scriverai buone storie.
- Se conosci il metodo, ma non hai talento, scriverai storie mediocri o scarse.
- Se non conosci il metodo e hai talento, scriverai storie che non portano a nulla.
- Se non conosci il metodo e non hai talento, non scriverai nulla.
Opinione personale, s’intende.
Io, però, per appiattimento espressivo mi riferirei piuttosto a dover imparare a scrivere secondo i metodi e i gusti del docente. Ecco un altro motivo del mio scetticismo sulle scuole di scrittura.
Ed ecco perché, per quanto mi riguarda, l’unico modo per imparare a scrivere storie è leggerne tantissime e di tantissimi autori diversi. E poi mettersi semplicemente a scrivere.
A battere sui tasti, in sostanza.
Grazia Gironella
Condivido gran parte delle tue perplessità, senza avere avuto esperienza di corsi di scrittura, ma soltanto di (tanti!) libri sulla scrittura creativa. Sono sicura che le mie letture mi hanno arricchita molto come autrice, ma si trattava di voci diverse, non di una sola; inoltre nessuno valutava ciò che intanto scrivevo, se non i forum cui partecipavo. L’opinione di un “esperto” ha valore e utilità, secondo me, soltanto se l’allievo è davvero carente, nel qual caso dubito possa diventare bravo; se invece è già medio, bravino, bravo, l’utilità si riduce per diventare, forse, poco più che un inquinamento della voce dell’autore. Se si pubblica, si suppone che ci sia comunque un editor, oppure dei beta reader, a suggerire miglioramenti. Da un corso può uscire comunque qualcosa di buono, proprio come dai libri, ma dire che le scuole di scrittura sono diventate questa gran spinta verso il progresso nella carriera di scrittore, bè, credo sia soltanto una delle tante voci: se fai questo sui social, se contatti i blogger, se partecipi a questo o quel gruppo… Buona fortuna.
Daniele Imperi
Trovo più utili i libri, anche se finora quello veramente utile e che consiglio è “Story” di Robert McKee. Ma ovviamente non ho letto tutti i libri sulla scrittura.
Anche io ho avuto una certa valutazione nei forum che frequentavo, però non so quanto possa essere valida. L’esame, per me, si fa sul campo: pubblicando.
Grazia Gironella
Ci farei la firma all’esame sul campo! Accetterei il risultato. Purtroppo al campo si arriva soltanto con il supporto di un editore importante, o si rimane quasi sempre ai margini, a prescindere . Perché per essere valutato dai lettori, devi incontrarli, devono leggerti. Come fare? Vecchia storia! (Buono, “Story” di McKee.)
Daniele Imperi
Sì, è vero, hai bisogno di tanti lettori e puoi averli solo se arrivi in libreria.
Pades
Sono d’accordo con te. L’argomento è così vasto e con così tante sfaccettature che potremmo parlarne per ore. Non ho mai partecipato a corsi ma leggo e seguo molti “insegnanti”. Secondo me sono utili solo per acquisire un minimo di “metodo” se proprio non ne hai uno (o ce l’hai sbagliato). Lo scrittore scapigliato e geniale che scrive di getto un capolavoro senza aver prima progettato la storia secondo me non esiste, e invece per come è fatto il mercato adesso lo scrittore “medio” con un buon metodo può paradossalmente arrivare a farsi leggere più del genio perché sa cosa piace ai lettori e sa come arrivarci, e questo lo può imparare da un corso. Ma… ci sono un sacco di “ma”. I corsi come dici tu sono troppo costosi. Io ho letto un bel po’ di manuali sul metodo e ne ho ricavato uno personale. Ognuno lo dovrebbe fare, non ne esiste uno che va bene per tutti. Probabilmente seguire un corso abbrevia i tempi ed è meno “faticoso” perché hai la pappa pronta, come accade con i corsi su qualsiasi disciplina. Ma c’è il pericolo che dici tu: appiattirsi sullo stile dell’insegnante, che nella scrittura (che richiede originalità) è proprio un controsenso… Volendo fare un’iperbole, ma proprio ardita, si potrebbe dire che voler seguire un insegnante che ha letto molto più di te, sa cosa piace alla massa, sa quali costrutti e architetture seguire per farsi leggere… tende molto all’uso dell’intelligenza artificiale. Gli insegnati a questo punto vorranno farmi la pelle, ma vedo molte più similitudini che differenze… l’ho detto che è un’iperbole, e che è un argomento vasto… mi fermo se no poi annoio.
Daniele Imperi
Concordo sull’acquisire il metodo. Ognuno, poi, ha il proprio: infatti io ho preso qualcosa da uno e qualcosa da un altro, e alla fine ho il mio metodo personale, che finché funziona mi tengo. Come è successo a te.
Lo svantaggio dei corsi è appiattirsi sullo stile dell’insegnante, ma anche sul suo metodo.
Ai geni che scrivono capolavori di getto non credo neanche io.
Corrado S. Magro
Le scuole di scrittura mi ricordano le medaglie dei personaggi pluridecorati, i pluridiplomati e laureati. Se non sei uno di loro nessuno ti degna di attenzione. Un loro diploma è considerato indispensabile. Il “mercato” lo richiede, il desiderio di sfondare e la vanagloria lo cementa. Alcune forse saranno anche utili.
Daniele Imperi
Potrebbe essere come dici, provenire da una scuola ti dà una certa garanzia per il mercato. Mah.
Fabio Amadei
Ciao Daniele,
forse una scuola di scrittura è utile se ti insegna gli errori da non fare in un romanzo o racconto.
Daniele Imperi
Ciao Fabio, senza frequentare una scuola – che ti costa centinaia di euro – puoi trovare quel tipo di errori spiegati in decine di articoli in rete.
Orsa
Soldi buttati che potrebbero invece essere investiti in letture, come giustamente sostenete tutti. Sono del parere che le scuole di scrittura dovrebbero fermarsi all’insegnamento dell’uso corretto di grammatica e sintassi a livelli professionali, non l’abc che ci viene impartito alle scuole medie. Basterebbe già quello… visto il livello di certi prodotti editoriali. Nella scrittura come nella pittura come in qualsiasi altra arte, non si può insegnare l’estro!
Sono Capricorno ascendente Orsa, pensa che bella personcina simpatica. Non credo agli oroscopi, tuttavia il profilo astrologico del segno mi calza scientificamente a pennello. Pure Saturno mi tiene alla larga
Daniele Imperi
Anche io sono convinto che l’arte in sé non si possa insegnare: o ce l’hai o non ce l’hai.
L’uso corretto di grammatica e sintassi si può imparare dai libri, però.
Marco
Sono dell’idea che una scuola di scrittura possa al più essere utile se ne hai la forte disponibilità economica e se vuoi trovarti immerso quasi “a forza” in un ambiente di appassionati. È utile? Non so rispondere, ma sono certo che per il rapporto costi/benefici siano molto più utili masterclass di nomi rilevanti (come entrare nella routine e nei segreti di un Neil Gaiman o Dan Brown), o il semplice acquisto e studio di un po’ di manuali di scrittura. Il punto è quello, conoscere i principi e non essere schiavi delle regole (parafrasando un divulgatore di scrittura creativa).
Se vuoi fare film, non devi solo vederne tanti e registrare con una macchina da presa, ma devi anche sapere come si ci muove dietro l’inquadratura e perché. Studiare è fondamentale, ma per ottenere altissimi risultati penso che lo si possa fare anche da autodidatta, selezionando i materiali giusti.
Non mi pare che ogni studente uscito dalla Holden sia diventato automaticamente un rinomato scrittore.
Daniele Imperi
Studiare da autodidatta conviene, sia per l’utilità sia per i costi delle scuole, che appunto non ti possono garantire una pubblicazione. Non essere schiavi dei manuali di scrittura, aggiungo: non trovo utile leggerne tantissimi, perché alla fine rischi un intasamento mentale di regole.
Laura Rondina
I tuoi articoli danno sempre modo di pensare; condivido ogni tuo pensiero, ma sei sicuro che astrologia, stelle, pianeti satelliti non influiscano? Penso alla luna e quanto influisce spostando tonnellate d’acqua a ogni marea.
Daniele Imperi
Grazie.
La luna influisce per la sua vicinanza.
Luciano Cupioli
Tralasciando i costi, non escludo che un buon corso di scrittura possa servire per migliorare, tutto è utile a questo scopo, ma di certo non è indispensabile. Di sicuro, tuttavia, non penso che limiti chi ha le doti, mentre potrebbe portare a un livello sufficiente, anche se piatto, coloro che sono più limitati. In pratica, serve più a chi è meno portato e viceversa. Chiaro che ci sono percorsi alternativi che portano alla stessa meta, e l’autodidattismo resta, se ben perseguito, a mio avviso il migliore. Geni a parte, quello che ci vuole per diventare buoni scrittori è impegno, perseveranza, tanta voglia di leggere e desiderio costante di migliorare: come questo venga fatto non è fondamentale, ma non va mai trascurato.
Daniele Imperi
Di sicuro un corso qualcosa insegna, ma dubito molto che sia utile per arrivare alla pubblicazione. Così come un corso professionale non ti assicura di trovare lavoro.
Kukuviza
sono scettica pure io. credo sia semplicemente un business nato perché ci sono molti clienti disposti a pagare e andarci.
detto questo, però, credo che potrebbero esistere delle figure che leggendo quello che scrivi possono darti dei consigli per migliorare, e dunque queste figure potrebbero essere degli insegnanti, ma per come la vedo io, dovrebbe essere un tipo di lavoro che viene fatto espressamente sui tuoi scritti, molto ad personam, e soprattutto senza seguire le mode del momento.
Daniele Imperi
Vero, c’è gente disposta a pagare e quindi fioccano quei corsi: questo vale per qualsiasi settore.
Sono d’accordo che certi consigli vadano dati sulla base degli scritti del singolo, altrimenti non puoi sapere dove sbagli e cosa correggere.