Indice degli argomenti
Nei miei primi tentativi di scrivere un romanzo fantasy – parliamo quindi di un periodo compreso fra metà anni ’80 e metà anni ’90 – cambiavo idea continuamente, passando dalla stesura di un romanzo alla stesura di un altro. In tutto iniziai almeno 5 romanzi fantasy, che non portai mai a termine.
Quando ho avuto le idee più chiare su cosa volessi scrivere e su come volessi scrivere – e soprattutto dopo qualche centinaio di libri di letti e decine di racconti scritti – il vizio di cominciare più libri insieme è rimasto.
Tanto che mi sono posto la domanda: è possibile scrivere più libri contemporaneamente?
Lo chiedo perché ne ho in stesura 3 e, non avendone ancora terminato nessuno, vorrei sapere se la cosa è fattibile o è follia pura. Follia perché i rischi sono 2:
- non portare a compimento nessuno dei 3 libri
- allungare i tempi di stesura (e pubblicazione) di ogni libro
Ma allora perché scriverne 3 insieme (o solo 2 o anche 4 o quanti ne volete)?
Perché scrivere più libri contemporaneamente
Chi può rispondere a questa domanda se non l’autore che decide di farlo?
In realtà io non so rispondere. In stesura avevo, almeno fino alla primavera del 2018, il mio romanzo di fantascienza. Da quel momento i libri in stesura sono diventati 2 e dal 2019 sono aumentati a 3.
Perché? Era davvero necessario?
Nuove idee nascono e nuovi interessi crescono
A primavera 2018 ho avuto l’idea per un manuale tecnico, che ho iniziato a scrivere nel settembre successivo.
Ce ne sono già nel mercato e lo sapevo benissimo quando è nata quell’idea. Non me ne sono curato perché sto affrontando il tema da un diverso punto di vista, che possiamo definire storico.
Ho rivisto la struttura 3 volte e adesso c’è quella definitiva. Ho scritto l’introduzione, ho quasi finito il primo capitolo e ho abbozzato gli argomenti degli altri capitoli.
Nel 2019, poi, ecco l’idea per un saggio politico. Non avrei mai pensato di scrivere di politica, ma questo è un argomento che mi sta a cuore e ho voluto ricercarne le origini, trattandolo in modo personale.
La struttura ha subito diverse modifiche, ho scritto la premessa e quasi terminato una sorta di introduzione all’argomento, in più ho scritto alcuni brani di altri capitoli.
Ecco perché mi sono ritrovato a scrivere 3 libri contemporaneamente: perché sono nate idee nuove e nuovi interessi si sono inseriti nella mia mente.
Ma non per questo ho deciso di trascurare quella che per me è l’opera più importante.
Stabilire le priorità
La mia priorità è il romanzo di fantascienza.
Questo non significa che gli altri due libri non mi interessino granché, ma soltanto che sto dedicando più tempo e concentrazione sul romanzo.
Il lavoro sul manuale è più complesso, richiederà un gran lavoro di documentazione, e per adesso ha un terzo posto sulle mie priorità.
Il saggio è un libro su cui ho svolto qualche ricerca storica, ma per lo più è istintivo e personale. E mi diverte scriverlo, perché posso esternarvi le mie idee – comuni, poi, a moltissimi italiani.
In un certo senso sta funzionando anche come valvola di sfogo per una situazione che trovo indigeribile da parecchi anni. Non avrete capito nulla, ma per adesso va bene così.
Organizzare il lavoro di stesura
Come organizzare la stesura di 3 libri?
Come ho detto, la maggior parte del tempo che dedico alla scrittura è riservata al romanzo.
Per il manuale tecnico ho individuato due potenziali case editrici, che vogliono ricevere come proposta editoriale una descrizione completa del libro, l’indice e magari due capitoli.
Il lavoro su questo manuale è poco, quindi: appena pronto il materiale, decido a chi inviarlo e attendo (se ci sarà) una risposta.
Quasi ogni giorno, una mezzora prima di pranzo è dedicata al saggio. Inizialmente la stesura è stata frammentaria: i capitoli sono nati per ispirazione o sfogo del momento.
Ho scelto la formula per “aforismi” che amava Nietzsche nelle sue opere e questo mi permette anche di velocizzare la scrittura, oltre a essere per me un modo nuovo di scrivere.
Mai scritto più libri contemporaneamente?
Quanti di voi ci hanno provato? Soprattutto, com’è andata?
Forse è più logico, e anche più semplice, scrivere insieme due antologie di racconti, magari di altrettanti generi diversi. Che ne pensate?
Marco
Se si tratta di leggere due libri contemporaneamente, ci sto e ci riesco.
Ma scrivere due libri di genere diverso: sì. L’ho fatto, ma non credo che lo farò di nuovo. È un impegno non da poco, e alla fine mi sono domandato: a che pro? E ho deciso di evitare in futuro questo genere di operazioni.
Daniele Imperi
A che pro non saprei dirti, non ci ho mai pensato. Nel mio caso sento solo l’esigenza di portarli avanti tutti.
Mirella
Me lo stavo chiedendo anch’io perché è quello che mi sta capitando. Ho gogolato proprio ora scrivendo “si possono scrivere più libri contemporaneamente”?
Io sto lavorando a due diverse raccolte di racconti e a un romanzo breve. I vantaggi come ha già detto qualcuno è di scrivere ciò su cui momento per momento sei ispirato e lo svantaggio di non concludere niente o di metterci un tempo infinito .Ah io scrivo pure poesie.
Anch’io ammiro chi riesce a essere più organizzato ma forse ognuno deve seguire la propria indole
Daniele Imperi
Ciao Mirella, benvenuta nel blog. Purtroppo c’è anche lo svantaggio di non concludere nessun libro iniziato o, più sicuramente, di ritardarne la pubblicazione.
Elisa
In effetti sì, ma solo per noia. È lo stesso motivo per cui leggo più libri in contemporanea. Tuttavia i libri li finisco, ciò che scrivo no.
La mia rabbia è che a volte, dopo molto tempo, rileggendo ciò che ho scritto, mi dico: ma guarda che bello!
… ma ormai è tardi: si è perso il flusso iniziale. 😁
Daniele Imperi
Per noia?
Ti annoi e allora ti metti a scrivere più libri insieme?
A me succede il contrario: “dopo molto tempo, rileggendo ciò che ho scritto, mi dico: ma guarda che schifo!”
Corrado S. Magro
Non mi permetto di dire quanti ne ho in cantiere iniziati, avanzati e in attesa di chiusura. Sano o insano? Ognuno la pensi come vuole. Mi è difficile ignorare il panorama di una storia nata da una forte pulsione (scusa se oso pensare di avere capito qualcosa comune a molti, del tuo saggio politico). Vantaggio di lavorare su più fronti, è la possibilità di attaccare l’uno o l’altro titolo che il momento personale suggerisce. Svantaggio più comune: tirare alle lunghe fino ad abbandonare il cantiere in rovina. C’è l’autore strutturato, capace di sviluppare la sua storia senza farsi deviare e che ammiro e c’è il caotico, come me, che ha bisogno di navigare su più rotte per sentirsi a proprio agio sebbene il suo veliero corra pericolo di affondare o spiaggiare. Scrivere è sì una valvola di sfogo, quindi è anche divertirsi.
Daniele Imperi
Eh, no, adesso lo dici quanti ne hai in cantiere!
(Mah, non so se hai capito qualcosa del mio saggio).
Lavorare su più fronti: vero, è un vantaggio. E anche un divertimento.
Corrado S. Magro
Il tuo saggio? Essendo di natura politica e comune a tutti gl’italiani anche se differenziato, non può non contenere quello che penso. Il tentativo di lanciarmi (a volte i********) in tale direzione sono riuscito a metterlo da parte.
In cantiere ne ho… 6: sei, sei, sempre sei maledetti i Pirenei (musichetta anni 50) 😎
1) Una realtà immaginaria, distopica
2) Fantasia e ipernaturale
3) Comico-satirico a sfondo erotico sociale
4) Bio- e in parte autobiografico (seconda parte)
5) Un problema etico (misto a crimine) che preferiamo ignorare.
6) Quasi un giallo, in un futuro già in parte presente (seconda parte). Una denuncia.
I racconti poi vengono di tanto in tanto a mischiare le carte e ad arricchire la collezione.
Daniele Imperi
6 sono decisamente troppi
Scegline 2 o 3 e portali avanti.
Maria Teresa Steri
Mai fatto e mai provato. Non credo faccia il caso mio, perché ho bisogno di immergermi al 100% in una storia per portarla avanti. Passare da una cosa all’altra sarebbe controproducente per quanto mi riguarda da più punti di vista. Addirittura non riesco neppure a revisionarne uno e a scriverne un altro. Secondo me si rischia davvero di non finirne nessuno. Ma è solo una mia opinione molto soggettiva.
Daniele Imperi
Revisionarne uno e scriverne un altro? Non ci ho mai pensato. In teoria è come scriverne 2 allo stesso tempo.
Il rischio di non finirli, c’è, vedremo cosa capiterà a me
Miriam Donati
Fatto e abbandonato, poi ripreso con il risultato di aver portato per le lunghe entrambi. Una volta scelto quale “spingere” tutto è stato più facile. Difficile riprendere quello lasciato in sospeso, prima di andare avanti occorsa una lunga immersione nella trama che per fortuna avevo già ben chiara.
Daniele Imperi
Quello lasciato in sospeso non l’hai più ripreso?
Miriam Donati
Per ora no, arrivate nel frattempo altre idee a cui ho dato spazio. Prima o poi lo riprenderò, però, conoscendomi, so già che la stesura cambierà molto..
Kukuviza
Penso si possa fare, scrivere più libri insieme, a patto di mantenere per ciascuno un minimo di regolarità. Altrimenti, a iniziare cento cose si fa presto, ma a lasciarle lì si fa altrettanto presto. Forse per un libro si può fare una breve pausa di decantazione e dedicarsi a un altro libro nel frattempo, ma se la pausa diventa troppo lunga… addio.
Daniele Imperi
La regolarità infatti deve esserci, magari di poche parole per uno.
La pausa che dici può essere un’idea, e l’ho già sperimentata abbandonando 2 romanzi che ancora mi interessa scrivere.
Orsa
Buonasera.
Non la trovo una follia. La follia è nel non assecondare l’entusiasmo per le nuove idee. Poi l’organizzazione arriva da sola.
Prima della pandemia (bei tempi) mi è capitato di scrivere contemporaneamente anche 5 articoli. Certo, nel mio piccolo, parliamo di articoli di 2000 parole, e non interi romanzi.
M’incuriosisce il manuale tecnico scritto dal punto di vista storico.
È un manuale che riguarda l’intaglio del legno? Chissà perché mi viene da pensare alla storia dei taglialegna (passamela dai)
Hai usato le espressioni “mi diverte“, “valvola di sfogo”, ”esternare le mie idee”: ottimo, sono propulsori molto potenti, dunque se vuoi lanciare quel messaggio, sii saggio e finisci presto il tuo saggio (ok, vado a bannarmi da sola)
Daniele Imperi
La penso allo stesso modo: assecondare l’entusiasmo del momento.
Il manuale non c’entra nulla con la falegnameria
Grazia Gironella
Sento molto il bisogno di focalizzare l’attenzione su una storia per volta. L’anno scorso, però, ho accettato di scrivere una biografia mentre già stavo scrivendo un romanzo. Per qualche mese ho continuato a lavorare su tutti e due, poi ho sospeso il lavoro sul romanzo e mi sono dedicata alla biografia, in modo da terminarla in tempi umani. Quando impiego troppo tempo a scrivere una storia, perdo mordente, perdo intensità. Non fa per me.
Daniele Imperi
Se passa troppo tempo, anche io fatico a riprendere a scrivere la storia. Nel mio caso, essendo 3 opere del tutto diverse una dall’altra, per ora non mi creano problemi.
stefano
Per ora sono fermo a leggere più libri contemporaneamente
Daniele Imperi
È già un inizio
Mauro
Ora ti sembrerò un folle. Ho quasi 60 anni e, essendo militare, sto per essere collocato in pensione. Quando ho cominciato a pensare a cosa fare “dopo”, la prima idea è stata scrivere. A 14 anni iniziai un racconto di fantascienza (a seguito di un moto di ribellione per essere stato iscritto ad un istituto tecnico piuttosto che ad un liceo – all’epoca leggevo Friedrich Pohl e Isaac Asimov) che abbandonai, preda della volubilità adolescenziale. Da tre anni ho ripreso a leggere con una certa regolarità. Ma negli ultimi quattro mesi ho letto altrettanti romanzi di circa 600 pagine e, da un mese a questa parte, si è riaccesa in me la fiammella dello scrittore. Sto lavorando sul soggetto e la trama di un romanzo ambientato nella mia città (Bari) il cui protagonista è un detective…ma improvvisamente sono stato come folgorato da una ispirazione per un racconto di altra tipologia. Guarda caso, di fantascienza. Non voglio perdere questo abbrivio, né abbandonare la prima idea, per cui ho deciso di portarle avanti insieme. Da neofita (ho fatto il pubblicista per qualche anno e scritto un racconto breve per un contest, ad oggi null’altro). In pratica è come se un escursionista alle prime armi decida di scalare due montagne contemporaneamente. Rettifico la prima frase: non ti sembrerò un folle, lo sono.
Daniele Imperi
Ciao Mauro, benvenuto nel blog. Un romanzo e un racconto insieme si possono portare avanti, secondo me: il racconto è più breve, quindi non richiede lo stesso tempo e lo stesso impegno del romanzo.