C’è sempre qualcuno che racconta storie

C’è sempre qualcuno che racconta storie

Ho preso questo titolo da un racconto di Stephen King, il primo della raccolta Salto nel buio da poco pubblicata, “Due bastardi di talento”. I bastardi sono uno scrittore e un pittore sconosciuti.

Il succo del discorso, nei pensieri del protagonista, è che se facciamo leggere ad amici e parenti le nostre storie – o mostriamo loro i nostri disegni o facciamo ascoltare loro la nostra musica – ne riceviamo sì i complimenti, ma poi tutto finisce nel dimenticatoio.

E il motivo è semplice: c’è sempre qualcuno che racconta storie.

Siamo soltanto piccole gocce nello sconfinato oceano (tanto per usare una frase fatta e rifatta) di scrittori, scrittorucoli, imbrattacarte, manoscrittari.

Nel racconto King – anzi, il protagonista, ma credo sia il pensiero di King – sostiene che la maggior parte degli scrittori sia banale, alcuni siano competenti e pochissimi siano indimenticabili.

Chissà, nel momento in cui creava quel pensiero, se lo stesso King si inseriva fra i competenti o fra gli indimenticabili. Forse per modestia fra i primi, anche se ovviamente ormai è entrato fra i secondi, magari più per la mole di libri pubblicati e film tratti dalle sue storie che per la qualità letteraria di ciò che ha scritto.

Scrittori banali

Penaste anche voi che i più fra gli scrittori siano banali?

Anche se oggi il termine ha assunto un significato negativo, etimologicamente significa “comune a tutto il villaggio”. Di qui qualcosa senza originalità, che non desta quindi interesse.

Banali sono quegli scrittori che scrivono storie già lette – anche se molti sostengono che dopo l’Odissea non ci sia più niente di originale – e che hanno uno stile non riconoscibile. Scrittori che si perdono nell’enorme massa di gente che scrive e pubblica.

Storie che, una volta lette, dimentichi già il giorno dopo. Mi è capitato diverse volte di leggere il titolo di un romanzo o di un racconto e dire tra me “L’ho letto”, ma senza più ricordare di cosa parlasse.

Era prevedibile la situazione illustrata dal personaggio di King – e sono sempre più convinto che sia proprio King a pensarlo: quando a scrivere sono in troppi, la percentuale di banalità aumenta.

Scrittori competenti

Alcuni scrittori sono competenti – se anche non vogliamo inserire King fra gli indimenticabili, non possiamo certo negargli la posizione di competente nella scrittura. Quindi una quantità limitata di scrittori ha la competenza di scrivere storie.

L’etimologia ci insegna molto: competenza proviene da competente, che a sua volta proviene dal verbo competere, “gareggiare in rivalità con altri”, ma anche “spettare”.

E qui possiamo asserire che alcuni scrittori sono competenti perché possono confrontarsi, per qualità e bravura, con altri scrittori. E la scrittura è un’arte che gli spetta, che gli appartiene.

Nelle mie tante letture confesso di esser stato fortunato: ho letto più scrittori competenti che banali. Quest’anno, per esempio, ho letto per la prima volta autori come Luigi Santucci, Vasco Pratolini e Pier Antonio Quarantotti Gambini: autori del Novecento che considero competenti, ma non indimenticabili.

Scrittori indimenticabili

Sono davvero pochissimi gli scrittori indimenticabili?

Indimenticabile è chi non si dimentica, quindi chi resta nella memoria, nel nostro caso nella memoria collettiva.

In Italia abbiamo Dante Alighieri, che si ricorda ormai da ben 7 secoli. Quasi un millennio. Alessandro Manzoni, indimenticabile da un secolo e mezzo. E poi Boccaccio, 650 anni; Ludovico Ariosto, quasi 500 anni; Torquato Tasso, oltre 400 anni; Leopardi, quasi 2 secoli. E scrittori più recenti come d’Annunzio, Collodi, Pirandello, Calvino, Eco.

E altri nomi indimenticabili come Verga, Edmondo De Amicis, Italo Svevo, Grazia Deledda, Guareschi, Cesare Pavese, Tomasi di Lampedusa, Sciascia.

All’estero ho scelto un paese vicino e uno lontano:

Scrittori indimenticabili francesi Scrittori indimenticabili americani

  1. Charles Baudelaire
  2. Albert Camus
  3. Colette
  4. Honoré de Balzac
  5. Guy de Maupassant
  6. Antoine de Saint-Exupéry
  7. Alexandre Dumas
  8. Gustave Flaubert
  9. Victor Hugo
  10. Molière
  11. Marcel Proust
  12. Jean-Paul Sartre
  13. Jules Verne
  14. Voltaire
  15. Émile Zola

  1. Louisa May Alcott
  2. Raymond Chandler
  3. Emily Dickinson
  4. Thomas Stearns Eliot
  5. William Faulkner
  6. F. Scott Fitzgerald
  7. Nathaniel Hawthorne
  8. Ernest Hemingway
  9. Harper Lee
  10. Jack London
  11. Herman Melville
  12. Edgar Allan Poe
  13. John Steinbeck
  14. Mark Twain
  15. Walt Whitman

Forse non sono proprio pochissimi gli scrittori indimenticabili. O forse lo sono in mezzo alla moltitudine di scrittori che esiste oggi. E che satura il mercato editoriale.

C’è sempre qualcuno che racconta storie

Sì, è vero. E ci siamo anche noi. Da che parte vogliamo stare? Fra gli scrittori banali, fra i competenti o ambire agli indimenticabili?

Puntare in alto è sempre un bene, a patto di stare coi piedi per terra. Sembra un controsenso, ma scommetto che avete capito cosa intendo.

17 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 9:32 Rispondi

    Tanto per dire la mia, sto dai banali. Sarà chi avrà il coraggio di leggermi a pormi altrove.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 14:00 Rispondi

      Dai, un po’ di autostima :D

  2. Grazia Gironella
    giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 9:39 Rispondi

    Immagino che King non consideri la categoria degli incompetenti. :D E fa bene, perché scrivere senza gli strumenti di base non permette di entrare nella classifica. Autori banali sì, ce ne sono tanti. Competenti anche, per fortuna. Queste sono caratteristiche abbastanza oggettive, su cui è facile concordare. Per gli indimenticabili, però, si va molto sul personale. Per esempio tu esplori molto i classici, io molto poco, ma entrambi troviamo autori indimenticabili. I miei sono pochi, e spesso sono tali per il momento specifico in cui li ho conosciuti. Spesso se torno a leggerli dopo anni non riconosco i motivi per cui li ho apprezzati tanto. Per non rileggo quasi mai.

    • Grazia Gironella
      giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 10:41 Rispondi

      Alla fine non ho risposto alla tua domanda: essere un’autrice competente mi va benone. Quello che arriva in più, se arriva, è comunque ben accetto. ;)

      • Daniele Imperi
        giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 14:03 Rispondi

        Anche a me va più che bene rientrare nella categoria dei competenti, ma aspetto di pubblicare un po’ di narrativa per scoprirlo.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 14:02 Rispondi

      Vero, non ho pensato agli incompetenti. Ma ci sono, eccome.
      Per gli indimenticabili intendo tali nella memoria collettiva: autori che tutti conoscono, almeno per sentito dire.
      Neanche io rileggo quasi mai.

  3. Roberta FI Visone
    giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 10:12 Rispondi

    Mi accontento di essere reputata una scrittrice competente, grazie anche al lavoro di editing svolto a quattro mani.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 14:03 Rispondi

      Secondo me è quello il traguardo a cui puntare.

  4. Orsa
    giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 11:22 Rispondi

    Non sempre “indimenticabile” è bene. Non citiamo spesso a mo’ di sfottò le opere dei personaggi dello spettacolo rendendole di fatto memorabili (ma per demerito)? Io citerei anche la categoria dei fortunati, quegli scrittori che per un allineamento astrale propizio si sono ritrovati a prendere un treno per il successo. Il passaparola tra adolescenti, qualcuno che acquista i diritti per farne una sceneggiatura cinematografica, l’algoritmo di Amazon che rende misteriosamente visibile un titolo autopubblicato: sono colpi di fortuna enormi!

    • Roberta FI Visone
      giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 11:24 Rispondi

      Hai assolutamente ragione!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 31 Ottobre 2024 alle 14:04 Rispondi

      Quelle “opere” neanche le considero. Ma sono autori indimenticabili solo perché diventati famosi come persone dello spettacolo. Quindi non vale :D

  5. Luciano Cupioli
    domenica, 3 Novembre 2024 alle 9:50 Rispondi

    Banale tendente al competente con sogni da indimenticabile? O forse banale, ma non troppo, con sprazzi di competenza e tanta invidia per gli indimenticabili? Anche tra i banali c’è chi lo è più e chi lo è meno. In conclusione, mi ritengo quindi abbastanza banale (ma ogni giorno sempre meno) e un po’ competente (ogni giorno sempre più). Di sicuro, e senza fretta, uno scrittore che ogni giorno migliora, e questo significa tanto per me.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 4 Novembre 2024 alle 8:07 Rispondi

      Mi sembra un’ottima analisi, specialmente per il miglioramento, che deve sempre esserci.

  6. vonMoltke
    lunedì, 4 Novembre 2024 alle 19:13 Rispondi

    No, dai, io sono un disastro, un abisso di autostima e temo di essere pure uscito dal novero degli “scrittori”, dato che è anni che non scrivo più narrativa (solo articoli). E questo nonostante i miei tre lettori pure mi apprezzavano e uno continui a chiedermi, quasi ad implorarmi di mandargli altro, perché, a suo dire, non riesce più a leggere contemporanei e rivuole il mio stile. Per lui, sì, sono un indimenticabile.
    Io però giudicherei “indimenticabili” quelli che, letti, diventano parte di te, della tua vita e del tuo immaginario, non quelli che sono entrati nel Pantheon perché infilati in tutte le antologie. Per me, ad esempio, Sartre è dimenticablissimo, mentre la maggior parte dei tuoi americani non li ho mai neppure approcciati.

    • Daniele Imperi
      martedì, 5 Novembre 2024 alle 8:05 Rispondi

      Anche a scrivere saggistica si è scrittori. Per indimenticabili intendo gli scrittori entrati nella memoria collettiva, ma ovviamente ognuno ha i propri “beniamini”. Non ho mai letto Sartre.

  7. Laura
    martedì, 5 Novembre 2024 alle 19:42 Rispondi

    Mi basterebbe rientrare nei non banali; la mia fiducia cresce quando mi dicono che i miei racconti restano per giorni a fare compagnia ( ai conoscenti non li faccio leggere) e quando mi dicono di rileggermi volentieri.
    La mia opinione è che non esistano indimenticabili, gli scritti si amano e restano nel cuore per quello che trasmettono, fosse anche l’ultimo degli scribacchini.
    Concordo con vonMoltke, Odissea, Manzoni, Leopardi chi li avrebbe mai letti senza l’obbligo di studiarli a scuola?

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 6 Novembre 2024 alle 8:06 Rispondi

      Non sono sicuro che nessuno avrebbe mai letto Omero, Manzoni, Leopardi e altri. Io mi sono avvicinato ad alcuni grandi autori da adulto.
      Sugli indimenticabili diciamo che esistono autori che nessuno può dimenticare, perché ormai entrati nella storia della letteratura, e altri che fanno parte dei gusti personali.

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