Scrivere usando il presente storico

Scrivere usando il presente storico

Quando ho iniziato a scrivere narrativa, ho sempre raccontato al passato, usando quindi l’imperfetto e il passato remoto – alcune storie in terza persona e altre in prima. Mi era sembrato l’unico modo di raccontare una storia, di scrivere un racconto o un romanzo.

Ma al tempo avevo pochissime letture sulle spalle – anzi, nella mente – e non mi ero ancora imbattuto in altri modi di narrare.

A un certo punto delle mie letture – non ricordo ovviamente quando – sono incappato in quello che viene definito presente storico: ossia raccontare usando i verbi al presente anziché al passato, a prescindere dal tempo storico della nostra storia.

Molti anni fa, nel 2011, scrissi di non amare quella tecnica perché non mi rendeva partecipe della storia. Qualche anno dopo avevo cambiato idea, scrivendo al presente il famoso romanzo di fantascienza. E sto usando il presente storico… nel mio romanzo storico, che si avvicina ai due undicesimi del totale, ambientato in un decennio del Novecento.

I due tipi di presente storico

A quanto pare esistono due modi per esprimere il presente storico, anche se molti tendono a parlare di presente narrativo e presente drammatico come sinonimi di presente storico.

1) Presente narrativo: credo sia il più usato e rappresenta un uso prolungato del presente. Anzi, oggi più che prolungato è un uso totale: l’intera storia scritta con verbi al presente. Per esempio:

Siamo al commissariato, tutti. A un certo punto arriva il tipo che abbiamo bastonato. Ha spifferato tutto a un agente e dice che siamo stati noi ad aggredirlo. Così decidiamo di dargli il resto e adesso ci ritroviamo in una cella puzzolente e umida.

2) Presente drammatico: interviene a rompere la continuità. Anche se non ha un reale valore drammatico, dà enfasi a un fatto preciso:

Eravamo al commissariato ed ecco che arriva il tipo che abbiamo bastonato. Ha spifferato tutto a un agente e dice che siamo stati noi ad aggredirlo. Fu così che decidemmo di dargli il resto e adesso ci ritroviamo tutti in una cella puzzolente e umida.

Ho riscontrato il presente drammatico in qualche classico del Novecento. A me sinceramente non piace. Magari starebbe bene in un dialogo, per dare personalità a un personaggio, ma non scriverei mai una storia a quel modo.

Perché usare il presente storico?

Scrivere usando il presente storico ha due grandi vantaggi:

  1. dà ai lettori un senso di immediatezza degli eventi narrati: è un presente congelato, che annulla in un certo senso lo scorrere del tempo.
  2. pone i lettori sullo stesso piano temporale del narratore, permettendo loro una sorta di immedesimazione sia con l’autore sia con i personaggi.

Ogni evento, usando il presente storico, è contemporaneo ai lettori, anche se la storia tratta di fatti lontani nel tempo. Pensate a scrivere una storia ambientata nell’Età della pietra: sembrerà di essere lì con gli uomini delle caverne e le loro avventure primordiali.

Quando usare il presente storico?

Secondo me non ci sono limitazioni: possiamo usarlo in qualsiasi genere letterario. A dire il vero a me sembra assurdo – adesso che ho acquisito nuove consapevolezze – usare il passato nelle storie di fantascienza.

Quindi il presente storico è forse molto appropriato per questo genere narrativo, ma si adatta a tutto, dai polizieschi – che includono azione, quindi i verbi al presente sono più indicati per una maggiore immersione dei lettori nelle vicende – all’avventura, dai romanzi rosa agli storici, dal fantastico all’orrore.

Sto pensando di abbandonare il passato, di continuare a scrivere usando il presente storico, che mi sta prendendo molto e trovo anche più stimolante, più simultaneo, più elegante e moderno.

10 Commenti

  1. Grazia Gironella
    giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 9:24 Rispondi

    Nelle mie storie ho usato sia il passato che il presente, ma non ho sviluppato una vera preferenza. A volte ho mescolato passato remoto e presente, quando c’erano le circostanze opportune (per esempio visioni ricorrenti), e l’effetto mi è piaciuto. Da lettrice, a volte il presente mi fa sentire un po’ troppo coinvolta, come se mi mancasse il distacco necessario, ma non sempre è così.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 12:36 Rispondi

      A me fa sentire coinvolto l’uso della seconda persona, che proprio non sopporto e, soprattutto, mi sembra innaturale. Con il presente non m’è mai capitato di sentirmi coinvolto.

  2. carlo calati (massimolegnani)
    giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 10:50 Rispondi

    il presente storico è un ottimo strumento, soprattutto quando lo si inserisce in un contesto per il resto descritto al passato, per rimarcare i momenti salienti della storia e avvicinare il lettore alla vicenda.
    ml

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 12:37 Rispondi

      Il misto passato e presente a me non piace, ma dovrei decidere caso per caso e sentirne l’effetto.

  3. Corrado S. Magro
    giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 11:31 Rispondi

    Concordo in buona parte con Grazia e Carlo. L’uso del presente storico lo conobbi la prima volta nel 1953-54 nell’ora di stile. Non ho una preferenza. Anche io ogni tanto mischio le due forme. Il presente “presente” è direi spesso d’obbligo nel romanzo situato nel segmento temporale attuale o futuro. Ma anche in tal caso fa effetto e non escludo la forma evocativa del passato,anzi…

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 12:38 Rispondi

      L’ora di stile? In Svizzera, sempre? Mai sentita qui in Italia. Devo chiedere a mia madre.
      Il passato è evocativo, è vero, e per certi romanzi forse è anche più adatto del presente.

  4. Corrado S. Magro
    giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 12:55 Rispondi

    Non In Svizzera Daniele ma in Sicilia (Noto-SR), terzo ginnasio (oggi media) inferiore in un collegio di clericali, con cultura da Gesuiti dove valeva il detto: “Aprite le scodelle delle vostre orecchie per mescervi il sale della sapienza”. Il testo di stilistica adottato: “La parola e la vita” di Panzini & Vicinelli. In Svizzera mi sono “arenato” fine 1965. Sono classe 40.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2024 alle 15:18 Rispondi

      Forse era una materia del collegio, mia madre non aveva l’ora di stile.
      Ho trovato il libro a poco prezzo, lo prenderò.

  5. Luciano Cupioli
    sabato, 21 Dicembre 2024 alle 18:21 Rispondi

    Nel parlato usiamo d’abitudine il presente, per cui mi sembra normale usarlo anche nello scritto, sebbene il suo utilizzo richieda una certa padronanza. Viene utilizzato anche nei testi storici (“la regina Vittoria nasce il..”; “quell’anno Mozart va in visita a…”. Quanto al coinvolgimento, ritengo sempre fondamentali i dialoghi, che sono sempre al presente.

    • Daniele Imperi
      domenica, 22 Dicembre 2024 alle 9:06 Rispondi

      Nei testi storici o nelle biografie si usa spesso il presente storico. Mi piace l’effetto.

Lasciami la tua opinione

Nome e email devono essere reali. Se usi un nickname, dall'email o dal sito si deve risalire al nome. Commenti anonimi non saranno approvati.