
Se vedi la scrittura come una serie di traguardi da raggiungere, terminare la tua opera sarà semplice. Semplice perché il lavoro sarà organizzato in tante piccole tappe a cui arrivare. Considera l’opera da scrivere non più nel suo insieme, ma nel piccolo delle parti che la compongono. Scrivere un romanzo è come realizzare una catena di montaggio.
Imposta il lavoro
Prendi carta e penna. Non un portatile né un qualsiasi altro dispositivo informatico: ma la vecchia carta e l’intramontabile penna. Hanno i loro vantaggi.
- Non consumano energia: io uso carta da riciclo.
- Non permettono distrazioni: al portatile sono tentato di scaricare la posta e controllare Twitter.
- Non affaticano la vista.
- Puoi scrivere e disegnare nello stesso tempo: disegno frecce, aree in cui inserire idee e concetti in modo veloce.
- Hai una visuale immediata della tua creazione: con un programma di scrittura cancelli ciò che non ti interessa. Su carta anche, ma di quella cancellazione resta traccia e questo ti permette di osservare e capire meglio le tue scelte.
L’idea come punto di partenza
Scrivi la tua idea su un foglio di carta. La mia è una storia fantasy ambientata in un paese reale. La tua? Fin qui non hai ancora raggiunto alcuna tappa. L’idea non è una tappa. È il tuo punto di partenza per poter capire in quante e quali tappe dividere la tua opera da scrivere.
Scrivere un romanzo: stabilire i traguardi
Hai l’idea del tuo romanzo. C’è una storia che ti ronza in testa e non ti decidi a scrivere. Scrivere e finire un romanzo è un lavoro lungo ma, come abbiamo visto nel precedente capitolo del programma, se mai inizi, mai finirai.
Ho scritto un post su come scrivere un romanzo, introducendo ciò che ora porterò più nel dettaglio. In quell’articolo avevo individuato le mie tappe principali per la sua stesura:
- Bozza della trama
- Definizione dei personaggi
- Trama definitiva
- Documentazione
- Schede dei personaggi
- Suddivisione dei capitoli
- Schizzi e mappa
- Stesura
- Revisione
9 tappe. Possiamo, in questo caso, saltare la numero 7, che vale solo per alcuni generi letterari e per alcune storie. Considera quindi 8 tappe complessivamente, anche se l’ultima, la revisione, non è propriamente una tappa: arrivati a quel punto abbiamo già scritto la nostra opera. Questo è il mio metodo per scrivere un romanzo, ma il tuo può prevedere un numero differente.
Metti a dieta la tua scrittura
Che cosa è una dieta? È un modo di vivere. Un insieme di regole per mantenere uno specifico status. Lo status è il tuo romanzo in progressione, che ha bisogno di regole, di una dieta per essere mantenuto in attività e arrivare a una conclusione.
Crea una dieta per il tuo romanzo. Qui di seguito uno dei tanti modi che puoi usare o modificare a tuo piacimento. I giorni sono solo delle tappe, da non prendere realmente.
Crea un calendario narrativo
Lunedì – Bozza della trama
- Mattina: rileggi la tua idea e definisci una scaletta degli eventi della tua storia.
- Pomeriggio: trasforma la scaletta in un discorso unitario.
- Sera: rileggi il discorso e approfondisci la bozza.
Martedì – Definizione dei personaggi
- Mattina: individua i principali personaggi che intervengono negli eventi.
- Pomeriggio: assegna ai personaggi un nome provvisorio. Ricorda che il nome dei personaggi è importante e va scelto con cura e logica.
- Sera: individua i personaggi comprimari.
Mercoledì – Trama definitiva
- Mattina: rileggi la bozza della trama e inserisci nuovi dettagli creando altrettante scalette all’interno da approfondire.
- Pomeriggio: trasforma quelle scalette in un discorso unitario.
- Sera: rileggi la trama e fa’ le dovute correzioni, inserendo nuovi dettagli o togliendo parti che non sono necessarie.
Giovedì – Documentazione
- Mattina: individua le parti della trama che necessitano di documentazione.
- Pomeriggio: segna su un foglio gli argomenti su cui devi documentarti.
- Sera: cerca i libri che ti saranno utili per la documentazione.
Venerdì – Schede dei personaggi
- Mattina: fa’ un elenco completo dei personaggi principali e dei comprimari.
- Pomeriggio: assegna i nomi definitivi a tutti i personaggi.
- Sera: inizia a compilare le schede dei personaggi, con le descrizioni e il loro passato.
Sabato – Suddivisione dei capitoli
- Mattina: rileggi la trama e individua i punti in cui interrompere la narrazione. Possono essere parti, se il tuo romanzo sarà anche diviso in parti, o capitoli.
- Pomeriggio: la trama è lineare o c’è un intreccio? Stabilisci il percorso narrativo del tuo romanzo e, se c’è un intreccio, riscrivi la trama con tutte le scene al loro posto.
- Sera: rileggi tutto e completa la suddivisione in capitoli.
Domenica – Stesura
- Mattina: rileggi ancora una volta la trama e controlla la divisione in capitoli. Se necessario apporta migliorie.
- Pomeriggio: inizia a definire una trama approfondita del primo capitolo.
- Sera: inizia a scrivere il primo capitolo.
Che cosa emerge da tutto questo? Un piano di lavoro. Un metodo. Una progressione senza interruzione. Devi vedere il tuo romanzo come una casa da costruire: ogni sua parte è formata da altre parti e così via. Se vuoi costruire le stanze, hai bisogno di costruire muri e finestre e i muri sono fatti di mattoni e le finestre di alluminio e vetro e mattoni e vetro… fino ad arrivare al dettaglio.
I giorni della settimana e la loro divisione in gruppi temporali sono solo tappe. E ogni tappa è a sua volta formata da altre tappe da raggiungere. Nel tuo programma di lavoro devi prevedere queste tappe e ogni giorno organizzare il tuo calendario narrativo, che alla fine è come un calendario editoriale per il blogging: stabilire cosa scrivere e quando.
Definisci realmente il calendario, usando un calendario vero e assegnando a ogni giorno una tappa da raggiungere. In questo modo avrai un’idea chiara – anche se approssimativa – di quanto ti occorrerà per portare a termine il tuo romanzo.
Pianifica la tua scrittura
Scrivere un romanzo significa rispettare un calendario narrativo.
Prova a creare il tuo calendario narrativo secondo un metodo efficace che ti porterà a lavorare sistematicamente al tuo romanzo. Non è necessario lavorarci tutti i giorni, la domenica puoi dedicarti ad altro. È però necessario lavorarci in modo sistematico.
Come pianifichi la tua scrittura?
Sei d’accordo su questo metodo? Qual è il metodo che ritieni migliore?
Cristiana Tumedei
Come sempre, suggerisci consigli piuttosto utili
Sono d’accordo soprattutto sull’utilizzo di carta e penna che preferisco sempre in fase di progettazione, anche dei post, perché mi permettono una migliore resa delle idee. Una libertà che il pc tende a limitare e a disperdere.
Altro consiglio che condivido è quello di fissare dei traguardi intermedi che consentono di darsi un metodo e di trarre soddisfazione dal loro raggiungimento, diminuendo il rischio derivante dalla perdita di fiducia che può colpire, soprattutto quando si lavora ad un progetto di lungo periodo.
Detto questo, sono convinta dell’importanza di un approccio che contempli anche un po’ di elasticità, quel tanto che basta per non imporsi ritmi troppo schematici e frustranti. Ma, forse, è solo un mio limite: quello di necessitare di spazi per poter rimettere il tutto in discussione, per riflettere, per rivedere i passaggi con sguardo critico. Appunto, credo sia un mio limite che mi impedisce di essere efficace come vorrei.
Daniele Imperi
Grazie
Sì, anche io direi di non essere troppo rigidi nel programma.
KINGO
Personalmente non riuscirò mai e poi mai a lavorare in questo modo, la mia mente è troppo disordinata per potercela fare, provarci sarebbe del tutto inutile.
Per quel che riguarda l’uso della carta sono del tutto d’accordo, soprattutto per un motivo che nel post non viene citato: u dati digitali possono essere perduti o venire copiati con maggior facilità. Non so se conoscete il famoso proverbio latino “Bytes volant, scripta manent”…
Daniele Imperi
Secondo me un metodo comunque va seguito, altrimenti il lavoro diventa lungo.
franco zoccheddu
Ahimè, gran disordine, poca pianificazione. Mi aiuta la grande passione per la materia di cui scrivo e il grande controllo che ormai ho sull’intreccio dopo quasi un decennio di lavoro.
Daniele Imperi
Beh, l’importante è che hai il controllo della situazione.
Kinsy
Più o meno le mie tappe sono queste. Il problema è che non riesco a temporalizzarle, non riesco cioè a dare loro un tempo definitivo e mi ritrovo ad aver perso un sacco di tempo inutilmente tra una fase e l’altra.
D’accordissimo anch’io sull’uso di carta e penna!
Daniele Imperi
Forse non devi impostare dei tempi, ma solo dei punti da completare.
Cinzia Luigia Cavallaro
Sì Daniele, sono d’accordo praticamente su tutto. Utilizzo carta e penna in fase di progettazione; ho sempre un taccuino con me per annotare idee da sviluppare o per scrivere poesia o prendere appunti vari, anche perché spesso sono fuori casa quando ho un concetto o un’idea che è importante e non voglio dimenticare. Anche io lavoro più o meno così, ho già fatto tutto quel lavoro che tu suggerisci per il mio nuovo scritto di narrativa al quale sto lavorando. Sai qual è il mio problema maggiore? È riuscire a conciliare un’attività lavorativa fuori casa (se voglio mangiare e far crescere dignitosamente mia figlia); il mio lavoro non c’entra nulla con la scrittura e purtroppo le mie responsabilità non si fermano lì. Concludendo? Ho tutta la mia bella tempistica anche per la scrittura vera e propria ma ti assicuro che rispettarla è una vera lotta contro gli imprevisti e contro il tempo. Grazie sempre per i tuoi articoli utili ed illuminanti.
Daniele Imperi
Ciao Cinzia e benvenuta
Fuori casa, specialmente se ci sei per lavoro, è difficile poter scrivere, certo. Si tratta alla fine di potersi ritagliare del tempo per portare avanti i propri progetti.
nadia
Piccoli passi per raggiungere un grande obiettivo.
Enzo
Ciao,
condivido in toto il concetto di creare un planning, ma storco il naso sulla premessa che hai fatto circa lo strumento che usi per scrivere, almeno inizialmente.
Per diversi motivi:
1) con il pc (il casareccio word o il professionale LaTeX) puoi barrare le frasi che vuoi cancellare, ma restano lì;
2) puoi inserire forme (linee, cerchi ecc);
3) con i nuovi schermi, il problema stanchezza è limitato;
4) non stanchi una mano abituata (sigh! :[ ) ad usare sempre meno una penna;
5) elimini problemi di comprensione di una grafia non proprio finalista in un concorso per la calligrafia (tanti anni fa era prevista nella scuola questa disciplina).
Io – ma è un mio personale modus operandi, lo sottolineo – preferisco questo mezzo.
Come faccio con internet?
Dipende, a volte non accedo proprio alla rete!
Il resto del post è una preziosa chicca.
“Dentro ogni grande problema ce n’è uno più piccolo che sta lottando per venir fuori”. (Legge di Hoare sui grandi problemi)
Ovvero:
“un problema complesso è fatto da tanti semplici problemi” (mia, ma ho letto un concetto simile anni fa….non ricordo dove O_0 ).
Voglio dire: evviva “i piccoli passi”.
Buone cose
Maria Grazia
Ciao Daniele, rileggendo questo tuo post mi sono chiesta, a proposito della trama, che cosa intendi per trasformare la scaletta in discorso unitario: una specie di “trattamento” come nella sceneggiatura di un film? Grazie, alla prossima
Daniele Imperi
In pratica sì. E, dato che mi hai dato l’idea, magari ci torno con un post