Intervista a La Lepre Edizioni

Lepre Edizioni

Qual è stato il vostro sogno all’inizio della vostra avventura editoriale e che cosa è cambiato da allora?

Il sogno iniziale era quello di pubblicare tutti libri di altissima qualità letteraria (nella collana Visioni), oppure libri che proponessero una nuova visione del mondo, che fornissero chiavi inedite di lettura del futuro (nella collana Saggi). Rispetto a questo sogno iniziale, forse troppo elitario, ci siamo resi conto che, perché la casa editrice possa sopravvivere, è anche necessario pubblicare almeno due libri l’anno che si rivolgano al pubblico più vasto possibile. Come individuarli tra i manoscritti che ci vengono proposti? Come evitare di abbassare troppo la qualità delle nostre pubblicazioni per inseguire i gusti del pubblico? Rispondere a queste sfide significa in buona parte servirsi dell’intuito, una funzione che è difficile tradurre con una serie di considerazioni razionali…

Un giudizio obiettivo sull’editoria italiana: che futuro ha e come dovrà evolversi per restare attiva?

La piccola e media editoria italiana conosce un momento di profonda crisi. Le grandi concentrazioni editoriali (Mondadori, Feltrinelli etc.) possono avvalersi di una loro catena di distribuzione e promozione (tra il 60 e il 62% del prezzo di copertina di un libro è destinata ai distributori e promotori, che praticano poi ai librai uno sconto che va dal 30 al 40%), di una maggior visibilità nelle librerie, spesso possiedono una loro catena di librerie, il che garantisce la completa visibilità di ogni libro pubblicato. I libri pubblicati dai grandi editori hanno maggiore probabilità di essere ospitati nei contenitori televisivi e radiofonici e di venire recensiti sui giornali. Le piccole librerie stanno scomparendo e la tendenza delle grandi librerie (o catene di librerie) è quella di puntare su libri che producono fatturati interessanti, quindi sui best seller di facile lettura e consumo, su saggi scritti da autori televisivi etc. Il risultato è che i libri stampati dai piccoli editori non hanno visibilità nelle librerie, che ne prenotano nel migliore dei casi due o tre copie, relegandole negli scaffali per ordine alfabetico, dove il pubblico non può vederle. Inoltre in Italia vengono stampati ogni anno dai 50.000 agli 80.000 libri. Ogni promotore si presenta dal libraio con uno scoraggiante numero di schede, che il libraio scorre distrattamente nel decidere quali libri prenotare. E’ evidente che, a parità di autore e argomento, il grande editore ha maggior potere contrattuale e può imporre la prenotazione dei suoi libri. I piccoli e medi editori dovrebbero quindi allearsi, sia creando catene di distribuzione e promozione che incidano di meno sui loro profitti e abbiano maggior potere contrattuale con i librai, che creando punti vendita, librerie, che puntino sulla piccola e media editoria. Questo tentativo è tuttavia sempre fallito per l’eccessivo individualismo degli editori, che non sono mai riusciti ad associarsi tra loro con un obiettivo comune. Ciò detto, il futuro della piccola e media editoria italiana sembra piuttosto incerto.

Come instaurate un dialogo coi vostri lettori? Lo ritenete sufficiente?

Esistiamo da soli 3 anni. Stiamo realizzando un blog, suddiviso per autori, sul quale il nostro pubblico possa dialogare sia con noi che con i nostri autori.

In Italia si legge poco: una frase che si sente troppo spesso ultimamente. Quali sono secondo voi i motivi di questa scarsa attitudine alla lettura e quali “misure” prendete – o vorreste prendere – per aumentare questi numeri?

I 17 anni di Berlusconi e dei suoi pessimi governi non hanno certo facilitato o promosso la lettura in Italia. Non tanto perché il berlusconismo abbia scoraggiato intenzionalmente la lettura, quanto per l’imbarbarirsi del livello medio del gusto, per la tendenza a dedicare il proprio tempo libero alla TV spazzatura, per la caduta verticale dell’interesse per i grandi temi civici e sociali, per la scienza e il progresso scientifico, a favore di un interesse voyeuristico per l’attualità e gli status symbol, interesse soddisfatto più facilmente da internet, dai giornali, dalle riviste scandalistiche. Inoltre i dati di vendita dei libri parlano chiaro: nel sud Italia e nelle isole ci sono pochissime persone che, leggono, spesso si tratta di “grandi lettori”, che leggono moltissimi libri l’anno, ma la stragrande maggioranza non legge affatto. Nel centro nord si legge molto di più. Quali misure prendere? Anzitutto la fine del berlusconismo e il ripudio dei valori aberranti che questo veicola. Quindi una massiccia campagna (che però, ancora una volta, dovrebbe accomunare tutte le case editrici, che dovrebbero muoversi tutte assieme) per promuovere la lettura nell’Italia del sud e nelle Isole. Sarebbe un po’ come indurre a votare i milioni di astenuti alle prossime elezioni politiche.

Siete in genere soddisfatti delle vostre campagne di marketing editoriale? E quanto si impegnano i vostri autori nella promozione dei loro libri?

Non abbiamo molti soldi da investire nelle campagne di marketing (e la crisi attuale non facilita certo le cose), ma, ciò detto, la creatività non ci manca e possiamo contare su pubblicitari di primordine che ci aiutano a sviluppare le nostre campagne. E’ evidente che possiamo puntare solo su pochissimi libri l’anno per spendere nel marketing. I nostri autori non si impegnano tutti allo stesso modo. Si va da un autore che ha fatto più di cento presentazioni in un anno (muovendosi a sue spese) ad autori che, pubblicato il loro libro, scompaiono nel nulla. La promozione dei libri da parte degli autori è già una delle clausole dei nostri contratti, ma stiamo pensando di articolarla meglio…

Avete riscontri positivi dalla vostra presenza nel web? Quanto la ritenete importante e come vorreste migliorarla?

Il nostro sito (www.lalepreedizioni.com) ha un’importanza fondamentale nella promozione dei nostri libri. Dal sito è possibile consultare tutte le recensioni ricevute dai libri della Lepre, le prossime uscite, gli eventi etc. Importanza fondamentale per le presentazioni e le altre iniziative promosse dalla casa editrice ha anche la pagina facebook della Lepre e, ci auguriamo, avrà in futuro il blog di discussione sugli autori. Infine, alcuni autori hanno creato dei loro blog, dedicati ai libri pubblicati che possono essere fondamentali per promuoverli.

Perché un lettore dovrebbe leggere i vostri libri? Che cosa rende differente il vostro catalogo dagli innumerevoli altri?

Vale la pena di leggere i nostri libri nella misura in cui siamo rimasti fedeli al nostro sogno iniziale (di cui ho parlato nella risposta alla prima domanda), che ci ha spinto ad aprire una casa editrice e a concepirne il motto: “praecurrit fatum”, “arrivare prima del Destino”. I nostri libri, crediamo, sono resi diversi sia dal loro aspetto grafico che dal loro contenuto. Siamo una casa editrice generalista e abbiamo pubblicato libri di ogni genere, non necessariamente rivolti al futuro (ad esempio una nuova traduzione dell’Iliade), ma la nostra ambizione è far emergere dall’insieme dei libri pubblicati una nuova visione del mondo. E’ sicuramente troppo presto per stabilire se ci stiamo riuscendo.

Che cosa vi sentite di consigliare agli aspiranti scrittori che vorrebbero pubblicare con voi?

Di mandarci una sintesi efficace del loro lavoro, di mandarci lavori che trattino temi originali, di curare molto la qualità della scrittura.

Il mercato degli ebook si sta espandendo. Come accogliete questa tipologia di pubblicazione? Ritenete che possa “danneggiare” le edizioni cartacee?

Stiamo pubblicando (sulla piattaforma bookrepublic) alcuni dei nostri libri in formato ebook e abbiamo pubblicato un romanzo, “Rosso velabro”, come applicazione su Apple store, con filmati, intervista all’autore e altri contenuti speciali. Pensiamo che, per il momento, il pubblico degli ebook non coincida necessariamente con quello dei libri, certo esiste la possibilità che ai libri accada quello che è successo alla musica e ai film. Per adesso in Italia la diffusione degli e book sembra ancora marginale, ma la situazione potrebbe cambiare rapidamente.

Quanto ritenete valida la promozione della lettura in Italia? Fiere, eventi letterari, iniziative: sono sufficienti secondo voi? Come si potrebbe migliorare la situazione?

Aumentare il numero delle fiere non ci sembra una buona idea, bisognerebbe, anzi, applicare il rasoio di Occam a quelle esistenti. Il problema è piuttosto portare più persone alle fiere (e agli eventi, iniziative) che già esistono ed aiutarle ad orientarsi nella scelta. A questo proposito è fondamentale come arriva l’informazione ai potenziali lettori. Ad oggi sono fondamentali i contenitori televisivi che parlano di libri, le recensioni di riviste e giornali e quelle radiofoniche.
Ci sembra che internet (attraverso i blog, i siti che si occupano di libri, la creazione di siti concepiti per informare i lettori su questo tipo di iniziative e per essere, essi stessi, una sorta di “fiera del libro”) possa giocare un ruolo fondamentale nel prossimo futuro.

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