L’invisibilità dei nuovi autori

Come rendersi visibili e pubblicare?

L’invisibilità dei nuovi autori

Chiunque di noi che voglia pubblicare deve accettare una triste verità: oggi sono in tantissimi, troppi, a pubblicare libri, ma i lettori sono sempre gli stessi, se non addirittura meno di prima.

Un autore ha quindi serie difficoltà a farsi notare da una casa editrice – anche piccola, figuriamoci con un colosso dell’editoria – con il rischio di non pubblicare mai.

Dunque l’invisibilità è da mettere in conto.

I nuovi autori sono costretti a vedersela con chi pubblica video-scemenze su TikTok e Instagram, con sportivi che propongono libri fatti scrivere da altri, con politici che assicurano vendite. E con tutti gli autori che nel frattempo sono riusciti a farsi un nome. E con gli autori stranieri, che semplificano il lavoro alle case editrici: per quelli c’è già stata selezione e prova sul campo.

Autori esordienti o autori emergenti?

Oggi si fa spesso confusione fra autori esordienti e autori emergenti. L’autore esordiente ha appena pubblicato, non è conosciuto, mentre l’autore emergente ha già un nome, appare come una promessa nell’editoria.

Nel corso di editing e correzione di bozze che ho seguito la docente ha specificato bene questa differenza: chi ha già pubblicato, anche un racconto in un’antologia collettiva, non è più esordiente. Appunto perché ha già esordito. Se poi riuscirà a emergere è da vedere.

Per il mercato editoriale non sono considerate le pubblicazioni con editoria a pagamento, e questo è condivisibile, ma forse neanche le autopubblicazioni, e questo non è molto condivisibile. Ma il fatto è che una casa editrice non può sapere se un autore ha scritto e pubblicato senza neanche rileggere o se ha seguito tutta la trafila: scrittura, revisione, editing, correzione di bozze, copertina professionale, ecc.

Come uscire dall’invisibilità?

Prendiamo un caso estremo: una persona che non sia presente online, né con un sito o blog né sulle reti sociali. Per il mondo è inesistente. Il fatto che siamo stati tutti inesistenti fino ai primi anni 2000 non fa testo.

Prendiamo un altro caso estremo: una persona che su Instagram è seguita da 100.000 persone. Oggi per questi “fenomeni” si usa il termine improprio (e privo di significato, aggiungo) di influencer. Ho visto che qualcuno se lo scrive perfino da sé su Instagram…

A chi darà retta una casa editrice, quando questi due autori proporranno il proprio manoscritto? All’inesistente o all’influenzatore?

È facile indovinare.

Premierà la visibilità. E lascerà l’invisibile nell’invisibilità. Bel gioco di parole, che gioco non è, ma cruda realtà. Ne abbiamo già parlato: oggi molte case editrici chiedono agli aspiranti autori il conto… di quanta gente li segue.

Se solo il 10% di 100.000 persone acquistasse il libro del fenomeno di Tik Tok, sarebbero 10.000 copie vendute: la casa editrice dovrebbe fare come minimo una ristampa.

Come può uscire un autore dall’invisibilità?

… Costruendo la propria visibilità!

Dal mondo online non si scappa. Che piaccia o meno oggi dobbiamo esserci, in un modo o nell’altro.

Non mi sento più di consigliare a un autore di aprire un blog, perché so quanto lavoro richiede gestirlo: non solo progettarlo, ma trovare argomenti da trattare, creare un calendario editoriale, rispettarlo, scrivere. Non tutti vogliono gravarsi di un lavoro del genere.

Ma almeno un canale sociale va aperto. Puntare su uno e lavorare bene. Con continuità, perché anche un profilo su Twitter o Instagram richiede impegno: progettazione, argomenti, calendario, scrittura (e su Instagram anche immagini).

Costruire un pubblico, quindi: perché è il pubblico a dare visibilità a un autore. Non parlo ovviamente di mettersi a fare gli scemi davanti alla telecamera e rendersi ridicoli in pubblico, ma di creare un profilo letterario, che nel lungo termine paga.

Il problema è che oggi quasi nessuno vuole aspettare: ma i numeri non nascono dal nulla, occorre tempo per collezionarli.

Per uscire dall’invisibilità e rendersi (un poco) visibili – comunque sempre più visibili degli inesistenti – ci sono poche alternative:

  1. aprire un blog
  2. aprire un profilo in una delle tante piattaforme sociali che esistono (scegliendo quella più adatta, ossia che possa accogliere un pubblico di potenziali lettori)

Ognuna delle due alternative ha vantaggi e svantaggi: con un blog siamo a casa nostra e nessuno può imporci come scrivere e cosa scrivere; altrove siamo soggetti alle regole e alle fisime dei padroni di casa. Ma è più facile e veloce (non immediato, non istantaneo) crearsi un pubblico.

Quale alternativa avete scelto?

15 Commenti

  1. Marco Freccero
    giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 7:44 Rispondi

    Ho scelto da anni il blog. Le reti sociali? Mah! Non so proprio. Credo che siano perfette per certi contenuti, di certo non sono adatte a me. Quindi mi accontento di quel poco che ho (grazie al blog).

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 14:27 Rispondi

      Sulle reti social neanche io sono convinto. Credo siano più veloci del blog a creare contatti, ma devi saperci fare.

      • Orsa
        giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 18:20 Rispondi

        Anche io ho scelto il blog, i social finiscono sempre per essere un cazzeggio, anche se si è armati delle migliori intenzioni. Aggiungerei un punto tre che è banale e scontato, ma cruciale per uscire dall’invisibilità: fare la differenza, essere originali e veramente veramente bravi… non c’è fama, platea di followers o vippaggine che tenga!
        E quindi non sono più una esordiente e tu me li dici così? 😂

        • Daniele Imperi
          venerdì, 2 Dicembre 2022 alle 8:03 Rispondi

          Sì, sui profili sociali va più di moda l’intrattenimento. Ma ci sono profili “letterari” che sono riusciti ad avere un seguito.
          Eh. già, ormai hai esordito :D

  2. MikiMoz
    giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 13:10 Rispondi

    Esatto, il mondo cambia e anche i parametri dello stesso.
    Impensabile non essere online, e hai detto bene; si viene sepolti sotto tanto altro? Vero, ma mlto (sportivi, politici, personaggi TV) ci sono sempre stati, con i loro libretti.
    Oggi, come hai detto, tutti scrivono. Tutti.
    Autoprodotti, anche. Tutti vogliono scrivere, chissà perché.
    Non credo ci sia una soluzione precisa, se non quella di contare davvero, di saper scrivere sul serio e di essere competitivi su più livelli, anche d’immagine.
    Che non significa essere influencer da 100.000 followers, perché anche lì, se c’è solo quello, il gioco si rompe presto.
    Penso comunque che un blog sia sempre la soluzione più giusta per esprimere il proprio potenziale, ma va da sé che i social aiutano a diffondere il blog stesso.
    Almeno, per me è stato ed è così.

    Moz-.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 14:29 Rispondi

      Tutti vogliono scrivere per il fascino di essere letterati, forse.
      100.000 persone che ti seguono non ti servono a niente se non sai come spingerle a comprare quello che produci.
      Al blog non rinuncio. Ma iniziarne uno ora da zero diventa molto impegnativo.

      • MikiMoz
        giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 16:00 Rispondi

        Dici? Secondo me invece oggi paradossalmente è più semplice, proprio grazie ai social.
        Hai già subito la nicchia a cui far arrivare i tuoi contenuti, tra gruppi e pagine…^^

        Moz-

        • Daniele Imperi
          giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 16:10 Rispondi

          Se hai già uno o più profili sociali attivi e poi apri un blog, allora sì.

          • MikiMoz
            giovedì, 1 Dicembre 2022 alle 17:42 Rispondi

            Secondo me è indifferente. Anche partendo da un blog.
            poi fai un profilo social, su FB, e ti iscrivi ai vari gruppi di competenza.

            Moz-

            • Daniele Imperi
              venerdì, 2 Dicembre 2022 alle 8:05 Rispondi

              Partire da un blog significa lavorare moltissimo per creare contenuti interessanti. Su Facebook devi vedertela con gli algoritmi, quindi devi riuscire a ottenere interazioni continue (mi piace, commenti e condivisioni), altrimenti sarai invisibile.

              • MikiMoz
                venerdì, 2 Dicembre 2022 alle 13:43 Rispondi

                Io intendevo pubblicare su FB i contenuti del blog, come faccio io (e così mi ha notato chi di dovere).
                Non serve avere un blog longevo, posso aprirlo anche ora e scrivere, e condividere subito sui social.

                Moz-

  3. Barbara
    domenica, 4 Dicembre 2022 alle 11:03 Rispondi

    Anche scegliere un autore per numero di follower non è una buona pratica. Primo perché i follower si possono acquistare, c’è un mercato di profili, 10k di follower per 30/50 dollari e via. In teoria le piattaforme vigilano, in realtà non ce la fanno, i reparti di assistenza sono oberati da questioni più serie. Quindi più che il numero di follower, va verificata ia capacità di dialogo con questi follower, nel numero di like per ogni post na soprattutto nel numero di commenti. Scrittori emergenti che hanno anche 30k di follower ma poi appena 5 commenti per post, che vendite possono assicurare?! Secondo, anche con un numero elevato di conversazioni, i social hanno platee disomogenee, mentre in un blog ti seguono proprio le persone davvero interessate, nel nostro caso, veri lettori. Però misurare i numeri di un blog è più difficile, non basta il numero di iscritti alla newsletter, nemmeno il numero di commenti, occorre verificare gli accessi dal provider, il ranking su Google ma anche la permanenza degli utenti sulle pagine e le conversazioni offline. Valutare davvero la capacità di vendita di un autore è un’attività complessa. Le difficoltà dell’editoria stanno anche nell’incomprensione di questi meccanismi.

    • Daniele Imperi
      domenica, 4 Dicembre 2022 alle 11:36 Rispondi

      Costruire un pubblico sui social non vuol dire farsi scegliere poi per i numeri conquistati, ma costruire relazioni e acquisire seguito grazie a ciò che scrivi.
      Riguardo ai commenti agli articoli, non tutti li lasciano. Molti, se non i più, preferiscono commentare sui social.
      Ma prima di tutto bisogna riuscire a pubblicare: alla fine è quello il modo migliore per avere un seguito.

      • Barbara
        domenica, 4 Dicembre 2022 alle 13:36 Rispondi

        Uhm… per pubblicare con una casa editrice, bisogna costruire prima la propria visibilità… ma il modo migliore per avere un seguito, è riuscire a pubblicare… controversa la faccenda! :D :D :D

        • Daniele Imperi
          domenica, 4 Dicembre 2022 alle 14:10 Rispondi

          Mi sono espresso male, altrimenti diventa un circolo vizioso :)
          Intendo che una casa editrice ti dà più retta se hai già una presenza online. Quindi da questo non si scappa.
          Ma il seguito vero e proprio si ottiene con le pubblicazioni. La presenza sui social, per quanto ampia, aumenta la possibilità di acquisto dei libri, non lo garantisce.

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