Quando si parla di creare un piano editoriale per il blog, molti aspiranti blogger iniziano a preoccuparsi, perché come concetto, credo, non è così immediato. Per rendere più semplice questo concetto, possiamo scomporlo nelle 2 parole “piano” e “editoriale”.
Quando si fa un piano, si sta studiando una situazione. Abbiamo visto tutti dei film in cui una banda di ladri faceva un piano per svaligiare una banca. Con il piano editoriale del blog dobbiamo svaligiare le nostre competenze e metterle per iscritto sotto forma di post.
La parola “editoriale” si riferisce a editoria, che ha questo significato:
Attività industriale che ha per oggetto la pubblicazione di libri, di periodici, di informazioni, anche radiofoniche e televisive. Dizionario Corriere.
Pubblicazione di informazioni.
Ecco che il concetto di piano editoriale diventa più semplice e comprensibile: lo studio di ciò che dobbiamo pubblicare nel blog.
Vorrei spiegare come creare un piano editoriale nel blogging partendo dallʼultimo mio blog progettato, che non è questo, ma un altro che vedrà la luce questʼanno, almeno me lo auguro.
Il primo passo: chiedersi a cosa serve il blog
Sto lavorando a una mia striscia a fumetti, come ho accennato in un paio di occasioni, che sarà autopubblicata online in un sito apposito. Ho pensato di affiancare un blog al sito, per avere un contatto più diretto con probabili lettori e rendere anche più vivo e movimentato il sito stesso.
A questo mi serve il blog, non a promuovermi come fumettista (ormai ho superato da anni lʼetà per diventarlo), né per acquisire clienti (le strisce sono gratis e, se avranno successo, si vedrà il da farsi), né per questioni SEO (non cʼè proprio modo di farmi trovare sui motori di ricerca con quel sito, anche se qualche post di sicuro si posizionerà bene).
Il secondo passo: stabilire una periodicità
Nel mio caso non aveva senso creare un blog come «Penna blu», per 2 motivi:
- non avrei saputo che scrivere, decidendo di pubblicare 4 post a settimana
- il blog non rappresenta la parte più importante del sito, che invece sono le strisce a fumetti
Mi serviva quindi una pubblicazione costante, ma diluita nel tempo, e ho deciso così per 3 post al mese e non più. Una specie di minimo sindacale.
Il terzo passo: il blogger come protagonista
Di cosa parlare in un blog legato al sito di un personaggio a fumetti?
Rispondere a questa domanda non è stato difficile, tanto che quel sabato non ho solo deciso cosa scrivere, ma ho anche riempito il calendario editoriale per i primi 8 mesi. Adesso è arrivato a 12: il primo anno di blog è già pianificato e due post sono già scritti.
Anche se il blog è riferito a un sito che pubblica strisce a fumetti su un personaggio, il blog parla comunque di me e del mio lavoro. Ok, non è un lavoro nel senso comune del termine, ma il succo non cambia.
Quello che molti blogger sbagliano, secondo me, è partire dal tema del blog, quando invece dovrebbero partire da loro stessi. Facciamo qualche esempio.
Se lavorate nel mondo del web e vi serve un blog per farvi conoscere, partite da voi stessi. Se siete social media manager, è inutile partire dal social media marketing, perché finirete per creare un blog uguale a tanti altri.
Se siete web writer, è inutile partire dal web writing, perché rischiate di creare un blog uguale a tanti altri. E via dicendo, con qualsiasi altra professione esistente.
Partite da voi come social media manager, partite da voi come web writer, da voi come scrittori, da voi come editor, da voi come web designer.
Il blog siete voi.
È così che ho capito allʼistante di cosa parlare in quel blog. Le 3 categorie e non più sono nate subito e hanno iniziato a popolarsi di idee.
Questi sono per me i 3 passi fondamentali per creare il progetto di un blog. Tutto il resto sono dettagli, ma questi 3 passi sono convinto che funzionino, perché con il mio futuro blog hanno funzionato.
Dovete aprire un blog e non sapete da dove cominciare? Iniziate con questi 3 passi e fatemi sapere come andrà.
Salvatore
Io ho un concetto di uso del blog però diverso dal solito: per me il blog è uno strumento utile soprattutto al sottoscritto, in cui elaboro teorie e le mento a confronto con le conoscenze e le intuizioni dei lettori; provo delle soluzioni estreme per i racconti e vedo che effetto fanno; con la scusa di parlare di grammatica la ripasso e l’approfondisco pure io.
Daniele Imperi
Il blog deve essere uno strumento utile soprattutto al blogger. Quello che fai è quello che faccio anche io spesso. Il blog è appunto un diario e in un diario chi ci scrive esplora gli argomenti che ama e riflette su ciò che non conosce o su ciò su cui ha dubbi.
Alberto
Cadi giusto a pennello!
E’ esattamente così che ho impostato il mio lavoro da novizio in questo settore scrivendo una delle mie tante “to do list” (di cui sono un fan accanito).
Grazie per aver confermato che sto seguendo la strada giusta e grazie per lo sprono che per via indiretta mi hai dato, sei il secondo oggi.
Un abbraccio!
Daniele Imperi
Ciao Alberto, benvenuto nel blog.
Penso sia un modo giusto per impostare il proprio blog, tutto sta poi a vedere come sta andando e correggere se necessario.
Federica
Certo che quando tratti di fumetti, non posso che ribadirlo, hai un bello slancio, lo si sente tutto nel post!
(Scusa la domanda: ma quale sarebbe questa età per diventare fumettisti?)
Per quanto riguarda il terzo punto (il blogger come protagonista), giusto la settimana scorsa ho avuto un’interessante discussione con una persona (un mio conoscente) che mi chiedeva: ma cosa significa che un blog è «personale»? In realtà, la sua domanda muoveva ed era influenzata dalla sua opinione su facebook e da come viene utilizzato da molti. Perché, in realtà, voleva dire: se un blog è personale, ci metti i fatti tuoi o aspetti molto privati? Risposta: no. Metti di personale quello che è legato al tuo lavoro, alla tua attività, e in relazione ad uno o più degli obiettivi che ti poni. C’è un lavoro di scelta dietro, non è casuale. E metti te stesso, in quel che scrivi (ovviamente sempre entro i limiti che si fissano), anche per due motivi molto semplici: dimostrare quel che sai fare e che sei una persona vera, che non sta interpretando un ruolo che non le è proprio o “artificiale”. Io la penso così. Si possono fare degli errori, sbagliare, non calibrare bene certi aspetti, è normale, però più si va avanti, più si migliora, si perfeziona quello che ci si accorge che non va. Ma se non si è sinceri (se stessi), lo si sente.
Daniele Imperi
E pensa che avevo smesso di disegnare, ma poi m’è tornata la voglia tutta insieme
Non so quale sia l’età giusta, ma ormai io sono vicino al mezzo secolo (sigh…), quindi per quanto mi riguarda è tardi. Certi sogni vanno coltivati da ragazzi.
Nel blog qualcuno ci mette anche i fatti suoi privati, ma personale significa in realtà altro.
Federica
He he, meno male :-)!! Di sicuro a me piacciono le illustrazioni che disegni e scegli a corredo dei post. All’inizio non ci facevo caso (chiedo venia :-)), perché mi leggevo gli articoli. Poi un giorno c’ho dato un occhio in più e m’è venuto il “sospetto” che fossero tue, fatte da te. Ce ne sono di originali, di simpatiche o buffe, di birichine e di piene di fascino dell’antico. Insomma, una certa varietà!
Hai scritto mezzo secolo?? Regola numero uno: non pensarci. Numero due: indifferenza. Guarda, sono già diversi anni (dopo che ho passato i 30), per dire, che in certi posti mi danno del lei e mi chiamano signora. E vabbè che c’ho un’età, ma devono proprio mettere fretta agli anni che passano??? Eh, no! Arrivata a 40 cosa dovrò fare, prenotare l’ospizio??? Per cui parola d’ordine: stoicismo. Chiudi la carta d’identità in un cassetto e butta la chiave!! Non pensarci, vedrai che funziona
Barbara
…io ho provato a reclamare in comune, gli ho detto che la carta d’identità sta invecchiando per i cavoli suoi, ma non mi credono.
Alla Feltrinelli l’altro giorno la commessa, senza guardarmi in viso, mi ha dato della ragazzina (per la scelta del libro?!) “Ciao, vuoi una borsetta?” Quando ho risposto con tono più formale “Si, per cortesia”, ha sollevato la faccia: “Ah scusi, signora. Credevo fosse una ragazzina.”
Vi giuro che mi stavano crescendo i canini…
Federica
Per quanto riguarda la carta d’identità: quello è lo spirito giusto!!
Daniele Imperi
Mmm… e dove hai visto le mie illustrazioni?
Qui almeno ne sono apparse pochissime. No, un momento, se parli dei vari pupazzetti che hai visto, quelli sono comprati… non li ho creati io.
Una parola non pensarci, a me sta prendendo proprio brutta la storia del mezzo secolo
Federica
Con illustrazione intendo sia un disegno di propria mano che una qualsivoglia rielaborazione grafica al pc con elementi presi da qualsiasi fonte.
Sì, sì, intendevo quelli che tu chiami “pupazzetti”. Per esempio: le immagini relative ai post del 19 e 25 novembre 2015 oppure dei giorni 8, 14, 17, 22, 31 dicembre 2015 oppure del 6 gennaio 2016. Ecco, quelle ho pensato fossero davvero disegnate da te. Relativamente alle altre, ho ipotizzato che la maggior parte di esse fosse frutto di una tua rielaborazione. Vabbè, comunque la sostanza non cambia: ho sbagliato e ti prego di scusarmi.
Per la questione dell’età, ti terremo monitorato per prevenire ogni tuo eventuale segno di cedimento
Daniele Imperi
Avevo capito, allora. No, quelli sono pupazzetti comprati, disegnati al computer. Io disegno a mano come un tempo
Federica
(Io, invece, sono un po’… grafomane: ogni volta che posso scrivo a mano. E uso lo stesso tipo di penna da 21 anni!! Chiusa la parentesi.)
Se posso chiedere, ma…quindi tracci i disegni a matita? E poi li colorerai anche, sempre tu, giusto? Ma con le matite?
Daniele Imperi
Le strisce le disegno a matita e le ripasso a china con il pennino, ma resteranno in bianco e nero. Quando coloro, uso Photoshop.
Federica
Ti ho chiesto se disegni a matita perché, quando frequentavo il Liceo, c’era un mio compagno di classe che, appassionato di fumetti (se li portava anche a scuola per leggerli), disegnava parecchio ma solo e soltanto a penna e il fatto mi lasciava perplessa, perché se ti sbagli, come fai a correggere? E, se anche non sbagli, ma magari ti vien voglia di cambiare qualcosa, non so, un particolare, un dettaglio, o anche di più, specie vedendo l’insieme nel suo complesso, con la penna come fai??? Non si cancella come la matita!
Un’ultima (davvero) domanda: perché hai preferito il bianco e nero? Tieni presente che io ho letto solo “Topolino”, quindi, nella mia prospettiva, il fumetto è “a colori” e fatico a immaginarlo diversamente.
Grazie
Ps: se non si fosse capito, a volte sono un po’ curiosa!!!
Daniele Imperi
Preferisco il bianco e nero perché il fumetto è nato così. Topolino è per bambini, anche se anche per adulti, quindi va a colori. Se prendi le Sturmtruppen, Popeye e Mickey Mouse originali, sono in bianco e nero. Ma anche i fumetti seriali lo sono, il colore costa di più.
Barbara
1. a scrivere
2. un post a settimana + qualche extra
3. beh, è la legge dell’unicità insieme alla legge del punto di vista, no? da mischiare con la legge della sostanza, altrimenti non legge nessuno
Piano editoriale di due mesi, in continuo aggiornamento. Utilizzo Gmail calendar, condiviso con la “ciurma” (sto tentando di convincerli a qualche guest post…)
Daniele Imperi
Quindi il blog ti serve per scrivere?
Sì, diciamo un misto di varie leggi
Ma parli del blog che hai o ne stai creando un altro?
Barbara
Parlo di quello attuale, unico e solo!
Direi che si, serve a scrivere. Perchè: ci sono i racconti brevi -> serve a scrivere; mi obbliga a tener fede al piano editoriale -> quindi a scrivere i post; mi obbliga a rispondere ai commenti -> quindi sempre a scrivere; mi obbliga a tener botta con la scrittura più complessa -> quindi scrivere. Per ora quello è il suo compito.
Daniele Imperi
Sì, visto così aiuta senz’altro. La pubblicazione dei racconti dovrebbe essere più frequente, parlo per me almeno.
Barbara
Nel mio caso, la scrittura dei racconti dovrebbe essere più frequente!
Purtroppo il blog è coinciso con la revisione/sostituzione/pulizia dei computer di casa. Che come informatico a casa sono come il sarto che gira coi calzini rotti…
Nuccio
Basta prendere tutto con lo spirito giusto e poi scrivere se si ha voglia, tanto cosa cambia?
Daniele Imperi
Non ho capito mica cosa intendi… cosa cambia in che senso?
Elena Castellari
Hai scritto più volte nei tuoi articoli quanto è importante un piano editoriale, così la scorsa settimana mi ci sono messa d’impegno per crearne uno.
Questi sono i miei passi:
1. offro la mia esperienza e le mie conoscenze, per far capire che si può fare la differenza;
2. due post al mese… di più proprio non riesco, almeno per ora;
3. eccome se ci metto del mio, anche se le basi sono sempre “scientifiche”.
Grazie dello spunto. Saluti
Daniele Imperi
Penso che i tuoi 3 punti siano molto validi, specialmente il primo. Per quanto riguarda la frequenza, sono sempre stato convinto che bisognasse pubblicare almeno 1 post a settimana, ma in quello sulla mia striscia a fumetti pubblicherò solo 3 post al mese.
L’importante è essere chiari coi lettori. E poi a cambiare si fa sempre in tempo.
rabolas
sembra sempre tutto facile quando ti leggo, ma la pratica è hard work
Daniele Imperi
A dirlo è facile, è vero, ma basta organizzarsi e, anche se non diventa facile, il lavoro di blogger andrà avanti senza problemi
Mauro
Ciao Daniele, più che 3 punti, questi sono 3 pilastri del blogging. Sul terzo step ci sto lavorando come un pazzo ultimamente: in realtà trovo che sia tutt’altro che una passaeggiata “diventare protagonisti” del proprio blog. Sembra assurdo, mi rendo conto. Dirai…”come fai a non essere te stesso nel tuo blog”? Personalmente faccio molta fatica. Credo che sia una cosa personale, che varia molto da blogger a blogger. Comunque qualche passo in avanti lo sto facendo, mi sto sciogliendo, ci metto sempre più “del mio” e i risultati, devo dire, stanno arrivando. Lenti, ma costanti.
Sempre un piacere leggerti, a presto.
Daniele Imperi
Ciao Mauro,
ti capisco, perché anche per me non è stato facile all’inizio e forse mi sono sciolto un po’ solo dopo 3 anni che ho aperto questo blog. Sciogliersi significa esporsi, però il vero blogging richiede questo
Maria
Questo post mi ha spinto a iniziare a scrivere e a pubblicare sul mio blog.
Quello che mi piace (e che non tutti dicono) è che sono d’accordo con te “devi parlare di te come scrittore ecc.”
Ho trovato anche interessante (e giusto) chi sostiene nei commenti di mettere la propria esperienza a servizio degli altri. Infondo tutti i blog di successo che seguo fanno così, ed ottengono un ottimo risultato.
Il problema è questo: ho una passione, che ho scoperto diciamo da poco, come posso propormi ai lettori? Come posso acquistare autorevolezza? Dovrei aspettare nell’aprire un blog?
I motivi per cui vorrei aprire il blog è:
– allenare la mia scrittura. Quindi scrivere e migliorare
– impegnarmi nello scrivere sempre qualcosa
– essere incentivata a coltivare sempre la mia passione.
Come posso superare questa paura? Capita anche a voi?
Daniele Imperi
Se non hai ancora esperienza nella tua passione, puoi parlare di come l’hai scoperta, del perché vuoi migliorare, dei problemi che incontri e dei successi che raggiungi.