Come migliorare la fruibilità dei contenuti

Permettere a tutti di leggere gli articoli del nostro blog

Contenuti fruibili

Con pochi accorgimenti possiamo offrire ai nostri lettori articoli più facilmente leggibili e “consumabili”, aumentando la possibilità di essere letti.

In una rete sempre più densa di articoli e informazioni scrivere non basta più per essere letti. Certo, dobbiamo creare contenuti di qualità, essere interessanti, altrimenti i nostri lettori leggeranno altri blog anziché il nostro.

Che cosa può fare un blogger per aumentare la probabilità di essere letto? Se da una parte lʼinformazione è importante, lo è altrettanto la fruizione dellʼinformazione. Che cosa intendo?

Possiamo scrivere bene quanto vogliamo, ma se i lettori non riescono a fruire dei contenuti del nostro blog, a usarli, cioè, a consumarli – lʼinformazione è pur sempre un bene di consumo – a che serve una buona scrittura? A nulla.

Vediamo allora in quali modi possiamo migliorare la fruibilità dei nostri contenuti, a vantaggio nostro e anche e soprattutto dei nostri lettori.

La struttura del post

Le informazioni non sono animali allo stato brado, ma ordinati tasselli di un mosaico. Daniele Imperi

puzzleSo che molti trovano difficile la scrittura per il web, come se rispettare certe regole facesse spegnere ispirazione e creatività. In realtà quelle regole sono state create soltanto per uno scopo: adattare la scrittura al web, tutto qui.

Scrivere per il web significa solo strutturare i contenuti per renderli leggibili nel web, visto che è proprio lì che vanno pubblicati.

Non voglio parlare ancora di come si scrive un titolo, di paragrafi, sottotitoli, liste e link. Se volete approfondire lʼargomento, è tutto riassunto nella mia guida spericolata alla scrittura per il web.

La teoria della piega

Le pagine web hanno bisogno di costruire una solida storia. Amy Schade

piegaAvete mai sentito parlare del concetto di “above the fold”? Fa parte del gergo giornalistico e significa, appunto, “sopra la piega”: indica quei contenuti di un giornale visibili a giornale piegato.

È così che si vendono i quotidiani: piegati in due. E tutto ciò che possiamo vedere senza alcuno sforzo – questo concetto tornerà a fine post – è contenuto nella prima metà, nella metà superiore della pagina… sopra la piega, quindi.

Nel suo interessante articolo, The Fold Manifesto: Why the Page Fold Still Matters, Amy Schade illustra alcuni studi effettuati sul comportamento degli utenti in funzione delle informazioni “sopra e sotto la piega”, quindi nella parte alta o bassa della pagina web. E la differenza di interesse mostrato per le due aree della pagina è in media dellʼ84% a vantaggio della parte alta.

Amy dice una cosa importante: i lettori scrollano la pagina se cʼè una ragione per farlo. E questa frase si ricollega a quella che ho citato: costruire una storia solida.

Come?

Creando contenuti che portino il lettore a continuare a leggere, a non fermarsi alla metà superiore. Ciò che un lettore legge nella parte alta della pagina lo porterà a scrollare o meno per leggere il resto.

Il modello a F dei contenuti online

Il fattore determinante più grande per lʼusabilità dei contenuti è come gli utenti leggono online – e dal momento che la gente legge in modo differente, tu devi scrivere in modo differente. Jacob Nielsen

effeDa studi effettuati dal Nielsen Norman Group è stato scoperto un modello di lettura online dominante. In breve si è visto come, di media, gli utenti leggano inizialmente in modo orizzontale (nella parte più alta della pagina), quindi scendano di poco per leggere ancora con un movimento orizzontale e infine, con un movimento verticale dellʼocchio, scorrano in basso i contenuti nella parte sinistra della pagina.

Questo è stato chiamato modello a F, perché i movimenti dellʼocchio ricordano appunto la forma di una effe. In figura possiamo vedere il comportamento che ha avuto lʼocchio in 3 diversi tipi di pagine web. La parte rossa indica le zone in cui lʼocchio si è concentrato.

Modello a F

Nielsen consiglia quindi di inserire le informazioni più importanti a inizio pagina e di usare sottotitoli, paragrafi e liste che contengano parole ricche di informazioni, che saranno notate dai lettori quando scorrono la parte sinistra della pagina.

Capire, ma soprattutto accettare, il modello di lettura a F dei contenuti online ci permette di essere letti, perché facilita la lettura ai nostri visitatori.

Per una lettura approfondita: F-Shaped Pattern For Reading Web Content.

La promessa del titolo

Un titolo accattivante può essere la chiave per far leggere i tuoi contenuti, condividerli e linkarli. Kate Toon

titoloSullʼimportanza di scrivere un buon titolo per un post o in genere per una pagina web si è parlato tantissimo – e sospetto se ne continuerà a parlare.

Non tutti sono dʼaccordo che il titolo di un articolo debba far capire al lettore di cosa parlerà quellʼarticolo, ma ci sono verità indiscutibili che devono essere accettate: il lettore online legge in modo diverso che sulla carta stampata.

Prendete una rivista qualsiasi: io un tempo ero abbonato al National Geographic e ricordo benissimo che i titoli degli articoli mi introducevano allʼargomento trattato. Dal titolo io capivo allʼistante se lʼarticolo mi sarebbe interessato o no.

In quei titoli non cʼè nulla di creativo, ma solo pura comunicazione. Prendo due esempi dal numero di aprile: “Dieta mediterranea, uno stile di vita” e “Alla ricerca dellʼape perfetta”. Sì, concedo che ci sia stata della creatività, quei titoli sono stati sicuramente studiati, scritti e riscritti varie volte fino a trovare quello più adatto.

Quella del titolo è, forse, una tecnica giornalistica, ma non va vista letteralmente come tale: non dobbiamo scrivere nulla di sensazionalistico, anche se qualche volta possiamo scrivere titoli provocatori per incuriosire il pubblico.

Il titolo deve persuadere il lettore senza essere persuasivo. Di messaggi markettari abbiamo ormai la nausea. Il titolo deve promettere qualcosa al lettore, che poi lʼarticolo deve mantenere.

La forza dellʼincipit

Chi ben comincia è a metà dellʼopera. Proverbio italiano

incipitRitornando ai concetti che abbiamo conosciuto grazie al lavoro di Nielsen e del suo gruppo, ossia la teoria della piega e il modello di lettura a F, è facile capire come sia importante inserire allʼinizio della pagina e del post le informazioni di valore.

Quando scriviamo un articolo, quando iniziamo a scriverlo anzi, dobbiamo sempre porci la domanda: sto annoiando il lettore? Sto facendo in modo che si appassioni a ciò che legge?

Perché alla fine è tutto qui il segreto per essere letti: quello di scrivere un buon incipit per i nostri post, facendo in modo che il lettore sia spinto a continuare la lettura.

Gli elementi visuali

Usa unʼimmagine. Vale più di mille parole. Arthur Brisbane

occhioIl potere delle immagini proviene dalla realtà stessa: noi viviamo in mezzo alle immagini, le associamo a concetti conosciuti. Le immagini ci incuriosiscono, stimolano la nostra attenzione.

Usare immagini nei post o comunque nelle pagine web porta a altri di benefici:

  • personalizza il contenuto
  • rende il contenuto, o una parte di esso, più comprensibile

Gli elementi visuali non si limitano certo alle immagini, ma comprendono anche i video, le infografiche, le slide: sono una sorta di contenuti nel contenuto e ne rappresentano un valore aggiunto.

La velocità di caricamento della pagina

La velocità conta. AJ Kumar

tachimetroQui cʼè ben poco da dire: quando apro un blog e dopo un minuto ancora non si carica la pagina, chiudo e passo ad altro. Ci sono blog e siti molto lenti ad aprirsi. Ho visto blog letterari su Blogspot pieni zeppi di banner luccicanti e widget: quanto peseranno quelle pagine?

Il fatto che oggi tutti abbiano lʼADSL non implica che dobbiamo imbottire il nostro blog di materiale inutile. Perché tutto quel materiale non ha davvero alcuna utilità per il lettore.

Nel web, si sa, andiamo tutti di fretta. Non se ne capisce il motivo, ma è così. Più è veloce a caricarsi il sito e più è felice il lettore.

Velocità di caricamento della pagina significa maggiore soddisfazione per il visitatore. Quando qualcuno entra nel blog, ha fatto una richiesta: in modo indiretto ci ha richiesto quel contenuto. Prima lo serviamo e meglio è.

Prendete lʼesempio del pizzicagnolo: continuerete a comprare nel suo negozio se per servirvi impiega ogni volta venti minuti? Io no. Io vado dal pizzicagnolo che, prima che finisca di dirgli ciò che voglio, mi chiede “Nientʼaltro?”.

La responsività del blog

Nessun utente ha mai chiesto un sito responsive. Thomas Vander Wal

responsiveQuando ho scelto di passare al responsive, lʼho fatto perché sapevo che alcuni lettori leggevano e commentavano il mio blog da cellulare e farlo era una vera fatica. Lʼho provato personalmente, rispondendo ai commenti dal mio cellulare la scorsa estate.

Lʼho fatto anche perché volevo rinnovare il tema grafico del blog e quindi il design responsive è stata anche una scusa per cambiare grafica in fretta.

Bisogna passare per forza al responsive? No, assolutamente. Sebbene Google abbia introdotto un nuovo algoritmo che esclude dalle ricerche da dispositivi mobili i siti non responsive, dipende dai vostri obiettivi.

Purtroppo cʼè stata anche parecchia confusione su questa decisione di Google: qualcuno ha parlato perfino di penalizzazione per i siti non navigabili da dispositivi mobili. Non è assolutamente vero. Google stesso ha detto che prima di tutto terrà conto della qualità dei contenuti, quindi, se una pagina ha contenuti di qualità, continuerà a essere mostrata nei risultati anche da cellulare (punto 9 delle FAQ sullʼaggiornamento di Google).

A me interessava che Penna blu fosse navigabile con facilità con qualunque dispositivo e ho deciso di passare al responsive. Ma ho altri siti che resteranno navigabili solo da desktop.

La riduzione delle distrazioni

La tecnologia dietro la creazione di un libro è cambiata drasticamente ma il prodotto finale non è poi così diverso. Perché? Perché funziona. Jesse Friedman

distrazioneSecondo Jesse Friedman leggere un libro è la vera forma di lettura priva di distrazioni. Non ci sono pubblicità, link, pop up, banner o qualsiasi altra cosa che ci allontani dalla lettura. I libri, quindi, si rivelano una perfetta esperienza per gli utenti.

Possiamo dire lo stesso dei nostri blog? La tentazione di inserire più roba possibile nella pagina, specialmente nella barra laterale e nel footer, è forte, ma sono davvero tutte informazioni utili o distraggono soltanto i nostri lettori?

Il nostro obiettivo, da non dimenticare mai, è farci leggere, quindi dobbiamo rendere più semplice possibile questa operazione al nostro pubblico.

Ulteriori modi per aumentare la fruibilità dei contenuti

  1. Inserire un indice nei post molto lunghi: come ho fatto qui e altrove.
  2. Ridurre il costo dellʼinterazione: quante operazioni sono richieste al lettore per leggere un articolo? Mi riferisco a quei siti e blog che obbligano a chiudere una finestra pubblicitaria per poter continuare la lettura.
  3. Usare un linguaggio conversazionale: e mai contorto. Più scriviamo in modo semplice, più sarà semplice seguirci.

A quali di questi metodi avete prestato – e prestate – attenzione nel vostro blog?

Questo articolo fa parte di un corso di blogging

24 Commenti

  1. Chiara
    martedì, 30 Giugno 2015 alle 8:39 Rispondi

    Do molta importanza all’incipit del post, che secondo me è la parte più difficile, quella che richiede più tempo per stesura e revisione. Solitamente mi serve (molto banalmente) per introdurre l’argomento del post.
    Anche se scrivere titoli può sembrare facile, in fondo basta sintetizzare il post, è sempre stato il mio punto debole. A volte mi sembrano veramente brutti!
    Non conoscevo la struttura a F, ciò nonostante ho sempre inserito i titoli a sinistra perché non mi piace che i miei post siano “blocchi unici”, credo che il lettore si incagli e si stufi. Anche per questo motivo inserisco un’immagine introduttiva: serve a creare movimento, a dare colore, a personalizzare. Buono a sapersi che queste pratiche migliorano la lettura!

    • Daniele Imperi
      martedì, 30 Giugno 2015 alle 11:31 Rispondi

      Molte volte infatti scrivo l’incipit per ultimo. Deve comunque introdurre l’argomento del post.
      In che senso metti i titoli a sinistra?

      • Chiara
        martedì, 30 Giugno 2015 alle 15:28 Rispondi

        Quando propongo un elenco, o suddivido l’articolo in paragrafi, ogni titoletto è a sinistra. Non ho invece mai pensato di mettere un indice.
        Proverò anche io a scrivere l’incipit per ultimo: potrei risparmiare molto tempo.

        • Daniele Imperi
          martedì, 30 Giugno 2015 alle 15:57 Rispondi

          Beh, il titolo dovrebbe essere allineato a sinistra, è più leggibile. Molti vedo che lo centrano, ma per me si viene a creare uno spazio vuoto che non fa risaltare il sottotitolo.

          • Chiara
            mercoledì, 1 Luglio 2015 alle 10:17 Rispondi

            Se devo essere sincera, io l’ho messo a sinistra per una questione estetica: mi sembra più ordinato. Buono a sapersi che, oltre a questo, agevoli anche la lettura! ;)

  2. Serena
    martedì, 30 Giugno 2015 alle 9:11 Rispondi

    Ciao Daniele,
    confesso che non ho mai studiato come si deve la scrittura per il web. Ho in programma di farlo durante le ferie, e il mio programmino include lo scavo approfondito nel tuo blog e in quello di Luisa Carrada. Poi, se ce la faccio, la lettura di un paio di manuali che ho sul Kindle e sono lì in attesa da un pezzo.
    Per ora vado a istinto, cercando di scrivere come a me piace leggere; probabilmente tendo a ripetere delle strutture “assorbite” frequentando altri blog, alcuni dei quali di successo. Ma mi piacerebbe portare le conoscenze, se ci sono, dal livello istintivo a quello consapevole della tecnica.
    Post molto interessante :) Anche quello di ieri, a dire il vero, solo che io a fine mese sono super-presa dal lavoro e non sono riuscita a commentare (e adesso chiudo e ci si rilegge a luglio XD )

    • Daniele Imperi
      martedì, 30 Giugno 2015 alle 11:32 Rispondi

      Ciao Serena,
      scava pure nel blog :D
      Io non ho studiato la scrittura per il web, ho iniziato a scrivere e basta. Mi è subito sembrato naturale scrivere seguendo certe regole, che all’epoca neanche conoscevo.

  3. LiveALive
    martedì, 30 Giugno 2015 alle 9:23 Rispondi

    Mi interessa più di tutto il modello a F. è vero, persone diverse leggono in modo diverso; ma, soprattutto, tutti leggiamo in modo diverso a seconda del supporto su cui leggiamo. Un libro più probabilmente leggeremo riga per riga (ma con velocità e attenzione variabili), ma su internet, per gestire l’abnorme numero di informazioni, siamo abituati a saltellare, a scorrere veloce cercando delle parole chiave, e ci fermiamo solo se troviamo qualcosa di interessante. Ma siamo sicuri che l’autore debba adattarsi a questo? Non è certo un modo sano di fruire le informazioni in modo sano: casomai, è il lettore che deve essere ri-educato. Ma: è possibile farlo?
    ***
    Noto che se un libro è stampato grande, si legge con più furore. Intendo: la “soddisfazione” che proviene dalla lettura è anche quella del progresso, quella del girare pagina. Se si gira pagina una volta ogni dieci minuti il lettore tende a stancarsi e a sentirsi frustrato. Se si gira pagina molto velocemente il lettore tende a proseguire con più gusto e voglia. Ugualmente, mi chiedo se un testo web che si scrolla velocemente, e che ha paragrafi brevi, non invogli maggiormente alla lettura.
    ***
    P.S.: ci sarebbe molto da dire sugli epigrafi. Tu ne usi uno per ogni paragrafo: è curioso. Perché? Mi viene in mente Pushkin, che in La Figlia del Capitano inseriva un’epigrafe a ogni capitolo. Di norma se ne inserisce uno all’inizio del romanzo. Perché faro? Di solito, per mostrare l’intertestualità, per dichiarare le ispirazioni, per rendere omaggio a un autore, semplicemente per presentarsi e chiedere d’entrare nella comunità letteraria, in un dato filone… Tu l’hai usato come una nota, una citazione per aumentare l’autorità e giustificare l’opinione, mi pare. No?

    • Daniele Imperi
      martedì, 30 Giugno 2015 alle 11:35 Rispondi

      Io uso un epigrafe ogni paragrafo? Ma intendi in questo articolo? Io la chiamo comunque citazione.
      Non l’ho usato con quell’intento, ma solo perché mi piaceva.

  4. Erin Wings (Irene Sartori)
    martedì, 30 Giugno 2015 alle 11:47 Rispondi

    Molto interessante questo articolo! Quella di inserire un indice nei post lunghi mi sembra molto valida… non ci ho mai pensato. Solo che non so come si fa…
    Io di solito cerco di trovare il titolo giusto e di scrivere nel modo che io chiamo SCID (semplice, chiaro, incisivo e diretto). :)
    Forse dovrei eliminare qualche widget… sono tutti in ordine, ma forse sono troppi e possono distrarre.
    Grazie per il post utilissimo!
    Un saluto

    • Daniele Imperi
      martedì, 30 Giugno 2015 alle 11:54 Rispondi

      Grazie :)
      Per mettere l’indice bisogna conoscere un po’ di HTML. Ma su Blogspot puoi farlo.
      Per esempio: nella seconda voce del mio indice, in HTML si legge: <a href="#piega" rel="nofollow">La teoria della piega</a>
      In questo caso ti basta linkare la frase o la parola, ma anziché inserire la url, gli assegni un nome (piega, nel mio caso) e metti il simbolo # davanti. Significa che quel link è collegato a una voce interna della pagina.
      Nel sottitolo, invece, si legge in HTML: <h2 id="piega">La teoria della piega</h2>
      Il modo SCID mi pare buono :)

    • LiveALive
      martedì, 30 Giugno 2015 alle 12:38 Rispondi

      Scid è un software per gli scacchisti XD

  5. La Folle
    martedì, 30 Giugno 2015 alle 11:54 Rispondi

    Molto interessante la parte sulle teorie del modello a F e della piega, non ne sapevo niente.

    Sull’incipit, credo che quello sia uno dei miei punti deboli. Leggendoti mi rendo conto che il mio problema principale è “allungare il brodo” e spiegare le cose nei dettagli, con calma: tu nei post parti con dei ragionamenti e poi analizzi l’argomento per punti, a me riesce difficile scrivere un’introduzione e un post lunghi perchè ho paura di annoiare chi mi legge e di girare intorno all’argomento senza mai concludere, quindi mi viene spontaneo scrivere in modo semplice e breve, andando dritta al punto. Quando mi sforzo di pensare che devo scrivere in modo diverso va sempre a finire che scrivo cose senza senso e mi innervosisco.

    Riguardo la velocità di caricamento, immagini e finestrelle varie, almeno su questo dovrei stare tranquilla perchè non ho banner nè pubblicità varie nel blog, ho tolto anche i suggerimenti sui post simili per rendere tutto più fluido.

    • Daniele Imperi
      martedì, 30 Giugno 2015 alle 12:01 Rispondi

      Spesso si tende a spiegare troppo e allungare il brodo. In revisione puoi provare a sfoltire il testo.
      Nei miei post faccio proprio come dici.

      • La Folle
        martedì, 30 Giugno 2015 alle 12:48 Rispondi

        No, intendevo dire il contrario: scrivo troppo poco! XD

        • Daniele Imperi
          martedì, 30 Giugno 2015 alle 14:29 Rispondi

          Ah, avevo capito che allungavi il brodo :)
          Beh, scrivere di più non significa però allungare il brodo.

  6. Federico
    martedì, 30 Giugno 2015 alle 13:12 Rispondi

    Stupenda “la velocità” ahah… vero vero, hai perfettamente ragione.
    Concordo con te su tutti i punti, soprattutto sulla esclusione dei contenuti “non conformi al blog”, come la pubblicità che odio molto.
    Una persona legge il blog appunto per “leggere” e non per trovarsi tra i piedi annunci inutili.
    D’altronde, lo fanno per guadagnare… come biasimarli? Semplice, basta trovare un altro modo se è quello che interessa loro ;)…

    • Daniele Imperi
      martedì, 30 Giugno 2015 alle 15:56 Rispondi

      La pubblicitò andar bene quando non è invasiva.

  7. Marina I
    mercoledì, 1 Luglio 2015 alle 14:27 Rispondi

    Bell’articolo, grazie. Alcune cose non le sapevo.
    Io non ho dubbi sul fatto che la scrittura per il web debba essere semplice, diretta e che debba catturare. C’è troppa robe sul web a chi legge al minimo segnale di noia passa ad altro.
    Quello su cui invece ho continuamente dei dubbi è la lunghezza. Leggevo proprio poco fa su un blog piuttosto autorevole che essere brevi è essenziale. Altrove ho letto che non è vero e che i lettori (e anche google) amano contenuti articolati e approfonditi. Io scrivo articoli lunghi, molto lunghi. E non so se devo darmi una regolata e puntare a essere più breve o se va bene così. Non so, è un dubbio che mi tormenta :D

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 1 Luglio 2015 alle 14:41 Rispondi

      Grazie :)
      Ho letto anche io oggi quel post e infatti vorrei ribattere con un mio articolo, che uscirà più in là.
      Così come molti altri blogger autorevoli, come Neil Patel, dicono l’esatto contrario.
      Ho visto alcuni tuoi post, superano tutti le 2000 parole. In effetti sono lunghi. Io qui di media mi mantengo sulle 600 parole minimo, ma oltre le 2000 sono rari.
      Prova a vedere se puoi togliere qualcosa o dividerli in due. Però sono ben impaginati, quindi si leggono bene. Usi le statistiche? Vedi anche quanto tempo di media i lettori restano sulle pagine e quali sono i post più letti.

  8. Marina I
    mercoledì, 1 Luglio 2015 alle 15:13 Rispondi

    Vero, Neil Pateil, non mi veniva in mente ma è uno di quelli che scrive articoli lunghi e dice che vanno bene così. E direi che quanto ad autorevolezza non gli manca niente :D
    Sì, guardando le statistiche ho la sensazione che siano poche le persone che si soffermano a leggere tutto l’articolo. Dividerli in due non mi convince: da lettrice gli articoli a puntate non mi piacciono. Cercherò però da adesso in poi di mettermi un limite. Penso che sarà un beneficio per i miei post e anche per me, perché scrivere articoli così lunghi mi porta via troppo tempo.
    Ti ringrazio tantissimo dei suggerimenti. Io commento poco da queste parti ma ti ho sempre trovato gentilissimo e disponibile :)

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 1 Luglio 2015 alle 15:32 Rispondi

      Infatti, e poi come vedi i suoi post sono tutti ipercondivisi e commentati.
      Neanche a me piacciono i post a puntate, a dire la verità.
      Grazie a te :)

  9. Loredana
    giovedì, 2 Luglio 2015 alle 16:59 Rispondi

    Come al solito, i tuoi post sono illuminanti. Che lo dico a fare? Sarei scambiata per una piaggiona, e non è cosa buona e giusta e rispondente al vero. Hai perfettamente ragione su tutto. Io confesso la mia difficoltà a scrivere in modo efficace per il web. Troppo spesso scrivo per me, ma ultimamente me ne accorgo più velocemente e aggiusto il tiro. Studierò un po’ meglio….

  10. Daniele Imperi
    giovedì, 2 Luglio 2015 alle 17:03 Rispondi

    Grazie :)
    Che cosa sarebbe una piaggiona? O.O
    A scrivere per il web si migliora scrivendo, tutto qui. E accettando certe regole.

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