Quarta e ultima parte dell’intervista a Sandro Battisti sul Connettivismo. La prima parte verteva sulla definizione di Connettivismo, la seconda sulla scrittura connettivista e la terza sulla lettura di storie connettiviste. Oggi si approfondisce e si conclude il discorso sul Connettivismo.
Il Connettivismo nel dettaglio
Nel preludio al Manifesto connettivista si legge:
Siamo i Custodi della Percezione, Guardiani degli Angeli Caduti in Fiamme dal Cielo, Lupi Siderali. Un gruppo di liberi sognatori indipendenti. Viviamo nel cyberspazio, siamo dappertutto. Non conosciamo frontiere. Questo è il nostro manifesto.
Poesia, ma anche fastosità, con un pizzico di pretenziosità (in senso positivo). Già dalla premessa, ci si aspetta un gruppo di persone che si dedica al fantastico pur restando nella realtà e contemporaneamente allargandosi ovunque. Chi siete, dunque, e cosa fate?
Sandro Battisti – Siamo perfetti sconosciuti che pensano di avere un punto di vista privilegiato sul mondo. Lo vediamo attraverso una nostra lente d’ingrandimento, inedita, ma che pensiamo sia coerente e giusta con i tempi che viviamo e vivremo.
E nell’epilogo del vostro Manifesto – un poema in prosa tributo al linguaggio e alla filosofia – scrivete:
Viviamo nella connessione e siamo protesi verso il futuro. Per questo
NOI SAREMO TUTTO
Suona quasi come una minaccia
La sensazione è quella classica degli alieni in mezzo a noi. Sto facendo ironia, ovviamente, però vorrei che spiegassi ai lettori questa epica conclusione del vostro Manifesto.
SB – Perché ha un senso olistico, di connessione totale, un’olografia sinestetica che coinvolge tutto e ogni cosa. È l’essenza stessa del Connettivismo.
Come scrive Giovanni De Matteo nell’articolo La guida galattica per non-connettivisti /0:
[Noi connettivisti] ci sforziamo di elaborare un tentativo di interpretazione del mondo, che spazia dall’attualità contingente alla riflessione più generale sulla condizione umana, da una prospettiva che è la chiave di tutto in quanto consente di “storicizzare” il presente: il futuro. Anche per questo i connettivisti sono prima di tutto appassionati di fantascienza. Dalla fantascienza abbiamo mutuato la chiave della trasfigurazione così come quella dell’estrapolazione, e nella fantascienza troviamo quella congeniale forma di sintesi tra cultura scientifica e tecnologica e ambito umanistico che ci contraddistingue.
Il Connettivismo parte dunque dal futuro? Credo di leggere qualcos’altro: si può parlare anche di realtà parallele e interconnesse e di futuri in qualche modo collegati direttamente alla realtà presente attraverso cui comprendere determinati avvenimenti?
SB – Quelle sono le speculazioni estreme dell’attuale matematica e fisica quantistica. Le leggi del Caos e delle realtà vibranti sono il nostro pane quotidiano, è il metodo stesso attraverso cui scardiniamo l’usuale realtà, cercando di far passare il messaggio che nulla è come appare, nulla è esattamente costituito dalle arcaiche certezze che i nostri progenitori ci hanno tramandato. Sapere che gli sciamani interpretavano e interpretano la realtà in un modo che la fisica quantistica conferma in qualche modo è una cosa che mi scalda l’anima.
Leggiamo poi nell’articolo La guida galattica per non-connettivisti /3 – I connettivisti e le rotte del futuro:
La prima [rotta] era l’attitudine alla commistione tra i generi, e il futuro ci vedrà sempre più attivi sui terreni di confine della fantascienza, nel tentativo di spingere il movimento a fare i conti con gli angoli più remoti e bizzarri del fantastico, ma non solo.
Questo brano riprende forse l’epilogo del vostro Manifesto: l’inquietante “noi saremo tutto”. Non solo fantastico, quindi – e qui chiedo non espressamente se si può parlare di Connettivismo anche nel Fantasy – ma anche altro. Il Connettivismo che si spinge in tutti i generi letterari. È davvero possibile? Non esistono limiti, secondo la vostra visione?
SB – Non esistono limiti, lo confermo. I limiti sono linee di confine sulle quali ci piace giocare sia per abbatterle, sia per portarci oltre, per provare a organizzare un orizzonte sterminato in cui esprimerci.
Ritieni il Connettivismo un movimento chiuso o aperto? Mi spiego: chiunque potrà dare contributi all’espansione e al miglioramento del Connettivismo o, come lupi siderali, il vostro “branco” è inaccessibile?
SB – Siamo open. Molto open. Totalmente open. Dai tre che eravamo all’inizio abbiamo voluto espandere il Movimento ad altre decine di persone che hanno abbracciato il senso, lo spirito, le percezioni che avevamo sentito noi forse per primi. Ogni aderente al Movimento gli ha donato un suo particolare senso; è così che si cresce, senza limiti angusti o assurdi dogmi.
Grazie mille, Sandro, per questa interessante intervista.
Approfondire il Connettivismo – p.4 « HyperHouse
[…] Quarte e ultima puntata per l’intervista che Daniele Imperi ha fatto a me, relativamente al Connettivismo (la prima parte verteva sulla definizione di Connettivismo, la seconda sulla scrittura connettivista e la terza sulla lettura di storie connettiviste) mentre questa riguarda gli approfondimenti. […]
Cristiana Tumedei
Mi ha fatto molto piacere poter leggere del Connettivismo su Penna Blu. Ho trovato l’intervista davvero interessante, tanto che ho deciso di approfondire la conoscenza di questa avanguardia con qualche lettura!
Daniele Imperi
Bene
Anche io, ho comprato da poco Il mattino dei maghi.
Salomon Xeno
Confermo l’impressione di cauto interesse che avevo. Per formare il giudizio, magari mi leggo qualcosa dei titoli segnalati nel post precedente. Sono curioso!
Daniele Imperi
Penso che una lettura diretta delle opere connettiviste possa chiarire meglio se il genere piace o no.
Il meglio di Penna Blu – Gennaio 2013
[…] Continua a leggere Approfondire il Connettivismo. […]
KINGO
Ero un po’ in dubbio, ma forse comincio a comprendere questo movimento.
Con un paragone un po’ azzardato, direi che il Connettivismo sta alla letteratura come Beppe Grillo sta alla politica