Indice degli argomenti
Da qualche settimana ho iniziato a cancellarmi da tutte le newsletter a cui mi ero iscritto (e erano davvero tante). Ogni giorno ne ricevo una manciata, quindi basta fare un calcolo approssimativo per capire quante email a settimana mi ritrovi.
Il motivo è semplice: un tempo le aprivo, le leggevo, non ne ricavavo nulla e passavo oltre. Alla fine, quest’anno, ho deciso che era inutile continuare a essere iscritto a newsletter che non mi servivano, che non mi offrivano contenuti interessanti. Newsletter di cui potevo benissimo fare a meno.
Le newsletter viste da lettore
Negli anni mi sono fatto un’idea su queste newsletter di cui tutti parlano, e cioè della loro (presunta) importanza, di quanto sia (idealmente) fondamentale averne una se hai un blog, se sei un professionista, ecc. L’idea è che in una newsletter non ci siano buoni contenuti. Per me, ovvio.
Finora, mi dispiace dirlo, non ne ho ancora trovata una che mi abbia dato o insegnato qualcosa, o fatto riflettere o spinto a una qualche azione che non fosse cliccare sul link “Cancellati”.
Diversi anni fa mi abbonai perfino a una newsletter a pagamento: circa 9 dollari al mese per ricevere ogni lunedì un’email da Chris Brogan (uno che ritengo comunque un genio) con 10 idee per scrivere articoli per il blog. L’abbonamento durava diverse settimane, mi pare 9 o 10. Quanti articoli ho scritto dopo aver letto quelle 100 idee? Nessuno.
Tempo dopo ho perfino riletto tutte quelle idee, ma invano.
Scrivere e inviare una newsletter: l’email marketing
The Money Is in the List.
Proverbio del marketing online
Si chiama email marketing e in poche parole significa collezionare email, cioè una lista di sottoscrittori, gente che si iscrive alla tua newsletter per ricevere contenuti interessanti e utili e in mezzo a quei contenuti ogni tanto si ritrova qualcosa a pagamento. Ecco perché il denaro è nella lista.
Tre anni fa lessi Email marketing in pratica di Alessandra Farabegoli, 29 euro per neanche 300 pagine. Pensavo di imparare a creare una buona newsletter per il mio blog, ma tutto ciò che vi ho trovato sono state informazioni che da sempre circolano in rete gratuitamente, informazioni per altro intuibili.
Lo dico chiaramente: non saprei proprio cosa scrivere in una newsletter, né tanto meno cosa vendere. Un ebook? Gli ebook si vendono su Amazon e si pubblicizzano nel blog.
The money is not in the list!
Jim Connolly
Mi sento di essere d’accordo. Connolly dice che il denaro è nelle relazioni, soprattutto, e non ci si relaziona certo con una newsletter, ma con un blog e con i commenti che arrivano.
Utilità o inutilità di una newsletter?
Per come sono concepite io le ritengo strumenti inutili, una perdita di tempo per me che devo leggerle, che spero di trovare contenuti interessanti e mi ritrovo invece a leggere chiacchiere senza sostanza.
Per me che devo scriverle sono un’altra perdita di tempo: se ho un buon articolo, me lo sparo nel blog, non in una newsletter che ha e avrà sempre meno seguaci di un blog. Alla mia newsletter – che non è una vera newsletter, ma solo la segnalazione del nuovo articolo del blog – sono iscritte meno di 2000 persone, quando il blog fa molte più visite in un solo giorno. Mi conviene perdere tempo con una newsletter?
Ma ci sono altre considerazioni da fare sulla (presunta) perdita di tempo nello scrivere una newsletter.
Considerazioni numeriche sulla newsletter
- Lettori del blog vs iscritti alla newsletter: come ho accennato prima, il blog ha necessariamente più seguaci di una newsletter. Il blog riceve visite da chi si abbona ai feed, da chi arriva dai motori di ricerca, da chi lo conosce e ci entra, da chi trova condivisioni sui vari social media. Per ricevere una newsletter devi compiere due azioni: convincerti a lasciare la tua email e poi cliccare sul link ricevuto per convalidarlo. Inoltre il blog è un contenitore trasparente: il lettore vede subito cosa pubblica. Una newsletter è invece un salto nel buio.
- Tasso di apertura della newsletter: io ora uso Mailchimp e posso vedere quanti iscritti aprono l’email che gli arriva e quanti, una volta aperta, cliccano sul link per continuare a leggere. La percentuale di quelli che la aprono è scarsa: poco più del 21%, calcolo effettuato su 10 tra le ultime newsletter spedite. Qualche volta ha raggiunto il 24%, altre ha registrato un 17%. Nessuno avrà mai un 100% di apertura. Ciò significa che solo il 21% dei miei iscritti apre l’email che ha scelto di ricevere. Posso scrivere contenuti appositi per avere riscontri così bassi? Ma non finisce qui.
- Tasso di click sulla newsletter: quanti iscritti cliccano su un eventuale link presente nell’email? Magari state pubblicizzando il vostro ultimo ebook e un link alla pagina di vendita ci vuole. La mia percentuale di click è del 7%: soltanto il 7% dei miei iscritti clicca sul link per leggere il post che ha scelto di ricevere, cioè circa 130 persone.
Le considerazioni non finiscono qui. Se dovessi vendere qualcosa, solo il 7% finirebbe nella pagina di vendita. Ma quale sarà la percentuale di quelli che acquisteranno? Ancora minore. Sono però convinto che quando si tratta di spillare soldi alla gente, il tasso di apertura scenda parecchio e quindi anche il tasso di click, con le logiche conseguenze.
Forse la mia newsletter non è ben impostata? Lo scorso anno ho letto l’articolo nel blog di Pennamontata “Case history di una newsletter che funziona”: loro ottengono un tasso di apertura del 48% (ma non sappiamo quale sia quello di click), il doppio rispetto al mio.
Io seguo da tempo quei consigli, eppure il mio tasso di apertura resta sulla solita cifra. Motivo? Pennamontata è un’agenzia di copywriting famosa in tutta Italia, che tiene corsi e via dicendo. E tutto questo va messo in conto.
Aprite voi sconosciuti una newsletter, seguendo quei consigli, e non vedrete quei buoni risultati neanche dopo 5 anni. Fatela aprire a un personaggio famoso e in due mesi avrà un tasso di apertura del 60%.
Come scrivere una newsletter?
Non ne ho idea. Dopo aver ricevuto per anni newsletter da professionisti del web e da blogger vari e non aver mai letto nulla di valido, nulla di interessante, non so proprio come si debba scrivere una buona newsletter.
Forse il problema sono io, lettore atipico o ipercritico. Ma se avete qualche buon consiglio, io sono qui e lascio a voi la parola.
Marco
Da un pezzo vorrei creare una newsletter, ma non so di che argomenti riempirla. Riassunto di quello che scrivo sul blog? Assolutamente no. Ci vuole qualcosa di nuovo, radicalmente nuovo, pensato appositamente per la newsletter. Ma tutto questo richiede tempo, energie, che preferisco dedicare al blog o alla scrittura. Se riuscirò a trovare un’idea (o più idee) per renderla davvero interessante, ci proverò, ma sino ad allora: ciccia!
Daniele Imperi
Gli argomenti devono essere quelli del blog, ma allora li scrivi nel blog e fai prima.
Grilloz
Io e le newsletter
Escluse quelle a cui sono stato abbonato a tradimento (tipo che per comprare qualcosa su uno shop online devi registrarti e poi ti arriva una mail al giorno) dalle quali mi sto via via cancellando io seguo due ipi di newsletter:
quelle come la tua che mi rimandano a un blog e mi servono come allert, come notifica che c’è un nuovo post, non le leggo, le apro e clickp sul link (quindi sono tra i 130 ).
quelle che contengono offerte, nel mio caso per 90% si tratta di libri, le scorro e se trovo qualcosa di interessante in offerta ci faccio un pensierino.
Ricevo anche un paio di newsletter che contengono testo, se così si può dire, le leggo, ma preferisco i blog per un paio di ragioni, primo posso commentare (non ho mai capito se si può rispondere alle newsletter, ma in ogni caso il mio commento resterebbe relegato ad uno scambio di mail, sul blog può nascerne una discussione interessante) secondo, non so per quale strana ragione psicologica, non ho nessun problema a leggere un lungo post, ma faccio fatica a leggere una lunga email
Quindi secondo me hanno senso le newsletter di carattere commerciale, quelle che puntano a presentarti un prodotto o a proporti delle offerte speciali, ma onestamente non capisc perchè tanti “guru” incitino gli scrittori ad aprire una newsletter e a raccattar indirizzi email, un conto è se tu hai un nuovo prodotto da offrire ogni settimana (minimo) ma se scrivi non potrai avere così tanti libri, no?
Daniele Imperi
Pensa che Postemobile ti obbliga a iscriverti alla loro newsletter quando ti registri al sito per controllare il traffico telefonico. Questo è illegale: io ho diritto a controllare il traffico telefonico nel loro sito e ho anche diritto a NON ricevere le loro proposte commerciali. Ergo: non mi sono iscritto al sito.
Benvenuto nei 130
Alla mia newsletter puoi rispondere. A quelle di Chris Brogan anche, lo scrisse e mi ha sempre risposto infatti.
Preferisco anche io le newsletter commerciali di alcuni siti, così mi avvisano di nuovi prodotti che forse potrei comprare.
Grilloz
ma alla tua faccio prima a venire a commente qui, no?
Daniele Imperi
Eh, sì, preferisco un commento
Azzurropillin
Io sono iscritta alla tua newsletter ma sei anche nel mio blogroll, a volte clicco sul link della newsletter a volte arrivo dal blog. Credo che al di là dei clic la newsletter serva a ricordare alle persone che ci sei. Clic o meno.
Daniele Imperi
Io infatti la preferisco così: serve a ricordarmi che seguo alcuni blog
Maria Teresa Steri
Mi fa piacere che qualcuno la pensi come me. Sotto la spinta di consigli che arrivano da tutte le parti, sono stata più volte sul punto di aprirne una, ma ho sempre fatto resistenza. Ho già una newsletter che avverte dei nuovi post, quindi cosa ci dovrei fare con un’altra? Avvertire i lettori di nuovi libri, offerte e cose del genere? In tal caso invierei una mail una volta all’anno (quando va bene, visti i miei tempi di pubblicazione). Fare un riassunto dei post? Lo trovo inutile. Raccontare cose che non dico sul blog? In tal caso mi sembrerebbe di fare un monologo.
Poi considero tutte le newsletter che ricevo e che il 90% delle volte cestino senza rimpianti. Le uniche che mi interessano solo quelle che mi avvertono di nuovi post, ma in realtà anche in quel caso non fanno il loro dovere, visto che arrivano quasi sempre dopo ore o giorni rispetto ad altri canali come Feedly o Facebook.
Anche l’idea di regalare qualcosa in cambio di un ebook non la trovo sensata, soprattutto quando si tratta di un’anteprima di un libro: molto meglio diffonderla senza vincoli per arrivare a più persone.
Di recente mi sono iscritta per curiosità ad alcune newletter di blogger americani e non fanno che arrivarmi proposte commerciali o chiacchiere personali. Direi che non ci siamo.
Daniele Imperi
Nel mio caso avrei inviato l’ultima newsletter a settembre 2015, se mi serve per annunciare nuovi miei libri
Il riassunto dei post è inutile anche per me.
A me arriva il giorno dopo la newsletter di Appunti a margine, per esempio. Credo sia colpa del fuso orario di Blogger. La mia invece dovrebbe arrivare in tempo, dopo circa 3 ore dalla pubblicazione, ma io pubblico alle 5 di mattina.
Gli americani li sto facendo fuori tutti uno dopo l’altro
Maria Teresa Steri
Non mi ero mai iscritta alla tua newsletter, visto che ti seguivo su Feedly, ma ho deciso che era il momento di rimediare
Sì, su Blogger va regolato il fuso orario e anche la fascia oraria nella quale il sistema controlla se ci sono nuovi post da segnalare.
Daniele Imperi
Ah, allora grazie dell’iscrizione
Elena
Classico esempio di titolo truffa: prima ci fai aprire la newsletter nella speranza di trovare sensazionali risorse per migliorare la nostra newsletter e solo alla fine ci dici che non hai dritte da darci….
Ho una newsletter come la tua, ciò avviso quando c’è un nuovo post sul blog, o quando c’è un cambiamento o una novità. I miei tassi sono un po’ superiori ai tuoi ma faccio molte meno visite di te. Per dire.
La tengo perché sono d’accordo con @grilloz e @azzurropillin: servono come reminder e perché ogni tanto mi riesce di mandare qualche contenuto speciale. Ma sempre raramente, perché le mie risorse energetiche mi servono per scrivere i miei migliori post…
Insomma, io la tengo.
Ma so che per chi la riceve è spesso un clic in più per metterla nel cestino…. Provare a fare una sorta di riassunto settimanale delle novità del blog con qualche elemento personale di commento su come è andata? Così, a ruota libera…
Abbracci pre pasquali
Daniele Imperi
No, non è un titolo truffa, perché ho messo un punto interrogativo
I riassunti con considerazioni personali a me non interessano e non danno nulla al lettore.
Elena
Insomma, le mailing list non ti vanno a genio proprio per niente…
Salvatore
Qualche mese fa mi ero messo in testa di aprire un servizio di newsletter, ne avevo anche parlato nel mio blog. Diversi si sono iscritti, fornendomi spontaneamente le loro mail che, assieme a quelle che già avevo (quelle di chi si iscrive a wordpress.com per rispondere nei commenti), arrivavo a circa trecento contatti. Poi mi sono detto: vale davvero la pena tutta la fatica che serve fare per produrre ogni settimana una newsletter che abbia un valore? Tanto chi è iscritto al mio blog, e sono poco più di mille, riceve già via mail la notifica della pubblicazione dei nuovi articoli. E quindi niente, c’ho ripensato.
Grilloz
Mi domandavo appunto che fine avessero fatto i tuoi propositi
Daniele Imperi
Io infatti me ne sono ricordato dopo letto il suo commento
Daniele Imperi
Ora mi ricordo della tua idea. Meglio scrivere i post per 1000 lettori che ti seguono (e tanti altri che ti trovano qui e là) che per 300 della newsletter
Mala Spina
Bella domanda. Come e cosa scrivere nella Newsletter?
La mia la uso solo per avvertire di nuove uscite o promozioni o materiale gratuito, il che vuol dire che ne spedisco una al mese, quando va bene. Non ho tanti iscritti però noto che, dopo aver spedito le email, si smuovono le visite al sito o i download o le vendite. Insomma qualcosa succede.
Come lettrice sono abbonata a una decina di Newsletter. 4-5 sono blog che seguo, tipo il tuo), per cui mi fa piacere essere avvertita dei nuovi articoli o materiale nuovo. Anche solo usare la lista come remainder per me è ok. Le rimanenti iscrizioni sono newsletter di store o negozi online che mi avvertono di quando c’è la tale promozione, il tale prodotto nuovo, sconti etc. Quindi voglio dire.. sono contenta di ricevere pure quelle.
L’aspetto comune è il fatto di avere una loro utilità, di essere un breve spot in pratica. Ti interessa l’articolo che parla dell’argomento tale? Se vuoi hai lo sconto del 20% sull’oggetto X. E’ uscito l’aggiornamento di Y. Quindi per me le newsletter sono ancora uno strumento valido.
Daniele Imperi
La tua infatti mi arriva quasi raramente.
Molti inviano sconti agli iscritti alla newsletter. Se pubblico un libro, preferisco scontarlo subito, non solo per pochi. Al massimo nel blog uno scrittore potrà fare un giveaway per copie autografate.
I negozi che inviano sconti lo fanno per assicurarsi un minimo di vendite, secondo me.
Mala Spina
Sì, infatti i contenuti che mi vengono in mente (nello specifico caso di blog di uno scrittore) sono quelli. Poi la faccenda dei giveaway… uhm.. non è poi così semplice come si può pensare bisognerebbe fare un articolo apposta visto che teoricamente quasi tutti i giveaway in giro non sono in regola con gli adempimenti di legge.
Con “notifica delle promozioni” intendo che durante l’anno capita che io abbassi il prezzo o metta gratis gli ebook che ho sui vari store, però per un periodo limitato. Di conseguenza avverto tramite newsletter, in modo che se c’è qualcuno di interessato riesca a usufruirne in tempo. Insomma, lo sconto è per chiunque ma gli iscritti hanno un avviso.
Daniele Imperi
Avvisare gli iscritti è giusto, anche perché là in mezzo ci sono di sicuro lettori che magari non entrano sempre nel tuo sito.
Lenny
Ciao Daniele, secondo me dipende da chi legge e chi scrive. Alcune newletters sono interessanti secondo me perche’ ti danno un “reminder” di cose che potrebbero essere comunque valide. Poi ci sono quelle che sono piene di “sales pitch”. La differenza sta anche tra mandarne una a settimana o 3 al giorno. Personalmente ritengo che sia meglio averne una invece che no. Ciao!
Daniele Imperi
Un “reminder” di cose che potrebbero essere comunque valide? Cioè? Come la mia, che ti avvisa del nuovo post?
Barbara
Secondo me la newsletter come la intendi tu (email con contenuto esclusivo) è morta da un pezzo. Sopravvivono, nonostante i social, le mail di notifica (che vengono chiamate newsletter ugualmente perché in genere è lo stesso servizio/plugin a inoltrarle) e le mail promozionali (quest’ultime contengono in realtà solo link o codici sconto, ma non un contenuto da leggere in esclusiva). Come mai allora ci sono ancora quelli che spingono sul vendere corsi e metodi per una newsletter vincente? Perché appartengono al passato…e probabilmente devono ancora ammortizzare i corsi che hanno pagato loro
Daniele Imperi
Forse è morta con contenuti esclusivi e validi, perché a me ne arrivavano parecchie, ma piene di fuffa.
I guru ne sparano tante, perché devono per forza scrivere che serve una newsletter, avendone loro una
Laura Carletti
Newsletter interessanti ce ne sono, anche se forse non nell’ambito degli scrittori. Credo dipenda molto dal sito e da com’è impostato. Nella mia (a cui per il momento non è iscritto nessuno) parlo del tema del mese e di altre cose che pur essendo correlate al blog non ho voglia/modo di scrivere lì.
Daniele Imperi
Ciao Laura, benvenuta nel blog. Qui parlavo di newsletter in generale, non solo di quelle degli scrittori. Se non hai ancora iscritti, in che senso parli del tema del mese? Se non hai iscritti, la newsletter non parte.
Io per esempio ho messo a disposizione il form per iscriversi quando ho iniziato ad avere parecchie visite e anche commenti.
Laura
Certo, non parte, ma sono già pronta all’eventualità che parta… Proprio perché voglio offrire dei contenuti un po’ diversi da quelli degli articoli. Per la questione del tema del mese, facendo il piano editoriale ho individuato 12 argomenti diversi, uno per mese appunto. Ad aprile per esempio è la gratitudine, e nei post parlo di cose e servizi di cui, per motivi diversi, sono grata. Nella newsletter invece ne avrei parlato da una prospettiva diversa, più generica, e del perché ho scelto questo tema.
Francesca
Ciao Daniele. È quasi un paio d’anni che ti seguo. Faccio parte della schiera di quei 130 che oltre ad aprire la tua mail con cui avvisi la pubblicazione di un tuo nuovo articolo clicco il link per aprire la pagina e seguitare a leggere. Aggiungo: con estremo interesse. Anche ora che vivo in Cina e ho temporaneamente sospeso la scrittura per reale mancanza di tempo (almeno prima avevo la notte, ora fugge anche quella😅).
La tua “non newsletter” a mio giudizio “da e insegna” ma, soprattutto, stimola a nuove riflessioni il che significa che centra pieno l’obiettivo di chi, attraverso la scrittura, desidera comunicare per smuovere una reazione/emozione in colui che legge.
Complimenti per il tuo blog, e per la tua perseveranza. Continuerò a seguirti imperterrita anche qui, dalla Terra di Mezzo;)
Daniele Imperi
Ciao Francesca, benvenuta nel blog. Mi fa piacere che qualcuno trovi interessante la mia newsletter
Proprio ieri una si è cancellata con la motivazione “contenuti inappropriati”…
Chiara (Appunti a Margine)
Anch’io amo poco le newsletter. L’unica che ho seguito con attenzione per un tempo relativamente lungo è stata quella del blog Efficacemente, che i primi tempi mi piaceva molto. Poi, quando il gestore ha deciso di abbandonare il proprio lavoro e guadagnarsi da vivere con il blog, la newsletter è diventata puramente promozionale, e il sito si è commercializzato a sua volta: ha perso genuinità, è un coacervo di link e pop-up, non mi piace più.
Daniele Imperi
Che newsletter era? C’erano buoni articoli?
Grazia Gironella
Ti sarò poco utile: non ho consigli da darti e la penso come te.
Daniele Imperi
Va bene anche così
Giovanni
Anche io non vedo tutta questa potenzialità nelle newsletter per i blog normali. Poi se uno ha un seguito formidabile allora è un altro discorso.
Periodicamente faccio pulizia e ne riduco il numero!
Quelle che tengo sono, per lo più, come promemoria all’uscita di nuovi articoli anche se poi preferisco utilizzare strumenti come Feedly.
Per questi motivi anche la mia modesta newsletter di basa sulla segnalazione di nuovi articoli del blog o, sporadicamente, indico il link di qualche risorsa interessante. Perché la tengo?
Perché vedo che porta del traffico e anche a distanza di tempo… forse qualcuno non utilizza i prefetti o strumenti tipo Feedly?
Grazie per il punto di riflessione 😆
Daniele Imperi
Ciao Giovanni, benvenuto nel blog. Io preferisco invece ricevere via email gli aggiornamenti, così posso leggere quando voglio. Feedly mi obbliga a iscrivermi, suppongo, e ad avere uno strumento in più da gestire.
Giovanni
Si, Feedly prevede una registrazione.
A me piace per l’app mobile che utilizzo molto per leggere gli articoli senza aprire il browser. Inoltre vedi al volo gli articoli di giornata. Una cosa che ritengo utile è anche la possibilità di condividere gli articoli letti direttamente dall’applicazione.
Io la proverei fossi in te
Complimenti per il blog.
Daniele Imperi
Già che mi parli di app desisto
Da cellulare non leggo nulla, lo trovo scomodissimo. Lo uso giusto per Instagram e Whatsapp.
Andrew Next
Maremma… se vedessi il mio profilo facebook adesso, capiresti la fatica enorme che ho fatto per risponderti (hint: c’è la foto dell’Adamello scattata ier l’altro).
La newsletter deve avere contenuti interessanti, ma non esaustivi: deve farti venir “fame” e mandare gente a leggere il resto sul blog… almeno: se hai un blog con parecchi contenuti che escono ogni settimana. Se no non ha senso una newsletter del genere. Il tuo blog avrebbe bisogno di una newsletter mensile con il “riassunto” dei quattro post che metti ogni mese, così da informare chi se ne è perso qualcuno (come me) e a te non costa più di qualche minuto di tempo per recuperare quattro sinossi e quattro link.
I lettori più ordinati si troveranno, nella casella di posta, un indice organizzato di tutti gli articoli pubblicati su pennablu in un anno.
Ora prendo zaino, panini e pargoli e vado a fare un giretto prima che venga a piovere… ma vista l’aria potrebbe anche nevicare. Brrr…
Saluti
Daniele Imperi
Ci metto più tempo a scrivere quei riassunti e spedirli che a scrivere un post
Chi si perde qualche post, basta che recupera le email ricevute.
Enrico
Non ho esperienze di newsletter o almeno come creatore. Seguo ogni lunedì la newsletter di Efficacemente e sinceramente è una delle poche che apprezzo. L’email di Andrea è ormai un appuntamento fisso e sinceramente mi dispiacerebbe rinunciarci. Un altro grande utilizzatore della newsletter è Dario Vignali. Si tratta di Automazioni, ma dopo l’iscrizione è in grado di guidarti attraverso una serie di email giornaliere.
Da un punto di vista strettamente teorico, le newsletter dovrebbero servire a mantenere i contatti con quei lettori occasionali arrivati sul tuo blog attraverso la serp. Funzionano? Non lo so.
Daniele Imperi
Non sono promozionali quelle due newsletter che citi?
La newsletter mantiene i contatti con chi arriva al blog se fornisce gli aggiornamenti del blog.
Enrico Chiolo
Quello di efficacemente no. Si tratta di contenuti costruiti appositamente per la newsletter o in alternativa di approfondimenti relativi all articolo appena pubblicato. Quelle di Dario sono chiaramente promozionali. Stiamo parlando di un marketer che magari si muove con logiche diverse di un blogger normale. Comunque mi piace pensare che esista un modo intelligente di usare le newsletter per portare a casa dei risultati, in fondo si tratta di strumenti e come tali sono utili o inutili a seconda delle nostre esigenze e delle nostre strategie. Tu come la vedi Daniele?
Daniele Imperi
La vedo come ho scritto nel post: a me non interessano più perché non ho trovato mai contenuti utili e di mio interesse
Ventoh
La newsletter non serve solo per tenere i lettori che già ti sono fedeli. Quelli te li ritrovi comunque nel blog. Ti serve a fare molto altro.
Con la giusta strategia puoi attrarre nuovi lettori. Per esempio fare una campagna facebook offrendo un racconto tramite la newsletter.
Puoi segmentare la tua lista, cercando di capire chi è interessato a cosa.
Puoi tracciare le persone dentro il tuo sito e fino ai social e lo puoi fare per nome e cognome. In una maniera che analytics si sogna.
Puoi mandare una serie di email educative per farti conoscere. Cioè puoi guidare i nuovi lettori verso percorsi che nessuno meglio di te può sapere. Per esempio quando ho conosciuto questo blog mi sarebbe stata utile una serie di email educative con una raccolta dei migliori post divisi per argomento.
Le informazioni sono ciò che ha maggior valore oggi e queste te le può fornire la newsletter in un dettaglio mai visto.
È chiaro che come semplice strumento di fruizione alternativo dei contenuti non ti serve, faresti concorrenza a te stesso.
Daniele Imperi
Come fai a segmentare una lista? È pressoché impossibile. Se hai 2000 iscritti, non puoi capire chi è interessato a cosa.
Posso essere d’accordo su un’email informatica dei migliori post per argomento.
ventoh
Per esempio potresti segmentarla in piu parti: i lettori, gli scrittori e i blogger. Prendo il mio caso. Io non sono uno scrittore, quindi non mi interessano i post che parlano di come scrivere un romanzo ecc. Nel momento in cui ho risposto con un commento a questo post oppure visitato una certa pagina, potresti mandarmi una serie di email attinenti al topic.
Un altro esempio che mi riguarda: non venivo su questo blog da almeno un paio di mesi, perché come ho detto prima non tutto mi interessa. E non sono iscritto a nessun feed o altro che mi ricordi i tuoi post. Ogni tanto se e quando mi ricordo ci torno con piacere. Avresti potuto mandarmi un messaggio automatico per dirmi: Ehy amico, è tanto che non ti vedo nel blog come te la passi? Ecco cosa ho pubblicato in questo lasso di tempo. A presto.
Questo si collega con un altro discorso del post. Mi riferisco al tasso di apertura delle email e del fatto che il 20% ti sembri poco. Ma non lo è affatto. Ciò che devi fare è confrontarlo con il resto dei canali. Quanto è la frequenza di rimbalzo del tuo blog? Quanto è la ricerca organica su facebook o su un ipotetico canale youtube? A parte che, come sai il tasso di apertura lo puoi migliorare e la lista la devi pulire da quelli che non ti leggono mai. Ma se la segmenti il tuo tasso di apertura e click schizzera verso l’alto. Fatto questo questo vedrai che l’engagement della newsletter sarà superiore o comunque paragonabile a quello del blog.
Secondo me la locuzione: il valore è nella newsletter non è corretto. Sarebbe più corretto dire: il valore è nelle informazioni che la newsletter fornisce.
Daniele Imperi
Sì, ma come faccio a sapere chi è lettore, chi scrittore e chi blogger? Dalla lista posso vedere qualcuno che conosco, e allora lo inserisco in un gruppo, ma tutti gli altri?
Messaggio automatico: secondo te posso inviare un messaggio del genere a ogni lettore che non si fa vedere per alcuni mesi?
Dovrei ricordarmi di tutti quelli che commentano e poi spariscono?
A meno che non lo faccia Mailchimp in automatico, ma non lo so.
La frequenza di rimbalzo è alta, oltre l’86%, ma non significa nulla, nel senso che non è vero che è un problema se è alta.
La maggior parte delle visite – in modo schiacciante – mi arriva dalle ricerche organiche su Google.
Ventoh
La segmentazione si fa in base a una combinazione di azioni che vengono eseguite sul sito: visita a determinate pagine, click su determinati link, commenti a certi articoli, ecc,ecc.
Quando parlo di inviare messaggi mi riferisco sempre a un risponditore automatico.
In entrambi i casi non c’è niente da fare a mano. Qualsiasi sistema di automazione email ti permette di fare entrambe le cose e anche molto altro che certamente non possiamo approfondire qui
La frequenza di rimbalzo va sempre confrontata con la durata della sessione. Se ad esempio la frequenza di rimbalzo effettiva fosse del 70%, ciò non sarebbe granché diverso da una newsletter con il 20% di tasso di apertura.