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Non riesco mai a scrivere se non ho un ambiente di lavoro ben ordinato e in linea con la mia personalità. Scrivere è un’arte e è anche artigianato: ogni artista e ogni artigiano, prima di mettersi al lavoro, prepara i suoi strumenti.
Scrivendo al computer il discorso non cambia: lo strumento non è solo il computer, né solo la tastiera, ma anche il foglio elettronico: è quello il nostro ambiente di lavoro. E per me quel foglio elettronico deve avere determinate impostazioni e caratteristiche.
Questo intendo per formattare un manoscritto. E il dizionario Treccani ce ne dà una valida spiegazione:
dare a un testo scritto una determinata struttura (impaginazione, numerazione delle pagine, rientro dei paragrafi, ecc.) e corredarlo di elementi grafici (corsivi, neretti, caratteri speciali, ecc.) in vista della stampa.
Ecco le parole magiche: in vista della stampa! Ho bisogno di visualizzare il mio manoscritto come se fosse stampato, come se avessi davanti agli occhi un vero libro in fieri.
Preparazione del documento
È il primo lavoro che svolgo. Non basta, almeno per me, creare un nuovo file in Writer (la versione simile a Word di OpenOffice) e iniziare a scrivere. Ho bisogno che la mia pagina bianca abbia certe caratteristiche.
- Scegliere il formato del documento: una volta avevo fatto una pazzia: avevo copiato su un file il testo di una pagina presa da diversi libri, per poi riproporla nel mio file. È un lavoro assurdo, anche perché ogni editore usa il proprio formato e in un ebook non ha molto senso. Adesso lascio il formato standard A4.
- Impostare i margini: i margini – ossia gli spazi vuoti in alto, in basso e a destra e sinistra del foglio – sono importanti, perché definiscono l’area della scrittura. Anche in questo caso lascio le misure standard, 2 centimetri per lato.
- Scrivere l’intestazione: è il contrario del piè di pagina. Un piccolo spazio in alto sulla pagina per scrivere il titolo del libro e il nome dell’autore.
- Su Writer: Inserisci > Intestazione > Predefinito.
- Su Word: Inserisci > Intestazione.
- Numerare le pagine: altro elemento importante del manoscritto! Devo assolutamente sapere quante pagine ho scritto in totale, quante per ogni capitolo, quante per ogni scena o dialogo.
- Su Writer: Inserisci > Piè di pagina > Predefinito e poi Inserisci > Comando di campo > Numero di pagina.
- Su Word: Inserisci > Piè di pagina e poi Inserisci > Numero di pagina.
Scegliere un carattere adatto
Quale carattere per scrivere il nostro libro? A me piace molto, almeno ultimamente, il Californian FB, ma ho visto che non accetta alcuni accenti tonali o, meglio, modifica il carattere.
Ho dovuto quindi cambiare carattere per il mio manoscritto, perché non voglio spedirlo in modo non uniforme. Ho scelto alla fine un tranquillo Times New Roman, corpo 14 (e foglio di lavoro al 110%).
Le impostazioni dei paragrafi
- Allineamento: se nel blog ho da tempo abbandonato l’allineamento del testo giustificato, nei manoscritti dei miei libri voglio il testo giustificato.
- Interlinea: è lo spazio fra una riga e l’altra. Nel mio manoscritto ho impostato un’interlinea proporzionale del 108%. Credo sia a gusto personale.
- Indentazione: chiamata anche indentatura, è uno spazio vuoto all’inizio di una riga. Ho visto che in quasi tutti i libri che ho letto l’indentazione non viene impostata per il primo paragrafo di ogni capitolo, e così ho fatto anch’io. Per i paragrafi successivi imposto un’indentazione automatica di 0,5 centimetri. Ogni volta che vado a capo, quindi, la riga si indenta automaticamente.
- Sillabazione: sì o no? Non so voi, ma ogni volta che ho impostato la sillabazione, dopo aver già scritto un testo, ho dovuto correggere in continuazione diverse parole, perché mi sillabava anche parole in mezzo alla pagina. Quindi ho detto no al colesterolo e anche alla sillabazione.
Le prime pagine: che cosa contengono?
Nell’articolo sulla struttura del libro ho parlato delle varie parti che compongono i libri. La prima pagina si chiama frontespizio, in cui ho scritto, centrati, il nome dell’autore (il mio…), il titolo del libro (per ora un brutto Senza titolo) e il sottotitolo (perché il mio romanzo non ha ancora un titolo, ma un sottotitolo sì!).
Nella seconda pagina ho scritto la dedica (da completare). E nella terza ho inserito una citazione. Per la citazione ho usato il maiuscoletto per il nome dell’autore e il corsivo per il titolo dell’opera. Per la citazione uso un corpo 12.
Non riesco quasi a scrivere più nulla senza un’adeguata citazione. Se pensate, poi, che ogni capitolo del mio manoscritto dovrà averne una… un bel lavoro di ricerca, ma per fortuna da anni ho creato un file chiamato “Citazioni dai libri”, in cui trascrivo tutte le frasi che mi colpiscono.
Formattare i capitoli
Una prima regola, per lavorare in maniera ordinata, è iniziare ogni capitolo in una nuova pagina. Questo non significa usare il tasto Invio finché non si arriva alla pagina successiva!
Come iniziare ogni capitolo in una pagina nuova?
- Su Writer: Inserisci > Interruzione manuale > Interruzione pagina.
- Su Word: Inserisci > Interruzione di pagina.
Come scrivere il titolo del capitolo?
Anche in questo caso la scelta è personale. Ogni casa editrice ha le sue regole. Se vi autopubblicate dovrete scrivere le vostre.
Preferisco scrivere il titolo del capitolo centrato, con una grandezza di carattere maggiore (Times New Roman corpo 18) rispetto al testo. In qualche caso ho visto il titolo dei capitolo in maiuscoletto, e m’è piaciuta anche questa soluzione. Il titolo del capitolo può essere anche allineato a sinistra, non va necessariamente centrato.
E i cambi di scena? Quando ci sono stacchi temporali o geografici molto evidenti nel capitolo, le soluzioni sono due:
- Una riga vuota
- L’uso di 3 asterischi: ***
Le regole editoriali: rendere uniforme il manoscritto
Ho parlato tempo fa delle regole editoriali dei manoscritti, cioè quelle convenzioni stilistiche e tipografiche che rendono uniforme un testo all’interno del libro. In uno degli ultimi libri letti, per esempio, ho visto il nome di una rivista citato fra le virgolette caporali e nella pagina successiva scritto in corsivo.
È più frequente il primo caso, comunque. Quindi scriverò sempre i nomi delle riviste e dei quotidiani fra le caporali. Scelgo il corsivo per i titoli dei libri, per i nomi di navi e astronavi, per alcuni termini stranieri sconosciuti o poco noti.
La parola fine: si usa ancora?
Ricordo diversi romanzi classici che, dopo l’ultima riga, riportavano la parola fine, scritta in maiuscolo o maiuscoletto. Ebbene, la userò anch’io, ha un sapore antico che mi piace.
Come formattate i vostri manoscritti?
Perché li formattate, vero? Usate le impostazioni standard del documento o personalizzate le pagine del manoscritto?
Rebecca Eriksson
Va bene, posso ammettere che sei peggio di me in quanto attenzione alla formattazione.
Alle superiori ho studiato per 5 anni grafica pubblicitaria e l’impaginazione di testi era il pane quotidiano.
Tenendo conto che raramente porto una storia a conclusione, sorvolo su alcuni dettagli che mi riprometto di impostare a fine lavoro.
Però una cosa su cui sono fissata sono i dialoghi: voglio che nella maggior parte dei casi inizino a capo e uso sempre «», dato “” me le riservo per citazioni e similari.
Daniele Imperi
Un tempo anche io impostavo il file a fine lavoro. Ma con l’età si diventa più esigenti
I dialoghi vanno sempre iniziati andando a capo, intendo quando a parlare è un altro personaggio.
Concordo sulle virgolette.
Barbara
No. IL manoscritto (che “mano scritto” non è ) lo scrivo con yWriter e la formattazione la configura lui. I racconti invece li scrivo con un banalissimo Notepad – Blocco appunti, li riporto in Word e li formatto solo alla fine. Se lu pubblico sul blog, la formattazione la faccio lì (Word mi porterebbe dietro troppe schifezze nascoste nel codice).
Queste attenzioni alla formattazione possono anche essere sistemate alla fine, non voglio perdere il mio tempo su questo, l’importante per me è arrivare all’ultimo capitolo.
Daniele Imperi
Okay, allora dattiloscritto
In che senso yWriter configura la formattazione? Sei sempre tu che devi impostare tutto, no?
Word e Writer di OpenOffice si portano dietro parecchio codice, io infatti dopo aver incollato, lo pulisco.
Nuccio
Se devi scrivere un testo che vada in giro devi formattare per forza. Concordo con tutto quello che hai detto. Per la grandezza del carattere, usualmente è preferito il corpo 12 e, in genere, il TNRoman. Ciao.
Daniele Imperi
Sì, ho letto in parecchi siti di case editrici che preferiscono il Times New Roman, corpo 12. Secondo me per evitare che aprendo i manoscritti si scompagini tutto per via di font mancanti.
Ferruccio Gianola
Anche per me è importantissimo, specialmente con racconti e romanzi. Ho dei modelli predisposti con rientri e margini sia in formato a4 sia in formato a5 (font Garamond)
Uso Word, ma non faccio fatica anche con altri programmi di videoscrittura
Daniele Imperi
Anche il Garamond ho usato alle volte. Devo crearmi anche io un modello preimpostato.
Come l’hai creato?
Ferruccio Gianola
Una volta che ne ho creato uno con tutte le caratteristiche desiderate (io ne ho uno per gli a4 e uno per gli a5: ogni cartella e fatta di trenta righe e sessanta colonne) lo salvo proprio come modello (in word c’è la voce specifica) e parto richiamando a video quel file tutte le volte che inizio un nuovo lavoro, così non devo sempre impostare margini e tutte le altre cose.
Daniele Imperi
Vero, anche Writer ha i modelli da creare. Devo studiarmi la cosa.
Ferruccio Gianola
Nulla di particolarmente complicato Daniele. Negli anni ho aiutato gente nella preparazione di decine e decine di tesine e tesi di vario genere e aveva una notevole importanza la formattazione per questo l’ho studiata in tutte le salse. Ho tenuto anche diversi corsi organizzati dal Fondo Sociale Europeo per la videoscrittura, il foglio di calcolo e il database di office, oltre ad aver preparato un centinaio di persone per l’ECDL Posso dire che fanno parte del mio bagaglio professionale da quando uso il computer
sabina matz
Io uso google docs e la formattazione per me è un cruccio non da poco, non riesco mai a capire la lunghezza di quanto scrivo in quello che potrebbe essere un libro stampato, se ci sono delle regole di lunghezza per raccolte di racconti o romanzi. Mi aiuta il word count, ma resto sempre in dubbio.
Grazie per questo articolo!
Daniele Imperi
Lo stesso mio cruccio, anche io devo sapere quante pagine sta diventando lungo un mio testo.
Una soluzione, come ho accennato qui, è copiare il testo di una pagina di un libro e riproporre quella stessa lunghezza sul proprio programma di scrittura, creando così un modello.
Come ho detto, ogni casa editrice usa lunghezze proprie, ma comunque l’approssimazione che avrai è quasi del 100%.
Marco Benedet
Fin quando la vista me lo permette (senza l’uso di occhiali da vista) per la scrittura (fase creativa) cerco di usare un carattere piccolo con foglio che mi riempie l’intera pagina della schermo (anche io uso pagina a 110%) Questo mi permette di avere piu’ testo possibile sott’occhio.
La vera formattazione la faccio alla fine della stesura usando impostazioni simili a quelle dell’articolo.
Confesso che ogni tanto faccio prove di impaginazione per controllare quante pagine “da libro” ho scritto.
Piccola curiosita’: per i dialoghi proprio non riesco ad usare le caporali. Le reputo brutte a vedere. Quindi uso sempre e solo virgolette “”. Gusti personali che si possono espletare quando vado in autopubblicazione.
Daniele Imperi
A me invece le caporali piacciono molto e le preferisco alle altre
Comunque, se mandi un testo a una casa editrice, scelgono loro se usarle o meno o se usare perfino i trattini: ecco, questi sono per me brutti a vedersi.
Grazia Gironella
In pratica procedo esattamente come te e scelgo le stesse soluzioni. Anch’io sento il bisogno di simulare la stampa, perché aiuta a vedere fin da subito il lavoro come una cosa seria, e anche gradevole da leggere.
Daniele Imperi
Esattamente: il manoscritto diventa gradevole da leggere. Ho fatto il raffronto coi primi testi scritti al pc e la differenza è enorme.
Renato Mite
Ciao Daniele, mi ritrovo in ciò che scrivi.
Procedo più o meno come te. Ho predisposto un modello Word con stili per titoli e numeri di paragrafi, con margini preimpostati e carattere standard, all’interno del testo formatto solo il grassetto e l’italico.
Tutto il resto, dal carattere definitivo alla sillabazione, lo curo quando devo pubblicare dopo le varie revisioni. Allora imposto il formato della pagina e comincio a fare il tipografo
Daniele Imperi
Ciao Renato, quindi con il modello preimpostato, se ho capito bene, ti basta scrivere un titolo, scegliere per esempio Intestazione 1 e il titolo appare come le impostazioni create, con il font, la grandezza, ecc che hai scelto?
Renato Mite
Sì, proprio così. Al 90% ho definito tutto. Lascio la sillabazione alla fine perché con le varie revisioni e il cambio di dimensione pagina non ha senso farla prima, anzi sarebbe uno spreco di tempo. Il modello è comodo anche perché puoi preimpostare in modo lo stile successivo. Ad esempio, dopo che seleziono lo stile per il numero del paragrafo, premendo invio comincia lo stile paragrafo senza rientro; al paragrafo senza rientro segue lo stile con rientro prima riga che viene mantenuto per tutto il testo finché non applico un altro stile. Configuri gli stili una volta e poi scrivi spedito tutte le volte che usi il modello. Io non scriverei più senza.
Daniele Imperi
Il numero del paragrafo? Cioè il primo, che va senza rientro. Ma quindi in automatico il primo paragrafo ti viene senza il rientro?
Renato Mite
Ciao Daniele,
e scusa, andavo un po’ di fretta e forse mi sono spiegato male.
Mi spiego meglio con un esempio.
(numero paragrafo) 1
(principio) Enrico Lamprini ci aprì la porta e notai un cambio di espressione sul suo viso. Alla speranza di rivedere sua figlia si aggiunse una leggera consolazione. Chi ci aveva raccomandato poteva aver esagerato nel tessere le nostre lodi, ma credo che Lamprini apprezzasse innanzitutto che fossimo arrivati con così breve preavviso.
(capoverso) Erano le nove e trenta di mattina, una mattina fredda e uggiosa di quelle in cui Milano ti sembra ostile, del resto era Settembre. Tornavamo a Milano due volte l’anno, e non mi ero ancora abituato al clima.
Questo è l’inizio del mio Aporia.
Dopo che ho scritto il numero del paragrafo (“1”), l’ho selezionato e gli ho applicato lo stile “Numero Paragrafo” che lo porta al centro e in grassetto con spazi sopra e sotto per staccarlo dal resto. Nel modello ho impostato che allo stile “Numero Paragrafo” deve seguire lo stile “Paragrafo senza rientro” e quindi pemendo invio nel testo, il primo periodo (il principio) è già formattato così ancor prima che prema un solo pulsante della tastiera.
Premendo di nuovo invio dopo l’ultimo punto del principio, il secondo periodo (il capoverso) è già formattato con lo stile “Paragrafo” (che nel modello segue il “Paragrafo senza rientro”) e questo stile con il rientro prima riga resta anche per i periodi successivi perché nel modello ho impostato che allo stile “Paragrafo” segue di nuovo lo stile “Paragrafo”.
Io applico solo lo stile del numero, il resto avviene tutto in automatico.
Devo applicare lo stile “Paragrafo” manualmente solo se metto dei periodi con stili particolari, come scambi di chat o estratti di documenti (vedi Apoptosis), per cui non ho impostato nulla che segue e quindi dopo devo riapplicare lo stile del libro, ma solo per il periodo successivo. Gli altri andranno in automatico.
Se ti serve sapere altro, sono a disposizione.
Ciao,
Renato
Rossano
Consigli veramente molto utili, anche io ho preparato dei modelli già impostati che mi permettono (in alcuni casi) di ridurre i tempi
Daniele Imperi
Ciao Rossano e benvenuto nel blog. Usi Word?