Le storie sono ovunque
Mallarmé lancia una sfida: qualsiasi cosa esiste al mondo per finire dentro un libro. Questo non significa che qualsiasi storia sia da raccontare e possa essere trasformata in romanzo. Oddio, per un certo cinema sì, ma questo è un altro discorso.
Però la sfida – che sfida non è, poi – è interessante: Mallarmé, magari suo malgrado, ci dice che le storie sono ovunque, basta solo saperle cercare. Riconoscere. Lo scrittore opera una metamorfosi della realtà, mutando ciò che non funziona in fatti avvincenti.
Lo scrittore è una persona
E questa è una cosa che ripeto da tempo. Promuoversi come scrittori non significa parlare sempre e solo del proprio libro. Quella si chiama vendita porta a porta e a nessuno piace sentir squillare il campanello di casa e trovarsi di fronte lo scrittore col suo ultimo romanzo (no, fanciulle, Stephen King non verrà mai a suonare alla vostra porta).
Mostrare ai lettori che dietro ciò che scriviamo c’è una persona. Ecco, penso che questa frase di Garton sia da incorniciare, perché non so a voi, ma a me piace vedere lo scrittore come una persona da conoscere. Non voglio un venditore, anche se lo scrittore è un imprenditore. Voglio uno come me da leggere.
Laura Tentolini
… peccato per Stephen King.
Giuliana
A me piace molto andare a scovare le biografie degli autori che amo, perché mi aiuta a comprendere meglio ciò che scrivono.
Leggere l’autobiografia della mia adorata J.K.Rowling, ad esempio, mi ha fatto apprezzare i suoi libri in misura ancora maggiore.
Sapere che già da piccola inventava storie fantastiche per gli altri bambini, che scrisse il suo primo libro tra i morsi del freddo e della fame, che l’idea per Harry Potter le venne durante un viaggio in treno e che, anche una volta divenuta ricca, ponderava bene i suoi acquisti ricordando la situazione di povertà in cui si era trovata in passato… me l’ha resa più umana, più vera. Mi ha permesso di vedere le sue storie da un punto di vista differente, come se a scriverle fosse stata non più un’autrice sconosciuta, ma una persona in qualche modo familiare.
Così, quando leggevo di Harry Potter chiuso nello scantinato dei Dursley, pensavo alla Rowling intenta a scrivere nella sua fredda soffitta inglese. Quando incontravo dei personaggi che sorseggiavano un tè, immaginavo lei seduta al tavolino del suo bar preferito che lo beveva a sua volta. E quando apprendevo della morte di un personaggio amato, mi chiedevo se anche lei, vista la sua sensibilità, aveva versato qualche lacrima mentre lo scriveva.
L’umanità di un autore, il suo farsi conoscere dai lettori, è fondamentale.
Perché è quello che trasforma un mucchio di belle pagine stampate in qualcosa di più, è quello che conferisce loro un tocco di calore aggiuntivo, una doppia anima: quella dei personaggi che vivono le storie, e quella di chi, con tanto amore e passione, li ha creati.
Daniele Imperi
Sono completamente d’accordo con te, Giuliana. È un modo davvero per apprezzare meglio le opere di uno scrittore.
Tenar
Approfitto di questo momento in cui la mia connessione funziona per augurare a tutti un felice 2014, pieno di storie impreviste da raccontare!
Daniele Imperi
Auguri anche a te
Kinsy
Sai, credo che la prima citazione voglia anche dire che quello che non viene raccontato in un libro, verrà dimenticato e sarà come non esistito. Chissà quante tradizioni sono andate perdute senza lasciare tracce. E pensa a tutti gli uomini e le donne che hanno vissuto piccole e grandi tragedie o che hanno contribuito agli eventi della storia e di cui noi non sappiamo nulla. Se invece qualcuno avesse raccontato la loro storia, ora sapremmo almeno qualcosa di loro.
Daniele Imperi
Questo punto di vista è ancora più interessante. Bisognerebbe raccontare tutto ciò che rischia di scomparire.
Salvatore
Bella questa immagine: “[…] non so a voi, ma a me piace vedere lo scrittore come una persona da conoscere.”
Daniele Imperi
Grazie