Sapete che ci penso spesso? Quanto ancora potremmo andare avanti coi blog? L’altro giorno Riccardo Esposito si è chiesto quale sarà l’evoluzione del blogging e ha cercato di dare delle risposte. Ora vorrei farlo anch’io, o almeno ci provo.
Che cosa è un blog?
Vi ricordate i primi tempi del blogging? Forse qualcuno di voi era troppo piccolo – adesso impersono la parte del vecchio saggio… – ma io me li ricordo e anche bene. E ricordo che erano diversi da quelli di oggi.
Migliori o peggiori? Non saprei dirlo, ma credo né migliori né peggiori, erano solo i blog del primo stadio. Poi si sono evoluti, com’era normale che accadesse.
Un blog è comunicazione, coinvolge lettori: non è solo il lavoro di una persona, non credetelo. Se avete un blog, tutto quello che scrivete è anche merito di chi vi legge.
Che cosa era – e che cosa è ancora – un blog?
È la voce del blogger. È la necessità di comunicare con qualcuno.
Cambiano le esigenze
I primi tempi c’erano i blog e non esisteva una classificazione. Ricordo, quando a quel tempo frequentavo i newsgroup, che ogni tanto qualcuno ne apriva uno e lo metteva in firma. Ci scriveva quello che gli passava per la testa, non importava se fosse un web designer o un programmatore.
Poi sono arrivati i blog come il mio. Quelli tematici. Secondo me è stata una questione di esigenze. Magari qualcuno nel blog ha iniziato a parlare della sua attività e ha visto che questo piaceva ai lettori. Siamo tutti in cerca di soluzioni, no?
Ecco che il blog è diventato un’esigenza, per arrivare poi a trasformarsi, per molte realtà, in una vera e propria necessità.
L’illusione del guadagno facile e la corsa ai ripari
Non siete mai entrati in blog totalmente inutili? Quelli che pubblicano articoli che alla fine non dicono nulla, sono vuoti di contenuti ma pieni zeppi di pubblicità. E poi ecco che arrivano quei blog che ripubblicano, tramite i feed, l’estratto dei post di moltissimi altri blog, tanto per dire che anche loro stanno creando contenuti per il web.
No, quelli non sono contenuti: quello è sfruttare i contenuti altrui per far emergere il proprio blog e guadagnare con Adsense.
Alla fine Google s’è stufato di tutta quella spazzatura – beh, anche io e qualcun altro, immagino – e ha iniziato a imporre regole più severe. Queste regole si chiamano algoritmi, ma questo non è il posto giusto per parlare di matematica.
Che cosa scriviamo oggi nei blog?
Quando tutto è già stato scritto, che cosa resta da scrivere? In realtà, oggi dobbiamo differenziare i nostri post, in modo da dare contenuti più utili e originali ai lettori. Quando si apre un blog, di solito si seguono alcune tappe:
- il primo post che si scrive deve riuscire a coinvolgere subito i lettori
- poi si cominciano a scrivere contenuti evergreen, quelli che tutti amano ma che, diciamolo chiaramente, hanno anche un po’ stufato, no?
- Il blogger quindi approfondisce i post che ha scritto, perché da ogni articolo ne possono nascere tanti altri
Ma alla fine che cosa potrà scrivere? Cambiare il piano editoriale può senz’altro aiutare, perché il blog viene ridefinito in una nuova prospettiva.
Il blogging sta per esplodere?
Immaginiamo uno scenario estremo: tutti, ma proprio tutti sul pianeta, aprono un proprio blog. So già cosa succederà: non sono tutti in grado di scrivere per il web e di gestire un blog, quindi un buon numero di quei blog morirà nel giro di poco.
Resta il fatto che sempre più gente apre un blog. La bolla del blogging sta per esplodere? Sta finendo l’era del blogging?
No, non tirate fuori l’assurdità che adesso la gente scrive sui social media, ché quelli, come ho ripetuto spesso, non sono casa vostra. Quelli adesso ci sono e domani non si sa. I social sono aziende, lo sapete?
E se qualcuno mi dirà che io non esisto perché non sono su Facebook, beh, a quel qualcuno, quando la bolla-Facebook esploderà come un brufolo maturo, risponderò con le parole di Philip K. Dick in Ubik:
No, io sono vivo e voi siete morti.
Che cosa scriveremo in futuro nei blog?
Non ne ho idea, non ho la sfera di cristallo. I blog sono delle persone e ogni persona è diversa dalle altre. Per me è una questione di prospettive: guardate la realtà sotto i più disparati punti di vista, esploratene ogni angolo e avrete da scrivere.
La gente è in cerca di soluzioni, ho detto. Ma quando saranno date tutte le risposte? E voi credete davvero che finiranno i problemi? In ogni campo c’è sempre qualcosa di nuovo, nuove problematiche. Tutto evolve, giusto? Ecco: è l’evoluzione la parola magica di oggi. L’evoluzione porta altri problemi.
E con essi altre soluzioni e altro materiale da scrivere.
Quindi i blog non moriranno?
Penso proprio di no.
Il blogging è una bolla secondo voi?
Che ne dite? Sta per scoppiare tutto?
Diego Ricci
Ciao Daniele. Nessuna bolla per me. Anzi. Secondo me è proprio giunto il momento di condividere al massimo tutta la conoscenza possibile per riempire un vuoto culturale e formativo che è il vero collo di bottiglia. La gratuità del blog favorisce la divulgazione di un sapere che sarebbe solo per pochi. E sempre più persone si stanno avvicinando ai blog per questo motivo. È chiaro che bisogna abbandonare linguaggi poco comprensibili e farsi capire. Di questo ci sarà sempre più bisogno. Qui entra in gioco la professionalità e la bravura del blogger che è la figura che finalizza lo sforzo di un team, di una azienda. Lunga vita ai Blog!
Daniele Imperi
E quando anche quel vuoto culturale sarà riempito?
Davide Quetti
Secondo me, il blogging continuerà; forse passerà di moda, ma non credo finirà. Come poi sarà, solo il tempo lo dirà (e qui mi nasce una poesia,ma ora vado via)
MikiMoz
Se è riuscito a sopravvivere a FB -mondo velocissimo, popolare e molto free (specie per le p********)- credo che il blogging non morirà mai.
Dopotutto è davvero un microuniverso (e non una bolla, secondo me), l’unica genialata che ha permesso la realizzazione di sogni di bambino (chi non immaginava creare riviste, palinsesti, rubriche?).
Insomma, come in tutte le sfere, solo i più forti e i più originali sopravviveranno. Io speriamo che me la cavo.
Moz-
Daniele Imperi
Sì, pensi anch’io che solo i più forti e originali sopravviveranno: saranno quelli che riusciranno ancora a dire qualcosa quando tutto sarà stato detto.
Alessandro Madeddu
“Che cosa scriveremo in futuro nei blog?” – a dare un’occhiata in giro, direi che scriveremo di blogging. Apriremo dei blog in cui parleremo di come si scrive sui blog. Quindi se uno vorrà aprire un blog per scrivere di cosa scrive sui blog, passerà sul nostro blog per leggere come si fa a scrivere di cosa si scrive sui blog. Un po’ arzigogolato, ne convengo, ma mi sembra che la direzione sia quella
MikiMoz
Non possiamo competere con Sandokan, qui. Dunque chiuderemo bottega.
Ma sinceramente spero che ciò che dici non avvenga: c’è già Penna Blu
Moz-
Alessandro C.
Vero, dev’essere bellissimo gestire un blog che spiega come gestire un blog. Quasi quasi ne apro uno anch’io.
Daniele Imperi
Ma quella è una bolla dentro una bolla
Laura Tentolini
Ciao,
queste riflessioni mi ricordano altre domande che ho sentito spesso, per esempio “gli ebook prenderanno il posto dei libri cartacei”, “quando finirà la crisi” oppure “dove va la telefonia”.
Nessuno può dare risposte certe a questi interrogativi, si può soltanto imbastire ipotesi e stare alla finestra, vivere queste evoluzioni.
Daniele Imperi
Hai ragione, solo il tempo ci dirà come andrà a finire. Ma secondo me ci sarà una specie di evoluzione, anche se non immagino quale.
Grazia Gironella
Ma no, non sta per scoppiare tutto, almeno non in tempi brevi. Primo, perché il mio blog è troppo giovane per morire; secondo, perché l’evoluzione è ancora in corso. Chissà quanti aggiustamenti di rotta ci aspettano.
Daniele Imperi
Vero, aggiustamenti di rotta. Ma che un blog sia giovano o vecchio poco importa, se la bolla c’è, prima o poi scoppia.
Lisa Agosti
La fregatura degli algoritmi è che trovano solo i blog più cliccati quindi per i nuovi blogger come me si deve fare una scelta tra scrivere ciò che si vuol dire o preoccuparsi di quanti link e keywords e nomi famosi si inseriscono nel post. I miei blog preferiti (Penna Blu e Anima di Carta, si può anche dire, senza offese per gli altri che seguo pure con piacere) offrono post in cui traspare l’autore, contengono opinioni personali, non sono copia-incolla di notizie vuote o riciclate. L’inclusione di link e keywords non dà fastidio, si nota ma non è invasiva o irritante. Il mio blog è in inglese, quindi ha molta più visibilità a livello mondiale ma anche molta più competizione, e non finisco mai di stupirmi delle bassezze a cui arrivano certi blogger pur di ottenere soldi/fama. Mi piace questa community di blogger italiani amanti della scrittura creativa che si seguono a vicenda e si supportano con commenti e nomination.
Daniele Imperi
Che intendi di preciso per inclusione di link e keywords?
Lisa Agosti
Per far sì che i motori di ricerca trovino il post si consiglia di usare più di una volta la parola chiave scelta, senza però esagerare altrimenti il motore di ricerca se ne accorge. Più il post ha link ad altre pagine web, per esempio siti famosi o argomenti molto ricercati, più il blog avrà un ranking elevato. Spero di essermi spiegata meglio, non sono esattamente un’esperta in materia!
Daniele Imperi
Non avevo capito che intendevi. Le parole chiave non vanno inserite nel testo, ma devono far parte del testo: sono due concetti diversi.
Grazia Gironella
Posso chiederti qual è la differenza?
Ulisse Di Bartolomei
Salve Daniele
La questione credo stia molto nella mancanza di una regolamentazione adeguata della presenza in rete. Quando faccio le mie ricerche, mi imbatto spesso in troppi blog o siti strumentali, approntati per catturare visitatori a scopo pubblicitario o trappole dove si scaricano “non richiesti” dei programmi truffa. I contenuti sono spesso brevi rimaneggiati argomentali per ingannare i motori di ricerca. Sebbene google con i suoi algoritmi cerchi di limitare tale abuso della rete, la presenza di questi siti è intensa e fa perdere moltissimo tempo. Credo che però google un po’ “ci marci”! Perché dovrebbe ostacolare od oscurare dei siti che ospitano anche la sua pubblicità? Di maneggi furbastri la rete è ormai piena e credo che non vi sia rimedio. Internet è diventata una risorsa per chi ha buona esperienza di come muoversi, altrimenti è un modo come un altro di perdere tempo.
Marco Amato
Prevedere la fine dei blog è impossibile. Non possiamo nemmeno immaginare come la rete si evolverà tra 5 anni. In compenso con tistezza possiamo dire che i blog personali di ciascuno di noi avranno un inizio e una fine, come tutti i destini umani.
Daniele Imperi
Sì, la fine ci sarà senz’altro per i blog personali di ognuno.
Mario Borghi
Ah, ragazzi, l’importante è che non chiudano i concorsi letterari farlocchi e le case editrici spregiudicate… poi per il resto…
franco zoccheddu
Nessuna bolla e, soprattutto, nessuno scoppio Daniele: esprimersi in modo indipendente, libero, senza uniformarsi a un gruppo, comunicare in modo chiaro e non ambiguo. Se il blogging è questo, puoi stare tranquillo: esisterà per sempre. Cambierà la piattaforma, la tecnologia, non la sostanza. Si fa “blogging” da secoli, anzi, da millenni, e non si finirà mai. Tu fai parte di tutto ciò e ne devi essere orgoglioso, senza farti impaurire dalla parabola delle mode o delle tecnologie. Il buon blogger è troppo al di sopra dei particolari tecnici.
Daniele Imperi
Belle parole, Franco, che condivido in pieno. Grazie
Attilio Nania
Ciao Daniele, ho giusto un guest post che volevo proporti sull’argomento blogging…
Daniele Imperi
Ciao Attilio,
mandami la tua idea, allora, grazie
Drogo
Ciao, non so cosa succederà ai blog ma ti dico per certo quello che farò io: continuerò a leggerti! Magari, come faccio ora, senza nemmeno mai commentare (a volte non so proprio quello che scrivere ) e restando un po’ nascosto, ma quando apro la tua mail mi ritaglio uno spazio di lettura interessante e piacevole che non sono disposto a barattare con alcuna moda né tendenza effimera. E se la rete collasserà, torneremo ai piccioni viaggiatori.
Daniele Imperi
La differenza sta nello scrivere in modo naturale: le parole chiave fanno già parte del testo, non devi usare alcuna forzatura.
Grazia Gironella
Capito. Credevo ci fosse una differenza tecnica.
Loredana Gasparri
Secondo me, i blog esisteranno per molto, molto tempo. Accanto a blog contenitori, più o meno inutili, ce ne sono milioni di altri vivi, che offrono un’esperienza che vale la pena di vivere, foss’anche per due minuti di lettura sul divano alla sera. I social sono utili, ma sono anche un effetto delle mode continue. Esisteranno anche loro per molto tempo, ma le persone veramente creative e che desiderano esprimersi sanno di poterlo fare in uno spazio totalmente loro, e il blog è lì per permetterlo. I social sono troppo ristretti, nonostante l’apparente libertà. Lunga vita al blogging!