Questo è un guest post di Monia Papa.
Un blogger ha gli occhi nelle mani. Per questo mentre sta ancora scrivendo nel frattempo si sta anche leggendo. Ed è leggendo che si sfama perché la pancia ce l’ha negli occhi. A proposito di ricette qui, oggi, c’è coda di rospo (ché tanto non sarebbe mai diventato un principe dei blog), occhi di tritone (perché a volte bisogna tritare un po’ di rifiuti per tirare fuori qualcosa di buono da scrivere in un post) e bava di lumaca (perché come la lumaca ha il suo guscio così il blog è per il blogger come una casa che lui porta sempre con sé): questi gli ingredienti. A casa Pennablu, di domenica, c’è nel menù il Fantastico e così serviva una ricetta appropriata: andiamo a mangiare potenzi-ali di blogger lasciati a cuocere nel loro brodo e gustiamoci quelli che blogger lo sono già diventati e si sono accorti di esser passati dalla padella alla brace.
Un blogger è un vampiro e la scrittura è il sangue
Che tu stia ancora solo progettando di aprire un blog come si apre una tomba per far uscire l’ultimo dei Dracula o che il tuo blog sia già a spasso per il web pallido e assorto come il meriggiare, il succo (di pomodoro, naturalmente. Come in un buon Bloody Mary) non cambia: i vampiri hanno molto da insegnarti.
Il blogging, si sa, è una malattia contagiosa. È sufficiente che un qualche post scritto da un qualche blogger ti lasci il segno dopo averlo letto ed è fatta, sei infetto e inizi a sognare la tua fetta di successo nel mondo dei blog. Che un blogger vorrebbe avere orde di lettori pronti a gettargli le braccia al collo è comprensibile ma quello che è importante comprendere è che ogni blogger dovrebbe essere avido di parole come i vampiri di colli. Ogni volta che le dita affondano sul cuore dei tasti come un paletto di frassino le tue parole devono avere un pizzico di mordente: ai lettori non piace divorare con gli occhi poltiglie di scritti informi. I lettori vogliono post al dente. Ti senti pronto ad addent(r)are il tuo talento?
Il consiglio del licantropo: trova la tua luna piena
Quando non c’è la luna piena il licantropo sembra solo qualcuno a cui è morto il rasoio. O il tosaerba. E anche tu sei così. Le idee per i post ti si accumulano in testa come ai licantropi i peli sulla faccia. Il tuo progetto di blogging ha messo radici ma stenta a sbocciare. Sembra solo un groviglio di rovi dove le parole pensate e poi dimenticate sono foglie morte prima ancora di essere nate e dove non passa neanche la luce della luna. La luna! Quello che ti serve è trovare la scintilla giusta per iniziare o ritrovarla per continuare. La tua luna piena è il tuo motivo occasionale che ti da modo di ululare.
Ma se sei un blogger da un licantropo hai anche molto altro da imparare. Come imparare a schivare le pallottole d’argento delle critiche perché a volte, tra chi ti (s)parla, c’è qualcuno che farebbe meglio a optare per il silenzio. Che è pure d’oro, mica d’argento. E dovresti anche imparare ad accettare le imperfezioni. Secondo alcune tradizioni quando un licantropo si trasforma è privo di coda eppure è un lupo di straordinaria forza: sei sicuro che tutti i piccoli grandi difetti che hai o credi di avere come blogger siano una valida ragione per rinunciare a mostrare la tua testa?
Il segreto del blogging? Una fame da zombie
Ci sono tanti momenti nella vita di un blog in cui le certezze sembrano crollare come i corpi in decomposizione degli zombie e il blogger si ritrova a caracollare fingendo una strategia che non c’è e a incollare ideali francobolli per spedire le proprie parole a destinatari che non si sa se vorranno leggerli. Anzi, a destinatari che non si è certi esistano. Quando si è pronti a appendere sulla propria testa un cartello con su scritto “la creatività non abita più qui” che si fa? Si segue l’esempio degli zombie: ci si dedica alla mente degli altri.
A volte le idee migliori per gli articoli da scrivere sgusciano via come anguille e il povero blogger si sente oppresso e compresso (no, non compreso, proprio compresso) come un tonno in scatola e in questi casi un’ottima idea e nuotare un po’ verso altri lidi e esplorare altre scatole craniche. Lasciati incantare dal cervello degli altri incartato nei loro gesti, nelle loro parole. Scartalo come un dolce impacchettato e mangialo: solo chi ha fame dei pensieri degli altri può pensare di rendere i propri appetibili.
Hai fol-letto?
Se hai letto questo folle post hai, appunto, fol-letto ma ora è tempo di lasciare le fate alle loro fatate occupazioni e passare ai fat(t)i. Smetti per un attimo di affilarti i canini, lisciarti il pelo e rattopparti la pelle e mostra-mi un po’ tu cosa ne pensi.
La guest blogger
Una scribacchina sicura che anche quando il polso è ridotto all’osso se la scrittura ti è entrata nelle ossa resterà sempre il tuo asso nella manica.
Una cercatrice di parole d’oro come gli stafilococchi convinta che le parole, proprio come i batteri, vanno coltivate.
Una studentessa di Medicina convinta che guarire dal male di scrivere sarebbe il peggiore dei mali.
Una che legge anche i fondi di caffè. Nero. Come l’inchiostro.
Insomma, una che per la scrittura si fa in quattro.
Marti C.
Bel post! Mi sono proprio divertita a leggerlo. Concordo pienamente con la parte della “fame da zombie”
Monia
Grazie Marti C., sono contenta che il mio post abbia stuzzicato il tuo appetito.
Del resto non avrei potuto pubblicare nulla che non fosse appetitoso: si sa che qui su pennablu i lettori possono sempre divorare articoli gustosi!
Andre
Non si capisce se sia solo rimbecillita o stia dormendo. Di fatto l’autrice ha urgente necessitàdi un paio di secchiate d’acqua ben ghiacciata: è il più grande talento inutilizzato che abbia incontrato finora. Monia ha l’oro nella scrittura. DEVE sfruttarlo appieno da subito: ora
Monia
Una volta ripresami dall’ipotermia credo che scriverò su un cartellone il tuo “è il più grande talento inutilizzato che abbia incontrato finora”.
In questo modo quando una remora qualsiasi verrà a bussare alla mia porta potrò scacciarla senza neanche profferire verbo: mi basterà battere l’indice su quelle parole per spingerla ad andare via.
(Grazie del commento Indiana Jones sei sempre il benvenuto nell’El Dorado)
Marco F.
Serviva proprio Daniele per farti scrivere, vero?
Eddatti una mossa col tuo blog che sei un’ostrica ricca di perle… Non nasconderle!
Monia
Serviva il giusto momento: in questo caso la mia penna ha incontrato l’occasione
Grazie per i complimenti e sappi che presto da ostrica serrata diventerò ippocampo e sferrerò il mio blog!
Daniele Imperi
Anche io ho talenti nascosti… come quello di talent scout di guest blogger fantastiche
Monia
Pensa che meraviglia se fossi una popstar che sforna continuamente canzoni scoppiettanti come popcorn!
Un grazie speciale a questo trovatore di talenti che mi ha aperto le porte di casa sua
(però non mi scoprire troppo, ché poi ho freddo)
Daniele Imperi
Grazie a te per questo post mostruosamente divertente
helenia
Sn daccordo con quanto hanno scritto gli altri ..sei proprio brava !!!
Monia
Grazie mille helenia!
Anche a te piace dare in pasto a altri zombie (buoni, s’intende :)) i tuoi scritti?
Sei un’accanita lettrice che non perde occasione per spararsi un bel libro?
Luciano Dal Pont
Complimenti anche da parte mia Monia. Seguo da tempo Daniele, sono in procinto di aprire un mio sito con relativo blog e trovo spesso utili e interessanti suggerimenti. Anche il tuo post di oggi è estremamente valido, oltre che scritto in maniera piacevolmente fantasiosa.
Monia
Ho visto spesso il nome “Luciano Dal Pont” tra i commenti agli articoli di Daniele e vederlo adesso anche sotto un mio post è un po’ come essere accolti ancor di più dal nutrito pubblico di PennaBlu!
Ti ringrazio per i complimenti e anche per avermi incuriosita: adesso non vedo l’ora di avere anch’io modo di leggerti!
Luciano Dal Pont
Grazie a te Monia, penso che il sito sarà attivo tra un paio di settimane. E mi farebbe piacere se tu leggessi anche il mio libro, si tratta del mio romanzo d’esordio che sta per uscire in libreria, se vai sul sito della Edizioni La Gru nella home trovi il riferimento nello spazio dedicato alle prossime uscite, a marzo. Ciao.
Damhìa
Un post davvero fuori dal comune, divertente da leggere e istruttivo. Complimenti davvero per l’inventiva!=)
Monia
Grazie Damhìa!
Sono contenta che tu abbia concesso a questo post di stare un po’ sulla finestra della tua fantasia come una crostata lasciata a raffreddarsi
MikiMoz
Letto stamane, riesco a commentare solo adesso^^
Belle metafore, cara Monia! Le pallottole da schivare io amo prenderle in pieno, che sono un tipo combattivo e polemico .P
Moz-
Monia
MikiMoz caro, ma tu non fai mica testo: si sa che tu sei fatto di acido nitrico e l’argento lo sciogli in un istante!
MikiMoz
Wooow, addirittura?^^
Moz-
Elisa
Dopo questo articolo carinissimo mi sento un idiota a chiedere da che film è ripresa la foto… devo assolutamente vederlo!
Monia
Sono contenta l’immagine ti sia piaciuta: anch’io quando l’ho vista non ho saputo resisterle!
Vuoi sapere il film? Presto detto: “il labirinto del fauno”
Luca.Sempre
Quindi da oggi in poi ti follerò
PS: Il labirinto del fauno è un gran film.
Monia
In effetti il verbo folleggere (proprio come folleggiare) è stato coniato per una ragione!
P.S. Per chiunque passi di qui e legga “il labirinto del fauno è un gran film” scritto da Luca Sempre: lui è uno che ne sa.
Emma
Grazie Monia! Che bel post, Divertente e farcito di immagini a me care. Ho da sempre un amore empatico nei confronti dei mostri e delle creature orrorifiche. E della scrittura, anche se insisto a nascondermi dietro un dito invece di usarlo per scrivere
Monia
C’è qualcosa, nei mostri, che non ricordiamo quasi mai: la loro originale natura.
Quando ti piace qualcuno (ma ti piace davvero, eh. Tanto.) che fai? Cerchi di conoscerlo. A fondo. Ti interessi a lui. Anche alle sue radici. E quando si amano le parole è bello qualche volta andare a scavare e scoprire che la loro origine ha molto da raccontare.
In latino “monstrum” sta per portento, per prodigio. Si tratta di qualcosa che prima ancora di essere turpe, terrificante, spaventoso è semplicemente stupefacente.
Sai cosa dovresti fare secondo me, Emma? Prendere questo amore empatico che hai per i mostri e usarlo un po’ per prenderti cura di tutte le qualità fuori dall’ordinario che di certo possiedi, per quella voglia irresistibile di scrivere che di certo (si sente proprio che è così) ti monta dentro e un po’ per cacciare via la paura di esporti che ha proprio le fattezze di un uomo nero che forse, però, non aspetta altro che tu accenda la luce.
Tutto ciò lo dico a te e lo dico anche a me. E ovviamente ti ringrazio per il commento e i complimenti
Emma
Come ci insegnano i mostri, occorre mostrarsi, esporsi, come una epifania che si srotola in vocaboli a formare frasi che alle volte ci aiutano a vivere. O anche soltanto a provare la ormai dimenticata meraviglia, il bambinesco stupore di fronte a cose mirabili.
Grazie Monia! Mi avvio verso l’uomo nero armata di torcia e parole
Monia
Ehi ragazza, mi sa che con le tue così belle parole l’uomo nero lo farai (ancora più) nero in un batter d’occhio!
Mi raccomando, tienici informati: combatti e battiti per il diritto alla meraviglia e torna per raccontarci.
Emma
Ah, dimenticavo, geniale la scelta dell’immagine!
Alessandra
Complimenti Monia, un post “mostruosamente” vero, ironico e condivisibile da chiunque ami “affondare le dita sul cuore dei tasti”.
Mi sono ritrovata molto nella “fame da zombie” (è capitato a tutti di vedere le proprie certezze crollare come corpi in decomposizione) e concordo pienamente con il tuo consiglio riguardo il trovare nuove ispirazioni nuotando verso altri lidi, verso “altre scatole craniche”.
Il confronto con gli altri è fondamentale per avere un blog sempre vivo, stimolante e mai rinchiuso in se stesso.
Molto bella anche la metafora della luna e del licantropo…
Brava!
Monia
Questo bel commento in cui l’entusiasmo per la scrittura è “tastabile” e in cui ho potuto testare che i crolli di certezze possono essere davvero tasti dolenti per tutti (o quasi) mi ha regalato uno spunto interessante.
Che forse impugnare la penna sia un po’ un modo per mettere nero su bianco (come note su un pentagramma) la musica che ci risuona dentro?
E che forse la scrittura sia come un grande pianoforte in cui sia i tasti bianchi (le luci) che i tasti neri (le ombre) sono non solo funzionali ma addirittura indispensabili?
Raccolgo i complimenti ringraziandoti e rilancio con un augurio: che il tuo blog sia una finestra non solo su ciò che sai e sei ma anche e soprattutto su ciò che vuoi diventare
Giuliana
Ecco, lo vedi? Mi assento per un po’ e guarda cosa mi perdo: un post mostruosamente divertente!
E brava Monia