Dialoghi: 144 alternative al classico “disse”

Dialoghi

Di questo post devo ringraziare il grande Philip K. Dick, che quando scriveva i dialoghi era un gran fantasista. Nei suoi romanzi è raro trovare il tradizionale verbo “dire” in un dialogo, perché i suoi sono tutti strutturati in modo da rendere contestuali i verbi che esprimono la conversazione dei personaggi.

Ciò che mi ha più colpito nei dialoghi di Dick è stata proprio la grande varietà di verbi che usava. Immaginate una pagina di dialoghi piena di “disse”, uno dietro l’altro: suona ripetitivo, no?

Così ho voluto analizzare i dialoghi dell’ultimo romanzo che ho letto, La penultima verità, e ho segnato i vari verbi trovati. A questi ne ho aggiunti altri che mi sono venuti in mente e altri ancora presi dai sinonimi.

Ne è nato un lungo elenco di 144 verbi da usare in alternativa a “dire”, che ho diviso in 10 gruppi. Se ci pensate bene, non sono in realtà 144 verbi, ma 144 contesti.

Verbi di risposta

C’è modo e modo per rispondere a qualcuno. Si può ribattere, o anche replicare. O concordare. Insomma, qui trovate una lista di 14 verbi alternativi.

  1. rispondere
  2. ribattere
  3. replicare
  4. assicurare
  5. asserire
  6. affermare
  7. concordare
  8. approvare
  9. acconsentire
  10. ripetere
  11. ribadire
  12. accordarsi
  13. promettere
  14. garantire

Verbi di contestazione

Da usare sia in risposta a una domanda sia per esprimere il proprio pensiero in modo deciso. La lista contiene 12 alternative.

  1. obiettare
  2. protestare
  3. smentire
  4. contestare
  5. criticare
  6. puntualizzare
  7. precisare
  8. rettificare
  9. specificare
  10. chiarire
  11. confutare
  12. reagire

Verbi che esprimono contentezza

Una lista di 6 verbi che non indicano necessariamente felicità, ma chi scherza ed esulta non è certo triste.

  1. scherzare
  2. ridacchiare
  3. intonare
  4. cantare
  5. esultare
  6. esclamare

Verbi che esprimono ira

18 verbi per personaggi che hanno davvero perso la pazienza!

  1. gridare
  2. urlare
  3. strillare
  4. imprecare
  5. bestemmiare
  6. infuriarsi
  7. gracchiare
  8. starnazzare
  9. adirarsi
  10. insultare
  11. sgridare
  12. redarguire
  13. aggredire
  14. sibilare
  15. zittire
  16. biasimare
  17. rimproverare
  18. riprendere (con significato diverso dal 117)

Verbi che indicano una modulazione nel tono della voce

Paura, tristezza, incertezza, dolore, indecisione… 16 contesti da sfruttare in un dialogo.

  1. lamentarsi
  2. piagnucolare
  3. frignare
  4. farfugliare
  5. balbettare
  6. biascicare
  7. tartagliare
  8. blaterare
  9. grugnire
  10. bofonchiare
  11. ronzare
  12. bisbigliare
  13. sussurrare
  14. mormorare
  15. sbuffare
  16. borbottare

Verbi informativi

Una notizia si dà, certo, ma in realtà si annuncia, si segnala, si confida, si racconta anche, si riferisce e si comunica. E così via, fino a 20 modi differenti per dare un’informazione.

  1. annunciare
  2. segnalare
  3. avvertire
  4. confidare
  5. informare
  6. avvisare
  7. raccontare
  8. narrare
  9. spiegare
  10. tradurre
  11. suggerire
  12. consigliare
  13. citare
  14. dichiarare
  15. proclamare
  16. riassumere
  17. comunicare
  18. riferire
  19. rivelare
  20. aggiornare

Verbi che provocano una reazione

«Dov’eri ieri sera a mezzanotte?» Un classico del poliziesco. È una richiesta, anzi è un ordine, che provoca una reazione nell’interlocutore, o meglio nell’interrogato. 15 alternative per voi.

  1. indagare
  2. chiedere
  3. domandare
  4. proporre
  5. pregare
  6. scongiurare
  7. ordinare
  8. insistere
  9. incalzare
  10. esortare
  11. scusarsi
  12. interrogare
  13. interpellare
  14. sollecitare
  15. comandare

Verbi che danno inizio al discorso

Un breve elenco di 4 verbi per indicare un personaggio che parla per la prima volta o che inizia a raccontare un fatto.

  1. cominciare
  2. iniziare
  3. attaccare
  4. esordire

Verbi che chiudono o completano il discorso

E uno di 12 verbi per personaggi che ne interrompono altri o che concludono ciò che stavano raccontando.

  1. continuare
  2. intervenire
  3. commentare
  4. interrompere
  5. concludere
  6. completare
  7. correggere
  8. terminare
  9. finire
  10. proseguire
  11. aggiungere
  12. riprendere (con significato diverso dal 50)

Verbi di pensiero e assertivi

19 verbi per esprimere i pensieri, le riflessioni, i dubbi del personaggio e le certezze appena avute.

  1. dedurre
  2. convenire
  3. ammettere
  4. concedere
  5. constatare
  6. assentire
  7. arguire
  8. ipotizzare
  9. comprendere
  10. capire
  11. appurare
  12. rendersi conto
  13. osservare
  14. riflettere
  15. ricordare
  16. rammentare
  17. decidere
  18. sostenere
  19. sentenziare

Altri verbi non classificabili

E infine gli ultimi 8 verbi a cui non ho potuto assegnare un gruppo.

  1. fare
  2. uscirsene
  3. pronunciare
  4. proferire
  5. declamare
  6. ammonire
  7. salutare
  8. accogliere

Evitare il verbo che introduce il dialogo

Ci sono casi in cui è bene evitare, se non strettamente necessario, il verbo che esprime il dialogo. Se ci sono soltanto due persone a parlare, è inutile scrivere una sfilza di “disse”, basta soltanto la prima volta per far capire chi ha iniziato la discussione. Poi il lettore può cavarsela da sé. In questo Cormac McCarthy ha parecchio da insegnare.

È utile studiare la struttura dei dialoghi quando leggiamo un romanzo. In molti casi l’autore descrive i pensieri del personaggio, per esempio, o una sua azione contemporanea alla frase che pronuncia e allora il lettore sa chi ha parlato.

«Sta bene». Brion mise la pistola nella fondina e infilò i caricatori in tasca.
Il pianeta dei dannati, Harry Harrison

Il personaggio che ha parlato viene nominato, dunque il “disse” è superfluo.

E suona senz’altro meglio dell’abusata forma:

«Sta bene», disse Brion mettendo la pistola nella fondina e infilandosi i caricatori in tasca.

Vi vengono in mente altri verbi alternativi a “dire” da usare nei dialoghi?

98 Commenti

  1. Marco
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 8:41 Rispondi

    Nabokov diceva che in Anna Karenina Tolstoj usa “disse”, ma nelle traduzioni quasi scompare perché il traduttore odia le ripetizioni. Il che mi fa pensare che il buon Lev Nikolaievic ricorresse spesso a “disse”.

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:13 Rispondi

      Quanto non sopporto gli stravolgimenti dei traduttori!

  2. Tiziana
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 8:51 Rispondi

    Grazie mille😊

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:14 Rispondi

      :)

  3. Ferruccio
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 9:02 Rispondi

    Hemingway (come McCharty) viveva di “disse” per i dialoghi e anch’io, a parte le battute, casi estremi tuttavia, in cui il testo deve suscitare un altro tipo di emozione

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:15 Rispondi

      Devo riprendere qualche romanzo di McCarthy, non mi ricordo che ne usasse molti, ma ricordo che non usava quasi mai un verbo.

    • Valentina
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 20:34 Rispondi

      Ciao Ferruccio, piacere di conoscerti :).
      In quali romanzi di McCarthy hai riscontrato l’utilizzo del verbo “dire” nei dialoghi? Io ritengo che i suoi dialoghi siano geniali, ma non mi sembra ne abusi, come dici tu, anzi, tutt’altro! Però è vero che devo leggere ancora molto (per fortuna, perché lo adoro :D) di lui. Dove troverò questi disse? :)

      • Daniele Imperi
        mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 10:56 Rispondi

        Io li ho trovati, ma neanche a me è sembrato che ne abusasse, anzi.

      • KingLC
        mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 17:45 Rispondi

        Abusare è una parola un po’ grossa, ma di certo il non-uso delle virgolette lo obbliga a usare più volte il disse.

        • Daniele Imperi
          mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 17:48 Rispondi

          Non usare le virgolette, però, non significa necessariamente usare il “disse”. Comunque nel fine settimana controllo nei suoi vari romanzi com’è la situazione.

  4. Grilloz
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 9:02 Rispondi

    Sicuro che non sia, almeno in parte, merito del traduttore? Ad esempio il verbo “fare” (fa lui… fa lei…) io l’ho trovto come traduzione di “say”.
    In ogni caso l’uso di una certa varietà lessicale è cosa buona e giusta, tuttavia per i dialoghi io propendo per il non usare verbi o limitarli al minimo.
    L’autore bravo non ha bisogno di usare un verbo che esprima l’intonazione di voce, ad esempio, perchè la stessa è già espressa dalla battuta. Invito a leggere i dialoghi di maestri come Carver, Salinger o Hemingway ;)

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:16 Rispondi

      Hai ragione, bisogna controllare il testo originale.
      Anche io penso vadano limitati i verbi.

  5. Pades
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 9:07 Rispondi

    Grazie Daniele, un altro post da stampare e tenere sulla scrivania. Mi piacciono i dialoghi alla McCarthy, senza verbi inutili, ma quando servono qui c’è proprio tutto!

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:17 Rispondi

      McCarthy è un maestro per i dialoghi, anche lui dalle battute riesce a rendere l’intonazione della voce.

  6. Fiamma
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 9:29 Rispondi

    Mi aggrego a Pades, non tutti i potenziali lettori hanno letto o leggono McCarthy, e variare il “disse” non può che giovare alla narrazione.

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:19 Rispondi

      Vero, non a tutti piace o interessa McCarthy :)

  7. Andrea Torti
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 9:45 Rispondi

    Non mi pare di aver visto il buon vecchio “chiosare” :)

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:19 Rispondi

      Eh, grazie, sapevo che qualcuno sarebbe sfuggito :)

  8. Ulisse Di Bartolomei
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 10:08 Rispondi

    Buongiorno Daniele.

    Usare vocaboli il meglio possibile descrittivi dell’azione, ne ho fatto una regola ma poi ho dovuto moderarla. La questione sta che se se mi limito ai “disse”, il lettore si concentra facilmente nel dialogo ma se li denoto, inserisco degli “aggiuntivi” micro immaginari e obbligo l’attenzione a ulteriori figurazioni. Per chi è abituato a quella varietà dialettica, non c’è problema, ma per altri può divenire sittanto stancante, da indurre a rinunciare alla lettura. Ho ricevuto spesso lamentele, di cui alcune di tipo commerciale e altre da lettori che avevano rinunciato, in quanto non volevano avere il vocabolario d’appresso. Quella commerciale riguardava il bacino potenziale di gradimento e un esperto mi “disse” che se utilizzavo un “registro” troppo alto, si sarebbe ridotto all’osso… A mio giudizio la questione si potrebbe circoscrivere alle preferenze del lettore a cui si mira e non concerne obbligatoriamente il livello culturale o scolastico, considerato che la lettura non specialistica va a interessare ambiti anzitutto ludici e qui una scrittura troppo articolata può essere un non pregio…

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:21 Rispondi

      Ciao Ulisse, a me quelle critiche non piacciono, perché non si può contestare a un autore di usare un buon lessico e una gran varietà di termini. Certo, se scrivi per bambini, allora per forza devi essere limitato, ma per gli adulti proprio no.

      • Ulisse Di Bartolomei
        martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:47 Rispondi

        L’inghippo però sta che se scegli quel criterio, devi farlo anche in tutte le occasioni dove necessario, come “andare” o “mangiare”, e finisci per utilizzare un lessico troppo astruso alla dialettica discorsiva nella vita quotidiana, costringendo a soffermarvisi ogni qualvolta che lo si incontra. Sarebbero interessanti i riscontri dei pretti lettori. Coloro che scrivono, ovviamente, perseguono una “propria” qualità estetica, che non implica necessariamente che sia gradita dal lettore. Comunque e un argomento che andrebbe approfondito.

        • Daniele Imperi
          martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:51 Rispondi

          Sì, su quello hai ragione. Resta sempre agire in modo da non appesantire la lettura.

  9. Roberto
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 10:14 Rispondi

    Ottimo vademecum da tener presente:-)

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:21 Rispondi

      Me lo tengo a portata di mano anch’io, come fai a ricordarli tutti? :)

  10. Chiara
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 10:18 Rispondi

    I verbi che hai citato sono utilissimi. Stampo questo post e lo appendo al muro! :-D
    Unico accorgimento: usarli a proposito. Sul saggio “come non scrivere un romanzo”, l’autore riportava un dialogo esilarante in cui l’autore cercava di evitare il verbo “dire”, sottolineando che a volte è meglio ripetere un verbo a cui il lettore è talmente abituato da non farci più caso che non arrampicarsi sugli specchi con termini fuori contesto…

    • Luisa
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 12:28 Rispondi

      Ciao Chiara, penso che farò la stessa cosa, stamparlo e metterlo a portata di penna :-) , d’accordo anche su usarli a proposito

      • Daniele Imperi
        martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:23 Rispondi

        Qui sotto trovi un altro bell’elenco da aggiungere al mio ;)

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:22 Rispondi

      Ah, sicuramente vanno usati con coscienza, altrimenti sembra solo che vuoi fare la figura dell’autore colto :)

  11. Alberto Lazzara
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 10:20 Rispondi

    Ne aggiungo alcuni :)

    Formulare
    Recitare
    Enunciare
    Sbottare
    Prorompere
    Erompere
    Tuonare
    Guaire
    Vociare
    Gemere
    Mugolare
    Esalare
    Rantolare
    Sbraitare
    Gracidare
    Rincarare
    Snocciolare
    Sciorinare
    Mugugnare
    Cincischiare

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:24 Rispondi

      20 nuovi verbi? Con quello di Andrea l’elenco arriva a 165 alternative al verbo dire!
      Grazie per quest’aggiunta :)

      • Alberto Lazzara
        martedì, 26 Luglio 2016 alle 15:10 Rispondi

        Grazie a te :)

      • Karl
        sabato, 11 Febbraio 2017 alle 15:35 Rispondi

        Mentire.
        Bofonchiare.
        Tuonare.
        Squittire.
        Intimare.
        Brontolare.
        Sogghignare.
        Echeggiare.
        Urlare con veemenza, strascicare con voce melliflua, eccetera… L’ho imparato dai libri di Harry Potter. Ci sono bellissimi verbi oltre “disse” ;)

        • Daniele Imperi
          lunedì, 13 Febbraio 2017 alle 8:26 Rispondi

          Grazie Karl, gli ultimi 6 non li avevo inseriti.

  12. lucrezia
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 11:33 Rispondi

    Grazie Daniele, un aiuto prezioso da stampare.
    Lucrezia

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:24 Rispondi

      Ciao Lucrezia, mi fa piacere, e benvenuta nel blog :)

  13. Giuseppe Patti
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 11:38 Rispondi

    Ottima dritta, anche se a mio parere (posso anche sbagliarmi) conta molto il punto di vista e la tipologia del narratore. Capita in particolare nelle storie Pirandelliane o Verghiane che i dialoghi non vengano nemmeno guidati dal narratore, creando un dinamismo e un realismo ancora più concreto, dove il lettore si immerge direttamente nella vicenda senza un “Virgilio”. Pertanto conta molto il contesto e le tecniche narrative adottate per la propria storia, altrimenti questi verbi alternativi non arricchiscono il proprio lavoro, bensì lo appesantiscono.
    Ciò non toglie che questo sia un vedemecum utilissimo che userò anch’io.

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:25 Rispondi

      Grazie. Sì, hai ragione, certi autori sanno come far capire un dialogo al lettore. Devo rivedere qualcosa di Pirandello e Verga, allora.

  14. Bonaventura Di Bello
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 11:38 Rispondi

    Ottimo articolo (come sempre, del resto… ci vizi!) e soprattutto splendido elenco di varianti organizzato in maniera egregia, ne farò tesoro senz’altro (l’articolo è già finito nel taccuino “Scrittura” di Evernote). Approfitto per ringraziare Alberto Lazzara per l’addendum, stavo per suggerire alcuni di quei verbi ma mi sono accorto che li aveva già inclusi nel suo elenco.

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:42 Rispondi

      Grazie. L’addendum di Alberto è stato notevole. Ieri ho trovato anche “ciangottare”, ma quando ti potrà capitare di usarlo? :D

    • Alberto Lazzara
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 15:39 Rispondi

      Grazie, Bonaventura :)

  15. Luisa
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 12:19 Rispondi

    Vedo il post molto interessante, bisogna che stasera lo studio bene :-)

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 13:43 Rispondi

      Vuoi imparare tutto a memoria? :)

      • Ulisse Di Bartolomei
        martedì, 26 Luglio 2016 alle 14:00 Rispondi

        Volevo segnalare che nel thesaurus di Word 2003 li si trovano tutti… (i word successivi li ho installati e rimossi, poiché non li trovati intuitivi…)

  16. Salvatore
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 15:16 Rispondi

    Nella lingua italiana, ad esempio, è d’abitudine adoperare “cominciare” nel ruolo di verbo e “iniziare” in quello di sostantivo. Le lingue hanno delle cristallizzazioni che, per essere dei bravi scrittori, bisogna conoscere. ;)

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 15:20 Rispondi

      “Cominciare” nel ruolo di verbo e “iniziare” in quello di sostantivo? Non ho capito che intendi.

  17. emilia
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 16:12 Rispondi

    Ottima guida per chi detesta lo strafritto. Ultimamente ho riletto Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg e in una pagina l’autrice ha ripetuto per ben dieci volte il verbo: diceva, riferito a sua madre. Ho interpretato questa sua ossessiva ripetizione non come povertà o negligenza lessicale, bensì come una precisa volontà stilistica di accentuare e trasmettere al lettore la noia di sentirsi sempre ripetere le stesse cose.

    • Daniele Imperi
      martedì, 26 Luglio 2016 alle 16:26 Rispondi

      Grazie. In alcuni casi, come dici, può essere intenzione dell’autore, basta però che davvero non suoni male.

  18. Lisa Agosti
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 18:58 Rispondi

    Grazie per questo post, come dice Chiara è da stampare e appendere al muro!
    Davvero utilissimo.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 10:55 Rispondi

      Non fai prima a impararlo a memoria? :D

  19. Gabriele Mercati Editore
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 21:04 Rispondi

    Grazie Daniele, per non essere monotono mi ero fatto una mia piccola lista, ma questa è eccezionale, complimenti vivissimi e come “suggerisce” Lisa ho già provveduto a stamparla…
    Un cordiale saluto a tutti.
    Gabriele Mercati

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 10:56 Rispondi

      Io non avevo mai pensato a fare una lista, ma ero sempre in difficoltà per variare il “dire”.

  20. Giuseppe
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 22:41 Rispondi

    Puntualizzazione assai utile. Grazie Daniele, come sempre.

  21. Stefano Orsi
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 22:44 Rispondi

    Articolo molto interessante, anche io non amo le.ripetizioni e una serie di valide alternative a “disse” è altamente apprezzabile.
    Credo che um bravo scrittore debba trasmettere emozioni e alle volte ciò sia possibile anche con un uso intensivo di verbi o vocaboli particolari. Ritengo che um autore dotato di un lessico limitato si riconosca sin dalle prime battute.

    Immagino um dialogo tra bambini in una scuola materna. Probabilmente sarebbe accettato anche un ripetizione inopportuna e poco elegante di verbi comunemente usati. Insomma forse bisogna considerare anche il contesto e la caratterizzazione dei personaggi.

    P.s
    Ho scopetto solo ora questo blog e nom posso e fare a meno di complimentarmi con il ‘padrone di casa” e tutti gli ospiti. Cercherò di apprendere e assorbire tutti i consigli.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 10:59 Rispondi

      Ciao Stefano, benvenuto nel blog. Concordo con il discorso sul contesto, specialmente quando si tratta di far parlare i bambini, che devono avere un vocabolario limitato.

  22. Luisa
    martedì, 26 Luglio 2016 alle 23:02 Rispondi

    Verbi che esprimono contentezza 6
    Verbi che esprimono IRA 18
    Non comment

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 10:57 Rispondi

      3 a 1 per l’ira! La gente ama stare sempre su di giri :D

  23. nuccio
    mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 15:35 Rispondi

    I verbi generici come dire mangiare e fare sono sempre da evitare. Ottimi gli elenchi. Occorre scegliere con intelligenza.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 15:42 Rispondi

      Perché da evitare? Magari non abusarne, ma non si possono evitare, poiché esistono.

      • nuccio
        mercoledì, 27 Luglio 2016 alle 23:11 Rispondi

        Tolgono sempre freschezza. È da pigri usarli.

  24. Francesca
    venerdì, 29 Luglio 2016 alle 9:54 Rispondi

    Grazie per questa lista! La stampo e la regalo ai miei figli studenti, sarà utilissima!
    Complimenti per il tuo sito, è ricco di informazioni. Mi sto cimentando con la creazione di un ebook ed ho scaricato le tue guide sul tema, grazie!

    • Daniele Imperi
      venerdì, 29 Luglio 2016 alle 10:07 Rispondi

      Ciao Francesca, grazie e benvenuta nel blog. Auguri per il tuo ebook :)

  25. Elena
    sabato, 30 Luglio 2016 alle 19:07 Rispondi

    Articolo assolutamente utile! E non solo per la sfilza di verbi
    Grazie per la suggestione finale. Cavolo come cambia la frase! Io che con i dialoghi non sono gran che (chiedete al mio editor) farò tesoro di queste dritte….

  26. Daniele Imperi
    lunedì, 1 Agosto 2016 alle 8:09 Rispondi

    La frase cambia molto, infatti, quindi per me bisogna sempre scriverne due e vedere quale funziona meglio.

  27. Simona C.
    lunedì, 1 Agosto 2016 alle 14:08 Rispondi

    Ogni volta che posso evito di aggiungere il verbo alla battuta perché ho sempre l’impressione che riporti il lettore fuori dal dialogo, nella dimensione descrittiva che lo precede e lo segue, mentre preferisco rimanga all’interno della “azione parlata” dei personaggi.
    È vero che il verbo giusto suggerisce il tono di una frase, lo stato d’animo con cui è pronunciata e tante alter cose, ma spesso se ne abusa per l’insicurezza di non aver chiarito il contesto del dialogo.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 1 Agosto 2016 alle 14:22 Rispondi

      Sono d’accordo. Anche per me il verbo dovrebbe servire solo per far capire il tono della frase.

    • Chiara Mazza
      mercoledì, 3 Agosto 2016 alle 10:10 Rispondi

      Sono molto d’accordo sul fatto che si abusi spesso di questi verbi per via dell’insicurezza di non aver ben descritto il setting o contesto del dialogo. Ma appunto, è giusto un’insicurezza, perché il lettore in genere può metterci del suo.
      Sono anche d’accordo sul fatto che troppa varietà, con verbi pomposi, rischia di dare l’impressione che l’autore voglia farsi colto piuttosto che fornire un vero arricchimento del testo.
      Aggiungerei anche che molto dipende dalla storia: se scrivi una storia sul filo della suspence e con un certo ritmo forse è meglio evitare qualunque verbo e al limite ripeterne spesso uno, sennò a farsi fottere il ritmo. Se scrivi un romanzo psicologico forse è meglio pensare il verbo giusto per ogni contesto…

      • Daniele Imperi
        mercoledì, 3 Agosto 2016 alle 10:34 Rispondi

        Sì, anche per me se vuoi ottenere un certo ritmo, allora devi farne a meno o comunque limitarne l’uso.

  28. Barbara
    martedì, 2 Agosto 2016 alle 15:05 Rispondi

    Non è che mi spaventa la lista…mi spaventa chi legge segnandosi tutti i verbi! :D
    Quando leggo, entro troppo nella storia per notare se ci sono ripetizioni di “disse”. In alcuni dialogo, se la tensione è alta, i verbi li salti a piedi pari, sono quelle parole che il cervello registra ma sorvola, soffermandosi sull’azione vera.
    Più facile invece che noti l’affettazione di usare verbi pomposi, che stilisticamente suonano meno banali di un “disse” ma che rovinano la musicalità della pagina.

    • Daniele Imperi
      martedì, 2 Agosto 2016 alle 15:23 Rispondi

      Ahah, io ho iniziato a segnarmeli quando ho visto quella gran varietà :D
      Io invece noto subito le ripetizioni.

  29. Roberta FI Visone
    sabato, 6 Agosto 2016 alle 12:54 Rispondi

    Grazie! Userò questa ricca varietà di verbi in quello che sarà il mio futuro romanzo <3

    • Daniele Imperi
      lunedì, 8 Agosto 2016 alle 7:56 Rispondi

      Bene, buon lavoro :)

  30. Ikuyo
    domenica, 7 Agosto 2016 alle 19:33 Rispondi

    Ottimo post, molto utile, lo utilizzerò senz’altro per non rendere troppo monotoni i miei dialoghi; mi vengono in mente ancora dei sinonimi:
    Vantarsi
    Lusingare
    Pavoneggiarsi
    Supporre
    Sbiascicare
    Mettere in guardia
    Sparlare
    Elencare
    Mentire
    Insieme a “fare” è il verbo con più sinonimi.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 8 Agosto 2016 alle 7:56 Rispondi

      Ciao Irene, grazie per l’elenco e benvenuta nel blog :)

  31. PamiOfCosmos
    giovedì, 18 Agosto 2016 alle 23:05 Rispondi

    Grazie mille! Io devo imparare ancora molto riguardo alla scrittura, ma un articolo del genere sarebbe da tenere impresso nella mente. Una guida geniale per gli scrittori in erba. Complimenti!

  32. Homobruno
    venerdì, 19 Agosto 2016 alle 17:12 Rispondi

    Grazie con cuore

  33. Andrea Venturo
    sabato, 20 Agosto 2016 alle 7:39 Rispondi

    Spassoso e utile, anzi utilissimo articolo sull’uso di un verbo altrimenti troppo utilizzato.

    Aggiungerei alla lista
    Rampognare (di solito aspro) e Sagramentare (se il bestemmiare è troppo scontato).

    • Daniele Imperi
      domenica, 21 Agosto 2016 alle 17:25 Rispondi

      Grazie per questi due ennesimi verbi :)

  34. Alessandro
    domenica, 25 Settembre 2016 alle 19:15 Rispondi

    Chiedo scusa per il fatto di commentare il post con due mesi di ritardo, ma per svariati motivi sono rimasto indietro nella lettura degli articoli e piano piano mi sto rimettendo in pari.
    Detto questo, post molto interessante, a mio parere uno dei più utili letti qua. Elenco ben fatto ed esauriente, da tenere sempre a portata di mano per qualunque scrittore, in erba e non. Ma molto più importante ancora, secondo me, è la divisione dei verbi in categorie che permette in poco tempo e con assoluta facilità di individuare il verbo più adatto al contesto.
    Complimenti e grazie!

  35. Andrew Next
    giovedì, 19 Gennaio 2017 alle 16:14 Rispondi

    Questa pagina la segnalo a tutti quelli che abusano del verbo “dire”, sappilo. Se vedi un impennata del traffico da queste parti: sono stato io.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Gennaio 2017 alle 17:49 Rispondi

      Grazie mille :D

  36. Francesco Zampa
    giovedì, 9 Marzo 2017 alle 14:30 Rispondi

    Grazie al “plagio” denunciato ho potuto leggere anch’io questo post. Non tutto il male viene per nuocere. Io preferisco di gran lunga il disse, in linea di massima, perché il dialogo deve esprimere in sé cosa sta succedendo.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 9 Marzo 2017 alle 14:48 Rispondi

      Be’, abusare di varianti non è bene, di certo. Secondo me vanno scelte quando non si capisce subito il tono del dialogo.

  37. Ha Joso
    lunedì, 18 Settembre 2017 alle 15:40 Rispondi

    Ciao, sono nuovo. Mi piace molto il tuo blog perchè mi sta fornendo moltissime informazioni interessanti per migliorare il mio racconto. Lo utilizzerò ogni qualvolta sarò davanti ad un dialogo.
    Grazie

    • Daniele Imperi
      lunedì, 18 Settembre 2017 alle 16:42 Rispondi

      Grazie Giovanni e benvenuto nel blog.

  38. Francesco Nati
    mercoledì, 3 Luglio 2019 alle 15:32 Rispondi

    Sono il figlio di Maurizio Nati, il traduttore de “La penultima verità” (e di moltissimi altri romanzi di Dick), purtroppo scomparso pochi mesi fa.
    Una volta segnalai questo post a mio padre e lui mi rispose che “Dick non brilla per la qualità della sua prosa (almeno per buona parte della sua carriera di scrittore), che anzi in genere è piuttosto sciatta”. Dunque possiamo essere abbastanza sicuri che la varietà lessicale sopra mostrata sia opera del traduttore più che dello scrittore. Ora, che ciò sia una cosa positiva o negativa io lo lascio decidere al lettore, sicuramente mio padre sapeva scrivere bene e curava molto la forma in italiano. In fondo uno dei tabù nella nostra lingua è proprio la ripetizione e una serie infinita di “disse” potrebbe risultare monotona, stancante.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 3 Luglio 2019 alle 16:00 Rispondi

      Salve Francesco, benvenuto nel blog. Non avevo letto della scomparsa di suo padre, mi dispiace. Ho letto poco tempo fa “La penultima verità”, diciamo anzi che periodicamente mi leggo un romanzo di Dick.
      Forse la forza di Dick stava più nella sua immaginazione e nei temi che trattava. Bisognerebbe vedere l’originale, se riporta variazioni al “said”. Comunque in alcune lingue le ripetizioni sono accettate. Ricordo a una lezione di norvegese che la nostra insegnante, dopo che le avevamo fatto notare una ripetizione in una frase, disse: “Se bisogna usare quella parola, si usa. Non importa che è ripetuta”.

      • Francesco Nati
        mercoledì, 3 Luglio 2019 alle 16:04 Rispondi

        Confermo che in molte lingue la ripetizione non è un tabù. Io parlo fluentemente il cinese e ripetere lo stesso identico termine anche cinque volte nello stesso paragrafo per loro non è un problema :)

        • Daniele Imperi
          mercoledì, 3 Luglio 2019 alle 16:13 Rispondi

          Me ne sono accorto leggendo alcuni classici cinesi ultimamente, anche se in italiano. Diciamo anzi che ho avuto questa impressione.

          • Francesco Nati
            mercoledì, 3 Luglio 2019 alle 16:36 Rispondi

            In parte è voluto per mantenere un po’ il “gusto” e il ritmo dell’originale, in parte è inevitabile perché non ci possono essere sinonimi per tutte le parole (soprattutto quelle molto specifiche come ad es. “aquilone”), a meno di non ricorrere a fastidiosi giri di parole.

  39. Flavia
    sabato, 1 Febbraio 2020 alle 10:23 Rispondi

    Suggerisco di aggiungere “rombare”.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 3 Febbraio 2020 alle 8:13 Rispondi

      In qualche caso ci può stare.

  40. Marco
    sabato, 8 Febbraio 2020 alle 11:03 Rispondi

    Parto da un presupposto: che adoro scrivere come adoro fare poche cose al mondo e quindi giro nel web, nella speranza di trovare qualcosa di curioso e al tempo stesso formativo. Questo argomento mi ha incuriosito molto perché di estrema attualità. Ritengo basilare scrivere bene e farlo in maniera chiara, ortodossa dal punto di vista grammaticale, senza omettere ricchezza di verbi, sostantivi…
    Ho preso appunti e il tema mi ha decisamente incuriosito dal momento che sono alle prese con racconti, romanzi, poesie che ho scritto in una vita di passioni e che sto cercando di far conoscere ma soprattutto sto cercando di incanalare le mie energie e fantasie di scrittore con l’aiuto di professionisti molto validi.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 10 Febbraio 2020 alle 8:32 Rispondi

      Ciao Marco, benvenuto nel blog.
      Anche se senza esagerare, ci deve essere appunto ricchezza di parole, soprattutto per evitare continue ripetizioni.

  41. Simone
    mercoledì, 25 Marzo 2020 alle 13:15 Rispondi

    Trovando questo blog mi sono posto una sola domanda: Perchè non ti ho trovato prima?

    Gran bel lavoro.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 25 Marzo 2020 alle 14:59 Rispondi

      Ciao Simone, grazie e benvenuto nel blog.

  42. Valentina
    martedì, 28 Febbraio 2023 alle 12:06 Rispondi

    Impagabile elenco.
    Grazie mille!!
    Aggiungo due verdi che mi par di non aver letto: chiosare e chiocciare.

    • Daniele Imperi
      martedì, 28 Febbraio 2023 alle 12:26 Rispondi

      Ciao Valentina, benvenuta nel blog. Chiosare l’hanno suggerito, ma chiocciare non c’è, grazie.

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