Questa è una frase che si legge e sente spesso. Lo scrittore è visto come un professionista della penna, un esperto della comunicazione, un mago delle parole. Se scrivi, allora devi saper scrivere tutto, perché hai qualcosa che gli altri non hanno: la capacità di mettere insieme parole e frasi e creare un’opera dal nulla.
Sappiamo tutti che non si scrive un libro o un racconto dal nulla, ma questo è un altro discorso. Per chi non scrive conta soltanto che tu hai prodotto un’opera scritta là dove prima non c’era assolutamente niente.
Se devo essere sincero, a me la frase “uno scrittore deve saper scrivere tutto” non è mai andata a genio, forse proprio perché non credo di saper scrivere tutto. Ma è anche vero che sono abbastanza fuori di testa per mettermi in gioco e tentare l’impossibile.
Ecco perché ho voluto scrivere questo post: prima di tutto per arrivare a una soluzione sull’amletico dilemma (uno scrittore deve saper scrivere tutto?) e poi per lanciare qualche bella sfida. Ma andiamo con ordine.
La scrittura come arte
Se accettiamo questo concetto – e non v’è motivo per non farlo – l’arte scrittura è qualcosa di strettamente personale, come tutte le arti. Ogni scrittore fa arte a modo suo, produce le sue opere e non altre.
Se andiamo a rovistare fra i grandi delle varie arti, come Verdi, Mozart, Elvis Presley, i REM, Jacovitti, Caravaggio, Frank Sinatra, Michelangelo, Leonardo, Francesco Borromini, Le Corbusier, Gaudí e tanti altri, che cosa notiamo? Che ognuno ha gestito la sua arte in modo personale, rivolgendosi a una nicchia più o meno estesa.
Per quale motivo questo non dovrebbe valere per la scrittura? È forse un’arte meno eccelsa delle altre? Scrivere romanzi è fare arte di serie B?
Molti non guardano di buon occhio la scrittura creativa come macchina per produrre commercio, eppure gli stessi acquistano CD e DVD, vanno a teatro, al cinema, ai concerti, alle mostre di pittura, scultura e fotografia, spendono soldi per opere artistiche.
La scrittura come passione
Io scrivo principalmente per passione. Se poi con la scrittura riesco anche a guadagnare – e succede – allora tanto meglio. Se dovessi guadagnare scrivendo romanzi, allora sarebbe il massimo. Ma scrivere è soprattutto passione, come è passione cantare, recitare, fotografare, girare un film.
Chi scrive per passione non può – né deve – scrivere tutto, ma solo ciò che lo appassiona, altrimenti che passione sarebbe?
Ricordo quando disegnavo vignette con più frequenza di oggi. C’era sempre qualcuno fra le conoscenze che voleva farmi disegnare tutt’altro, tipo ritratti. Io non sono un ritrattista, al massimo posso disegnarti un Lupo Alberto, una Sturmtruppen o un Coccobill o qualche personaggio mio, ma non so disegnarti Tex, Dylan Dog o Diabolik, figuriamoci una persona reale.
Quel genere di disegni non mi ha mai appassionato, quindi non ho mai imparato a disegnare personaggi realistici.
Le competenze dello scrittore
Come disegnatore le mie competenze sono limitate alle vignette umoristiche, come musicista a suonare il campanello, come scrittore ai generi che mi piace leggere. Non amo scrivere solo di un genere narrativo, mi sono divertito, almeno in “piccolo”, a provarne diversi e proverò ancora. Ma apprezzo anche la scrittura di saggi e manuali, e ovviamente anche la scrittura per il web.
Forse la passione di uno scrittore determina le sue competenze, forse è così anche nelle altre forme d’arte, non saprei. So di certo che alla fine non sono giunto a una risposta che mi soddisfi, quindi rigiro la domanda a voi.
Uno scrittore deve saper scrivere tutto?
Che cosa sapete rispondere?
Ah, dimenticavo la sfida. Prendete un blogger scrittore e chiedetegli di scrivere qualcosa che è completamente al di fuori delle sue passioni e competenze. La sfida si chiama: metti in difficoltà uno scrittore.
È un buon modo per capire se davvero uno scrittore deve saper scrivere tutto, non trovate?
Michele Scarparo
È un tema interessante, sul quale stavo giusto parlando ieri con helgaldo e che forse sfocierà in un post, prima o poi. Sì, io penso che uno scrittore debba saper scrivere di tutto. Per un motivo semplice: facendolo aumentano gli strumenti con i quali può scrivere ciò che vuole, come si vuole. Se io volessi fare il pittore, non raggiungerei mai una grande tecnica facendo solo nature morte con gli acquerelli; per quanto potesse non piacermi, dovrei spaziare sia nei soggetti che negli strumenti. per avere una “cassetta degli attrezzi” più fornita possibile, il giorno che vorrò dipingere il mio “capolavoro”.
Se poi volessi pagarci anche le bollette, con la scrittura, allora non ci piove: chi ci dice che Michelangelo non preferisse scolpire donne nude invece della Cappella Sistina e Shakespeare scrivere barzellette invece dell’Amleto? Tutti i Maestri hanno lavorato su committenza: la differenza (l’arte!) non è stata in quello che hanno dipinto ho scritto, ma in come l’hanno fatto.
Michele Scarparo
ovviamente: dipinto O scritto
Daniele Imperi
Tu mi parli di Michelangelo e di Shakespeare, ma quelli erano geni, gente che non è più nata. Io penso che uno scrittore dia il suo meglio scrivendo ciò che ama scrivere. Io non sopporto i fumetti Manga, per esempio, e non riuscirei mai a disegnarli, neanche per lavoro. Anzi, sarei disonesto se accettassi per lavoro di disegnare Manga, perché consegnerei una schifezza. Stesso discorso per la scrittura.
LiveALive
La scrittura è arte? Mah, prima bisogna definire in modo univoco la parola arte, e ciò è impossibile visto che ormai ognuno la applica a quello che vuole creando un mare di contraddizioni. Ma in effetti uno “zoccolo duro” che accomuna gli oggetti artistici potrebbe essere l’unicum.
La scrittura è arte di serie b? Be’, Platone considerava la poesia la regina delle arti (almeno nelle varianti che accetta), ma poi in effetti, e in particolare la prosa, diventa arte di serie b, lasciando il trono alla musica (vedi Hoffman, ma in un certo senso pure Leopardi), alla scultura (vedi Michelangelo), eccetera. Poi certo, ognuno ha le sue idee: Ferrucci evidenzia bene come un tempo anche lui credesse che poesia e teatro fossero regine e la prosa robetta, ma pure come ora fosse il tempo della narrazione in prosa.
Lo scrittore non deve saper scrivere tutto, assolutamente. È chiaro che nessuno è così abile da essere ugualmente competente in tutto, non solo passando da un tipo di testo all’altro (un saggio, un romanzo, una poesia, un testo teatrale, saranno anche sempre scrittura, ma son proprio arti diverse), ma anche solo cambiando genere (uno può riuscite nel giallo e non nel fantascientifico, così come uno può riuscire nel dramma e non nella commedia, o nel sonetto e non nel poema).
Bene, io scelgo il blogger Daniele Imperi. Se non ricordo male, tu non scriveresti mai roba erotica, politica e medica, vero? Bene: voglio che mi scriva un thriller politico ambientato nel mondo della medicina con forti venature erotiche. Per esempio: la nota parlamentare *** per far approvare i tagli alla sanità senza inimicarsi la classe medica decide di girare di sala operatoria in sala operatoria per rendersi piacevole con molti chirurghi.
LiveALive
(sto scherzando sul racconto eh XD)
Daniele Imperi
Certo che è arte. Che sia di serie B o meno, questo dipende dalle persone. Ognuno giudica a modo suo.
È un fatto di competenze, rispondendo a quanto dici più avanti: ogni scrittore ha le sue.
Meglio non scriva quel racconto o rischio una denuncia
Giuse Oliva
Volevo proporti u racconto erotico… a quanto ricordo non erano nelle tue corde
robadaself
non hai detto cosa intendi per “scrivere tutto”. tutti i generi? dal romanzo d’amore al libro per bambini al giallo? o tutto nel senso: romanzi, saggi, email, liste della spesa, slogan pubblicitari, comunicati stampa, circolari scolastiche, post per blog…
Daniele Imperi
Sì, intendevo tutti i generi letterari. Slogan e simili sono competenze del copywriter. Uno scrittore non deve essere anche un copywriter.
Per quanto riguarda il blog, rispondo di sì: oggi serve essere anche blogger.
Banshee Miller
Uno scrive per passione, come dici tu, scrive quello che gli piace e cerca di scriverlo al meglio delle sue possibilità. Non deve guardare generi o categorie, semplicemente quello che in quel momento gli pare buono per lui, che lo attira, lo intriga. A volte, nel fare questo, uno può venir toccato da qualcosa di speciale, e quello che ha fatto diventa arte, a volte invece no, e quello che ha fatto diventa una cosa scritta, magari bene, ma senza quel tocco magico. Credo sia così per i grandi artisti, ma anche per noi, nel nostro piccolo.
Daniele Imperi
Esattamente: io scrivo ciò che mi intriga in quel momento, altrimenti non riesco a mettere due parole una di seguito all’altra.
Martin Rua
Secondo me bisogna tenere in considerazione entrai gli aspetti, la passione e il portafogli. Cioè è ovvio che il tuo impulso è di scrivere di ciò che ti piace (magari in questo modo la tua produzione è anche di migliore qualità), ma se hai un editore che ti dà anche da mangiare (Daniele ne accennava) devi accettare anche di scrivere di altro. Ovvio che poi l’editore deve avere l’intelligenza di non farti scrivere di cucina se sei un thrillerista!
Vivere di arte, purtroppo, costringe anche a compromessi.
Daniele Imperi
Non ho editori che mi danno da mangiare
Parlavo di scrittura di articoli e testi vari.
Vivere di arte, secondo me, è appannaggio di pochissimi eletti.
Ferruccio
sono d’accordo con te. Per quanto riguarda la narrativa scrivo solo basandomi su cose che conosco. Ricordo che una volta sono rimasto molto infastidito quando un mio racconto che parlava di Spagna e corrida era stato criticamente banalizzato da persone che non conoscevano per nulla la Spgna e la corrida. So di essere a volte infodomposo, ma anche se si scrive una storia di fiction ci vuole un basamento di conoscenze, di conseguenza il mio campo d’azione è molto limitato.
Più genericamente ho rifiutato lavori di scrittura perché non sapevo nulla di quello che dovevo scivere
Daniele Imperi
Mi ricordo il tuo racconto sulla corrida. Non ricordo dove l’ho letto però.
Il problema di certe critiche è che molti pensano di conoscere tutto per sentito dire o per informazioni errate che hanno.
Ferruccio
Skannatoio di La tela nera
Salvatore
Un disegnatore deve saper disegnare di tutto? Può darsi… ma disegnerà meglio solo quello che lo appassiona veramente, quello che disegna lui. Uno scrittore deve saper scrivere di tutto? Certo, deve e può scrivere di tutto, ma poi scrive meglio quello che è più nelle sue corde. Io, ad esempio, la poesia non la concepisco. Non saprei neanche da dove cominciare e non mi piace. Se mi pagassero per scriverne una? Be’, c****, levatevi! Vi tiro fuori un poema che manco la Divina Commedia…
Salvatore
Dimenticavo: visto che sa essere particolarmente prolissa, pur riuscendole molto bene, sfido Chiara a scrivere un racconto brevissimo, massimo 1000 caratteri, ma compiuto.
Daniele Imperi
Nel disegno credo sia più difficile saper disegnare tutto. La scrittura, in questo caso, è più semplice come arte, secondo me.
Io non saprei scrivere di drammi esistenziali, per esempio, o romanzi introspettivi. Non saprei davvero da dove iniziare.
Chiara
Accetto la sfida!!! Ho anche già alcune idee.
A mia volta sfido il truce Salvatore a scrivere un racconto sentimentale di almeno 2000 parole.
Quanto alla domanda di Daniele ha già risposto lui : non so scrivere racconti brevi.
Salvatore
Oh caspiterina (mi trattengo perché Daniele non ama le parolacce)! Oh perdincibacco! Oh cacchiarola! Povero me… Davvero un sentimentale? Da 2000 parole? O.O
La vedo dura…
Chiara
Anche io vedo dura scrivere un racconto in 1000 caratteri. Inizialmente avevo capito 1000 parole e mi sembrava già troppo così. Ma lo farò.
Salvatore
Mille parole son bravi tutti…
Roberto Mariotti
Messa così la frase suona come una sentenza, “lo scrittore DEVE…”, e le sentenze vanno bene per i magistrati non per gli artisti.
Allora mettiamola giù più liquida, in modo che si adatti meglio al recipiente (la realtà).
Uno scrittore normalmente scrive di ciò che lo appassiona, di ciò che gli trasmette emozioni, di ciò che accende la sua voglia di raccontare.
Tuttavia lo scrittore fa bene ad allargare il suo campo d’azione, a cercare nuovi spazi, a sperimentare, come generi, come argomenti, come stili.
Lo fa perché esplorare, mettersi in gioco, magari anche rischiare brutte figure, serve per crescere e migliorare.
Poi può succedere che quando ritorna a scrivere delle cose che gli piacciono si scopre più bravo di prima…
Daniele Imperi
Ciao Roberto e benvenuto.
La frase del titolo voleva essere proprio una sentenza, per andare contro chi sostiene quel pensiero.
La scrittura per me è fatta appunto di passione e emozioni, che non provo con tutti i generi e le tipologie di storie.
Sulla sperimentazione di stili e generi vari siamo d’accordo.
Tenar
Immagino che in un’accademia d’arte un giovane artista impari varie tecniche, si cimenti con diversi soggetti e poi, crescendo trovi la sua strada, preferisca la pittura di questo o quel soggetto piuttosto che, mettiamo, la scultura.
Per uno scrittore dovrebbe essere più o meno la stessa cosa, dovrebbe padroneggiare varie tecniche, conoscere i rudimenti di vari generi, esserci cimentato con degli esercizi per capire cosa lo appassiona di più.
Secondo me un buon autore di narrativa dovrebbe essere in grado si padroneggiare più o meno tutti i generi non narrativi ed essere in grado, previa documentazione, se il caso, di gestirli.
Poi è ovvio che la narrativa è la parte artistica della scrittura e qui l’autore, dopo che si è formato in modo eclettico, dovrebbe scrivere ciò che sente più suo.
Non dimentichiamoci, però, che Michelangelo si considerava scultore, dipingeva di fatto solo se obbligato e ci ha regalato la Cappella Sistina. A volte un imput esterno che ci spinge oltre quelli che pensiamo siano i nostri limiti può farci solo bene.
Daniele Imperi
E a un’accademia della scrittura cosa si imparerebbe?
Non basta conoscere i rudimenti della fantascienza e del giallo per scrivere buona fantascienza e ottimi gialli.
Cosa intendi per generi non narrativi? Manuali e saggi?
Speriamo allora di trovare un input esterno come quello avuto da Michelangelo
Tenar
Sì, per non narrativa intendo tutto il resto, saggi, articoli (nelle loro varie tipologie)…
Per la narrativa è chiaro che conoscere i rudimenti della fantascienza non mi rende una buona scrittrice di fantascienza, ma mi dà almeno la consapevolezza che la fantascienza non fa per me e il giallo invece sì. Se non provavo entrambi i generi come facevo a scoprirlo?
Daniele Imperi
Sulla scrittura di manuali, saggi e articoli sono d’accordo, in fondo ti può capitare, se hai una certa esperienza, di voler scrivere qualcosa del genere.
Sam.B
A me chiedono sempre di scrivere biglietti di auguri particolari o indovinelli per cacce al tesoro ^^ E fin qui ci siamo. Ma qualcuno mi ha chiesto anche di scrivere un testo per promuovere il proprio ristorante… e lì ho rifiutato.
Io non so scrivere di tutto di più e nemmeno mi interessa (imparare a) farlo quindi, e so di essere di parte :), dico che no, uno scrittore non deve saper scrivere la qualunque. A cosa servirebbe, poi? Non considero un valore aggiunto saper scrivere un romanzo erotico – quando l’erotico non è il tuo genere – se per arrivare alla parola fine ti sei imposto la scrittura come un dovere, tanto che mettere il punto definitivo è stato più il sollievo da una scocciatura immane che una bella soddisfazione.
Sono assolutamente favorevole al tentare la scrittura di qualunque cosa – dalle sciarade alle brochure al romanzo weird fino alla bizarro fiction, purché ci sia dell’interesse sincero. Altrimenti “no, grazie. Comunque no, grazie”.
Daniele Imperi
Non parlarmi di biglietti d’auguri, ché per oltre 20 anni ho dovuto scrivere tutti quelli dei parenti a Natale… Adesso ho un rifiuto totale, del Natale anche, e mi limito a un banale “Buone feste” o “Buon Natale”. Non mi viene niente di meglio.
Anche io sono di parte per molte cose, per esempio non scriverei mai qualcosa per un cliente se andasse contro le mie idee. Per me l’etica personale viene prima di quella professionale. È anche una questione di coerenza.
D’accordo sul provare altro solo se ci si sente spinti: uno vuole mettersi in gioco, come sfida, e valutare se può andare oltre la sua sfera di azione.
Elena
Uno scrittore non deve saper scrivere di tutto, almeno nella narrativa.
Sapere implica il fatto di avere una profonda conoscenza di un determinato argomento o genere.
I tuttologi non mi hanno mai convinto e penso che sia meglio scrivere di ciò che si conosce e ci appassiona.
Certo, è interessante fare degli esercizi di scrittura e cimentarsi in vari generi.
Ma scrivere un intero racconto o addirittura un romanzo su un tema o un genere che proprio odio, mi sembra impossibile.
E’ solo il mio personale punto di vista, io non sono una scrittrice.
Amo solo scrivere e leggere molto.
Daniele Imperi
Ne sono convinto anche io: scrivi di qualcosa se lo conosci bene. I tuttologi non convincono neanche me.
Scrivere di qualcosa che non sopporto implica anche leggere e aver letto di quel qualcosa: una sofferenza doppia, quindi.
MikiMoz
Io odio lo sci-fi, ma una volta provai a scrivere un racconto di questi tipo. Ovvio, è venuto nel mio stile.
Credo che… sì, bisogna saper scrivere di tutto, nel senso di infarinatura: è necessario poter affrontare (quasi) qualsiasi cosa, come nel giornalismo. Poi le competenze fanno la diversità
Moz-
Daniele Imperi
Vuoi dire la fantascienza?
Che qualcosa venga nel tuo stile non c’è dubbio. Ma una buona scrittura non si basa su un’infarinatura.
Marina
Se esiste chi sa disegnare e chi meno, chi si esprime meglio con la chitarra e chi ama il suono del pianoforte, ci sarà un perché! Magari la sperimentazione preliminare potrebbe essere un modo per scoprire quali attitudini abbiamo: prima o poi capiamo la direzione che prende la nostra passione o verso cosa siamo orientati. Sono, dunque, per il fare bene ciò che si sa fare, piuttosto che forzare la natura.
La passione non si inventa né si improvvisa.
Detto ciò, la tua sfida è stuzzicante. Quasi quasi anche a me piacerebbe vedere te all’opera con un racconto sentimentale…anche se qualcosa mi dice che ti riuscirebbe ugualmente bene!
Daniele Imperi
Giusto. Altrimenti ogni gruppo musicale e cantante avrebbero album molto eterogenei e i disegnatori un portfolio altrettanto variegato.
Io ho capito la mia direzione semplicemente leggendo: ho scoperto cosa mi piaceva leggere e quindi cosa mi piaceva scrivere.
Un racconto sentimentale? Ne dubito
Fabio Amadei
Anch’io penso che uno debba scrivere quello che ha nelle sue corde. Andare al di là dei generi e delle etichette. La cosa migliore è potenziare e migliorare il proprio stile. È quello che ci rende unici e irripetibili. Nella musica è lo stesso. Penso al bravissimo Pino Daniele che con il suo stile particolare ha abbracciato e spaziato tra molti generi fino a farli diventare un suo marchio di fabbrica.
Daniele Imperi
Vero, per essere unico e irripetibile devi trovare la sua strada, il tuo genere personale.
Marco
Io ho capito da un pezzo che non posso scrivere di tutto. Pazienza, non ne faccio un dramma. Una volta era certo di essere un genio, o giù di lì, ora credo che essere un bravo artigiano della parola sia un obiettivo decisamente buono. E sospetto di avere un altro limite: “dover” scrivere per dimostrare che so spaziare non mi piace per niente. Ho già una mia tabella di marcia, e visto il poco tempo che posso dedicare alla scrittura, devo per forza attenermi a essa. Qualunque deviazione mi porterebbe lontano dalle storie che sento più mie.
Daniele Imperi
Ah, anche io l’ho capito
Nella scrittura non devi dimostrare niente a nessuno, secondo me. Meglio concentrarsi, come dici, su quello che ci piace scrivere.
Francesca Lia
A dirla tutta, ho sempre pensato che la frase del titolo sia stata inventata da uno che non scrive
Secondo me la scrittura (di qualsiasi tipo, per non parlare poi di quella creativa) non si può separare dall’individualità di chi la produce. Mettere la frase in un certo modo, scegliere certe parole piuttosto che altre… tutto è collegato (e vincolato) all’individualità di chi la scrive. Un testo efficace, di qualsiasi tipo, ci piace perchè è stato scritto dalla persona più adatta a scriverlo. E ovviamente gli scrittori non sono robot: ognuno ha le sue capacità e competenze. Pretendere che uno scrittore sappia scrivere di tutto è un po’ come pretendere che un gommista sappia anche mettere i ferri ai cavalli.
Daniele Imperi
Può essere

Mi piace questa frase: la scrittura non si può separare dall’individualità di chi la produce.
Hai ragione in pieno. Ecco perché a scuola prendevo sempre 4 ai temi
Grazia Gironella
La sfida non la raccoglierei, perché sinceramente non mi interessa scrivere di tutto. Perché? Già nella vita c’è parecchio da fare controvoglia; sarebbe il massimo non potersi assecondare nemmeno nell’attività più libera! Mi è capitato di scrivere qualche racconto in teoria non proprio nelle mie corde, ma l’ho fatto solo quando potevo adattarlo a me, o non sarei riuscita a produrre niente di buono.
Daniele Imperi
In effetti hai ragione, anche per me è così. Quando ho lanciato l’iniziativa Dimmi che storia scrivere, alla fine non ho scritto il racconto richiestomi da Miki.
Giuse Oliva
Penso che un’artista in qanto tale deve o almeno sperimentare tutto. Diverse tecniche, diversi strumenti, diversi obbiettivi.
Un’artista va nutrito, continuamente, ogni ora e ogni giorno. L’arte rende famelici, assetati, insomma e` un casino!
La scrittura e` arte? Non lo so, ma cos’e` l’arte? Chi decide cos’e` arte? Chi decide qual e` il confine che divide il concetto di cosa e` o non e` arte? Sono i critici, il pubblico, noi.
Per scrivere bisogna saper scrivere tutto? Secondo me si` e no. Bisogna leggere tutto senz’altro, scrivere un po’ meno.
Per la sfida non ho capito… devo nominare uno scrittore qui? pubblicamente o sui loro blog?

In caso nomino Imperi e a grande richiesta vogliamo (plurale maestatis) un racconto erotico che sia un incrocio tra twilight e 50 sfumature di grigio!
Daniele Imperi
Non sono d’accordo sul leggere tutto. Io leggo quasi di tutto, di vari generi letterari tranne pochi, così come saggi di varia natura, ma non certo su tutti i temi.
No, Imperi non era incluso nella sfida
Giuse Oliva
Allora proporrò la sfida a qualcun altro U_U
Il punto è uno… chi?

animadicarta
Tutti qui scriviamo per il piacere di farlo, quindi è naturale che vogliamo scegliere i temi e i generi che sentiamo più affini. Ovvio è anche che non si può scrivere di qualcosa che conosciamo poco, come dicevo anche da me. Se poi abbiamo anche individuato un settore in cui diamo il meglio di noi (come gli esempi che fai per le tue vignette), è bene concentrarsi su quello.
Eppure, continuo a pensare che sia importante essere versatili e sforzarsi di spaziare un po’ prima di decidere quale sia il campo che fa per noi. Un bravo cuoco non sa cucinare solo un piatto, sarebbe un po’ ridicolo, no?
Daniele Imperi
Spaziare senz’altro, anche a me piace farlo, ma spazio sempre in contesti e genere che mi incuriosiscono.
Lisa Agosti
“Uno scrittore deve saper scrivere di tutto” è una frase senza senso, il fatto stesso di conoscere l’alfabeto e saper tener la penna in mano ci rende in grado di saper scrivere di tutto.
Daniele sa fare un ritratto di persona, magari sarà orrendo e inguardabile, ma tecnicamente è in grado di farlo. Suonare il campanello è un’arte che apprezzo di più delle cinquanta sfumature di grigio.
Io so scrivere di tutto: da un punto di vista epistemologico questa affermazione non può essere smentita. Se io effettivamente provassi a scrivere di tutto (come si fa a scrivere di TUTTO? Non basterebbe una vita intera) potrei anche scoprire di saperlo fare.
Forse si intende che “uno scrittore deve saper scrivere BENE di tutto”? Già questa frase ha più senso, ma chi decide cos’è bene o cos’è male? Ci sono classici senza tempo che io trovo illeggibili, incomprensibili e noiosi. Se fossi io il giudice, certi autori latini che mi propinavano al Liceo come grandi scrittori finirebbero dritti nel dimenticatoio.
La sfida è molto interessante, ovviamente scelgo Michele Scarparo, il mago dei twist finali. Lo sfido a scrivere un breve copione teatrale con soli personaggi femminili. Sto già ridendo
Michele Scarparo
Sai che stavo ragionando sul test di Bechdel proprio qualche giorno fa? Sullo scrivere bene uscirà un post, forse, tra qualche giorno. Su istigazione di helgaldo e della mamma di Salinger. Per il copione ci provo: è una bella idea

Comunque… mago? Prestigiatore, và!
Lisa Agosti
Non vedo l’ora
Daniele Imperi
Hai detto bene, il ritratto che posso fare è orrendo e inguardabile
Sì, la frase ha più senso se aggiungi “bene” a saper scrivere. Però sui classici il problema non è che possano piacere o meno, ma se sono scritti bene e se le storie funzionano.
Renato Raia
Uhm… uno scrittore forse dovrebbe essere teoricamente capace di scrivere tutto. Nel senso che a livello tecnico dovrebbe essere capace di destreggiarsi con più stili, anche se, ovviamente, ha la libertà di concentrarsi sulle proprie idee. Per fare un paragone, Michelangelo avrebbe teoricamente saputo scolpire o dipingere qualsiasi cose e Mozart avrebbe anche potuto affrontare generi diversi dal suo, perché la loro capacità tecnica era tale che nessun aspetto della materia avrebbe potuto metterli in difficoltà. Diciamo che se ne può uscire con un: “Uno scrittore deve saper scrivere tutto, ma può benissimo non farlo”
Daniele Imperi
Però qui parliamo di geni, gente come Michelangelo e Mozart è nata una volta, in giro non c’è nessun artista di quel livello. In quei casi io mi aspetto che il pittore/scultore, il musicista e lo scrittore sappiano creare opere in tutti i generi della loro arte e bene.
Kinsy
È una questione difficile da liquidare in poco spazio. Uno scrittore è un passionale e un artista e usa le parole per esprimere meglio qualcosa che ha dentro, siano una storia o un’emozione. Però per farlo al meglio deve conoscere tutte o quasi le tecniche di scrittura e poi deve mescolarle per essere unico e originale. Insomma, lo scrittore deve saper scrivere tutto, ma poi lo farà per esprimere solo sé stesso. Chi è davvero bravo sa mescolare bene stili e tipologie di scritture diverse e riesce a creare qualcosa di nuovo e originale.
Credo che chi afferma che uno scrittore deve saper scrivere di tutto, probabilmente intende che uno scrittore deve scrivere su ordinazione qualsiasi cosa, indipendentemente dal tema o dal genere. Probabilmente anche ci riesce, non sarà mai uno scritto eccellente, perché non avrà al suo interno quel di più che invece ha un testo scritto dalla necessità interiore di chi tiene la penna in mano.
Daniele Imperi
Forse è meglio dire che deve conoscere quasi tutte le tecniche di scrittura, perché la scrittura ha campi di applicazione molto vasti. Se parli di narrativa, il discorso è più o meno lo stesso. Se uno scrittore non ha mai letto un genere letterario, non lo conosce per niente, cosa potrà scrivere?
Giordana
Non credo che uno scrittore debba scrivere tutto.
Che, per passione, sfida, curiosità, voglia di imparare, possa provare a cimentarsi in ogni genere sì, ma che il risultato sarà sempre lo stesso… assolutamente no.
Se mi sperimentassi in un horror, per esempio, so già che il risultato sarebbe pessimo.
Daniele Imperi
Saper scrivere tutto significa soprattutto aver letto abbondantemente tutto e avere anche una buona esperienza sulla scrittura di qualsiasi genere. Mi pare impossibile…
Giordana
Anche perché fatico a immaginare qualcuno che volutamente, per avere le giuste competenze, cominci a leggere tomi su tomi di qualcosa che non è nelle sue corde. Questo è sadismo!
Carla
A scuola di web designer mi hanno detto che un blogger, se vuole lavorare, deve saper scrivere di tutto, ma ovviamente se parliamo di libri la cosa è diversa, almeno per me.
Per un po’, in veste di blogger ho scritto alcuni articoli per una rivista online che parla di motori e tutto ciò che gli gira intorno. Non mi dispiaceva, forse perchè l’argomento non è così brutto in sé, quello che mi disturbava un po’ erano alcuni titoli dove era molto difficile trovare del materiale utile per poterlo mettere online. Pero’ mi piaceva. Per ora ho in progetto di ultimare il mio libro abbandonato a sé stesso tempo fa (per questo sono capita sul tuo blog) e riprendere la mia vera passione come scultrice e pittrice. Scusa l’orario ma sto scaricando un programma sul mio pc e mi sta facendo letteramente impazzire. E’ una lumaca!. bé buon mattino a tutti.
Daniele Imperi
Ciao Carla, benvenuta nel blog.
Erano loro a darti i titoli, quindi?
Per l’orario non c’è problema, il blog è sempre aperto, il blogger invece alle 3 dorme
carla
Infatti è proprio così, loro mi davano i titoli e io dovevo scrivere l’articolo. Pensa che il mi pc ha finito ora di scaricare il programma! Oggi ho scritto finalmente “about me” sul mio prossimo blog è stato lungo ma è finito domani pubblico il mio blog. Adesso mi merito una bella dormita. -;)
Ryo
Penso che un bravo scrittore, dopo aver approfondito il genere (*), debba poter essere in grado di scrivere tutto. Non solo: deve essere anche capace di renderlo personale lasciando il proprio “segno”.
(* esempio: non ci si inventa giallista dall’oggi al domani per tutta una serie di competenze che vanno apprese, indipendentemente dalla capacità di descrivere un’atmosfera piuttosto che disegnare un intreccio particolare)
Daniele Imperi
Il problema è questo: quello di approfondire un genere. I generi sono tanti, non solo in narrativa, ma anche nella saggistica, ecc. Occorre parecchio tempo per fare proprio un genere, quindi alla fine di quel “tutto” quanto potrai riuscire a scrivere bene?
Cornetta Maria
Quello dello scrittore non è un lavoro è arte e l’arte non si addomestica. Il giornalista può anche saper commentare di tutto , chi lo fa per passione, invece, deve tener conto dei suoi gusti, della sua sensibilità e dei suoi interessi. No, lo scrittore non deve saper scrivere di tutto. La parola DEVE e inappropriata quando si parla di creatività.
Daniele Imperi
Sì, anche per me il verbo dovere non si adatta alle forme d’arte. L’arte è personale, dunque ognuno trova la sua strada, quella più congeniale.
Luciana Benotto
Concordo con Cornetta Maria: un giornalista deve essere in grado di scrivere articoli di vario genere, uno scrittore no. Può spaziare certo, ma avrà pure un genere che predilige, nel quale riesce meglio ad esprimersi.
Daniele Imperi
Credo sia proprio la diversità che c’è fra le due forme di scrittura: giornalismo e narrativa. Anche se poi ci sono giornalisti che si sono specilizzati in un genere preciso.
Nordlys
Dicono tutti così, ma poi hanno tutti dei punti fermi dai quali non si staccano.
Uno può per esempio aver scritto solo fantasy, o solo horror.
Forse è bene che si abbia una spolverata di tutto, ma poi si fa sempre quello che viene meglio.
Daniele Imperi
In alcuni casi è così, come King che ha scritto più horror o Camilleri con Montalbano. Credo sia normale. A me piace spaziare, ma soprattutto scrivere quello che mi passa per la testa.