Per pubblicare con una casa editrice bisogna essere raccomandati

L’editoria italiana è solo per pochi intimi

Per pubblicare con una casa editrice bisogna essere raccomandati

Riflessioni semisarcastiche sul mondo editoriale, setta di raccomandati o ambiente aperto dietro esborso di sonanti denari. Triste verità o risibili farneticazioni?

Avete mai pubblicato con una casa editrice? Quanti soldi vi ha chiesto per pubblicare il vostro libro? Anzi, da chi siete stati raccomandati per pubblicare?

Perché in Italia funziona così: se vuoi ottenere qualcosa, o paghi o devi trovare qualcuno che ti raccomandi. E il mondo della scrittura e dell’editoria non è certo differente.

Chi entra oggi per la prima volta nel mio blog si farà una cattiva opinione del sottoscritto. Chi invece mi conosce sa che il mio è un nero sarcasmo, a partire dal titolo dell’articolo. Articolo nato dopo un’accesa discussione con uno che deteneva la verità assoluta, commentando il mio post sui motivi per non scegliere il self-publishing (che a detta sua forniva false informazioni).

I commenti sono stati eliminati, perché contenevano calunnie e insulti al sottoscritto, continuati poi in privato. Ma veniamo al dunque.

Come e quando scegliere il self-publishing

Ho già scritto vari articoli sul self-publishing, quindi non voglio ripetermi. La scelta non può essere dettata da un ripiego: le case editrici hanno sempre rifiutato il mio romanzo e allora me lo pubblico per conto mio.

La scelta va fatta considerando tutti gli aspetti che comporta un’autopubblicazione, soprattutto accettando il fatto che si tratta di imprenditoria, quindi bisogna sostenere dei costi, almeno se si vogliono creare buoni libri.

Per pubblicare con una casa editrice bisogna essere raccomandati?

E adesso torniamo all’argomento dell’articolo: davvero si pubblica con un editore solo grazie alla raccomandazione di qualcuno?

  1. Nel 2012 una casa editrice accettò un mio manuale sul blogging (che poi rifiutò)
  2. Nel 2015 un’altra casa editrice pubblicò il mio saggio sul blogging
  3. Nel 2017 un’altra casa editrice ancora accettò un mio racconto da pubblicare in ebook (che poi non feci pubblicare)

Sono un raccomandato? No, mai stato, anzi. Eppure è quanto m’hanno detto l’altro giorno. Aggiungendo che devo fornire le prove di aver pubblicato senza raccomandazione o senza aver sborsato soldi all’editore – che poi in Italia si sia innocenti fino a prova contraria è un dettaglio trascurabile.

Chi spara certe assurdità non è un bambino, come ci si aspetterebbe, ma una persona adulta, a cui qualche editore, anzi qualche tipografo, ha chiesto soldi per la pubblicazione. E ha fatto anche un nome, il nome di una casa editrice che gli ha chiesto soldi: m’è bastata una ricerca su Google per trovare subito quell’editore sul forum «Writer’s Dream», archiviato fra gli editori a pagamento.

E da qui a fare di tutta l’erba un fascio è un attimo: tutte le case editrici italiane pubblicano chiedendo soldi agli autori o, gratis, sotto raccomandazione.

Quando un autore incappa in una casa editrice a pagamento

C’è solo una cosa da fare: mandarli a quel paese. Se devo spendere soldi per pubblicare con un editore, allora pubblico in self-publishing: almeno ho il controllo totale su tutta la mia opera.

È facile incappare in un editore a pagamento? No, oggi no, proprio in virtù di quel forum che ho segnalato, che pubblica esperienze personali e dati, che ha una lista di case editrici a pagamento, a doppio binario e libere.

Se poi si è sprovveduti e si spediscono manoscritti senza aver preso tutte le informazioni su una casa editrice, allora le lamentele e i piagnistei non reggono, né tanto meno reggono le accuse e le calunnie (come non regge lamentarsi dopo aver sborsato soldi: dove si è mai visto che un autore debba pagare per essere pubblicato?).

Il self-publishing è solo per autori veri

Altra assurdità che ho letto l’altro giorno: i libri pubblicati dalle case editrici sembrano scritti tutti da qualche editor, sono tutti uguali, tutti piatti.

A me non sembra per niente. Io leggo tantissimo e leggo libri pubblicati da tante case editrici, scritti da autori italiani e stranieri, e non ho mai visto una situazione del genere. Non l’ho mai vista perché non esiste.

I veri autori sono quelli che si autopubblicano? Gli altri sono solo raccomandati, quindi producono libri pessimi. Di nuovo assurdità, di nuovo calunnie.

Trovo veramente infantile considerare ignoranti a priori gli editori che rifiutano un manoscritto: perché non fare un esame di coscienza, non pensare che, forse, il manoscritto inviato non raggiunge gli standard minimi previsti da una casa editrice? O rientra nei loro interessi o gusti?

Lo snobismo di alcuni autori autopubblicati

Da anni mi sto sempre più accorgendo di un atteggiamento di snobismo da parte di alcuni autori che hanno scelto il self-publishing per pubblicare le loro opere. Come se il self-publishing fosse una sorta di casta, la cui appartenenza ti rende in un certo senso migliore degli altri, più degno di considerazione, posto su un livello più alto.

Non è per fortuna un atteggiamento comune a tutti gli autori autopubblicati.

Il self-publishing è una scelta, come lo è pubblicare con l’editoria tradizionale. Non è sbagliata la prima, come non lo è la seconda.

È sbagliata invece la via di mezzo: sborsare soldi per farsi pubblicare da una casa editrice (che chieda contributi o l’acquisto di decine di copie del libro è lo stesso).

E voi quanto siete stati raccomandati per pubblicare?

O quanti soldi avete dovuto pagare?

Scrivete nei commenti le vostre esperienze con le case editrici. Io, a detta del saccente che m’ha insultato, sono stato “sgamato” dai miei lettori – avete cioè capito che sono un raccomandato…

Gli autori autopubblicati, invece, dicano se si sentono snob o meno (ironia conclusiva).

103 Commenti

  1. Marco
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 10:04 Rispondi

    Io so di non avere un mercato consistente, di scrivere storie di nicchia, insomma; quindi mi autopubblico e stop. Da anni non spedisco nulla alle case editrici. Che poi ce ne siano di buone, NON a pagamento, è un fatto. Il punto è che trovo piuttosto divertente autopubblicarmi, e quindi procedo. (Ho scritto “piuttosto” perché ha i suoi lati negativi).

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 12:56 Rispondi

      Il mercato consistente è per pochi, famosi autori, gli altri devono contentarsi di nicchie :)

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 11:16 Rispondi

    Tutti gli scenari elencati li ho incontrati. Anni fa partecipai a un concorso letterario indetto da una casa editrice del sud. Nessuna velleità, per prova. Su 90 autori dopo la prima selezione eravamo in 12, dopo la seconda 8 se ricordo bene, 5 dopo la terza. Poi decaddi. A me interessava conoscere i lati negativi (qualche refuso ci stava) per poterne prendere atto e migliorarmi. Mi rispose in tutta franchezza il segretario del concorso, lui stesso scrittore e giornalista quotato. Le sue parole (sic et simpliciter): – “il suo romanzo meritava essere pubblicato. Le dico solo che da oggi non organizzerò più concorsi se nella giuria ci stanno dei politici”. Anche io mi sono lasciato illudere dai collezionisti di titoli esposti in una vetrina che nessuno guarda e a pagamento, adducendo come pretesto l’editing. Un editing mai fatto o fatto malissimo forse da scolari delle elementari, che ho dovuto confutare e rifiutare. Unico vantaggio 100 copie comprese nel prezzo. Un modo come un altro per mascherare. Ho anche inviato per prova uno o due manoscritti a editori “non a pagamento”. Non ne ho mai saputo nulla nemmeno dopo avere chiesto notizie. Da allora ho registrato la mia mini editrice digitale alla camera di commercio e pubblico GRATIS scritti miei e di autori che ritengo leggibili.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 12:58 Rispondi

      I politici che c’entravano nel concorso letterario (se non per fare qualche solito giochetto)?
      Piuttosto che pagare per farsi pubblicare, allora è meglio davvero aprire una propria casa editrice. Mi spaventano solo i costi e gli impicci burocratici.

      • Corrado S. Magro
        giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 14:11 Rispondi

        I politici forse avevano sponsorizzato l’evento (oltre alla pubblicazione c’erano premi in palio) ma chi lo sapeva?
        Dalle mie parti aprire un’attività di qualsiasi tipo se si è chiari, è molto sempiice. 5 giorni dopo la convalida notarile di firma, domicilio e nome (unico) dell’attività, situazione fiscale, capitale societario in funzione della tipologia (se SA, Srl o altro), era tutto ufficializzato alla camera di commercio di Zurigo. Costi sui 500 Franchi “una tantum”. Peccato che dalla Malaysia i soliti asiatici, circa due anni dopo hanno usato il nome “fantarea” per vendere il loro ciarpame su Amazon. Il web mi avvertì della manovra ma non c’è via legale che valga anche se sei registrato. La differenza la fa solo il logo.
        Calare le braghe ancora una volta per pubblicare? Meglio un pallottola alla tempia.

        • Daniele Imperi
          giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 14:13 Rispondi

          Il problema del nome è difficile, dovresti fare una causa internazionale, quindi meglio lasciar perdere.

  3. Ferruccio
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 11:16 Rispondi

    Il discorso è complesso e ricco di sfaccettature. Io ho pubblicato un racconto a pagamento quando ero ragazzino (avevo pagato 100.000 lire ma ne parlo domani in specifico sul mio blog). Credo però che viviamo in un mondo dove dominano cricche e quant’altro e se non si è disposti a calare un po’ le braghe diventa complicato emergere: io però sono contrario a tutto questo e continuo a credere nella meritocrazia

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 12:59 Rispondi

      100.000 lire mica erano poche…
      Io le braghe non ho intenzione di calarle, non l’ho fatto finora e non lo farò in futuro.

      • Ferruccio
        giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 13:01 Rispondi

        Vale anche per me, non calo nulla

  4. Corrado S. Magro
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 11:23 Rispondi

    Per dovere di cronaca: La Sellerio, nella persona della Signora editrice qualche prima della scopmparsa, è stata l’unica a rispondermi. Conservo ancora la lettera che in sintesi dice :
    – Il suo romanzo è valido ma non so dove piazzarlo.
    Segno di professionalità e serietà!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 13:00 Rispondi

      Ecco una cosa intelligente: riconoscere la qualità di un romanzo, ma non avere spazio per pubblicarlo.

      • Valentina Bufano
        venerdì, 25 Giugno 2021 alle 22:18 Rispondi

        Mah. Personalmente ho autopubblicato un libro di poesie e mi sono impegnata per pubblicizzarlo. Ha venduto 402 copie e sono comparsa si giornali del nord Italia. C’è una copia nella biblioteca di Genova. Ebbene: mi hanno accusata di aver “venduto il libro a parenti e amici”. 402 copie…
        Poi ho autopubblicato il mio primo romanzo. Ho venduto 300 copie e vinto un premio. Ho provato con una casa editrice non a pagamento. Mi ha venduto due copie e poi ha chiesto che comprassi io quelle rimaste. Ho risposto con una pernacchia. L’editore è scappato in Albania, risulta nullatenente.
        Ho provato con una casa editrice che usa il metodo del crown founding. Ho raggiunto il 60 per cento. Mi hanno stampato gratis 130 copie con illustrazioni a colori, 18 Eur. Probabilmente se fosse costato di meno avrei venduto più copie. L’ho presentato in piena pandemia. C’erano 20 persone. Di solito ne contavo 70. Pazienza. 18 Eur sono tanti.
        Ho scritto una serie di racconti per bambini e li ho testati e ai bambini il personaggio principale piaceva un sacco. Ai bambini. Alle case editrici non piace.
        Ora ho un terzo romanzo che però resterà nel cassetto. È una raccolta di poesie alcune delle quali hanno vinto premi. Boh
        Vi dico che per due anni ho condotto una trasmissione radiofonica. Commentavo la classifica settimanale. Era sconfortante: libri di cucina, King, Follet, Volo, Camilleri spesso con due libri alla volta. Tamaro. E se per caso spuntava un nome nuovo, scompariva quasi subito per non lasciare alcuna traccia
        Dove sono finiti Lara Pranzera, Alessandro Piperno, Enrico Brizzi, melissa p e Silvia vallone? Meteore
        Io ho lavorato come giornalista per un settimanale locale. Gestivo la pagina culturale. Ho letto tanti libri e vi assicuro che di autori che meritano ne ho conosciuti. C
        Un nome? Mara Marchesi. Un altro nome? Nadir tedeschi. Un poeta? Alfredo Panetta. Sono felice di averli conosciuti e letti.
        Grazie per l’ascolto
        Buona vita
        Valentina Simona Bufano

        • Daniele Imperi
          lunedì, 28 Giugno 2021 alle 8:22 Rispondi

          Ciao Valentina, benvenuta nel blog.
          18 euro per un libro con illustrazioni a colori non sono tanti.
          Le classifiche che vanno in tv e radio sono sempre a favore dei grandi nomi.

          • Valentina
            lunedì, 28 Giugno 2021 alle 9:15 Rispondi

            Il problema è che mi dicevano: se va in libreria lo compro. E quando spiegavi loro che no, non era in vendita in libreria ma bisognava prenotarlo, non capivano il meccanismo. Quindi non proverò più con il crownfounding. Comunque essere arrivata a 130 copie è un discreto risultato. La cosa buffa poi è che il video su You Tube del personaggio per bambini che ho creato ha superato le mille visualizzazioni. No, davvero, non capisco cosa vogliano le case editrici. Più che avere 4 pagine di curriculum, premi vinti, libri venduti in centinaia di copie, follower e seguaci, recensioni positive, critiche di scrittori già noti…Cosa vogliono?

            Beh buona vita a tutti oh scrittori. Era meglio collezionare francobolli

            • Daniele Imperi
              lunedì, 28 Giugno 2021 alle 9:24 Rispondi

              Crownfounding: il modo moderno di chiamare la raccolta fondi, un sistema vecchissimo, ma che oggi forse dà l’idea di acquistare qualcosa di poco valore, allora si preferisce un nome inglese, stesso sistema, ma con l’illusione di qualcosa di nuovo. Neanche io acquisterei a quel modo.

              1000 visualizzazioni sono poche per far gola a un editore.

              CV, premi vinti, ecc. hanno un valore limitato alla loro sfera. Prima di spedire il libro alle case editrici, hai visto cosa pubblicavano? Il tuo libro rientrava in qualcuna delle loro collane? Hai comprato qualcuno dei loro libri per vedere se aveva le caratteristiche del tuo?

              • Valentina
                venerdì, 15 Aprile 2022 alle 12:03 Rispondi

                https://www.youtube.com/watch?v=_zPS_6fO_Sg&t=4302s
                Buongiorno, il mio romanzo ha superato le 8mila visualizzazioni. Ovviamente non compreo libri di una casa editrice che non intende pubblicarmi. La raccolta fondi è una farsa: non è difficile acquistare copie grazie ad un prestanome. Conosco una scrittrice che si è iscritta ad un corso di scrittura creativa dove ha conosciuto la “persona giusta” ed è riuscita a farsi pubblicare da Mondadori. Ha ricevuto buone critiche ma NON basta. E’ davvero una scrittrice fantastica e ha pubblicato altri romanzi, ma per sfondare alla fine devi: essere già famoso, anche come “figlio di”; comparire in televisione, anche per aver commesso un crimine e purtroppo non sto scherzando. Anche l’aspetto fisico e il look sono importanti, molto più dell’effettivo talento. Oppure , si, oppure devi avere tu delle capacità imprenditoriali e molto, molto pelo sullo stomaco; creare un personaggio, farti conoscere tramite blog, canali, etc. Insomma alla fine la qualità del tuo romanzo conta come il due di picche. Che tu ci abbia sofferto dentro per sette anni, non frega a nessuno. E comunque le Case editrici sono intasate da libri di scrittori mediocri. Ecco perchè in effetti io gli autori mediocri li odio. Buona Pasqua a tutti. Forse ricomincerò a scrivere poesie.

                • Daniele Imperi
                  venerdì, 15 Aprile 2022 alle 13:43 Rispondi

                  Purtroppo è vero che alcuni criminali hanno scritto libri. Sono famosi, dunque vendono.
                  Piuttosto che diventare un buffone della rete, pubblicando video a più non posso, preferisco non pubblicare.

                  • Valentina
                    venerdì, 15 Aprile 2022 alle 14:08 Rispondi

                    Io ho pubblicato video di un certo spessore anche superando le mille visualizzazioni…e video casalinghi da dieci visualizzazioni. Ho imparato a fare ciò che mi rende felice. Però non chiedetemi più di leggere. Buona Pasqua

      • Luisa Campedelli
        domenica, 15 Maggio 2022 alle 19:52 Rispondi

        Vale anche per noi traduttori. Io ho formazione specifica, alcune pubblicazioni e amore profondo per la traduzione. Nessuno mi mette in prova (propongo sempre una prova), ho scritto decine e decine di email ma niente… A volte vorrei lasciar perdere tutto, ma non ci riesco… Dovrò autoprodurmi anch’io…

        • Daniele Imperi
          lunedì, 16 Maggio 2022 alle 8:12 Rispondi

          Ciao Luisa, benvenuta nel blog. Crea un tuo sito personale, intanto. E magari seleziona le case editrici a cui proporti.

  5. Ombretta
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 12:00 Rispondi

    Ciao Daniele, mi spiace per le calunnie che hai ricevuto… Personalmente ho rifiutato la proposta di una pubblicazione a pagamento da una casa editrice che si fa tanta pubblicità sui vari social! E non me ne sono pentita affatto, tanto vale auto pubblicare la propria opera! Questione di scelte. Concordo con chi ha scritto della serietà della Sellerio, e aggiungo pure la Mondadori, sempre per esperienza personale. Anche se il mio libro non ha visto la pubblicazione non importa, l’ho comunque scritto per me stessa.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 13:01 Rispondi

      Ciao Ombretta, tanto non è la prima volta e non sarà l’ultima, come si suol dire :D
      Hai fatto a rifiutare quella pubblicazione.
      La Mondadori ti ha risposto?

      • Ombretta
        giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 16:33 Rispondi

        Sì mi hanno risposto dicendo che non avevano una Collana di urban fantasy in cui inserirlo…sicuramente è stato solo un modo elegante per rifiutare il mio libro! Ma almeno hanno risposto 😬

        • Daniele Imperi
          giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 16:35 Rispondi

          Eh, sì, almeno una risposta c’è stata.
          Può essere che non abbiano una collana di quel genere. Non ne trovo, sinceramente.

  6. Andrea Perin
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 12:05 Rispondi

    Accidenti… bel tema Daniele!

    Nì… nel senso, che penso aiuti molto conoscere qualcuno. A naja, (il servizio militare), si diceva ”la persona giusta al posto giusto”. Imparai con gli anni che aveva un suo valore.

    In Italia è fondamentale conoscere qualcuno, altrimenti ti devi arrangiare per emergere. (Lapalissiano :-) )
    Che poi, in un mondo di raccomandati un po’ flaccidini non è detto che sia così drammatico… ma non voglio andare fuori discussione.
    Devi mettere da parte l’astio, faticare un pochino e magari qualcosina combini, e poi… e poi ti chiedi, (nel nostro caso): ”ma perché dovrei pubblicare con una c.e. con cui probabilmente venderei meno? magari dividendo i miei pochi guadagni?
    Una c.e. magari meno conosciuta di me?!”
    No grazie, non mi sembra il caso.
    Rispondendo alla tua domanda finale… sì, allo stato dell’arte sono un po’ snob, ma assolutamente in vendita, al giusto prezzo :-)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 13:05 Rispondi

      Secondo me non è sempre vero che devi conoscere qualcuno. Almeno spero, io non conosco nessuno, nel mondo editoriale intendo (ma neanche altrove), quindi che faccio? Lascio perdere la speranza di pubblicare?
      Una volta pensavo di iniziare a provare con le piccole case editrici, ma ho cambiato idea da un po’: meglio iniziare dalle medie in su.
      Ecco trovato un autore snob! :D

      • Andrea Perin
        giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 13:56 Rispondi

        Ho scritto ”nì” perché non parlo proprio di vera raccomandazione, ma di conoscenza. Ad es. tu hai un bel blog, uno dei più rilevanti sull’argomento. Non conoscerai nessuno, ma qualcuno forse conosce te… magari un giorno quel qualcuno deciderà di non cestinare la tua offerta di collaborazione, assieme a tutte le altre di quella giornata, ma di darti una chance nel leggerla… e magari poi passarla al capo… ecco: ”la persona giusta al posto giusto”.
        Un raccomandato non fa code, sì, al limite vi partecipa, ma solo per recita. Sono dappertutto, già dall’università, poi anche tra i colleghi più insospettabili.
        Alcuni sostengono che sia uno dei mali di questo stato, ma io sono più ottimista. Molti raccomandati (per fortuna) poi non si rivelano all’altezza dello scranno che pensano di aver meritato, e allora arriviamo noi; altrimenti, facciamo il caso dell’editoria, chi mai comprerebbe i libri di Andrea… ”coso”, che non si trovano neanche in libreria?
        …riemerge, subdolamente, il mio lato snob :-)

        è stato un piacere intervenire, come sempre.
        ciao

        • Daniele Imperi
          giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 14:12 Rispondi

          Sì, ho capito, ma nel mio caso dubito di essere seguito dai grandi editori, né da quelli medi. Il forse è davvero grande.
          Andrea “Coso” Perin potrebbe essere un nome che attrae il pubblico :D

          • Fabio Quintilii Leoni
            domenica, 9 Febbraio 2020 alle 13:44 Rispondi

            Ho il privilegio di conoscere personalmente Daniele dai tempi del servizio militare, trovo LUNARI le accuse che gli sono state mosse.

            Al di là di questo la mia esperienza di self publishing si limita ad un solo titolo su Amazon, per ora ho imparato che:
            1) pubblicazione gratuita ma promozione che grava intetamente sulle spalle dell’autore.

            2) per migliorare la visibilità del libro bisogna capire come funziona l’algoritmo A9

            3) Devi essere comunque un autore già noto per aver scritto altri testi

            4) devi comunque pagare per far promuovere il tuo testo, e non hai granzie sui risultati.

            Non so quali alternative esistono, io mi sono concentrato sulle pubblicazioni per Kindle, ma penso che l’autoproduzione non sia quella strada virtuosa e limpida che il detrattore di Daniele sembra voler far credere. Con l’aumento della diffusione di questa modalità di pubblicazione aumenterà la concorrenza e parallelamente anche la necessità di approfondire l’aspetto del marketing.

            • Daniele Imperi
              lunedì, 10 Febbraio 2020 alle 8:29 Rispondi

              Ma guarda chi commenta nel mio blog :D
              Ciao Fabio, benvenuto.
              Se ti autopubblichi, grava tutto sull’autore. L’algoritmo A9 non l’ho mai sentito…

      • Laura camposeo
        giovedì, 4 Giugno 2020 alle 16:04 Rispondi

        Ciao ascolta conosci wattad

        • Daniele Imperi
          giovedì, 4 Giugno 2020 alle 16:34 Rispondi

          Solo di nome, ma non ci ho mai scritto.

  7. Patrizia
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 14:54 Rispondi

    Ciao Daniele, letto tutto…commenti compresi. La mia considerazione, per quel che può valere…: ma come siamo messi male !

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 15:12 Rispondi

      Ciao Patrizia, magari c’è ancora speranza .D

  8. azzurropillin
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 15:01 Rispondi

    Ciao Daniele, io ho pubblicato con piccoli editori digitali (Zandegù e Delos) e non (Augh! Edizioni) e anche autopubblicato. Non ho mai sborsato una lira e mi sono sempre stati pagati regolarmente i diritti, anche se erano cifre basse.
    Quest’anno pubblicherò con Einaudi Ragazzi.
    A parte nel caso di Augh!, in cui una editor ha fatto da scout (aveva letto i miei libri in self e quando le è stato chiesto se conoscesse degli autori meritevoli ha fatto il mio nome), in tutti gli altri casi sono stata pescata dalla pila di manoscritti senza conoscere nessuno.
    Ho anche vinto due concorsi abbastanza prestigiosi (e molti di più mi hanno ignorata), sempre senza conoscere nessuno.
    Quindi sì, per la mia esperienza, pubblicare senza pagare, senza essere raccomandati, senza doversi calare le braghe, è possibile.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 15:15 Rispondi

      Ciao Silvia, complimenti per Einaudi. Ma infatti è possibile pubblicare in modo del tutto onesto. Che poi ci siano casi di raccomandati è chiaro, ma non è certo la regola.

    • Lara
      sabato, 19 Dicembre 2020 alle 13:21 Rispondi

      Vuol dire che sei brava e costante!
      Le costellazioni astrali, possono centrare sino ad un certo punto.

      Ho avuto anch’io modo di leggere e farmi un’idea che per pubblicare per le grandi editrici, bisogna fare gavvetta tra self publishing, piccole case editrici, ovvero concorsi.

      Per curiosità quali concorsi prestigiosi fai riferimento? O comunque concorsi seri.
      Anche il mondo dei concorsi é fatto di incognite e grandi interrogativi.

      Ti ringrazio

      • azzurropillin
        sabato, 19 Dicembre 2020 alle 14:17 Rispondi

        Ciao Lara,

        grazie per il tuo messaggio. Nel 2012 (al quarto tentativo) ho vinto sia il concorso Subway letteratura con il racconto “Non dirlo a nessuno” che ha avuto la prefazione di Oliviero Ponte di Pino (ex editor Garzanti), sia Tessitori di Sogni, un concorso organizzato da Atlantyca-Dreamfarm (l’agenzia letteraria che detiene i diritti di Gernimo Stilton). Il premio consisteva in una settimana di workshop a Lucca con scrittori, editor, agenti, di libri per ragazzi. Quello stesso anno erano con me Daniele Nicastro (che poi ha pubblicato decine di libri per ragazzi con i principali editori italiani), Anna Tasinato (che ha vinto il premio Battello a Vapore), Elisa Sabatinelli (anche lei autrice di diversi libri).
        Tra i concorsi cui ho partecipato invano 8×8 (credo quattro o cinque volte, e la maggior parte dei racconti che ho scritto per quel premio sono stati pubblicati su riviste – carie letterarie e cadillac magazine), il premio calvino, il premio battello a vapore…
        Insomma, i no possono anche diventare sì, ma è solo esponendosi al rischio di un rifiuto che è possibile ottenere un sì.

  9. von Moltke
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 21:19 Rispondi

    Che dire? Mai pubblicato, risposte: una di rifiuto, ridicola (un prestampato senza firma né indirizzato a qualcuno di preciso) della Salani, l’altra, di interesse, della Castelvecchi che però mi scaricava ad una casa “del gruppo”, la “Il seme bianco” che, oltre ad essere praticamente ignota, mi risultava (almeno all’epoca) a pagamento su un sacco di blog e siti. Sono abbastanza scoraggiato e astioso, ultimamente, specie dopo che il mio progetto di farmi tradurre in inglese l’ultimo romanzo si è arenato a causa di problemi familiari della traduttrice. Sarei anche orientato a credere che la storia delle raccomandazioni sia vera, almeno in buona parte dei casi, specie vista la spazzatura mainstream che anche editori grandi e seri hanno il coraggio di pubblicare, e che non mi pare peggio di quanto faccia io (scusa l’immodestia, ma i casi dei ‘libroidi’ di politici, giornalisti e influencer mi paiono macroscopici per poterli ignorare). Certo mi sconcerta la tua esperienza con l’utente che ti ha aggredito. Non era per caso un palermitano? Ho subodorato un personaggio che, su FB, vuole convincere a tutti i costi i suoi iscritti ad autopubblicarsi (e che mi ha cancellato dopo un po’ che esprimevo scetticismo).

    • Daniele Imperi
      venerdì, 31 Gennaio 2020 alle 8:18 Rispondi

      I “libroidi” di politici, giornalisti e influencer (o altri personaggi dubbi che alcuni editori hanno il coraggio e la vergogna di pubblicare) portano vendite, quindi soldi.
      Il tipo non è palermitano. Ma non sono pochi i tipi così.

  10. Giovanni
    giovedì, 30 Gennaio 2020 alle 23:50 Rispondi

    La questione non si risolve con un solo articolo e nemmeno con cinquanta. Di ogni cosa si può andare avanti per opinioni diverse, esperienze differenti. Conosco bene il mondo dell’editoria, gli editor, gli editori, quelli bravi, quelli cattivi e quelli pessimi. Ma non te ne parlerò.
    Posso dirti che io sono autoeditore e mi sta benissimo così. Ho letto bei libri di autori con editore classico e bei libri di autoeditori come me. Ho letto pessimi libri di autoeditori e di editori tradizionali.
    Ho pubblicato con un onesto editore molti anni fa racconti in otto libri. Concorsi dove hanno selezionato varie volte i miei racconti, e non ho pagato mai nulla. I miei romanzi, però, non li ho mai pubblicati con un editore, ma sempre da me. Mi piace.
    Un editore disse che il primo romanzo andava editato un po’ di più, ma non era male, e così lo editai assieme a un editor e poi, però, me lo pubblicai in autonomia. Un altro editore me lo voleva ripubblicare sotto il suo marchio dopo averlo letto, un po’ di mesi dopo che me lo ero pubblicato da solo, ma rifiutai. Non me ne sono mai pentito.
    Per me l’autoeditoria è una cosa seria, non mi pubblico perché qualcuno mi ha rifiutato, nemmeno lo cerco più un editore, ma lo faccio perché ho trovato la dimensione giusta che per me funziona, anche se non mi so promuovere. Ovviamente ci sono autoeditori seri quanto me e altri che si pubblicano malissimo, come ho già detto sopra. Ma è una cosa comune all’editoria in genere e, più in generale, in tutti gli ambiti umani. Bravi dottori, pessimi dottori, bravi avvocati, pessimi avvocati, ecc, ecc…

    • Daniele Imperi
      venerdì, 31 Gennaio 2020 alle 8:21 Rispondi

      Infatti è questo il punto: devi trovare la tua dimensione giusta.

  11. Grazia Gironella
    sabato, 1 Febbraio 2020 alle 22:18 Rispondi

    Ormai l’editoria a pagamento non è più una trappola invisibile in cui cadere; se ne è parlato per anni, e non solo su Writer’s Dream, che comunque è un ottimo sito di riferimento. Le affermazioni di cui parli mi sembrano nate dall’istinto di criticare ciò cui non si può accedere. Non dico che non esistano le raccomandazioni, ma non c’è bisogno di pensare che gli editori in generale siano incompetenti, corrotti e cattivi se non ci pubblicano. Anche ammesso che i nostri scritti siano degni di essere pubblicati – anche ammesso, ripeto – basta poco a farci arrivare un rifiuto, magari perché l’editore ha già pianificato le pubblicazioni per quella certa collana per tutto l’anno, oppure perché in quel periodo gli sono arrivati molti testi dello stesso genere. Anche gli editori più importanti pubblicano un numero limitato di titoli ogni anno, e spesso una parte sostanziosa dello spazio viene riservata agli autori stranieri. Sono scelte. Immaginare che siano sempre losche e ingiustificate mi sembra non corrispondente alla realtà.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 3 Febbraio 2020 alle 8:18 Rispondi

      Oltre a non essere una trappola, ma come ti viene in mente di pagare migliaia di euro per farti pubblicare? Come recuperi quell’investimento?
      La pianificazione delle pubblicazioni: vero, pochi ci pensano. Ma in quel caso l’editore si conserva il manoscritto per l’anno futuro, avvisando l’autore.

      • Grazia Gironella
        lunedì, 3 Febbraio 2020 alle 10:46 Rispondi

        Se pensi che quei soldi ti daranno la gloria imperitura non la trovi poi una gran cifra. ;) Comunque so da fonte abbastanza affidabile che alcuni editori importanti non tengono da parte niente per l’anno successivo. Se il libro li colpisce davvero, gli fanno posto subito; se piaciucchia e basta lo scartano, tanto con il tempo cambiano le tendenze e ricevono centinaia di manoscritti ogni anno. Immagino non succeda sempre così, ma succede.

        • Daniele Imperi
          lunedì, 3 Febbraio 2020 alle 10:54 Rispondi

          Sì, mi sa che lo pubblicano lo stesso, se è davvero buono, specie se è in tendenza il tipo di libro.

  12. Arianna
    domenica, 2 Febbraio 2020 alle 4:17 Rispondi

    I VIP vengono pubblicati sempre e comunque perché il loro nome è garanzia di vendita.
    Allo stesso modo, una persona che si è fatto un nome e ha un grosso seguito sul web se si propone a una casa editrice, anche bella importante, sarà raccomandato dalla sua popolarità e verrà pubblicato.
    Tuttavia, secondo me, esiste anche la raccomandazione per gli sconosciuti: quando l’editore sceglie un libro perché a pelle gli sta simpatico l’autore o quando l’autore è un parente o amico di vecchia data.
    Ovviamente i raccomandati, anche se non eccelsi scrittori, saranno aiutati da editor e correttori di bozze a sembrarlo.
    Per quanto riguarda te, senza offesa, chi ti ha accusato non ha capito che non sei abbastanza famoso per essere un probabile raccomandato.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 3 Febbraio 2020 alle 8:22 Rispondi

      Garanzie di vendite: verissimo. Non prendono i soldi miei, ma dalla massa sì.
      Ho visto professionisti del web pubblicati da editori medio-grandi, proprio perché hanno un enorme seguito online. Ergo: vendono.
      Nessuna offesa :D
      Basta cercare il mio nome per scoprire che non sono famoso. Ho i miei contatti social: lo vedi subito che non ho decine di migliaia di persone a seguirmi. E poi mi avrebbero raccomandato per pubblicare un saggio sul blogging? Cioè un argomento di nicchia dentro una nicchia?
      “Ma mi faccia il piacere!”, direbbe Totò :D

  13. Daniele
    mercoledì, 12 Febbraio 2020 alle 12:40 Rispondi

    Ho provato qualche volta ad inviare (via mail, come richiesto nei siti) uno scritto a diverse case editrici (medie, grandi) senza mai ricevere risposta. Le ragioni possono essere molteplici: ho scritto un libro che tratta di filosofia, argomento piuttosto “accademico”, nel senso che coloro che vengono pubblicati o sono i flosofi più famosi, o sono i professori o assistenti che hanno una carriera universitaria alle spalle che non ho: io sono “semplicemente” laureato in filosofia, ma lavoro in tutt’altro ambito; può essere anche che qualcuno abbia letto il contenuto e gli allegati delle mail che ho inviato, ma non l’ha ritenuto interessante o adatto alle collane della casa editrice; può essere che il mezzo mail sia sbagliato, e che nessuno abbia mai letto ciò che ho inviato; può essere, pure, che non ci siano nel “mio” ambito case editrici medie che pubblichino o investano in degli esordienti senza CV accademico rilevante. Ragioni molteplici, ma risultato identico: nessuna risposta. Per questo ho pensato anche all’auto pubblicazione (nonché all’ideazione di un blog). L’auto pubblicazione può dunque essere la strada giusta nel campo dell’editoria che tratta di filosofia? Non lo so ancora, ma di certo, se mi autopubblicassi, questa sarebbe una scelta che pondererei bene prima di attuarla

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 12 Febbraio 2020 alle 13:01 Rispondi

      Ciao Daniele, benvenuto nel blog. Un testo di filosofia forse è difficile da piazzare, quindi credo sia come dici all’inizio: preferiscono pubblicare testi di filosofi conosciuti.
      Ti conviene cercare se esistono testi di filosofia autopubblicati, prima di fare la scelta.

  14. alex nervini
    lunedì, 16 Marzo 2020 alle 15:04 Rispondi

    Buongiorno Daniele, dopo avere scritto due romanzi qualche anno fa per piacere e sfida personale, li ho ripresi in mano per un editing brutale e il più possibile distaccato. Probabilmente ho scoperto l’acqua calda, ma mi sono accorto che l’auto editing è possibile solo dopo un po’ di tempo: occorre trasformare, aggiungere e tagliare, operazioni possibili solo una volta dimenticato il sudore della scrittura, che resta addosso per parecchio tempo.
    Nelle ultime settimane, oltre ad avere pubblicato il primo romanzo su Amazon (di fatto per gli amici), sto provando a contattare editori e agenti.
    Come manager, negli anni ho cestinato montagne di CV, soprattutto i più lunghi, ma un colpo d’occhio a una presentazione ben fatta mi ha permesso di trovare validi collaboratori; la gente non ci crede, ma alle aziende arrivano poche auto candidature ben scritte.
    Fra le diverse modalità di selezioni da parte di editori e agenti, la più concreta mi pare quella di accettare sinossi dettagliata e primi capitoli: in un minuto si possono scartare le porcherie, in tre minuti è possibile farsi incuriosire, ed eventualmente farsi mandare il resto.
    Come in altri campi – un altro è lo screening di nuovi fornitori potenziali – l’approccio più efficace è quello di tenere l’uscio socchiuso nella speranza che qualcuno entri a sorprenderci, e una botola pronta per i rompipalle che forzano le serrature. Le porte chiuse isolano e quelle spalancate impediscono di produrre. Che ne pensi?
    Buona giornata.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 16 Marzo 2020 alle 15:17 Rispondi

      Ciao Alex, benvenuto nel blog. L’autoediting inteso come revisione funziona dopo un certo tempo.
      Anche per me sinossi e primi 2-3 capitoli sono sufficienti per far capire se un romanzo può interessare o meno.

  15. Luca
    venerdì, 24 Aprile 2020 alle 4:33 Rispondi

    Io ho pubblicato il mio primo libro a pagamento. Ero totalmente inesperto e non esisteva il Writer’s Dream. E’ stata un’esperienza devastante, e da quel momento in poi mi sono sempre rifiutato di pubblicare a pagamento. Infatti gli altri tre libri li ho pubblicati con piccoli editori totalmente free, non mi è mai passato per la testa il self, perché l’ho sempre considerato tipo l’ultima spiaggia; se voglio pubblicare a tutti i costi e non trovo un vero editore che mi pubblichi, ecco che posso usare il self publishing. Ho pubblicato gratuitamente senza essere raccomandato da nessuno, anzi, trovo che le raccomandazioni nel mondo dell’editoria servano poco o niente, soprattutto in questo periodo. Anch’io col mio ultimo romanzo ho vinto un paio di premi letterari anche piuttosto rinomati, e posso assicurare che non ho avuto nessuna raccomandazione. Devo però riconoscere che io mi riferisco ai piccoli editori perché la mia esperienza è stata con due di loro. Non conosco il mondo della grossa editoria, ma lì credo che più che le raccomandazioni, serva essere personaggi di un certo livello, con un minimo di notorietà. Bisogna dare prova di avere qualche possibilità di vendere bene, insomma.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Aprile 2020 alle 7:16 Rispondi

      Ciao Luca, benvenuto nel blog. Anche se forum o blog che spieghino cosa siano gli editori a pagamento, non avrei mai speso centinaia di euro ((anzi centinaia di migliaia di lire) perché pubblicare, perché non li avevo.
      Riguardo a essere dei personaggi, in qualche caso è così, ma non credo che sia sempre così per i grossi editori.

  16. Stefano
    venerdì, 29 Maggio 2020 alle 20:16 Rispondi

    Grazie dell’interessante analisi. Io ho scritto, cominciandolo quasi per scherzo, il mio primo romanzo che, dopo un paio di anni di giacenza, ho tirato fuori dall’hard disk, rinfrescato un po’, e mandato in giro a sei o sette editori, sia free che a doppio binario. A parte un rifiuto che diceva: “ben scritto, ma non ci convince in quanto non in linea con il nostro piano editoriale”, altre tre risposte erano molto positive. In una facevano anche un breve riassunto di ciò che avevano letto (la sinossi…senza capirla), e altre due apprezzavano lo scritto e proponevano la pubblicazione. Dietro contributo di cifre che variavano tra gli 800 (la prima) e i 950 euro e l’obbligo di acquisto di un certo numero di copie. Un quinto editore, invece, mi ha telefonato di persona per dirmi che avevano intenzione di procedere. Poche ore dopo ho ricevuto da loro la proposta di contratto. Unica cosa che mi lascia leggermente perplesso è la quantità di titoli da loro sfornati a ritmi forsennati…che mi lascia pensare che si affidino alla legge dei grandi numeri per aumentare le loro possibilità di uscire con qualcosa di davvero apprezzato e venduto. Inutile dire che, dal momento che il rischio d’impresa se lo accollano integralmente loro, ho deciso di buttarmi e firmare. Tengo le dita incrociate…

    • Daniele Imperi
      sabato, 30 Maggio 2020 alle 8:14 Rispondi

      Ciao Stefano, benvenuto nel blog. Non buttare soldi con gli editori a pagamento. E sull’ultimo editore leggi bene il contratto.

      • laura camposeo
        martedì, 2 Giugno 2020 alle 13:53 Rispondi

        Ciao Daniele volevo chiederti un tuo consiglio: sono stata contattata da: Casa Editrice Pagine. partecipai ad un concorso del :calendario 2021 di poesia . Ne avevo mandate già 2 nel 2015 e altre 2 nel 2017. E in quelle 2 occasioni la Dott.sa Claudia Diana era interessata dicendomi :se volevo collaborare con lei e altri autori per 200 euro Rifiutai. Poi io scrissi giorni fa un romanzo su: WATTPAD (che lo lesse 72 persone) E nello stesso tempo :mandai 2 poesie nuove, alla Casa Editrice. Ora lei mi ha chiamato ,dicendomi : che voleva da me una collaborazione ma da sola senza collaboratori sia per le poesie sia per altro .Per 50 euro … Tu cosa mi consigli di fare?Io sono alle prime armi e non so che fare . Ti prego aiutami, anzi chiedo anche ai tuoi follower se ci sono già passati di aiutarmi .Sto su Facebook
        e su Instagram grazie a tutti ciao

        • Daniele Imperi
          martedì, 2 Giugno 2020 alle 14:47 Rispondi

          Ciao Laura, benvenuta nel blog. Non ho capito la storia dei soldi. 200 per cosa?

          • Laura camposeo
            martedì, 2 Giugno 2020 alle 20:35 Rispondi

            Mi ha chiesto 50euro per iscrivermi alla sua casa editrice .perché così mi dà la possibilitai di scrivere un trafiletto sul suo calendario 2021 in cambio mi dà 250

            • Valentina
              venerdì, 15 Aprile 2022 alle 12:15 Rispondi

              Stai alla larga da questa casa editrice

  17. Stefano
    sabato, 30 Maggio 2020 alle 8:41 Rispondi

    Beh…il contratto è piuttosto semplice…non mi sembra ci siano clausole poco chiare. Loro si assumono il rischio di impresa in toto, sono definiti chiaramente i termini, e non ci sono penali o vincoli a mio discapito. Praticamente è a rischio zero, se va male resto al punto di partenza.

  18. Laura camposeo
    martedì, 2 Giugno 2020 alle 20:46 Rispondi

    Anzi scusami prima mi sono espressa male :in pratica questa casa editrice mi ha chiesto 250 € affinché io possa scrivere due righe sul loro calendario .mi dicono che é una truffa vero?

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 3 Giugno 2020 alle 8:16 Rispondi

      Ma certo che è una truffa. Cioè, tu devi pagare 250 euro per scrivere due righe sul loro calendario. Che cos’è questo calendario?
      Se scrivi per una casa editrice, sono loro che devono pagare te.

  19. Laura camposeo
    mercoledì, 3 Giugno 2020 alle 10:04 Rispondi

    Purtroppo non a specificato quale calendario . Comunque grazie per la risposta.Mi piacerebbe conoscere un tuo pensiero sulla piattaforma WATTPAP sicuramente la conosci grazie

  20. Laura camposeo
    venerdì, 5 Giugno 2020 alle 23:27 Rispondi

    Ciao sono sempre io. Volevo chiederti più o meno un editore che pubblica il mio romanzo quanto devo aspettarmi da lui ? Parlo di soldi grazie per la risposta

    • Daniele Imperi
      sabato, 6 Giugno 2020 alle 8:17 Rispondi

      Ti devi aspettare una percentuale sulle vendite, secondo me fra il 7 e il 9%. Lordi, si intende.

  21. Laura camposeo
    lunedì, 8 Giugno 2020 alle 8:20 Rispondi

    Ciao ascolta conosci la piattaforma di KOBO ? Ho letto il contratto e non mi sembra così affidabile tu che ne pensi? Grazie per la risposta ciao

    • Daniele Imperi
      lunedì, 8 Giugno 2020 alle 8:27 Rispondi

      In un punto dice: “commercializzare, trasmettere, distribuire, vendere o altrimenti rendere disponibile in via digitale tutte o parte delle Opere e dei metadati da te forniti mediante Kobo Writing Life”.
      Quindi chi scarica la tua opera può anche rivendersela. Non mi pare così buono come contratto.

  22. LAURA CAMPOSEO
    martedì, 9 Giugno 2020 alle 6:41 Rispondi

    Il tuo commento mi è stato di grande aiuto grazie ciao alla prossima

  23. Laura
    domenica, 26 Luglio 2020 alle 11:26 Rispondi

    ho scritto un romanzo quasi per caso, l’ho pensato per quasi 14 anni e l’anno scorso l’ho scritto in pochi mesi, aggiustandolo e conscludendolo a Marzo 2020. Tramite un amico conttati un editore il quale fu molto disponibile, mi disse che lo avrebbe letto e che lo avrei potuto chiamare a fine Maggio. Ero pronta a tutto, anche al fatto di sentirmi dire: fa schifo cambia mestiere (io scrivo per alcune testate giornalistiche online, mi occupo di curiosità dal mondo e dal territorio) insomma più che pubblicare il libro volevo sapere se ho stoffa. Chiamai il tizio a fine maggio per cinque giorni una volta al giorno, come succede con l’antibiotico, dopo cinque giorni mi richiamò spiegandomi che pubblicare un libro era complesso, serviva lavoro ecc … gli chiesi di dirmi la pura sincerità “se non ti è piaciuto io accetto la tua opinione”. Mi disse semplicemente: “puoi rimandarlo perchè in verità non l’ho mai ricevuto… ” contattai un’altra editrice la quale con molta sorpresa ha letto tutto il romanzo, dicendo che avevo stoffa e voleva pubblicarlo, però mi chiese di apportare alcune modifice, l’ho fatto stringendo i denti nonostante voglio tenere il racconto così, però poi mi ha chiesto di cambiare epoca (l’ho ambiantato negli anni ’20) cambiato anche quello, poi mi ha chiesto di tagliare i due capitoli finali, e nonostante i capitoli finali spiegano quasi il racconto ho provato a farlo come se mi stessero staccando il braccio.

    Quando tutto sembrava finito e nonostante il racconto fosse stravolto pensavo di aver ottenuto qualcosa, ma lei mi ha chiesto di dare carattere alla protagonista … insomma ho escluso l’autopubblicazione, ho escluso le case editrici a pagamento, Daniele Imperi mi dai un consiglio? e che non sia di avere fiducia nel futuro perchè mi i****** … p.s. presa dallo sconforto ho spedito il racconto a tutte le case editrici free presenti su google puntando pure alla Feltrinelli e alla Mondadori, muoia Sansone con tutti i Filistei!

    • Daniele Imperi
      domenica, 26 Luglio 2020 alle 11:49 Rispondi

      Ciao Laura, benvenuta nel blog. Intanto mi pare strano che l’editore ti abbia detto di non aver mai ricevuto il romanzo, se t’aveva detto che l’avrebbe letto: suppongo ti abbia risposto così dopo che gliel’avevi spedito.
      Riguardo alla seconda casa editrice, secondo me hai sbagliato a fare tutte quelle assurde modifiche. Cambiare epoca al romanzo può anche significare dover modificare ogni pagina, e perfino cambiare nomi ai personaggi. Prova ad ambientare una storia nel 1920 e poi cambia l’ambientazione con il 2020. E poi perché tagliare gli ultimi 2 capitoli?
      Non ti dico di aver fiducia nel futuro perché non ce l’ho neanch’io :)
      Hai spedito il romanzo a tutti gli editori insieme? Altra esagerazione.
      Le case editrici vanno studiate, prima. Devi capire in base al loro catalogo quale potrebbe pubblicare il tuo romanzo.

  24. Laura
    domenica, 26 Luglio 2020 alle 16:20 Rispondi

    Credo che la prima casa editrice nata nel 2019 abbia poco interesse nel pubblicare un romanzo di una sconosciuta. Nata nel 2019 sta pubblicando libri di banchieri e giornalisti affermati.
    La seconda, tengo a precisare che ho cambiato forse perché aveva ragione, in effetti non ho mai scritto libri e forse lo sto facendo nel modo sbagliato.
    Poi ho visto un discorso del mio attore preferito, oggi famoso, parlò ad una famosa università. Raccontò gli inizi e di quanto fu difficile, e di quando gli fu proposto di cambiare il nome poiché era troppo ispanico per il mondo di Hollywood, lui rispose di no perché così avrebbe rinunciato alla sua identità. Si vede che per il mio libro non sono ancora arrivati i tempi maturi, o forse non arriveranno mai.

    Ovviamente non l’ho mandato a tutte le case editrici a casaccio, sono andata sui siti e ho letto le condizioni. Anche sul genere che pubblicavano.
    Altrimenti se aspetto la risposta arrivo a 90 anni vecchia e decrepita e può accadere che il successo del libro se lo godranno i miei successori e io non potrò neanche salutare e ringraziare chi non lo ha voluto pubblicare! 👋

    • Daniele Imperi
      lunedì, 27 Luglio 2020 alle 8:31 Rispondi

      L’attore ha fatto bene a non cambiare nome. Non bisogna mai scendere a compromessi che calpestino la nostra dignità.

  25. Patrizia
    martedì, 22 Settembre 2020 alle 14:23 Rispondi

    Ciao, ho letto tutti i vostri commenti e sono completamente d’accordo. Ho partecipato a diversi concorso sia con poesie che con racconti, ho ricevuto qualche riconoscimento ma niente di più. Tutte le volte mi sono state fatte proposte di pubblicazione che prevedevano un esborso di denaro che ho puntualmente rifiutato. Ho pubblicato in autopublishing feltrinelli ma non tanto per mettere in commercio l’opera quanto per poter avere stampato qualcosa dei miei scritti che ho regalato a famigliari e amici. Ad oggi ho partecipato ad un concorso di poesia dopo anni che non lo facevo più e mi hanno chiamata offrendomi un servizio completo di stampa, addirittura un sito e un app a mio nome che potrei poi aggiornare…. e la pubblicazione di 12 poesie in una antologia con 7 altre persone alla modica cifra di 390 euro. La casa editrice mi è sconosciuta (Dantebus) voi l’avete mai sentita? Ho partecipato a quei concorsi su facebook tanto per giocare e oggi mi hanno tenuta al telefono quasi 40 minuti per farmi questa proposta.
    Non sono propensa ad accettare, ma volevo sapere se qualcuno di voi è incappato in questi dell’ultim’ora.

    • Daniele Imperi
      martedì, 22 Settembre 2020 alle 15:36 Rispondi

      Ciao Patrizia, benvenuta nel blog. Non si paga per essere pubblicati: questa è la regola. Inoltre 390 euro per stampare un libro (di quante copie?), creare un sito e un’app è decisamente poco. E lo è anche per uno solo dei 3 servizi che offrono.
      Mai sentito parlare di Dantebus.

  26. Patrizia
    mercoledì, 23 Settembre 2020 alle 9:51 Rispondi

    Grazie Daniele per la risposta, era quello che pensavo ma avevo bisogno del conforto dell’opinione di qualcuno.

  27. Franco Cordiale
    lunedì, 12 Ottobre 2020 alle 17:02 Rispondi

    SARO’ , spero, SINTETICO. SCRITTI TRE ROMANZI, ne ho pubblicato il terzo. Anzi, “L’ Acerba Vita “, questo il titolo, e’ stata anche presentata ufficialmente dal sottoscritto in una pubblica manifestazione, a chiusura delle celebrazioni per il 750 anniversario della nascita DI Cecco d’ Ascoli, cui il romanzo storico ed insieme autobiografico, era stato dedicato.
    Un romanzo appassionato quanto ” difficile”, per un pubblico di nicchia, anche se offre sprazzi importanti per la comprensione a livelli semplici, mai banali però ‘.
    CONSIDERO UN PICCOLO MIRACOLO ESSERE RIUSCITO A TROVARE UN EDITORE e un pubblico, sebbene siano i classici ” venticinque lettori” di manzoniana memoria. Ma VANNO gia’ bene quelli !
    TENTO ADESSO DI PUBBLICARE IL MIO PRIMO ROMANZO, risalente ai primi anni duemila. Apprezzato dalla signora Elvira Sellerio e dal regista Pupi Avati, come posso provare, e anche finalista a due premi letterari. MA NAVIGO AL BUIO, TOTALMENTE ! Probabilmente ripetendo l’ avventura fallimentare degli anni 2005 – 2010, quando non trovai un cane disposto a prendermi in esame.
    A parte i soliti immancabili tipo Albatros etc similia: dai tremila ai seimila euro..
    Erano i prezzi di allora…
    Quanto al self publishing: te lo inventi il pubblico CUI vendere i tuoi libri ? Vai a reclamizzarli sulla metropolitana ?
    MORALE. SFONDI SE CONOSCI O ENTRI NELLE GRAZIE DEI SOLITI CHE CONTANO, IN UN PAESE DI M**** COME IL NOSTRO.
    O VAI AL SOLITO ” PORTA A PORTA” SFODERANDO COSCE RAGGUARDEVOLI, come fece una certa tipa,
    Il cui famoso romanzo, quando lo lessi, mi fece l’ effetto di un tema mediocre scritto da qualche mia alunna di triennio e neanche di particolare acume e perizia scrittoria.
    Lessi le frottole sulla citta’ di Piombino, la quale la ” scrittrice” snatura perfino topograficamente, pur di imporre al lettore il suo sociologismo da due soldi. Ma aveva delle belle cosce al Porta a Porta ! Un talento naturale innegabile…

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 14 Ottobre 2020 alle 12:46 Rispondi

      Ciao Franco, benvenuto nel blog. Hai scritto di aver pubblicato già un romanzo con un editore, quindi manda quest’altro allo stesso editore.

  28. chiara Bongiovanni
    mercoledì, 3 Marzo 2021 alle 7:13 Rispondi

    le raccomandazioni esistono, però esistono anche un minimo di furbizia e la ricerca della professionalità. Ho scritto un libro “leggero” per divertirmi e mentre lo facevo, nei ritagli di tempo, non pensavo più che tanto a dove piazzarlo e se piazzarlo, ma pensavo, questo sì, al mercato editoriale. Già che scrivevo per gioco e non parlavo di grandi temi o della mia anima etc. tanto valeva farlo pensando a come piacere. Poi ho cercato, chiedendo un po’ in giro, un agente con i c*************, bravo, conosciuto, non troppo giovane. L’agente peraltro lavora alla vecchia maniera quindi niente anticipo prima di piazzare il libro e il dieci per cento di quanto ti dà l’editore a contratto firmato. E il contratto è arrivato. Potevo accettare un editore che non pagasse o che mi pagasse, come è stato, una piccolissima cifra, ma prima di pagare un tipografo disonesto lo metto in PDF e lo regalo agli amici a natale!

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 3 Marzo 2021 alle 8:18 Rispondi

      Ciao Chiara, benvenuta nel blog. Certo, le raccomandazioni esistono, ma non sono la regola.
      L’agente che hai trovato è ottimo, direi, perché oggi, a quanto vedo, le agenzie letterarie chiedono soldi per valutare un manoscritto, senza darti ovviamente nessuna garanzia di una pubblicazione.

  29. Loredana Specchio
    lunedì, 6 Settembre 2021 alle 19:56 Rispondi

    Salve a tutti. Ho letto con interesse i vostri commenti. A me è capitato di ricevere una proposta da una casa editrice che non prevedeva alcun esborso da parte mia. Però, quando ho letto bene il contratto ho visto che loro non si impegnavano in nessun modo a promuovere il libro. Probabilmente contano sul fatto che sia l’autore a comprare un certo numero di copie. In questo modo stampano on demand e affrontano solo un minimo di costi

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Settembre 2021 alle 7:51 Rispondi

      Ciao Loredana, benvenuta nel blog. Se l’autore deve comprare un certo numero di copie, c’è scritto nel contratto. La stampa su richiesta non è editoria.

      • Loredana Specchio
        mercoledì, 8 Settembre 2021 alle 20:48 Rispondi

        No Daniele. Loro non ti chiedono di acquistare copie. Sei tu che ti senti costretto a farlo visto che loro non promuovono il libro.
        Da poco ho ricevuto la richiesta di incontro con la casa editrice Porto Seguro.
        Qualcuno di voi la conosce?

        • Daniele Imperi
          giovedì, 9 Settembre 2021 alle 8:12 Rispondi

          Non l’ho mai sentita, ma nel sito puoi scaricare il contratto di edizione e ci sono 3 recensioni buone su Google. Ti consiglio comunque di acquistare almeno un loro libro per renderti conto di come lo curano.

        • Giuseppe
          venerdì, 11 Marzo 2022 alle 22:36 Rispondi

          Porto Seguro ha proposto la stessa cosa a me; mi hanno descritto le promozioni e gli eventi che faranno e anche la possibilità che il libro sia in vendita sia online che in libreria; ma richiedono comunque l’acquisto di 50 copie. Puoi acquistarle scontate del 30% o prenderle gratis in conto vendita, restituendo l’85%. Ma siamo sicuri che le medie piccole C.E: non facciano tutte così? E’ una cosa sbaglaiata a prescindere o… “ci può stare”?

          • Daniele Imperi
            domenica, 13 Marzo 2022 alle 8:50 Rispondi

            Ciao Giuseppe, benvenuto nel blog. Non ci può stare per niente. Ne parlerò nel prossimo articolo.

  30. Andrea Ferrara
    sabato, 16 Ottobre 2021 alle 9:11 Rispondi

    buongiorno mi chiamo andrea e vorrei descrivere in breve la mia storia. Nonostante io abbia fatto delle ricerche, portato contratti ad un avvocato ed a un commercialista, ho scelto una casa editrice pagandola. Dopo il mio primo libro pubblicato in self publishing, volevo più visibilità e per questo ne ho cercata una ! Ho parlato direttamente con l’editore a Più Libri più liberi di dicembre 2019! Mi ha convinto spiegandomi tante cose sull’editoria e sul loro modo di pubblicizzare e distribuire il libro! Ho dato la mia disponibilità a girare per l’Italia e fare presentazioni e mi è stato detto che mi dovevo fare prima una nicchia di lettori su Roma per poi andare in giro in altre città! Ho chiesto il numero di telefono del loro agente su Roma ma non ne hanno! Mi sto ritrovando a fare ciò che ho fatto con il self publishing!!! Tra le tante cose non fatte e scritte nel contratto, c’è la distribuzione in digitale che a tre mesi dall’uscita del libro non è stata fatta! Un mio amico sta pubblicando con una casa editrice di Milano, a pagamento, ma sono molto più seri. Adesso è a Torino al salone, quindi anche a pagamento qualcuno che ti da ciò che vuoi si trova! Ho preso la sola!!! Come si dice a Roma. Buona giornata
    Andrea

    • Daniele Imperi
      lunedì, 18 Ottobre 2021 alle 8:40 Rispondi

      Buongiorno Andrea, benvenuto nel blog.
      Pubblicando a pagamento si buttano solo soldi. Se devi spenderli, tanto vale autopubblicarti.

      • Davide
        venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 15:42 Rispondi

        Io ho tradotto un antico libro cinese e gia’ farlo e’ stato difficile, allora l’ho fatto valutare ad un’agenzia letteraria che mi ha contestato l’impaginazione, la sintassi, la coerenza, l’introduzione storica e che non ho inserito un glossario per dimostrare di averlo tradotto bene non essendo un traduttore professionista… percio’ ora lo sto’ migliorando seguendo quelle critiche ma non lo inviero’ a case editrici, perche’ voglio decidere io tutta la grafica del libro: dalla copertina al glossario… un’assurdita’ mi e’ sembrata la critica alla sintassi.

        • Daniele Imperi
          venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 15:50 Rispondi

          Fare tutto da solo richiede competenze in vari campi.
          Sulla sintassi potrebbero avere ragione, se hanno riscontrato errori.

          • Davide
            venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 16:09 Rispondi

            Mah, comunque io non do’ molto peso alla critica sulla sintassi: essendo una traduzione cinese italiano credo che sia importante scrivere in modo semplice, ma senza impazzire a fare un’analisi ligica di ogni frase perche’ non e’ quello il senso della traduzione. Come opinione, non mi e’ piaciuto che l’agenzia letteraria sostenesse che tra liro lavorano solo persone che hanno fatto studi universitari per giustificare la critica alla sintassi. Lo scopo del libro e’ decifrare un testo cinese, non e’ supplicare un bel voto all’universita’: questa e’ la mia esperienza.

            • Daniele Imperi
              venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 16:22 Rispondi

              Fare una traduzione non significa presentare un testo con degli errori. Il testo va curato, rispettando grammatica, ortografia e punteggiatura.
              Già nei tuoi commenti vedo diversi errori ortografici, che magari ha notato anche l’agenzia letteraria.
              Tu sulla base di quali studi hai tradotto quel testo? Dove hai studiato il cinese?

              • Davide
                venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 17:20 Rispondi

                Qui ho scritto senza punteggiatura, quella l’aggiungerò alla fine dell’ultima lettura. Il problema che io ho capito è che se scrivo come parlo non studio ogni frase per scrivere avverbio, soggetto, verbo, complemento ed aggettivo… comunque, per ora è importante scrivere una traduzione equivalente all’ordine dei caratteri cinesi nel testo e poi alla fine cercherò di controllare l’analisi logica: ma lo scopo non è fare un esame di lingua italiana, ma proporre una traduzione logica di un antico testo cinese, secondo me.

                • Daniele Imperi
                  venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 17:32 Rispondi

                  La traduzione, a quanto ne so, prevede molte conoscenze, non solo linguistiche. E poi si tratta di un testo antico. Appunto ti ho chiesto dove hai studiato il cinese.

  31. Davide
    venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 17:43 Rispondi

    Ho capito, ma sto cercando di capire anch’io tutto questo argomento di studi, lauree, convenzioni della lingua italiana per capire solo quali siano gli errori gravi che possano rendere difficile la lettura. E perciò riscrivo che io non sto facendo un esame all’università ma sto solo pubblicando un contributo all’argomento di quel libro scritto in cinese: ho cercato qualche informazione ed in internet ho trovato solo discussioni su scrivere se stesso o sé stesso, a capo o accapo e cose irrilevanti di questo tipo. La risposta che ti posso dare della traduzione è che la difficoltò principale è capire il senso logico che unisce una serie di caratteri che sono tipo geroglifici scritti senza punteggiatura, la credibilità delle università di lingue orientali sono tutt’altro argomento che riguarda chi giudica dopo un libro che è stato scritto prima.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 17:49 Rispondi

      Sinceramente non ho capito. Vedo però che hai eluso per la seconda volta la domanda: dove hai studiato il cinese?
      Un traduttore deve saper scrivere, questo va accettato. Appunto ti ho detto che una traduzione non prevede soltanto riportare il testo cinese in italiano, ma comporta molto altro.
      Anche se vuoi autopubblicarlo, di sicuro lo vendi. Quindi il testo va curato, e deve essere opera di un professionista, visto che applichi un prezzo da pagare.

  32. DAVIDE
    venerdì, 28 Gennaio 2022 alle 18:01 Rispondi

    Ho capito, ma non mi sembra appropriato scrivere in un blog pubblico troppe informazioni private riferite a come una persona ha tradotto un antico testo cinese o riferite a come ha imparato a tradurlo. Per concludere il discorso: l’agenzia letteraria non mi ha contestato la grammatica e l’ortografia (che nei commenti precedenti ho scritto dalla tastiera di un telefono) ma la sintassi e l’impaginazione. L’impaginazione posso capirlo perchè devo sistemare il font, i margini, lo specchiato, il numero di pagine e tutte queste cose; ma per la sintassi non sono d’accordo perchè se devo tradurre ad esempio albero, nascere, terra, frutto io non ho molto margine per farlo sono obbligato a scrivere un albero che nasce dalla terra, poi potrebbe produrre un frutto, ad esempio: contestare la sintassi significa che dovrei anche modificare l’ordine delle parole: è questo il problema che io ho capito essere quello della mia traduzione.

    • Daniele Imperi
      domenica, 30 Gennaio 2022 alle 8:49 Rispondi

      Non sono informazioni private dire come hai tradotto il testo cinese. Per fare una traduzione professionale, specialmente di una lingua difficile come il cinese, per di più antico, devi essere laureato. E questa non è un’informazione riservata.
      La traduzione è sempre un adattamento: da una parte devi rispettare la scelta dell’autore, dall’altra devi far capire cosa dice al lettore italiano. Se una lingua, per fare un esempio estremo, ha verbi solo all’infinito, non puoi renderli all’infinito anche in italiano. Non so quindi cosa di preciso ti abbiano contestato.

  33. Valentina De Luca
    domenica, 13 Marzo 2022 alle 8:34 Rispondi

    Per essere pubblicati da una casa editrice bisogna essere raccomandati se ci si arrende dopo la prima (e forse anche la seconda) decina di contratti farlocchi che ci arrivano. (E a metterli insieme, ci sarebbe davvero da divertirsi…) In altro modo si può decidere di auto pubblicarsi, come dici giustamente tu, oppure di fare come i cinesi: sedersi sulla sponda del fiume e aspettare. In questo caso però non passerà il cadavere del nostro nemico ma la fotografia del nostro valore scattata da qualche folle che decide di credere in noi al punto da riconoscere che il nostro lavoro l’abbiamo già fatto, e che adesso tocca a lui.

    • Daniele Imperi
      domenica, 13 Marzo 2022 alle 8:54 Rispondi

      Concordo di non arrendersi. Il lavoro degli autori è scrivere, quello degli editori è pubblicare. Fine del discorso :)

  34. Valentina De Luca
    domenica, 13 Marzo 2022 alle 12:37 Rispondi

    Sto partendo per Pavana, ma appena torno vorrei approfondire il discorso addentrandomi nella rete della post pubblicazione. Buona domenica! :D

  35. Laura
    mercoledì, 7 Settembre 2022 alle 18:32 Rispondi

    Ciao
    Anch’io avevo mandato un racconto ad una casa editrice, dopo un paio di mesi mi rispondono che il testo piace ma per pubblicare ci vogliono più di mille euro, io mi rifiutai di pagare. Ma dopo 8 mesi l’editore mi contatta per dirmi che se volevo pubblicare con loro non avrei pagato nulla per un compenso di 2.28 a copia venduta …..io ho accettato ma mi sono rimasti dei dubbi . Primo perché mia sorella dice che 2.38 centesimi sono pochi secondo ho chiesto loro una password per controllare l’andamento delle vendite. Me l’hanno dato però non mi hanno dato un link da consultare dove però non sono riuscita a vedere nulla . Terzo mi avevano chiesto la foto da inserire sul retro del libro …io la inviai ma con amara sorpresa non c’era ora solo a fine dicembre di quest’anno saprò se e quante copie sono state vendute. …il libro sta sui motori di ricerca come Google , BIS ecc.e costa 15.90 (troppo secondo le mie amiche) acquistabile solo online più spese al compratore gli costa più di 20 euro …..alla fine mi sono resa conto che non valeva la pena aver accettato ….il secondo che sto scrivendo forse rimarrà nel cassetto perché la delusione è tanta …tu che ne dici?

    • Daniele Imperi
      giovedì, 8 Settembre 2022 alle 8:10 Rispondi

      Ciao Laura, benvenuta nel blog. 2,38 centesimi a copia significa, su un prezzo di copertina di 15,90 euro, circa lo 0,15% sulle vendite. Una percentuale vergognosa.
      Non ti hanno mandato un contratto da firmare?

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