E così siamo a caccia di link, eh? I benemeriti link, l’eterna droga del web. Non so perché, ma quando un indirizzo email ha il termine “seo” in mezzo, io sento puzza di bruciato.
Sento puzza di cacciatore di link.
Da quanti anni si parla di guest post? E quanto tempo è passato da quando Google ha iniziato a penalizzare siti che praticavano questa tecnica in modo poco pulito? Sapete che significa penalizzazione in questo caso? Che il sito viene retrocesso nei risultati delle ricerche.
A me sta bene che qualcuno scriva un articolo per il mio blog, ma non mi sta bene se per colpa di quell’articolo il mio blog subisca una penalizzazione. Guardatevi questo tweet di Matt Cutts, il boss della squadra di Google che controlla lo spam nel web.
@Ludus what “Driver License Practice Tests” has to do with a writing blog? Manual webspam notice was on point.
— Matt Cutts (@mattcutts) 24 Ottobre 2015
Che cosa hanno a che vedere le “migliori pratiche per un social networking ispanico” con un blog sul SEO copywriting?
Non ha ragione in questo caso il signor Cutts?
C’è da farsi una domanda, ora.
Che cosa è il guest blogging?
Perché non credo sia chiaro. Per niente. Se ne parla tanto in giro, in ogni blog che tratta di blogging e copywriting ci sono articoli e articoli su come scrivere un guest post.
Ma forse sono scritti in cuneiforme. Sicuramente, altrimenti non si spiega perché ci sia ancora gente che non ha compreso come si svolga questa tecnica. Che poi non è che sia così difficile da capire, perché di solito chi scrive un guest post è chi ha un suo blog. A questo punto mi viene naturale chiedermi: queste persone sanno cos’è un blog?
Che cosa è il guest blogging, allora?
Una stretta collaborazione fra blogger e ospite. E quando si collabora, deve esserci un vantaggio reciproco, altrimenti non serve a nulla, vi pare?
Come si crea questa collaborazione? È facile, non preoccupatevi. La risposta è in quello che il 99% dei potenziali guest blogger non legge.
Le linee guida: queste sconosciute
Io non mi reputo un mostro del web design e dell’usabilità, però credo che la voce “Guest post” nel menu in alto sia abbastanza chiara, soprattutto perché sta vicino alla voce “Scrivimi”, che la gente usa per scrivermi, appunto, quindi anche per chiedermi se può scrivere un guest post.
E quando questa gente entra nella pagina Scrivimi, che cosa trova? Un modulo per inviare un’email, ma a fianco – e visibile – c’è anche un “Nota bene” e, sotto, “Vuoi scrivere un guest post? Leggi prima le linee guida”.
Ma allora è chiaro, direte voi. Macché.
Proprio l’altro giorno un tipo mi chiede se può pubblicare qui una recensione del suo sito sui quiz della patente. Però specifica che l’articolo è fatto bene e che ci sarà solo “1 links”.
Prima di rispondergli, faccio un salto avanti nel tempo e scopro un bel tweet di Matt Cutts:
Un bel guaio… Ma il buon Matt ha ragione ancora una volta. Ritorno così al febbraio 2015 e respingo l’offerta del tipo.
C’è però un altro scoglio da superare, perché non è sempre sui contenuti che l’asino casca. Prima di quelli io ho posto alcune regole severe, che però passano sempre inosservate.
Perché Daniele accetta guest post solo da chi conosce?
Potrei rispondere in maniera burbera: perché a casa mia faccio come mi pare. Ma in realtà è che ho avuto una fregatura in passato e non voglio che ricapiti. Se conosco il blogger, anche se non di persona (ho conosciuto solo 4 guest blogger dal vivo), vado sul sicuro.
Inoltre credo sia normale che le migliori collaborazioni nascano fra gente che si conosce e si frequenta online.
L’email: se il buon giorno si vede dal mattino
Quando leggo “un azienda”, a me sale la bile, non posso farci niente. Mi proponi un guest post e neanche sai scrivere in corretto italiano un’email di tre righe. Ecco come bruciarsi una possibilità in partenza.
Dall’email che spediamo a una persona si capisce parecchio di noi. Soprattutto se conosciamo la grammatica italiana.
Il guest blogging #1: quando si ignora la tecnica
Ogni quanto pubblicare un guest post nel proprio blog?
Ci avete mai pensato? Una volta a settimana? Una al mese? Oppure pensate di “pubblicare con frequenza molto lunga post di qualità”?
In realtà non credo che esista una risposta, ma se si chiamano “guest post”, significa che non possono essere pubblicati con una “frequenza molto lunga”, altrimenti il blog diventa multiautore e è un’altra cosa.
Penna blu non è un blog multiautore.
Il guest blogging #2: quando si ignora anche il blog
A qualcuno risulta che qui vengano pubblicati post sulla patente?
Quando ho letto quella seconda email, sono rimasto infastidito e neanche poco. Qui non ci si prende il disturbo nemmeno di vedere cosa tratta un blog. No, basta che sia un blog e che abbia una pagina per contattare lo scemo che sta dall’altra parte e via a caccia di link.
La proposta precedente che ho ricevuto, il giorno prima, era di uno che voleva scrivere un articolo sul “marketing online nel settore delle traduzioni”: esattamente gli argomenti che tratto su Penna blu.
In questi casi, prima di rispondere, faccio passare almeno un giorno o due, perché devo abbassare il livello di nervosismo, ché il mio corpo impiega parecchio a far scendere.
Il modo peggiore per fare guest blogging
È andare in giro per la blogosfera a elemosinare un link.
Ricordo quando uscì la notizia che Google iniziava a tenere sott’occhio i guest post: tutti a preoccuparsi a destra e a manca.
Ma di cosa dovete preoccuparvi?
È come lamentarsi quando ci arriva una multa perché abbiamo guidato a 100 km/h con il limite a 50. Questo è andarsela a cercare.
Stesso discorso con il guest blogging. Fatelo come va fatto e Matt Cutts non vi dirà mai e poi mai “Manual webspam notice was on point.”
LiveALive
Ma la sai che questo post è scritto meglio del solito? È molto più vivido e interessante degli altri da leggere a prescindere dall’argomento. Voglio questo stile e questo tono ironico più spesso.
Daniele Imperi
Grazie, ma toni così si addicono solo a certi post
Luisa
Ciao Daniele,
Continuo a seguirti con estremo piacere e capirne sempre di più…molto spesso, quando si comincia ad avere visibilità, si viene contattati da strani tipi senza blog nè sito nè link di riferimento per scrivere un articolo di non si sa quale reale provenienza…
Io credo molto nella condivisione di contenuti ed anche, forse per mia pazzia, nell’accettare argomenti similari ai miei (per la serie, non mi preoccupa il confronto).
Però, questo è il mio pensierino… penso piuttosto che si può essere danneggiati da puri opportunisti che vogliono sfruttare il lavoro altrui!
Complimenti
Buona giornata,
Luisa
Daniele Imperi
Addirittura senza link? Che interesse avrebbero in quel senso?
Il danno oggi è reale, purtroppo, proprio perché in passato c’è stata gente che ha fatto diverse schifezze col guest blogging.
Salvatore
La mia esperienza con il guest-post sul tuo blog è stata divertente e formativa. Ho iniziato a capire meglio cosa significhi scrivere in un blog proprio quando ho deciso di proporti un mio pezzo. Ci avevo messo impegno e il risultato, in termini di commenti e di coinvolgimento con i tuoi lettori, è stato gratificante.
All’epoca frequentavo il tuo blog da almeno un anno, commentando tutte le volte che lo ritenevo opportuno (a volte anche quando opportuno non lo era…). Proporti un guest-post, a quel punto, è stato naturale. Una conseguenza legittima a un confronto nato tempo prima e partito dai commenti ai tuoi articoli.
Prima o poi mi piacerebbe proporti un’altra collaborazione…
Daniele Imperi
Insomma ho formato il Salvatore, mica è da tutti

Quando avresti commentando fuori luogo? A saperlo ti bannavo
Manda pure quando vuoi.
Salvatore
Io commento sempre fuori luogo, è questo il punto…
MikiMoz
Una volta una tizia mi propose un guestpost sui regali che i miei lettori avrebbero potuto fare a S. Valentino. E specificò che me lo scriveva gratis. Le ho detto che per quella cagata avrebbe dovuto pagarmi lei, nel caso.
Ma ci rendiamo conto? Comunque entro dieci giorni scrivo il guest in sospeso per te! E non dovrai pagarmi :p
Moz-
Daniele Imperi
Hai perso un’occasione, Miki, ti saresti posizionato al primo posto su Google per “Regali di San Valentino”

La tipa forse non ha capito che “guest” significa ospite, il che non prevede alcuno scambio di moneta.
Ricordami per l’ennesima volta su cosa era il guest post per me, ché saranno due anni che ne parli e non ti decidi
MikiMoz
Era “l’arte della fellatio in dieci punti + 1” :p
No, scherzo
Era sulla responsabilità dell’autore!!
Moz-
Daniele Imperi
Forza, allora, ché il tema è buono
Chiara
Come ho avuto modo di dire più volte, mi sono trovata benissimo a collaborare con te, forse per il semplice fatto che ci siamo venuti incontro a vicenda: io ho letto le linee guida (anzi: mi sono ispirata ad esse per scrivere le mie) e tu sei stato disponibile a rispondere a dubbi e chiarimenti.
Ciò che odio di più di certi guest-blogger?
Oltre al fatto di non leggere le regole e di proporre articoli che non c’entrano una cicca, anche il fatto che molte mail sono un semplice copia-incolla spedite a tappeto a tutti i blogger del pianeta.
Ma, più di tutti, mi irritano quelli che mi chiedono recensioni/segnalazioni. Ora metterò un banner enorme nella home-page e vediamo se la smettono di rompere.
Non ho invece stabilito una frequenza per i guest-blog. Finora ne ho pubblicati 4: uno a luglio, due in autunno e uno un paio di settimane fa. Di solito decido con l’autore.
Daniele Imperi
Si vede subito se l’email non è personale. Spesso mi arrivano email che iniziano con “Seguo da tempo il suo blog…”, una volta me lo scrissero anche dopo 3 giorni che avevo aperto il mio ultimo blog, su danieleimperi.it
Ovviamente in quel caso glielo feci presente.
La storia delle recensioni e delle segnalazioni è dura a morire. Io l’ho scritto nelle guida, ma non passa quel messaggio.
Non so dirti una frequenza ottimale, ma secondo me al massimo un paio al mese va bene.
Chiara
Non ho ancora visto il tuo nuovo blog!
Andrò a curiosare!
Daniele Imperi
Non esiste più quel blog, da settembre
dramaqueen
Google o non Google, la mia preoccupazione sarebbe prima di tutto proporre ai lettori un post interessante e in linea con gli argomenti del mio blog. Che figura ci farei, a pubblicare un guest post su un argomento a casaccio, scritto tanto per farsi pubblicità?
Per fortuna non ho questi problemi, dato che un articolo sul mio blog non costituirebbe un gran guadagno, in termini di visibilità… Ma capisco che tu possa essere irritato dalle proposte di certi soggetti: lo sarei anch’io, al tuo posto!
Daniele Imperi
In questo caso Google è legato proprio all’interesse dei lettori, ma anche se Google non avesse preso di mira i guest post, il discorso non sarebbe cambiato per me: non posso offrire ai lettori robaccia, tanto più se non ci azzecca col mio blog.
Tenar
Davvero un post sui quiz della patente? È talmente folle che vien voglia di leggerlo! “Cento modi per scrivere un racconto partendo dai quiz della patente” oppure “Dietro ogni domanda c’è una storia – i quiz della patente” e poi tutta una serie di esempi narrativi a partire dalle regole per la precedenza. E la constatazione amichevole è già lo spunto per un giallo…
Daniele Imperi
Guarda, al tipo gli ho risposto: “secondo te il mio blog che cosa ha a che vedere coi qui della patente”? Non ha ribattuto.
La gente spara nel mucchio, qualcuno prima o poi abbocca.
Marina I
Wow, un post arrabbiato
Io saranno 4 mesi che penso: prima o poi propongo un guest post a Penna Blu. Solo che non mi è ancora venuta l’idea buona. Però le linee guida le ho lette!
È da poco che ho un blog, e comprendo perfettamente la frustrazione di essere sepolti nei meandri del web e desiderare un po’ di visibilità. Io però ho fatto la mia scommessa: cerco di scrivere buoni contenuti, ogni tanto lascio commenti nei blog che mi piacciono (che non sono tanti), proporrò guest post solo quando avrò un’idea buona, veramente adatta al blogger a cui la propongo. Niente promozioni aggressive e men che meno elemosinare link a casaccio. Alla fine serve a poco.
Daniele Imperi
Ciao Marina, benvenuta nel blog.
Adesso che hai commentato, puoi proporre un guest post
La visibilità fa gola a tutti, ovvio, ma bisogna ottenerla in modo appropriato, altrimenti fai solo danni.
Novecento
È qualche giorno che sbircio incuriosito, ma solo oggi ho deciso di lasciare una traccia più concreta della mia presenza, al di là del misero +1 di un counter visite e/o letture.
La motivazione è ovviamente farti i complimenti per un Blog interessante e scritto in modo molto gradevole, né troppo intimista, né troppo distaccato o supponente.
Che poi ciò avvenga in calce alla tematica del guest blogging è pura coincidenza, alla fine sinceramente liquiderei queste richieste come puro e semplice spam (e chi legge davvero lo spam?), misura del successo e della visibilità di Penna Blu. All’inizio non avrai avuto nemmeno una proposta, ora sì. Qualcosa vorrà pur dire, no?
Daniele Imperi
Ciao, grazie e benvenuto nel blog.
Sicuramente sono proposte che rasentano lo spam, in qualche caso lo erano invece. In effetti all’inizio non avevo proposte, com’è normale. Prendiamola così, allora
animadicarta
Insomma, il cattivo guest-blogger non tramonta mai! L’ultimo caso pazzesco che mi è capitato è un tizio che mi ha mandato il suo curriculum. Solo quello, senza scrivere neppure due righe. Io ho subito pensato che avesse sbagliato destinatario (ingenua) e gli ho risposto facendogli notare l’errore. E lui: “No, te l’ho mandato perché voglio scrivere un articolo sul tuo blog”. La cosa non è finita bene, come si può immaginare…
Daniele Imperi
No, come lo spam, sono parenti stretti
Ah, interessante, quello che ti è successo… Dal CV tu dovevi intuire che voleva proporsi come guest blogger.
Grazia Gironella
Mi hai fatto venire voglia di presentarmi con nome fittizio e proporti un post sulle orecchiette alle cime di rapa della nonna… così, tanto per cronometrare quanto tempo ci metti a mandarmi a quel paese.
Del resto il numero di seccatori e hater pare essere un chiaro indice di successo, oltre che di rottura di scatole, perciò dovresti sentirti lusingato!
Daniele Imperi
Ci metto un nanosecondo
Sì, molti dicono che sia segno di successo, mettiamola così, ché è meglio.
Lisa Agosti
Forse questi pirati del blogging mandano lo stesso guest post a cento blog diversi, sperando che qualche pollo accetti di pubblicarli. La mia esperienza personale è molto limitata ma la maggior parte delle visite al mio blog inglese arriva da un guest post che ho scritto più di un anno fa, nonostante non avessi inserito alcun link nel testo. Misteri della blogosfera.
Daniele Imperi
Pirati del blogging è una bella definizione e forse scrivono davvero a tanti.
Non hai inserito link nel testo, ma ce ne sarà stato uno nella bio, no?
Enrico Filippucci
Discussione interessante nata da uno sfogo legittimo. Io scrivo di qualsisi cosa mi interessi e di cui ho una adeguata conoscenza. Escludendo i primi post, che erano nati per dovere verso i “lettori” e erano pessimi, dopo ho sempre scritto se sentivo l’impulso.
In questo modo scrivo poco ma quando scrivo ma con passione.
Fatta questa premessa mi domando: perché Google dovrebbe penalizzarmi se ospitassi un post di una persona che scrive su un nuovo argomento nel mio blog?
Il mio blog tratta già temi molto diversi, lavoro, economia, finanza, social media, Italia, politica e altre cose mi potranno interessare in futuro.
Google dovrebbe valutare ogni singolo articolo, se ha valore o no.
Vedo un mare di blog che copiano articoli da mezzo mondo pur di mantenere il loro pubblico sul tema del blog. Non dico che sia sbagliato, se citano il link e la fonte, ma perché questo deve essere premiato e la scrittura orginale fuori tema del blog penalizzata?
Daniele Imperi
Se il tuo blog tratta di diversi temi, allora il guest post che ti arriva dovrà essere attinente a uno di quei temi. Nel post ho fatto l’esempio di un blog sul SEO copywriting che ha pubblicato un articolo sul social networking ispanico: fuori tema. Quindi chiaro segno di link venduti.