Ieri ho letto un articolo che mi ha lasciato quasi scandalizzato. È stato scritto da un certo Michael Reist e si intitola La letteratura è il nuovo latino. L’articolo in inglese, Literature is the new Latin, è stato pubblicato nel sito The Star.
Ci sono diversi punti di vista dell’autore che non condivido minimamente, ma che secondo me dimostrano solo l’ignoranza di chi ha scritto l’articolo. Cominciamo con la prima affermazione:
Lo studio del latino è scomparso perché è diventato una “lingua morta” che non ti serve a niente. È un incantevole anacronismo. Oggi la lettura della letteratura sta morendo della stessa lenta morte. “A che serve? Non ho mai intenzione di usarla!” La letteratura sta venendo rimpiazzata da attività di base interattive e online per “coinvolgere gli studenti di oggi”.
Innanzitutto non è vero che il latino non serve a niente. Per esempio, ci sono parecchi termini inglesi che provengono dal latino e conoscendo questa lingua morta (leggi il mio post Il latino è una lingua morta?) potrai capire meglio quei termini. Ma il latino è conoscenza, soprattutto. È storia. Se non serve il latino, non serve neanche conoscere la storia. Né tante altre materie che si insegnano a scuola.
La letteratura non serve perché non si usa? Mettiamo a confronto due persone dello stesso paese e della stessa età, una che non ha mai letto neanche un libro e l’altra che ne ha letti mille. Proviamo a parlare con queste persone e vediamo cosa ne esce.
La letteratura si usa ogni giorno, perché apre la mente e migliora il ragionamento.
Le attività interattive e online sono senz’altro utili e da parecchio tempo sto dicendo che le scuole devono dedicare più spazio, tempo e attenzione all’informatica. Ma queste attività devono essere di supporto alla letteratura, non una sostituzione.
L’autore se ne esce con un’altra affermazione da brivido:
[…] l’alfabetizzazione serve per decodificare le istruzioni su un bancomat e per riconoscere i titoli dei video di Youtube – ma la costante lettura di molte pagine di testo sta diventando rapidamente obsoleta, come il latino.
Quindi a scuola bisognerebbe insegnare a leggere quattro istruzioni e i titoli dei video? Per fare questo basta frequentare la prima elementare (la chiamo col nome con cui l’ho conosciuta io), non serve andare oltre. Bene, rendiamo dunque la scuola obbligatoria fino ai sette anni.
Ma uno dei pensieri più pericolosi è quello del mondo dei tre minuti, che mi fa pensare a un futuro fantascientifico in cui non ci sia davvero più tempo per nulla che duri più di 180 secondi.
Siamo entrati nel mondo dei tre-minuti. Tutto ciò che richiede più tempo non valeva la pena.
Sinceramente non vedo tutta questa urgenza e questa fretta nel mondo di oggi, tale da rendere impossibile la lettura di un romanzo o di qualsiasi altra opera letteraria.
Quando un insegnante prende in mano un libro, gli studenti chiedono: “C’è un film su questo?” […] Oggi leggere letteratura significa leggere ciò di cui parla il libro.
Quindi, secondo questa mente illuminata, il fatto che gli studenti di oggi siano ignoranti e non abbiano intenzione di leggere è una giustificazione a non spronarli a leggere e a proporre loro i riassunti delle opere letterarie anziché le opere stesse. Un appianamento, quindi, rendere tutti allo stesso livello di ignoranza.
La letteratura deve trovare una sua collocazione e una sua effettiva utilità se è stato tratto un film da essa. Altrimenti è carta straccia. O forse questi studenti pensano che i libri siano tratti da tutti i film usciti. Non mi meraviglierebbe.
Ciò che mi fa pensare che l’autore dell’articolo non sia completamente in sé è il seguente passo:
La letteratura ha un formato noioso. Anche se trasferisco il libro nel mio iPad, devo ancora decifrare pagine e pagine di scarabocchi neri su uno sfondo bianco. I romanzi non hanno immagini, suono o scelta. Dopo aver letto la prima pagina, devo andare a pagina due – e ci sono centinaia di queste pagine. Per la mente allevata nel cyberspazio, cosa c’è di più noioso?
Leggere è noioso? I libri non hanno figure? Quest’ultima esternazione è propria di un bambino di sette anni, che trova noioso leggere un libro perché non ci sono le figure. Ma chi scrive è un insegnante, quindi una persona laureata.
Le opere letterarie sono un insieme di scarabocchi. L’Iliade, l’Odissea, Delitto e castigo, I promessi sposi, le opere di Foscolo, Machiavelli, Pascoli, Pirandello, Calvino, Goethe, Leopardi, Woolf, Maupassant, Poe, Stevenson, ma continuare è impossibile, la storia è piena di gente idiota che ha riempito pagine e pagine di scarabocchi.
La parola a voi, ché io ho ancora il sangue cattivo da ieri.
Michela
Guarda, sono così nauseata che non so da dove cominciare. La sola cosa che mi tranquillizza è che questo è un solitario imbecille in una landa desolata: ma neanche, perché è un insegnante e rabbrividisco al pensiero di cosa insegna.
1) ogni volta che devo risolvere un problema di programmazione, mi sono accorta che applico esattamente lo stesso schema mentale che applicavo nelle versioni di latino e greco, individuando la struttura portante (verbo principale), cosa vi è direttamente connesso (soggetto e oggetto) e il resto. Non mi dilungo, ci siamo capiti.
2) lui usa la parola scritta solo per leggere le istruzioni del bancomat? Beh a me da bambina per colazione nel cappuccino piaceva il panino frittata cotto e maionese. Lo facciamo diventare una regola di vita?
3) siamo nel mondo dei tre minuti? diosanto, una conversazione con questo mi farebbe diventare isterica. per fortuna durerebbe pochissimo. Se ne andrebbe dopo tre minuti. che incubo.
4) Nei libri non ci sono le figure. Oh, questo è assolutamente fantastico. Questo poveraccio (perché inizia a farmi un po’ pena) non ha capito che nei libri ci sono TUTTE le figure, e anche i rumori e gli odori e i sapori. Lui rifiuta di usare quel muscolo mentale che glieli farebbe percepire (del resto vuole i riassuntini lui, mica i libri). Praticamente si è lobotomizzato da solo, e ne è felice. La sola cosa che mi terrorizza è che “sarebbe” un insegnante.
Daniele Imperi
Quello che ha scritto lascia il tempo che trova, ma certo è che detto da un insegnante la cosa diventa grave. Non ho mai letto un libro senza riuscire a figurarmi tutte le scene in mente
salvo
Daniele, cerco un uomo di fatica per spietrare un mio terreno in campagna, possibilmente in Agosto, nel centro della Sicilia e intorno alle ore 13,00 ora legale. Un acappellaccio di paglia grezza in testa, una canottiera e un paio di calzoni di panno tenuti sù da uno spago. Mi daresti l’indirizzo , anzi la mail di quel cafone(ma gli inglesi ci cascano spesso in queste minchiate, cosa che non succede ai tedeschi che hanno una cuultura immensamente suoeriore e una struttura linguistica simile al latino)?
Salvo
Mirko
Strano, quando mi sento ignorante in qualcosa, la prima cosa che faccio è comprare un libro…
Comunque l’articolo originale, dopo la provocazione iniziale, verso la fine ammorbidisce i toni: “Literature will never die, but if we keep force-feeding it to the kids of cyberspace, its integrity will certainly suffer.”.
Credo che il discorso sia di non forzare troppo su chi ha interessi molto diversi dalla letteratura.
Ho iniziato (purtroppo) a leggere libri per passione dopo i 22 anni, adesso non ne farei più a meno, ovviamente leggo solo ciò che mi interessa. Se mi costringessero a leggere un libro di 2000 pagine che non mi attira, sarebbe una tortura.
Personalmente la scuola non mi ha mai spronato nel modo giusto ad amare la letteratura. Probabilmente i Promessi sposi o la Divina commedia, nonostante siano da tutti considerati dei capolavori, alle medie non credo siano molto indicati.
Magari i giovani nati nell’era di computer, internet, videogiochi, ipad, iphone, hanno bisogno di una promozione della letteratura più articolata che il semplice costringerlo a leggere un libro che potrebbe anche non piacergli/interessargli. Ci sono tanti libri, tanti capolavori anche in generi non necessariamente classici.
Daniele Imperi
Anche io ho iniziato a leggere dopo i 20 anni e ora non ne faccio più a meno. L’articolo è vero che ammorbidisce i toni verso la fine, ma resta grave quello che ha scritto prima.
Hai ragione sul fatto che la scuola non fa molto, almeno nel mio caso, per spronare gli studenti alla lettura.
Lucia Donati
Di fronte a simili affermazioni non so se ridere o piangere.
Ryan
mah, secondo me l’interpretazione che ne dai tu da accanito e appassionato lettore può essere fuorviante, così come sarebbe fuorviante il parere di un latinista. I discorsi sui new media e la società dei tre minuti sono teorie sociologiche ormai abbastanza affermate, e sinceramente per quanto possa dispiacermi sono anche io convinto che la letteratura, almeno per come la intendiamo adesso, sia destinata a esser fruita sempre di meno, cricondata da alternative culturali (o di intrattenimento) ben più attraenti e di immediata fruizione (penso soprattutto a film e videogame). D’altronde credo basti guardarci intorno e fare una media tra le proprie conoscenze: quanti leggono (e soprattutto COSA) e con che frequenza? Io trovo che questo sia un fenomeno connaturato all’evolversi della società e quindi del linguaggio e della comunicazione. Continuerò imperterrito a leggermi i miei 100 libri l’anno ma onestamente ritengo che l’articolo che hai menzionato (azi gli stralci, visto che non l’ho letto integralmente) non abbia poi tutti i torti…
Daniele Imperi
Prova a pensare a una società dove non si legga più.
salvo
E allora smetti di leggere i tuoi 100 libri l’anno(non saranno un po’ troppini con le premesse che fai?) e fai un bel viaggetto insieme al “signore” dell’articolo.
Salomon Xeno
Mah! Sono sbalordito. Come si fa a scrivere “Dopo aver letto la prima pagina, devo andare a pagina due – e ci sono centinaia di queste pagine”?
Dai, siamo seri.
Daniele Imperi
Ci sono rimasto anche io a quell’affermazione…
Ryan
vedi, secondo me l’errore che fai sta nel commento che mi hai scritto: non è che non ci sarà una società dove non si legge più, ma ce ne sarà una dove si leggerà in maniera diversa. Già oggi leggiamo in maniera diversa dai tempi di dante: col tempo si evolve la lingua, la tecnologia e la società (ad esempio io adesso scrivo al 90% sulla tastiera e al 10% con la penna, per ogni 10 testi che leggo uno o due sono a video..). E’ normale e necessario che si evolva anche il modo di leggere. Io stesso ad esempio davanti a un bel film o a un bel libro non faccio distinzioni, riconosco uno stesso valore culturale a entrambi, così come a una graphic novel che se solo lo avessi detto 15 anni fa i puristi mi avrebbero deriso e sbeffeggiato. insomma, alla fine secondo me il veicolo con cui si diffondono le idee e i pensieri può anche cambiare, non ci vedo questo gran problema, per quanto il mio preferito resti la lettura e scrittura “classica”…
Daniele Imperi
Sì, che evolva la lettura ok, infatti adesso esistono anche gli ebook. Ma non puoi scrivere che devi andare a pagina 2, che ci sono centinaia di pagine di scarabocchi, che non ci sono figure. La tecnologia mi sta bene, ma non può né deve soppiantare la lettura, semmai facilitarla.
Lucia Donati
Le naturali funzioni umane non devono essere soppiantate da alcunché.
franco.zoccheddu
Ho cominciato a leggere (romanzi) a sette anni. Datemi un libro, una stanza vuota con una sedia, un po’ di volontaria solitudine.
Vi ho più o meno descritto quello che di più importante c’è da sapere su franco zoccheddu.
Daniele Imperi
Grande
Lucia Donati
Non è detto che se a qualcuno salta in mente di chiamare qualcosa “evoluzione” essa lo sia veramente.
Daniele Imperi
Infatti… questa è involuzione.
Il Moro
è vero che l’attenzione dei fruitori di internet in media scema dopo tre minuti (ma su inenet, non su un libro o un film) ed è vero che gli studenti quando vedono un libro ti chiedono se c’è il film, ma il fatto che il mondo sia pieno di deficenti non giustifica che dobbiamo dare della stupidità una regola. Personalmente continuo ad avere dei dubbi sull’utilità del latino, ma parlo di come veniva insegnato quando andavo a scuola io: non venitemi a dire che è utile imparare tutte le declinazioni a memoria, ma avere un’infarinatura nella vita può servire.
La storia degli scarabocchi neri su sfondo bianco penso volesse essere una provocazione. Almeno spero.
Daniele Imperi
L’attenzione su internet, come dici tu, è infatti una cosa, ma le persone non vivono nel mondo virtuale, ma in quello reale. E giustamente non possiamo fare di una regola il fatto che ci siano simili ignoranti.
Ryan
daniele se vuoi sapere come la penso io sull’umanità, se già non lo hai fatto vai a vedere il film idocracy
Daniele Imperi
Lo vedrò, allora Ma mi sa che la pensiamo allo stesso modo
marina
Non riesco a credere che circolino articoli del genere…la letteratura è la ricerca del senso, è un viaggio, è una porta verso il domani…mah
Daniele Imperi
Eppure ce ne sono, e non sarà certo l’ultimo…
Romina Tamerici
Ti prego, dimmi che l’articolo in realtà non esiste ed è uno scherzo, perché altrimenti siamo proprio messi male.
Chissà cosa insegnerà quest’uomo ai suoi alunni… non voglio nemmeno pensarci!
Daniele Imperi
Vorrei assistere a qualche sua lezione…
Lucia Donati
Sì, non sarebbe male, per poter controbattere eventualmente di persona.
Luigi Leonardi
Mah.. potrebbe essere una provocazione, forse per capire in che direzione stiamo andando.
Daniele Imperi
Potrebbe benissimo essere come dici
Kinsy
Sono scandalizzata! Il mondo è libero e ognuno è libero di pensarla come vuole, ma rimango sbigottita davanti a chi pubblica certe cose!
Possibile che il mondo sia diventato così qualunquista che qualsiasi Ignorante (la “i” maiuscola è voluta!) merita di essere pubblicato?! Oppure davvero è meglio lasciar spazio a tanta ignoranza (e stupidità) a discapito di una maggiore intelligenza e profondità, che, chissà, potrebbe aprire menti e pensieri?