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Quando si pubblica un libro, bisogna considerare, ovviamente, il rischio che venga stroncato da qualche lettore.
Esistono 2 regole inconfutabili nel mondo editoriale (che si possono applicare anche in altri settori):
- La lettura è personale
- Non possiamo piacere a tutti
C’è anche una terza regola, su cui non sono mai stato d’accordo. È una regola della comunicazione: se qualcuno non capisce ciò che scrivo (o dico), la colpa è mia che mi sono espresso male.
Questo non è affatto vero e lo dimostra, tanto per fare un esempio, l’ennesima richiesta di scrivere un guest post che ho ricevuto qualche giorno fa da un perfetto sconosciuto (e su un argomento che non tratto). Ma lasciamo perdere le polemiche.
Se qualcuno non capisce ciò che scriviamo (o diciamo), le cause possono essere 2:
- Ci siamo espressi male
- I nostri lettori (o interlocutori) non hanno capito bene
È chiaro che la colpa possa anche essere nostra, come è chiaro che possa essere di chi ci legge o ascolta. Là fuori l’analfabetismo funzionale miete ogni giorno le sue vittime.
Lo stesso analfabetismo funzionale che fa stroncare alcuni libri.
Il presunto danno di alcune recensioni
Ecco 2 recensioni del romanzo L’atlante delle nuvole di David Mitchell:
Un insieme di storielle il cui famoso legame l’una con l’altra è flebile e spesso forzato.
La struttura del libro poi è terribile. Inizia una storia, poi quando inizia a farsi interessante viene troncata e si passa alla storia successiva. Bisogna passare la metà del libro (combattendo con la tentazione di interrompere la lettura) per capire che le storie verranno poi riprese in seguito.
Innanzitutto non sono storielle, ma storie. Il legame fra una e l’altra è flebile, questo è vero.
Ma parliamo della struttura: terribile? È la struttura di un sestetto: A, B, C, D, E, F, E, D, C, B, A.
Esiste anche un indice nel libro, che fa capire al lettore che la storia A (Il diario dal Pacifico di Adam Ewing) continua, come pure la storia B (Lettere da Zedelghem) e così via, mentre la storia F (Sloosha Crossing e tutto il resto) inizia e si conclude lì.
Passiamo alla prossima recensione negativa del romanzo:
Supponiamo che siate un romanziere che ha iniziato tanti lavori e non e’ riuscito a finirli. Adesso vi viene in mente la grande idea : mettiamoli tutti insieme e troviamo una giustificazione spritual-filosofica.
Siccome il romanzo non è piaciuto, né è stata gradita la struttura, il lettore incolpa l’autore di aver cucito insieme 6 romanzi inconclusi.
Possiamo parlare di danno al libro in quei casi?
Direi proprio di no. Bisogna sempre capire la differenza fra recensione e opinione del libro: su Amazon e su altri negozi online troviamo molto raramente delle recensioni e quasi sempre delle opinioni.
Un libro non è per tutti
Quando leggiamo un libro, intervengono nel giudizio finale tanti fattori:
- Trama e suo sviluppo (intreccio)
- Caratterizzazione dei personaggi
- Stile di scrittura
- Ritmo
- Linguaggio
Questi, almeno, sono quelli che mi vengono in mente.
Ho letto da poco Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque, ambientato durante la Prima guerra mondiale e narrato da un soldato tedesco. Su Goodreads ho assegnato al libro 5 stelle, il massimo.
Può essere stroncato da qualcuno? Su Goodreads non è facile trovare chi abbia dato meno di 4 stelle, ma uno ne ha data una sola. Un analfabeta funzionale. Ce ne sono, eh. Il tipo l’ha letto perché assegnato come lettura a scuola.
Bisogna fare attenzione alle letture scolastiche. Esattamente 40 anni fa la professoressa ci assegnò un libro per l’estate e io scelsi di leggere Radici di Alex Haley, perché m’era piaciuto lo sceneggiato, e mio padre me lo comprò.
Non ho mai letto quel libro. Ma ultimamente l’ho ritrovato e, appena gli farò incollare delle pagine, me lo leggerò. Meglio tardi che mai, si dice.
Tornando seri: sì, qualsiasi libro può essere stroncato. C’è anche una certa aspettativa da parte del lettore, che può deludere.
Nessun libro è per tutti: lo sa chi scrive, ma soprattutto deve saperlo, e accettarlo, chi legge.
Un libro non è un cacciavite, né un bicchiere, né una padella, né un quaderno, né un bigodino, né una molletta per i panni, né una saponetta e via dicendo: questi prodotti non danno sensazioni (a parte la saponetta, forse, ma di altro genere), non creano emozioni nel consumatore.
Un libro ci accompagna per ore, ci restituisce immagini, suoni, voci, che si formano nella nostra testa, ci spinge a continuarne l’uso, la lettura, o a interromperlo per vari motivi.
È difficile stroncare un bigodino, una penna, un quaderno, un cacciavite. Stroncare un libro, invece, è molto facile: talvolta bastano poche pagine.
Quel libro magari ha richiesto due anni di lavoro, forse più, qualche migliaio di euro per metterlo in commercio e in 5 minuti viene stroncato.
Come scrittori dobbiamo preoccuparcene?
No. quando leggiamo quelle opinioni, dobbiamo porci una domanda: “E se non avessero capito la nostra opera?”
Quante stroncature avete ricevuto finora e perché?
Marco
Mi è successo almeno una volta (adesso è un po’ che non guardo le recensioni). Ma come dici tu non si tratta di una vera recensione, ma di una opinione. L’essenziale è ricordarsi che non possiamo piacere a tutti. Per fortuna!
Daniele Imperi
Opinioni su un prodotto, su Amazon è sempre così. Forse hai anche un limite di caratteri da rispettare, quindi una vera recensioni non è possibile.
Patrizia Belleri
Vorrei aggiungere un tipo di “recensione” assai diffusa su Amazon.
Sono quelle di chi assegna una stella perché il libro è arrivato danneggiato.
La colpa evidentemente è di Amazon, ma l’Autore si vede assegnato un giudizio negativo che abbassa ingiustamente il punteggio generale del suo lavoro.
Daniele Imperi
Se ne trovano parecchie infatti. Amazon poi ti dà la possibilità del reso. Lo scorso anno ho comprato il volume USA di John Dos Passos, è arrivato con la prima di copertina tutta staccata dal resto. Ho fatto il reso e anche il secondo è arrivato danneggiato. L’ho restituito e mi sono fatto ridare i soldi. Fine.
Che bisogno c’è di penalizzare libro e autore se il libro arriva danneggiato? Sono solo ignoranti.
C’è anche chi ha dato una stella perché l’ebook era troppo caro: ma che c’entra?
stefano
Ciao Daniele, mi fa morire dal ridere il fatto che continui a ricevere richieste da guest post da sconosciuti su temi che non tratti. Ma… a parte questo, ho una domanda. Cosa intendi esattamente con recensione di un libro?
grazie
Daniele Imperi
Ciao Stefano, quella è la mia croce, ormai ci rido anche io
La recensione di un libro non si limita a “m’è piaciuto molto, è scritto bene, ecc.”, ma dovrebbe andare a fondo, analizzare trama, personaggi, ritmo, stile, linguaggio, ecc.
Cose che non hai tempo, né voglia, di scrivere sui siti dove acquisti libri.
Andrea Perin
Io ne ho ricevute come recensioni su Amazon, alcune anche divertenti: analfabeta te e chi ti legge… Dante si rivolta nella tomba… in due mi hanno poi scritto in privato per accampare delle scuse per il giudizio frettoloso. “Beh, puoi sempre modificarla, o no?” ho chiesto. Risposta: “No, ormai la lascio… cercherò di essere più generoso più avanti”. Fantastici!
Un mio racconto lungo, in due anni (e buone vendite): media recensioni circa 4,3, la minima era di 2. Inserito poi tra gli “eletti” di Amazon Prime e salito tra i primissimi nelle classifiche di genere, ha ricevuto una dozzina di stelline (intendo una per recensione ) portandolo sotto 3. Parlo delle valutazioni anonime. Ora è tornato sui 3,3 grazie a delle recensioni scritte.
Personalmente ho notato: se alzi l’asticella dell’opera (per 1000 motivi: dignità, stanco di prostituirti, libertà, divertimento, presunzione di lasciare una traccia, coscienza, ecc…) devi contare sui tuoi lettori fedeli che hanno la pazienza di star lì a capire e magari poi farti una recensione (rarissima). Questo ti aiuterà a non soccombere alle stelline anonime (sempre una alla volta) che ti cadranno addosso.
Non commentavo da un po’ Daniele, ma ti leggo sempre.
Ciao!
DarkAlex1978
“No, ormai la lascio… cercherò di essere più generoso più avanti”
Lasciamelo dire, anche se purtroppo o per fortuna si censurerà in automatico: ma quanto è s****** una persona così?
Daniele Imperi
Ci pensa il plugin a censurare
lo è tanto, è gente che non capisce il danno che provoca.
Daniele Imperi
Ciao Andrea. Le recensioni anonime neanche dovrebbe ammetterle Amazon.
E comunque gli insulti fanno fare brutta figura a chi li lascia.
Alzare l’asticella: cioè il prezzo?
Andrea Perin
No, intendevo la ”qualità” dello scritto; idee, fondamenti ecc, tra virgolette essendo spesso interpretativa… Guarda, proprio ieri leggendo un racconto consigliatomi (mi è anche piaciuto) mi sono imbattuto in alcune refusi e un bel ”qual’è” ! Parlo di un libro cartaceo di CE. Se fosse scappato a me altro che stroncatura o insulti… E sì, hai ragione: le recensioni – specie non scritte – anonime dovrebbero essere assolutamente impedite. Rispondimi male a questo commento e te ne darò una prova! (Si scherza )
Ciao!
Daniele Imperi
Io trovo sempre errori nei libri cartacei di case editrici, anche gravi (per esempio “dò”).
DarkAlex1978
Concordo ed il discorso che fai si può applicare a tutte i medium per narrare una storia.
Però mi trovo più spesso a pensare all’opposto, ovvero a come pessimi libri vengono invece incensati, invece di ricevere la stroncatura che si meriterebbero. Ho concluso che dietro c’è sempre l’analfabetismo funzionale in crescita: questi brutti libri sono scritti al suo livello e di conseguenza l’analfabeta funzionale li elogia e compra.
Daniele Imperi
La tua tesi magari è giusta
O siamo noi che non capiamo il futuro Nobel della letteratura che abbiamo appena letto.
Ci sono diversi libri che ho letto e che sono considerati “cult”, ma secondo me sopravvalutati, come “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood, per esempio, o anche “Il signore delle mosche” di William Golding, che a me hanno annoiato, ma guai a chi li tocca.
Ferruccio
Non ho mai comprato un libro spinto da una recensione tanto per cominciare
Cinque o sei anni fa ho ricevuto richieste per fare delle recensioni positive su amazon, in cambio del libro e ovviamente ho rifiutato. anche per il blog mi è capitato di ricevere molte richieste in questo senso. Questo la dice lunga su una certa ipocrisia e sopratutto mancanza di professionalità che c’è dietro la recensione, specialmente quelle che girano in rete. .
In linea di massima non stronco libri, se un libro non mi piace non ne parlo e quando ne parlo bene si tratta sempre di un’opinione personale più che una recensione.
A me sinceramente mi è successo poche volte di essere stroncato.
Daniele Imperi
Hai fatto bene
Io alle volte le leggo per curiosità.
Le recensioni su richiesta vanno bene se l’autore accetta anche quelle negative. Altrimenti è pilotata.
Corrado S. Magro
Daniele, premetto che la semplice presenza (anche mentale) di una padella sveglia sensazioni gastro-olfattive-gustative di livello eccelso (5 stelle), mentre i libri per provare sensazioni bisogna leggerli. Le recensioni o meglio opinioni e commenti da distinguere perché la recensione è un’analisi che non esclude la soggettività ma, a differenza del resto, con valutazioni di diverso genere (stile, lingua, ecc. ecc.). Comunque se per esempio i commenti riferiti a uno scritto di Tolstoi al 90 per cento combaciano, da come sono espressi deduco che il libro sarà un buona scelta. Se invece leggo i commenti su Dostojewski posso anche accettare che alcuni lettori lo trovino scorbutico e paranoico. Ognuno ha il proprio approccio. Su chi prova ad autorefenziarsi, beh, lasciamo perdere.
Daniele Imperi
Concordo con la padella.
La recensione è soggettiva, per forza. Ma almeno è qualcosa di corposo e professionale. Sulle librerie online leggi invece valutazioni personali.
Orsa
Ferruccio ha ragione, c’è del torbido: il mercato delle recensioni esiste ed è regolamentato dalle leggi del denaro e dell’ipocrisia. Concordo con lui anche sulla questione opinione/recensione. Si recensisce un prodotto, un libro è un’opera dell’ingegno, non un cacciavite, come fai giustamente notare tu. Ma poi a prescindere da tutto questo, stroncare è brutto, ci deve sempre essere il rispetto per il lavoro, anche se di pessima qualità. Prima della pandemia capitava che mi mandassero in incognito a testare qualità e servizio di una nota McCatena, per me era una tragedia perché ogni volta avrei dovuto (e sottolineo avrei dovuto) scrivere un rapporto che avrebbe messo a rischio licenziamento dei ragazzi giovani.
Sì, l’ho subita: il compito di matematica. Vale come stroncatura? Fu una stroncatura coi fiocchi perché mi valse un bel “rimandata a settembre”. Ma mi sono vendicata… oh se mi sono vendicata!
Daniele Imperi
Scrivere una valutazione negativa con rispetto: ma poche volte capita. Forse alcuni lettori sono indiavolati per aver perso tempo a leggere un libro che non è piaciuto.
Io sono stato rimandato 2 volte a settembre in matematica
Franco Battaglia
Io scrivo recensioni per Film.Tv.it. da una vita. E le stroncature mi piacciono più degli elogi. Forse sono solo un sadico. Sarà che mi vengono meglio. Comunque, come per i libri, il giudizio è sempre soggettivo, possono non piacere titoli decantati dalla totalità del mondo, ma se la stroncatura viene giustificata con cognizione di causa, magari facendo notare – come capita a volte – difetti reali e tangibili nascosti dall’innamoramento collettivo, ben venga.
Daniele Imperi
Infatti quello dovrebbe far notare una valutazione negativa: i difetti del libro.
E comunque sono appunto tutte soggettive le valutazioni: quello che in un libro a me può non piacere, tu invece lo puoi apprezzare e viceversa.
Roberta Visone
Vogliamo parlare di coloro che non colgono citazioni cinematografiche o tratte da libri e che ti dicono che sei tu che non ti fai capire? Che urto.🤦
E vogliamo parlare dei generi che vengono bistrattati a prescindere dalla bravura e dal tempo che impieghi per scriverne le opere, come il genere poetico?
Mica è colpa di chi scrive, se fuori è pieno di gente che non sa cogliere riferimenti inter- ed extratestuali?
Daniele Imperi
Secondo me dipende come sono inserite quelle citazioni: a inizio libro ovviamente è impossibile non capirle, perché si citano anche autore e libro. In mezzo al testo non saprei.
Di poesia non m’intendo, ma leggendo poesie moderne io preferisco quelle di un tempo.
Ma comunque in questi casi la colpa non è appunto di chi scrive.
Maria Teresa Steri
E’ un colpo al cuore quando leggo la stroncatura di un romanzo che ho amato. Trovo terribile vedere come una bella storia venga liquidata in poche righe superficiali, magari scritte nel malumore del momento. Ma la verità è che i lettori sono così vari e di gusti così diversi che ci tocca accettare anche questo.
Da parte mia ho avuto la mia bella parte di recensioni negative. Ovviamente mi hanno fatto male, ma a volte certe affermazioni mi hanno lasciata anche perplessa. Di recente ho letto un commento a un mio libro che mi ha fatto pensare: ma questa persona che libro ha letto? Tanto era insensata a mio avviso la sua critica.
Il fatto poi che si trovino stroncature stupide su capolavori veri e propri, deve farci riflettere non solo su quanto siano vari e soggettivi i gusti, ma anche che non tutti i lettori hanno la sensibilità necessaria per apprezzare determinate storie.
Daniele Imperi
Il malumore del momento è difficile da combattere
Appunto perché i lettori sono vari e con gusti diversi le stroncature lasciano il tempo che trovano.
Non so se parlare di sensibilità sulle grandi opere: può anche essere un classico considerato un capolavoro, ma se la storia non t’è piaciuta e hai fatto fatica a leggerlo… ma appunto questa diventa una semplice opinione sulla propria lettura.
Massimiliano
Vabbè mi sembra un po’ troppo facile “ giustificarsi “ dicendo che il lettore non ha capito la mia opera.
Magari su 20 opinioni /recensioni ne trovi più della metà che criticano quello che ho scritto ..io un pensierino me lo farei.
Poi ognuno può continuare diritto con il paraocchi per la sua strada e ci sta….
Hai scritto Spritual filosofica..
E poi differenza fra opinioni e recensioni e del libro, forse ci sta una e in più (?)
Scusami se mi permetto, mi piace correggere se trovo errori di battitura ( o magari non lo sono e sbaglio io..) almeno dimostra che ho letto tutto l’articolo.
Poi son il primo ad ammettere di essere ignorante in italiano ..
Daniele Imperi
Certo, se il numero di valutazioni negative supera di parecchio le altre, allora un problema c’è.
Ma nell’esempio fatto non è così.
“Spritual filosofica” è la citazione di una recensione su Amazon, non l’ho scritto io.
La “e” in più che segnali dopo l’ho tolta.
Massimiliano
Ah..l’avevi trascritta come stava nella recensione .
Comunque non seguo le recensioni/ opinioni degli altri ..o meglio non mi ci faccio condizionare.
Mi piace lasciarle ..sui libri che acquisto questo sì.
Ma se il libro non mi è piaciuto non scrivo niente, perché essendo una mia opinione personale è estremamente soggettiva.
Certo questo vale anche per quelle positive..ma almeno sto con la coscienza a posto.
Cioè di non arrecare danno a chi ha scritto il libro.
Le recensioni/opinioni dei lettori sono molto effimere per questo vanno prese con le pinze.
Una cosa che valuto quando leggo una opinione su Amazon ad esempio ( vedo che qua diversi han scritto di stelle e stelline) è se l’acquisto è verificato .
Vedere uno che ti mette tre -una -cinque stelle e non sai manco se ha acquistato il libro per me la sua opinione vale meno di uno il cui acquisto è verificato da Amazon.
Poi non so di altri portali…tipo Il mio libro , ti da la possibilità di recensire solo se hai effettivamente acquistato il libro.
Ci son tante cose da tenere a considerazione.
Poi anche chi ti scrive la recensione.
Chi può scrivere le recensioni.
Chi lavora con questo.
Chi lo fa a gratis per passione personale ecc..ha un peso che conta molto relativamente sulla riuscita o meno di un opera.
Opinione personale naturalmente
Daniele Imperi
Amazon e anche IBS ti permettono di scrivere recensioni anche se non hai acquistato il libro da loro. È uno sbaglio, perché in molti casi mettono una stella solo per il prezzo alto e non hanno nemmeno comprato il libro.
Grazia Gironella
Ho ricevuto finora soltanto una stroncatura, da parte di un lettore che ha detto della storia “ridicola che fa ridere”, e di me “una che scrive come una bambina di sei anni”. Bè, come si fa a rimanerci male con una stroncatura così? Mi sono fatta due risate.
Daniele Imperi
Io non l’avrei presa così bene quella stroncatura
Grazia Gironella
Perché io prenda in considerazione, anche solo un po’, il parere di qualcuno, è necessario almeno che 1) lo ritenga in grado di valutare, 2) che io tema/creda di essere criticabile per gli aspetti per cui vengo criticata. “Una storia ridicola che fa ridere” fa già uscire il valutatore dalla prima categoria; per quanto riguarda la seconda, sono sicura che non a tutti piaccia cosa scrivo e come lo scrivo, ma so di non scrivere come una bambina di sei anni. Se poi qualcuno legge la recensione, in totale disaccordo con tutte le altre, e la trova degna di attenzione, allora forse è meglio che non mi legga. Posso farmene una ragione.
Daniele Imperi
Ma infatti molte sono opinioni, più che valutazioni.