Intervista a Max Bunker

Come scrivere una sceneggiatura per fumetti

Oggi vi voglio parlare di un altro tipo di scrittura: quella per il fumetto. Anzi, ve ne parla Max Bunker, al secolo Luciano Secchi, forse il più prolifico sceneggiatore italiano di fumetti. Per il blog Penna blu ha concesso un’intervista in cui ci svela il suo metodo di lavoro.

Può spiegarci quali passaggi segue dall’idea per una storia alla sceneggiatura finale?

Quelli classici sono trattamento, soggetto, sceneggiatura senza dialoghi, sceneggiatura con dialoghi, revisione finale.

Quante bozze prepara di solito per il soggetto di una storia?

Ormai ho uno schema insito nel cervello che crea, elabora, rivede, revisiona e struttura quasi automaticamente. Quando mi metto al computer è già tutto pronto nella memoria.

In che modo uno sceneggiatore – e lei in particolare – visualizza la scena che deve descrivere?

Dipende dalla scena e dal significato che le si vuole dare. Un interno ha delle esigenze di arredamento, un esterno si presta meglio a inserimenti anche fantastici.

Come riesce a essere in sintonia col disegnatore?

Quando affido la sceneggiatura a un disegnatore è perché sono già in sintonia con lui.

Come si può dare a una scena il miglior effetto possibile?

Vale tanto quanto ho detto del visualizzare. Diciamo che le riprese dall’alto sono più difficili da disegnare ma se fatte bene danno una spettacolarità insolita.

Come si costruiscono dialoghi brevi – come richiede il fumetto – e che funzionino?

Esprimendo nel minor numero di parole possibile un concetto il più vasto possibile.

Come caratterizza i personaggi all’interno di una sceneggiatura?

Visivamente con un determinato abbigliamento, poi il testo sottolinea la caratterizzazione.

Come crea un nuovo personaggio per una testata?

Per ispirazione.

È stato difficile trovare idee per oltre 500 albi di Alan Ford? Com’è riuscito a scrivere tutte queste storie?

Ci dimentichiamo delle 250 storie di Kriminal, delle 120 di Satanik, delle 200 di Maschera Nera, delle 300 tra Dennis Cobb, Milord, El Gringo, Gesebel, e le decine di storie senza personaggio fisso etc., etc… come? Lassù qualcuno mi ama (e mi ispira).

Che percorsi dovrebbe seguire chi vuole imparare a scrivere sceneggiature per fumetti?

Diamo per scontato che chi vuole scrivere storie sia provvisto di fantasia e che abbia facilità nello scrivere. Poi dovrebbe studiare le sceneggiature altrui, quelle che ritiene degne di nota. Scorporarle, e vedere la bilanciatura delle scene, il ritmo narrativo, la cadenza dei dialoghi. È un lavoro lungo ma dà i suoi frutti.

Max Bunker – Una biografia in breve

Max BunkerMax Bunker è nato nel 1939. È sceneggiatore di fumetti, scrittore, giornalista, editore. Sono tantissimi i personaggi a fumetti che ha creato nella sua carriera quarantennale. Si comincia nei primi anni ’60 col western Maschera Nera, il fantascientifico Atomik, i famosi Kriminal e Satanik. Ma sono da ricordare anche l’agente Dennis Cobb, Gesebel e infine Alan Ford e il mitico Gruppo TNT.

È lui a portare in Italia i supereroi della Marvel creati da Stan Lee, l’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Hulk, Iron Man. Fra la sua enorme produzione ci sono anche sedici romanzi gialli sulla figura dell’investigatore lombardo Riccardo Finzi, da cui fu anche tratto un film con Renato Pozzetto.

Staccatosi dalla Editoriale Corno, fonda la Max Bunker Press, che pubblica, assieme ad altre testate, il mensile Alan Ford, fumetto grottesco che va avanti ininterrotamente dal 1969.

6 Commenti

  1. Max novelli
    martedì, 12 Aprile 2011 alle 10:54 Rispondi

    Un grandissimo!!! Grazie per questa bella intervista Daniele!!

  2. ferruccio
    martedì, 12 Aprile 2011 alle 21:02 Rispondi

    Bravo Daniele:-)

  3. Daniele Imperi
    mercoledì, 13 Aprile 2011 alle 9:01 Rispondi

    Grazie ragazzi :)
    E’ stato un bel colpo.

  4. Intervista a Max Bunker | Parini Tredici
    giovedì, 14 Aprile 2011 alle 5:10 Rispondi

    […] l’intervista a Max Bunker su Penna blu. Questa voce è stata pubblicata in Web. Contrassegna il permalink. ← Giochi […]

  5. Pieru
    giovedì, 14 Aprile 2011 alle 14:49 Rispondi

    Complimenti zì, sei riuscito a intervistare uno dei miei miti!

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