Quando scrivo per il web, e intendo post e articoli di vario genere, do sempre del “voi”. È una cosa che ho sempre fatto, perché mi piace pensare di rivolgermi al pubblico e non al singolo. Ho letto però che nel web si dovrebbe dare del “tu”, ma io proprio non ci riesco.
La scrittura per il web per certi versi è abbastanza simile alla scrittura creativa. C’è un narratore che parla al pubblico. Leggendo racconti e romanzi anglosassoni, scopriamo che il narratore, l’io narrante, dà del voi. Ma questo solo nella traduzione italiana.
In realtà, quando scrittori e blogger inglesi e americani dicono “you” si riferiscono alla seconda persona singolare, quindi a te e non a voi. Era una domanda che mi ero sempre posto e alla fine mi sono deciso a chiedere spiegazioni in un forum americano sulla scrittura.
Ma quella è scrittura creativa, qualcuno potrebbe obiettare. Cosa cambia, però, dal punto di vista della comunicazione? Entrambi i tipi di scrittura devono comunicare qualcosa al lettore.
Se da una parte, nella scrittura creativa, c’è un narratore che possiamo ipotizzare seduto a raccontarci la sua storia, magari davanti a un camino o attorno a un tavolo, dall’altra, nella scrittura per il web, c’è lo stesso narratore – blogger, articolista, ecc. – che possiamo ipotizzare davanti a una cattedra o a una platea di gente durante un evento o ancora seduto al posto del narratore di prima, a un tavolo.
Entrambi questi narratori si stanno rivolgendo a un pubblico, a una moltitudine, non al singolo. Perché, allora, dare del tu?
Un blog non è una struttura chiusa, ma aperta. Se scrivo su un blog non è per rivolgermi a una persona, ma a chiunque legga.
Forse con il tu si vuole creare una sorta di affiatamento tra blogger e lettore? Ridurre le distanze? O forse si vuole emulare il mondo anglosassone?
Quanti di voi danno del tu? Preferite rivolgervi al singolo o a tutti?
Sekhemty
Io preferisco usare il voi, dopo tutto un post non è una lettera indirizzata ad una sola persona, ma un articolo che chiunque può leggere.
In narrativa questa scelta influenza il tono generale che si vuole dare allo scritto, e quindi è piuttosto importante valutare quale persona utilizzare.
Ma in un semplice articolo mi trovo meglio a rivolgermi ad una pluralità (anche se fossero solo due persone) piuttosto che ad un singolo.
Michela
Interessante
Nel vecchio blog, le poche volte che mio capitava, utilizzavo il “voi” per la semplice ragione che ho visto sempre fare così.
In questo blog invece utilizzo il tu.
I motivi sono due. Tanto per cominciare, che tutti usano il voi e volevo fare una cosa diversa
Poi, più seriamente, è vero che il blog è un contenuto aperto e destinato a tanti: ma è vero anche che la lettura è un’attività solitaria, e quando mi rivolgo a chi legge, ho di fronte sempre solo una persona.
Trovo che il “voi” aumenti la distanza: qua ci siamo io e te, “voi” diventa un’enità indeterminata, diventerebbe la mia idea del pubblico, anziché il lettore vero e proprio.
ferruccio
Io mi rivolgo a tutti:-)
Daniele Imperi
Io, come avrete capito dal post, condivido l’idea di Sekhemty e Ferruccio.
Anche quello che dice Michela è però vero.
Credo che comunque sua questione di gusti, abitudine e punti di vista.
mcnab
Io do del “voi”, ciò mi rivolgo al mio pubblico di lettori.
Non so, magari è davvero più opportuno fare altrimenti, ma proprio non ci riesco.
Daniele Imperi
Esatto, anche io proprio non ci riesco…
nove9nove
Premesso che non scrivo per il web, da esterno mi pare che ambedue le soluzioni siano valide, per come la vedo dipende più dal taglio che si vuole dare a ogni singolo articolo…Perchè essere monotoni?
Daniele Imperi
Se inizi a scrivere un blog dando del tu, devi continuare a dare del tu. Non significa essere monotoni, ma dare al blog un’impronta ben precisa.
Il blogger si riconosce per uno stile e un suo modo di esprimersi. Non puoi passare dal tu al voi in base al post, perché crei disomogeneità nel blog.
Libri da leggere | Chi è dentro è dentro
[…] (Sto parlando col "voi" perché spero che ci sia un sacco di gente Poi tornerò al "tu", dai prossimi post). […]
David
Un solo appunto.
In inglese il “you” può indifferentemente dire entrambi. O meglio, la forma di cortesia “voi” è divenuta usuale al punto che non si dà piú del “tu” (in inglese “thou”), che da forma familiare è diventata, vista la rarità (e il fatto che resiste principalmente in testi arcaici), la soluzione piú formale.
Quindi non è accurato fare paragoni con l’uso di inglesi o americani né riferirsi alle loro ragioni (consapevoli o no)
Daniele Imperi
David,
Sì, you significa sia tu sia voi, ma in un blog non credo che si intenda voi riferito a una persona.
Cristiana Tumedei
Questo è un aspetto interessante da valutare in fase di progettazione del blog, secondo me. Per quanto mi concerne adotto il voi, perché mi rivolgo esplicitamente a un gruppo, a una categoria di utenti ben precisa. Inoltre, è mia abitudine impiegare questa forma di cortesia.
Dare del tu è una scelta che va molto di moda ultimamente, ma devo ammettere che mi fa sentire a disagio quando la incontro. Posso dire che mi pare un tantino aggressiva? Sì, è come se si cercasse a tutti i costi di attirare la mia attenzione, di coinvolgermi forzatamente. Direi che come blogger non solo utilizzo il voi, ma lo preferisco decisamente.
Diverso è come mi comporto con i clienti: in quel caso cerco la soluzione che si addice maggiormente alle loro esigenze, quella che più efficace, insomma.
Daniele Imperi
Ho lo stesso pensiero. Ho adottato il “tu” solo nel programma Scrivere nel 2013, perché aveva un intento preciso e secondo me in quel caso serviva più il tu che il voi.
Martina
Utilizzo sempre il voi. Dare del tu mi mette a disagio anche se dà al Post un taglio più pratico e informale.
Daniele Imperi
Ciao Martina, benvenuta nel blog.
Il tu dà disagio anche a me. Non mi sembra naturale, in fondo nel blog non parli soltanto a una persona, ma a tutti.
Roberto
Ciao Daniele, nel mio caso dovrò presto scrivere “editoriali” in un portale ora in costruzione senza essere un esperto e mi stavo giusto ponendo la domanda, se utilizzare il “tu” o il “voi”.
Nel mio caso dovrò incoraggiare gli utenti nell’interazione reciproca fornendo contenuti stimolanti e utili a proseguire una discussione o scambio di informazioni interpersonale.
Dopo aver letto l’articolo e le interessanti risposte dei tuoi lettori mi sono convinto ad usare il voi… sono curioso di vedere cosa succederà
Complimenti per il blog!
Daniele Imperi
Ciao Roberto, benvenuto nel blog.
Non credo che il grado di coinvolgimento sia legato al tu piuttosto che al voi, ma da ciò che scrivi e da come lo scrivi.
agata robles
ciao Daniele. mi sto rileggendo un po’ di cose, in effetti dare del tu crea un rapporto esclusivo con il lettore, il quale si convince che stai parlando a lui e solo a lui. E penso che questo gli possa piacere. Inoltre molti editori chiedono espressamente che ci si rivolga al lettore con la 2a singolare. qualcosa vorrà dire.
Daniele Imperi
Ciao Agata, la seconda singolare? Puoi farmi degli esempi? Inoltre perché parli di editori? Intendi nei libri?