Qual è stato il vostro sogno all’inizio della vostra avventura editoriale e che cosa è cambiato da allora?
Vivere di questo lavoro cercando di non immettere spazzatura nel mercato dei libri che di per sé è saturo di libri-igienici. Da allora è cambiato solo il fatto che l’impegno è molto maggiore.
Un giudizio obiettivo sull’editoria italiana: che futuro ha e come dovrà evolversi per restare attiva?
Dipende da cosa si intende. Se nella risposta dobbiamo includere anche le major o no. A mio parere si pubblicano troppi libri inutili solo per far soldi cavalcando le mode. Trovo questa prassi svilente per l’umanità.
Come instaurate un dialogo coi vostri lettori? Lo ritenete sufficiente?
Facebook ed e-mail. E questo vale anche per gli autori o gli aspiranti tali. Questo per ciò che riguarda il dialogo vero e proprio. Poi ci appoggiamo alla stampa online e offline. Se ritenessimo che sia sufficiente saremmo dei pazzi. Non è mai sufficiente. Si può e si deve crescere sempre.
In Italia si legge poco: una frase che si sente troppo spesso ultimamente. Quali sono secondo voi i motivi di questa scarsa attitudine alla lettura e quali “misure” prendete – o vorreste prendere – per aumentare questi numeri?
I motivi sono svariati. In primo luogo la scarsa capacità genitoriale e scolastica nel portare le bambine e i bambini alla lettura che, come tutte le attività, è questione di allenamento. Non crediamo alla TV o ai videogame come deterrenti alla lettura. È un discorso di indole e di esempi. Per aumentare i numeri di lettori credo sarebbe opportuno che ogni casa editrice limitasse le pubblicazioni e ricercasse maggiore qualità. Noi abbiamo avuto per anni una libreria e in tutta sincerità l’80% delle novità editoriali era buono solo come carta da riciclo. Oltre a questo è necessario entrare nelle scuole per spiegare che leggere non è una cosa da emarginati sociali.
Siete in genere soddisfatti delle vostre campagne di marketing editoriale? E quanto si impegnano i vostri autori nella promozione dei loro libri?
Non tutti gli autori e le autrici si impegnano come credo potrebbero fare, e questo è un peccato. Per il resto siamo abbastanza soddisfatti se non fosse per il curioso equivoco in cui cade talvolta la stampa che confonde il concetto di “recensione” con quello di “pubblicità”. Mi spiego meglio: se mandiamo una copia omaggio per rappresentanza, non abbiamo voglia di sentirci rispondere che dobbiamo pagare per una recensione. Punto primo: sei un recensore di libri e lo fai perché ti pagano per farlo e perché, spero, ti piace leggere. Punto secondo: non ti ho chiesto una recensione. Ho solo mandato una copia omaggio stampa. Probabilmente certi personaggi hanno bisogno di un dizionario per capire cosa sia una recensione e cosa sia uno spot.
Avete riscontri positivi dalla vostra presenza nel web? Quanto la ritenete importante e come vorreste migliorarla?
Il web è una delle componenti. In tutta sincerità è del tutto secondario alla qualità dei libri fatti. Il problema di base dell’editoria di oggi è che la qualità è assolutamente secondaria rispetto all’apparire in libreria, all’apparire nelle fiere o in TV. Sono consapevole del fatto che apparire incrementa le probabilità di vendita, ma il punto focale è che si appare ma non si è. E dietro al velo c’è il vuoto pneumatico di idee e sentimenti. Uno dei più grandi editori italiani è stato Neri Pozza. Il mio consiglio è: andare a studiare come intendeva lui l’editoria e applicare il modello.
Perché un lettore dovrebbe leggere i vostri libri? Che cosa rende differente il vostro catalogo dagli innumerevoli altri?
Non credo sia possibile rispondere a questa domanda. Dovremmo avere il tempo di conoscere e approfondire i cataloghi degli altri editori. Fortunatamente, avendo moltissimo lavoro da portare avanti, questo tempo non c’è. Un lettore dovrebbe leggere i nostri libri perché investiamo di tasca nostra. Perché nemmeno un centesimo di euro viene richiesto agli autori. Perché in conseguenza a questo dobbiamo solo puntare su poche pubblicazioni che siano del più alto livello qualitativo possibile. Ovviamente a nostro gusto e giudizio. So bene che sembra paradossale sottolineare la questione dell’editoria free. L’editoria deve essere free. Chi si fa pagare dovrebbe smettere immediatamente di farsi chiamare editore e dovrebbe iniziare a farsi chiamare diversamente. A tal proposito invito gli aspiranti autori a non pagare per farsi stampare. Non fatelo. Cercate, andate a sbattere contro portoni chiusi, ma non pagate.
Che cosa vi sentite di consigliare agli aspiranti scrittori che vorrebbero pubblicare con voi?
Di informarsi su cosa facciamo e di cosa non facciamo. Di mandare il materiale sempre corredato di sinossi e dati biografici. Di non mandare e-mail di presentazione che in copia di cortesia riporti le e-mail di tutti gli altri editori contattati con lo stesso identico messaggio. L’autore dovrebbe capire che un editore riceve centinaia di dattiloscritti e che i tempi di risposta sono quelli che sono. Può benissimo insistere, con educazione, per conoscere lo stato dell’opera proposta, ma poi non è corretto che, ad esempio, non avvisi se nel mentre ha trovato chi lo pubblica. L’autore è certamente unico ed è giusto che tenga alla propria integrità. Ma l’autore dovrebbe capire che anche l’editore è unico. Dovrebbe capire quanto si rischia e come si rischia. Dovrebbe capire che nulla gli è dovuto e che se qualcuno decide di investire su di lui occorre essere collaborativi al 101%. Per lo meno con noi. Credo che gli aspiranti debbano essere decisamente più umili, educati e corretti. Spesso non è così.
Il mercato degli ebook si sta espandendo. Come accogliete questa tipologia di pubblicazione? Ritenete che possa “danneggiare” le edizioni cartacee?
Credo che sarebbe come chiedere se annusare il salmone possa in un modo o in un altro danneggiare il mercato di chi lo cucina. Scherzi a parte, l’ebook è un’oscenità. Forse inevitabile, e forse li faremo, ma resta una porcheria pari all’mp3. Il genere umano deve capire che il progresso tanto decantato non deve per forza di cose portare alla smaterializzazione.
Quanto ritenete valida la promozione della lettura in Italia? Fiere, eventi letterari, iniziative: sono sufficienti secondo voi? Come si potrebbe migliorare la situazione?
Mi dispiace ripetermi ma occorre entrare nelle scuole. Creare biblioteche all’interno delle classi, per esempio facendo sì che ogni bambino e bambina porti uno o più libri da scambiare con i propri compagni. Un libro al mese e poi lo si riporta in classe in modo che qualcun altro lo possa prendere. E vanno educati anche i genitori. Occorre spiegare loro che se un figlio legge e scrive… non ha problemi. E va cambiato il modo di insegnare l’italiano a scuola. I ragazzi di oggi non sanno più scrivere in modo decente. Per fare un esempio: la punteggiatura pare un mistero.
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Alex
La risposta riguardo agli ebook è delirante. Delirante e folle, per essere più precisi.
Cristiano
Gli mp3 hanno spazzato via musicassette, CD, LP e non mi sembra che la qualità della musica sia diminuita. Accadrà così anche per i libri, è solo questione di tempo. Qualcuno l’ha capito, qualcuno ci rimetterà le penne. Si tratta solo di essere nel posto giusto quando accadrà.
Gian_74
“La stampa è un’oscenità!” Dissero i monaci amanuensi a Gutenberg…
Ungheri Paolo
Dichiarare che gli ebook sono un’oscenità mi pare un pò forte a davvero troppo fuori luogo. Senza parlare del paragone lettura/musica: quando è nato il cd si sono sentite cose ben peggiori, ma la musica non è morta come millantavano i cultori del vinile…
franco zoccheddu
Circa venti anni fà, più o meno quando iniziai ad insegnare nella scuola, da molte parti (soprattutto personaggi come Steve Jobs, Bill Gates, etc) esprimevano a gran voce idee del genere “la tecnologia trasformerà il modo di lavorare, aumentando esponenzialmente il nostro tempo libero” o “la carta sparirà dai nostri uffici”, etc.
Invito tutti voi a visitare un istituto superiore tipico (o un qualsiasi ufficio) per una veloce verifica di questo genere di previsioni.
Io scrivo col PC, che sia benedetto, e accolgo con allegria tutte le novità tecnologiche. Concordo quindi con lo spirito delle obiezioni che mi precedono riguardo al giudizio sugli e-book, e all’inevitabilità culturale e sociale dei cambiamenti.
Mi permetto comunque di riflettere sulla realtà dei fatti: sembra che la tecnologia migliori tutto ciò che è “piacere”, un po’ meno tutto ciò che è “dovere”. Chiedo scusa per l’estrema semplificazione della questione. Cosa ne pensi Daniele? E Alex, Cristiano e Gian_74?
Salomon Xeno
Io ho aspettato a commentare per non essere il primo a sparare sulla risposta riguardo gli ebook
Se vale il paragone con la musica in formato digitale, e non è scontato, ricordo che oggi coesistono i negozi on line come amazon o jamendo, e quelli fisici con un commesso e tutto il resto. A cercare bene sono ancora in commercio i vinili e ne vengono prodotti anche di nuovi! Ricordo inoltre che primo non esistono solo gli mp3, ma anche altri formati più liberi e di qualità elevata, e secondo il vero passaggio al digitale è stato quello dal nastro al compact disc. Non è tanto il progresso che porta alla smaterializzazione, quanto una naturale evoluzione dei mezzi tecnologici a disposizione dell’arte. Per gli scrittori (e i musicisti) è un’opportunità, e lo è anche per il pubblico di lettori. Potrebbe essere così anche per l’editoria, ma dipende molto da come il singolo editore si pone nei confronti di quello che sarà il futuro.
Cristiano
franco zoccheddu,
diciamo in primis che la scuola italiana non è proprio un modello di modernità.
Ritengo che la smaterializzazione dei libri consentirebbe di avere disponibile una enorme quantità di materiale a prezzi irrisori eliminando i costi di distribuzione, stampa e stoccaggio.
Per non parlare della possibilità dell’ auto pubblicazione, purtroppo in Italia siamo molto indietro basti vedere al limitato uso del digitale nella P.A.
Gianluca Santini
La risposta sugli eBook mi lascia basito. Se non lo ritengono un settore utile, perché dire che forse li faranno? Se è una cosa a cui non credono, tanto vale lasciarla perdere.
E personalmente sto iniziando a stancarmi di queste idee secondo le quali gli eBook distruggeranno il mercato del cartaceo. Non dovremmo star lì a creare fazioni pro-eBook o pro-cartaceo, dovremmo essere tutti pro-narrativa, il mezzo attraverso cui viene veicolata diventa secondario, se si cerca di puntare a una storia di qualità. La godibilità della storia in sé prescinde dal formato.
My two cents.
Ciao,
Gianluca
franco zoccheddu
Grazie della risposta, Cristiano. Io la penso esattamente come te riguardo alla carta, ai costi di produzione, etc. E questo è quello che desidero come consumatore, perchè io poi compro le cose, e se un e-book mi costa la metà (ammesso… ) sono ben contento. Poi penso a una persona che è stata licenziata da una casa editrice che ha trovato il modo di tagliare i costi, e che non troverà più lavoro perchè non ha la fortuna di avere la mente così aperta da riuscire ad inventarsi qualcos’altro.
Ammettiamolo: la questione “progresso” non è la semplice dinamica “è meglio per il consumatore”. Davvero, non so che pensare di definitivo. Non mi piace il passato, preferisco il presente. Ma il futuro?
Gian_74
Franco, il fatto che (ancora) non si siano verificate talune previsioni è dovuto alla mentalità retrograda, pigra e deleteria delle istituzioni, in particolar modo di quelle italiane che sanno sempre distinguersi per inefficienza. Il computer ha cambiato la vita a tutti, soprattutto sul lavoro, però è vero che si fa ancora tanta e troppa carta ed è questa la vera oscenità non gli ebook!
Poi che il mondo della musica sia stato totalmente cambiato dalla tecnologia è innegabile. Il vinile è un orpello di moda vintage, non ha alcun impatto sul modo discografico moderno.
Non troverà più lavoro chi vorrà fossilizzarsi sulle vecchie teorie e non vorrà guardare a un palmo dal proprio naso (un esempio su tutti: la Kodak).
La realtà dei fatti è che “Scherzi a parte, l’ebook è un’oscenità. Forse inevitabile, e forse li faremo, ma resta una porcheria pari all’mp3.” è una frase senza senso, e detta da un operatore del settore è veramente triste e disarmante.
franco zoccheddu
Si, l’esempio della Kodak è lampante. Grazie comunque della tua risposta e della assoluta libertà che Daniele ci concede sul suo spazio.
Daniele Imperi
Finché i toni restano educati e rispettosi, la libertà resta
Salomon Xeno
In realtà navigando un po’ sul sito non sembrano così refrattari alla tecnologia. Hanno delle collane interessanti. E il loro sito mi piace, molto chiaro e pulito. Un vero peccato che siano così chiusi verso gli ebook.
Flavio
La risposta sull’ebook mi ha fatto venire voglia di emigrare. Liberi di pensarla come vogliono, ma respingere a priori e con l’atteggiamento ottocentesco della risposta il concetto stesso è brutalmente delirante.
L’ebook è la strada migliore per l’esordiente, permette di farsi leggere a pochi centesimi…ma sono concetti che ormai sono stati trattati a dismisura.
Mi viene il dubbio che sia una provocazione.
Edizioni La Gru
Mi spiace che non si sia capito il senso dell’affermazione. Il mio è un discorso da nostalgico. A me piace toccare gli oggetti. Tutto qua. Era un discorso di “sensi”. Gli ebook non credo sostituiranno in tutto e per tutto il cartaceo. Per lo meno non nei prossimi anni. Per lo meno non credo in Italia. Li faremo, ovviamente. O meglio, li stiamo lavorando e creeremo pure una collana di ebook di singoli racconti. Perchè li faremo anche se non ci piacciono? Perchè va seguito il mercato. Ma ciò non toglie che a gusto personale non è che siano la cosa più bella del mondo per una persona che da bambino stava sulle ginocchia di Neri Pozza e che sentiva le storie sulle Edizioni dell’Asino d’oro.
Ad ogni modo quando li metteremo sul mercato (epub senza drm) saranno tutti sotto ai 4,99 euro. Confidiamo entro alcuni mesi di essere pronti. Un ebook, nel momento in cui viene fatto, deve essere fatto al massimo delle potenzialità. Non ci affideremo a terzi perchè vogliamo evitare una standardizzazione del prodotto.
Una domanda semplice sugli ebook | Plutonia Experiment
[…] vs ebook”. E’ entrata nella mitologia la tremenda risposta data da Edizioni La Gru, intervistata dal sempre bravo Daniele Imperi. Alla domanda “Il mercato degli ebook si sta espandendo. Come […]
Michele
Io non sono nè pro nè contro gli ebook, sinceramente adoro tenere tra le mani un libro in cartaceo mentre lo leggo. Non è la stessa situazione del passaggio dal vinile (che adesso molti rimpiangono) e il cd, perché in entrambi i casi c’è un qualcosa di fisico da tenere tra le mani, mentre nel caso dell’ebook non è così, a parte il lettore naturalmente. A parte il fatto che leggere nello schermo del computer fa male, e non è vero che i nuovi dispositivi sono meno dannosi, e questo è un dato di fatto, certo, si può dire che le nuove tecnologie sono meno dannose, ma non si può negare comunque che in minima parte fanno male sicuramente di più della stampa su carta. Per coloro che dicono che in Italia siamo ancora presi indietro, rispondo che ho vissuto negli USA negli ultimi anni, e periodicamente ogni anno ci torno per trovare i miei amici che sono lì, e posso dire che non è vero che negli Stati Uniti l’ebook ha avuto questa grande diffusione che si vuol far credere. Il cartaceo insomma va ancora per la maggiore. Anzi, in genere molte persone lì dopo l’acquisto dell’ebook, decidono di comprare lo stesso libro in cartaceo.
Daniele Imperi
Ciao Michele,
per me il libro cartaceo adesso è superiore all’ebook: basti pensare al fatto che quasi sempre puoi sempre l’ebook solo un massimo di dispositivi, non puoi regalarlo, prestarlo. A me periodicamente spariscono dal pc e devo riscaricarli.