
Quando ho l’idea per una storia, di solito l’appunto sul primo pezzo di carta che ho vicino, assieme anche alle idee per il blog. Ora ho mucchi di carta riciclata a non finire e ogni tanto mi tocca fare ordine, rileggere gli appunti, capire cosa salvare e cosa buttare, ricopiare tutto su un ennesimo foglio di carta.
Prima che promuova un’idea a file ci vuole un po’. Ma quando scatta la promozione allora l’idea ha un titolo, non è più solo idea, ma racconto. Poi capita anche che quello che ho reputato racconto si trasformi nella mia testa in romanzo e viceversa.
Il problema nasce quando decido di scrivere quel racconto, perché la domanda che sorge è: che cosa sto scrivendo? È davvero qualcosa che può intrattenere il pubblico? E a quanti piacerà?
La scorsa settimana ho voluto riflettere su cosa cambiare nel blogging – argomento che riprendo domani, ma in modo diverso – e oggi provo a fare lo stesso, ma con la scrittura creativa.
Romanzi: quali preferite?
Quest’anno con le letture a me è andata decisamente male, fra pensieri personali e insofferenza narrativa avrò abbandonato 10-12 romanzi. Quindi i 60 e passa libri letti l’anno scorso resteranno un sogno.
Però non credo che sia tutta colpa mia. Se devo fare un bilancio, ho letto ben poco di innovativo, di così straordinariamente fuori dell’ordinario. Passatemi l’espressione, tanto non la cancello.
La mia domanda: quali romanzi preferireste leggere?
Stile: quale vi appassiona?
L’ultimo libro che ho abbandonato ha avuto anche lo stile di scrittura che non mi convinceva, che non mi teneva attaccato alle pagine. Le frasi erano parole, non musica. E la storia, beh, non capivo dove stesse andando.
Però ho già detto che lo stile gioca un ruolo importante nella storia. Se siamo stanchi – io almeno lo sono – di leggere sempre le stesse storie, non siamo anche stanchi di ritrovare sempre gli stessi stili di scrittura? Lo stile è personale, è vero, non dovrebbe quindi, al pari del blog, far emergere lo scrittore?
La mia domanda: che tipo di stile vi tiene incollati al libro che state leggendo?
Scrittori: come li vorreste?
Per me anche un autore che leggo, e non solo un blogger, deve andarmi a genio. Ovviamente di tutti gli autori che ho letto non posso sapere quasi nulla, come nulla saprò di tanti altri. Però è capitato che qualche scrittore, magari visto in TV, magari conosciuto in blog o siti, mi resti indigesto, non lo sopporti per qualche motivo, non ne condivida alcune idee. Quell’autore mi ha perso prima di farmi entrare nelle sue storie.
Non so come deve essere lo scrittore che preferisco, al di là della sua scrittura. Di certo non amo scrittori che se la tirano, che si pongono su un piedistallo davanti ai loro lettori, che snobbano interviste e autografi sui libri.
La mia domanda: com’è il vostro scrittore preferito?
Salvatore
Ho sempre letto molto la Fantasy e snobbato altri generi, in particolare la narrativa pura, contemporanea, per intenderci alla: Sveva Casati Modigliani e simili. Ho avuto un breve excursus con il genere giallo e thriller, ma chi non l’ha avuto? Ho letto anche i classi, non solo perché mi obbligassero a scuola; mia madre si stupì molto quando da piccolo alla domanda cosa vorresti per il tuo compleanno risposi: “Cime tempestose”. Ad ognuno il suo. Senza tralasciare la generazione beat, da ragazzotto, partendo da Hemingway e Fitzgerald, passando per Fante e approdando a Kerouac (lo so che dei quattro solo Kerouac rientra nel filone della Beat Generation, ma c’è a mio parere una sorta di filo conduttore fra loro). Ultimamente ho anche riscoperto Mark Twain. Invece non ho mai letto Faulkner, me ne devo pentire? L’ultima cosa che ho letto – tenendo conto che leggo sempre dieci libri alla volta, altrimenti mi annoio – Marcel Proust: “La ricerca del tempo perduto”. Chi l’avrebbe mai detto che sarei riuscito a leggerlo… Trovo molto più un polpettone Tolkien con “Il signore degli anelli” che Proust. Insomma i gusti col tempo cambiano e io mi sto dirigendo verso la narrativa contemporanea. Salvatemiiiiiiiiii!
Lo stile sta cambiando, nella lettura come nella scrittura. Prima amavo uno stile acerbo e invisibile che mi narrasse solo ed esclusivamente “fatti”. Azioni compiute dai personaggi e dialoghi. Adesso amo uno stile più intimista, che faccia sfoggio – alla faccia di Gadner – di una certa attenzione per la bella scrittura e l’eleganza. Un’eleganza però non prolifica, ma minimalista. Poche parole usate bene e con eleganza.
Infine, non giudico un libro dallo scrittore. Secondo me le due cose devono essere scisse, altrimenti finiremmo per non legger più nulla. E’ come giudicare un film – se vederlo o meno – dalla vita e dal comportamento privato degli attori che vi recitano; non ha molto senso. In genere preferisco sapere poco dell’autore, se non dopo la sua morte per un interesse puramente “necro-voyeuristico”…
Daniele Imperi
Ho letto un solo libro di Faulkner, ma non mi ha colpito, visto che non ne ricordo neanche il titolo.
Col tempo è normale che i gusti cambino. Ma della vita dell’autore non interessa neanche a me.
Luciano Dal Pont
Quali romanzi preferisco? Be’, diciamo che come lettore sono molto eclettico, per esempio ho letto tutti i libri di Richar Bach, forse il mio autore preferito e al quale faccio maggiormente riferimento, mentre ultimamente sto deviando verso Stephen King… niente di più diverso quindi, eppure entrambi i generi mi appassionano; diciamo che in generale leggo soprattutto narrativa, di qualunque genere, anche se ora sto leggendo un saggio storico sulla vita dell’uomo Gesù, e questo non tanto perchè io sia religioso (non lo sono affatto, per inciso) quanto perchè mi interessa conoscere l’aspetto umano, terreno, diciamo così, e comunque storico di Gesù, a prescindere dalla sua presunta divinità, anche per documentarmi visto che uno dei due romanzi che sto scrivendo andrà a toccare in termini critici temi riguardanti le religioni.
Insomma diciamo che mi piace leggere un poò di tutto, sia per piacere personale che per docimentarmi su temi che mi interessano.
Per quanto riguarda lo stile, e qui ovviamente parliamo solo di narrativa, mi piace uno stile che non si limiti a raccontare freddamente fatti, avvenimenti e personaggi con le loro azioni, quanto piuttosto che faccia nascere delle emozioni, che lasci trasparire dei sentimenti, insomma che coinvolga fortemente a livello emotivo, ma anche che si lasci leggere con piacere, che sia scorrevole e quasi musicale, che non abbia intoppi e che sia sempre fedele a sè stesso, e questi d’altra parte sono gli obiettivi che cerco di raggiungere io stesso come scrittore. Penso infatti che lo stile di un autore debba rimanere sempre quello, eventualmente adattato al tipo di storia che sta narrando ma comunque senza drastici sovvertimenti.
Ovvio che lo scrittore che preferisco deve corrispondere a questi canoni, se vogliamo limitarci a un giudizio professionale, se invece vogliamo coinvolgere anche l’aspetto umano, allora non posso che essere d’accordo con te, Daniele, nemmeno io sopporto i personaggi che se la tirano (non solo scrittori) che si pongono su una sorta di piedistallo aureo poggiato sulla loro notorietà e che per questo snobbano il contatto diretto, e sprattutto alla pari, col loro pubbico. Se dovessi diventare un autore affermato e famoso e dovessi lasciarmi tentare da simili atteggiamenti, vi prego di sparami senza indugio…
Daniele Imperi
Ti spareremo, allora, Luciano
Letture abbastanza varie le tue. Anche le mie, alla fine, lo sono state. Col tempo. C’è stata voglia di provare altri autori, altri generi. Leggo generi molto differenti, secondo l’umore del momento.
MikiMoz
Il mio scrittore ideale deve essere onesto.
Me ne accorgo se uno scrittore non lo è…
Moz-
Daniele Imperi
Onesto in che senso? Gli presti 5 euro e vedi se poi te li restituisce?
MikiMoz
Sì, è così.
Gli presto quanti soldi costa il suo libro, e me li restituisce in emozioni oneste
Moz-
Daniele Imperi
Bella, questa
Tenar
Non credo di avere né romanzi, né stili, né scrittori preferiti a prescindere. Voglio storie che mi portino via, verso altrovi, che possono essere altri mondi, altri tempi o anche modi di vedere la realtà di oggi a cui io non avevo pensato con uno stile che si adatti alla storia. Degli scrittori mi importa poco, o meglio, se più di una volta i loro libri mi hanno incantato è probabile che continuerò a leggere le loro storie, però mi importa poco della loro vita. Molti romanzi di Arturo Perèz-Reverte mi sono piaciuti molto, ma ogni volta che leggo una sua intervista lo trovo antipatico. Pace, continuo a leggere i suoi libri anche se penso che non vorrei, ad esempio, andare a cena con lui.
Quest’anno sono soddisfatta delle mie letture, non credo di aver letto 60 romanzi, ma ho trovato due o tre autori italiani (Malvaldi e Bucciarelli su tutti) che non conoscevo e che mi hanno dato qualcosa, quindi il bilancio è positivo.
Daniele Imperi
Della vita privata degli scrittori neanche a me importa, però, a differenza di te, se scopro che un autore mi sta antipatico, non riesco proprio a leggere le sue storie.
Tenar
Beh, ovviamente se è anche simpatico è meglio, ma in fondo il lavoro di uno scrittore è scrivere, tutto il resto è secondario (a meno che non veicoli idee proprio in antitesi con le mie, ecco, lo scrittore neonazi non lo seguirei più neppure se nei suoi libri non ci fosse traccia di ideologia)
Daniele Imperi
Sì, intendevo principalmente quello: se lo scrittore ha idee in contrasto con le mie. Ma non è detto, per me. Leggo uno scrittore che so avere idee opposte alle mie, ma nei suoi romanzi non ci sono tracce evidenti, ne ho trovate solo una volta. Però se ritengo uno scrittore insopportabile, non lo leggo. Leggendo le sue opere, sto facendo un favore a lui e al suo portafogli, no?
Tenar
Se il libro mi arricchisce sto facendo un favore a me, credo. Tralasciamo per un attimo il livello dei valori (ovvio che non compro cose prodotte da chi ha valori in contrasto con i miei), ma per gli altri acquisti non mi faccio problemi sulla simpatia/antipatia del produttore, mi interessa che il prodotto sia idoneo alle mie esigenze. Perché per i libri dovrebbe essere diverso?
Luciano Dal Pont
C’è un famigerato ex terrorista italiano di cui non ricordo il nome, che è stato per anni latitante in Francia dove si è affermato come autore di thriller e noir. Sembra che abbia ottenuto un certo successo di pubblico, e di conseguenza economico, e forse i suoi romanzi sono anche davvero appassionanti, non so. Il thriller e il noir sono generi che mi piacciono molto, soprattutto il noir, ma mai e poi mai acquisterei nè leggerei un libro di questo autore, nemmeno sotto tortura!
Okay, forse il mio esempio è leggermente estremo, ma quello che voglio dire è che sicuramente l’aspetto umano di un autore influenza, almeno in parte, la mia decisione se seguirlo oppure no, indipendentemente dalla qualità del suo lavoro. Per esempio, la motivazione iniziale che mi ha spinto a leggere i libri di Richard Bach è stata quella che questo autore è appassionato di volo ed è pilota d’aerei, lo è stato prima per professione e poi per hobby e per quanto ne so vola tutt’ora, anche se di recente è stato vittima di un grave incidente. Non conoscevo nulla di lui come scrittore ma, poichè anch’io sono appassionato di volo (fra le altre cose) e ho un brevetto di pilota/istruttore di aerei ultraleggeri, ecco che quella sua particolare peculiarità, che nulla ha a che vedere con la letteratura, ha attirato la mia attenzione e mi ha spinto ad acquistare un suo libro. L’ho letto, mi è piaciuto e nel corso del tempo ho letto tutti gli altri suoi romanzi.
Daniele Imperi
Dipende dal produttore. Non acquisto marche che per qualche motivo non gradisco, al di là del prodotto. Un libro è un prodotto anomalo, non è come gli altri.