Mi capita spesso di leggere frasi come “dài, vieni qui” oppure “dà un mano”. Il verbo “dare” è spesso maltrattato, gli viene affibbiato un accento quando non lo merita, ne viene privato quando ne ha invece bisogno.
Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza sull’accento da dare al verbo “dare”. A che serve un accento? Nel caso del verbo “dare” serve a distinguerlo da parole uguali ma di significato diverso.
L’accento nel verbo “dare”
- Do: prima persona singolare, tempo presente. Non vuole l’accento. Non può, infatti, essere confuso con la nota musicale do. La frase “Ti do un cazzotto se sbagli” non si riferisce alla musica, anche se menare cazzotti significa suonarle di santa ragione.
- Dai: seconda persona singolare, tempo presente, modo indicativo. Non vuole l’accento. Può forse essere confuso con un’altra parola? Assolutamente no. Frasi da esempio: “Mi dai una mano?”, “Dai, vieni qui!”
- Dà: terza persona singolare, tempo presente, modo indicativo. Vuole l’accento, perché in alcune frasi si può confondere con la preposizione da. Frase da esempio: “La mamma dà sempre un bacio al bambino”. Esiste anche “da sempre”, ma come preposizione+avverbio.
- Da’: seconda persona singolare, modo imperativo. Vuole l’apostrofo, perché la “i” è caduta. Frase da esempio: “Da’ una mano a tuo padre!”
- Danno: terza persona plurale, tempo presente, modo indicativo. Non vuole nessun accento, poiché è impossibile confonderla con la parola danno. Nella frase “I genitori danno da mangiare ai figli” si capisce perfettamente che quel “danno” è un verbo. Se invece gli danno da mangiare fino a sessant’anni, allora quel verbo è anche un danno.
Date al verbo dare quel che è del verbo dare, dunque.
Michela
Ed ecco che torna il difensore della gramamtica
Quanto mi piacciono ‘sti articoli!
Poco tempo fa discutevo con qualcuno che sosteneva “il congiuntivo è morto”…
Mi sentivo come se qualcuno mi avesse detto che mio zio (paterno) era morto!
Per fortuna è una cavolata, entrambi (il congiuntivo e mio zio) sono ammaccati ma sempre in piedi e belli vivaci
Io aspetto sempre quello sulla punteggiatura!
C’è il povero punto e virgola che sta diventando anemico e deboluccio, sempre chiuso dentro quella penna, se non fosse per lo smiley dell’occhiolino diventerebbe rachitico!
Daniele Imperi
Grazie
Sto cercando di inserire questi post sulla grammatica ogni 2 settimane. Quindi il 29 dicembre ci sarà quello sul punto esclamativo, poi ne seguiranno altri.
Magari ne scriverò uno anche sul tuo punto e virgola
Fini tocchi Alati
Bell’articolo. Serve a puntualizzare un paio di cose che potrebbero sembrare banali, ma spesso fanno inciampare i più.
Solo una curiosità: spesso leggo “dài” oppure “cèrto” (CMT docet) e parrebbe che sia corretto anche scrivere così.
Qualcuno sa dirmi perchè?
Forse si tratta di una (inutile?) visualizzazione della grafica di un accento comunque corretto?
Daniele Imperi
Ciao Attilio
Sul “dài” ho già detto. Nel verbo non si mette l’accento, non c’è motivo di metterlo.
E “certo” perché dovrebbe scriversi con l’accento? Se non sbaglio, non mi pare che esistano parole in italiano con vocali accentate in mezzo alla parola. Non vi risulta?
Michela
Che io sappia non esistono parole così, ma è accettata la grafia “cèrto” piuttosto che “certo” per rimarcare che la “e” va pronunciata aperta.
Non ho fonti da citare, solo la consuetudine.
cristina67
Tuttavia il mio professore di liceo esimio latinista,all’epoca anche parroco della cattedrale della mia città, diceva che la lingua italiana pretende un’estrema parsimonia.
Ricordo la lezione in cui affermò che il verbo dare alla terza persona prende l’accento solo nelle frasi in cui può essere confuso con il da preposizione e non nelle altre.
Daniele Imperi
Ciao Cristina,
forse quella regola è stata tolta per non generare confusione. Un po’ come “se stesso” e “sé stesso”.
cristina67
Scusa Daniele,
ma la sorte di sé stesso diventato se stesso, mi sembra rientrare nel criterio “parsimonioso” ossia viene fatto fuori l’accento poiché non c’è ambiguità …
Daniele Imperi
Intendevo che molti inizialmente scrivevano “sé stesso” – quando veniva considerato errore – mentre adesso ho letto, mi sembra sul sito dell’Accademia della Crusca, che l’accento è tornato. Cioè è ammesso.
E in effetti non avrebbe senso toglierlo in un caso e lasciarlo in un altro. In quel modo si generaparecchia confusione.
Quando mettere l’accento sul verbo fare
[…] si leggono accenti messi a caso sul verbo dare, così ne leggiamo sul verbo fare. Mi capita spesso di leggere “che fà”, con […]
Quando mettere l’accento sul verbo stare
[…] mania di accentare i verbi italiani non risparmia nessuno. Dopo aver parlato degli accenti sul verbo dare e sul verbo fare, questa è la volta del verbo […]
erwan
se è vero, come si dice, che la voce verbale “dà” dev’essere accentata per distinguerla dalla preposizione “da”, perché si nega che la voce verbale “dài” possa essere anch’essa confusa con altra particella?
mi riferisco ovviamente alla preposizione articolata “dai”:
Daniele Imperi
Perché credo che siamo molto difficile confondere la forma verbale con la preposizione, in quel caso.
Fulvio
Ti consiglio di fare meno il saccente: “dài”, per non confonderlo con la preposizione articolata.
Daniele Imperi
Ti consiglio di fare meno il maleducato, specialmente in casa altrui. La forma verbale “dai”, seconda personale singolare, NON va accentata. Non c’è alcun motivo per confonderla con la preposizione.
Antonio Di Fonso
Fulvio…dici castronerie.
Giumba
Eppure, certe volte l’accento su “dai” proprio ci vorrebbe.
Prendi l’espressione “Ma dai…” usata molto dai giovani anche come intercalare. Se proposta in un titolo (come oggi sul Corriere.it, nel blog di Sconcerti), si ha come l’impressione che manchi una riga. Quasi fosse:
“Ma dai
verbali non risulta”.
Non trovi?
Stefano
Anch’io mi domandavo proprio questo: se scrivo “Mario, quando dai da mangiare alle galline evita di dar loro l’omelette” mi torna che l’accento non venga messo.
Ma se scrivo “Dai, Mario, non dare l’omelette alle galline!” secondo me un accentino magari è un po’ retorico, superfluo, ma quasi sottolinea l’esclamazione. Lo so, sto scrivendo una bestialità.
Forse l’accento su “dai” potrebbe servire ad eliminare ambiguità quando nella frase ci sono errori di punteggiatura.
Dai rifiutare non vedo soluzione. (dall’azione del rifiutare non vedo soluzione)
Dai, rifiutare, non vedo soluzione. (Esortativo Ma dai, rifiutiamo, non vedo soluzione)
Ecco, se dimentico le virgole forse l’accento può sottolineare il senso del “dai”, però mi rendo conto che si dà l’aspirina dove occorrerebbe un intervento a cuore aperto. Quindi, alla fine, nonostante i miei sforzi mi dichiaro in linea con il “dai” senza accento.
Daniele Imperi
@Giumba: a quanto ne so, l’accento non ci va
@Stefano: ho capito quello che intendi e viva la linea del “dai” senza accento
cesare
Non ci sono occasioni per confondere la prima persona singolare dell’indicativo presente con la nota musicale, ma spesso le due parole coesistono e secondo me sarebbe corretto diversificarle
il tenore dice ai colleghi: “prendo il do di petto”, il calciatore dice ai compagni: “ci dò di petto”.
la corda più grave del violoncello è intonata sul do. Il violoncellista chiede al pianista: “mi fai accordare?” il pianista risponde: “se vuoi ti dò il do!”
Daniele Imperi
Anche nei tuoi esempi la parola do non può essere confusa. Resta il fatto che sul do del verbo dare non va l’accento.
Cinzia
Ciao a tutti, anch’io sono per la linea della parsimonia in accenti se non dovuti. Se devo mettere l’imperativo uso la punteggiatura piuttosto (dai Carlo! Fai questa cosa…). Grazie mille x aver chiarito il dubbio che avevo su il “da” alla terza persona. Ciao, Cinzia
Daniele Imperi
Ciao Cinzia, benvenuta nel blog.
Mi fa piacere che il post ti sia stato utile.
anna
Dai all’indicativo va senza accento. (tu mi dai retta)
Dài all’imperativo va con accento. (dài, ascoltami)
Sono due forme verbali diverse. Non c’entra la preposizione articolata.
Falco
Quoto che è per distinguere i due tempi verbali. Wikipedia dice che l’accento nell’imperativo è ammesso ma sconsigliato. Non ho trovato fonti autorevoli. Qualcuno ha una spiegazione esauriente?
Daniele Imperi
Ciao,
sinceramente non capisco come si possano confondere le due forme verbali. Wikipedia, inoltre, non è una fonte autorevole. Bisognerebbe interpellare una grammatica.
Sbagli s’accenti
[…] del verbo dare, che non vuole mai l’accento tranne che nella terza persona singolare del presente […]
Roberto Caforio
DA TRECCANI : dare2 v. tr. [lat. dare] (pres. do 〈dò〉 o dò [radd. sint.], dai o dài, dà, diamo, date, danno o dànno; imperf. davo, davi, ecc.; pass. rem. dièdi o dètti, désti, diède [poet. diè] o dètte, démmo, déste, dièdero [poet. dièro] o dèttero; fut. darò, darai, ecc.; condiz. darèi, darésti, ecc.; cong. pres. dia, … diamo, diate, dìano; cong. imperf. déssi, déssi, désse, déssimo, déste, déssero; imperat. dai o da’ [senza radd. sint.] o dà [con radd. sint.], ecc.). –
Pertanto, se voglio e lo ritengo necessario per evitare confusione o per precisione ecc., favorendo la lettura altrui, posso scrivere: “dò”, “dài”, “dànno” come forme del presente indicativo e in ogni caso “dà” accentato al contrario di tanti pseudogiornalisti che scrivono “da” senza accento alla 3° pers. sing. dell’indicativo, mentre come imperativo solo “dai” senza accento al contrario di quanto espresso in alcuni commenti o “da’ ” e anche “dà” in alternativa a “da’ “: il resto sono solo idee personali del tutto arbitrarie…altrove sono indicati gli accenti sulla “e” ma solo per far vedere se si tratta di accento grave o acuto e non come accento grafico.
Daniele Imperi
Gli accenti presenti nei vocabolari servono per far capire la pronuncia. Scrivere “dò” è un errore. Non vedo inoltre “idee personali del tutto arbitrarie” nel mio articolo: ho spiegato quando va accentato quel verbo. “Dà” è una cosa, “da’” un’altra. Sono due forme verbali diverse, come spiegato appunto nell’articolo.
Daniela Barberi
Devo fare veramente molti complimenti per come spiegate rendendo le cose semplici che non si dimenticano .Bella sarebbe la grammatica così insegnata a scuola, la rendete affascinante e siete anche simpatici .GRAZIE
Daniele Imperi
Ciao Daniela, grazie e benvenuta nel blog.
Ho voluto scrivere questi articoli sulla grammatica in modo “spiritoso” proprio perché possono risultare noiosi. Gli insegnanti potrebbero usare questo metodo nelle scuole, hai ragione.
Riccardo
Ciao. Volevo chiedere un’opinione ed eventuale correzione su questa frase :” […], il solo fatto di essere presenti sul social non ti dà dei benefici […]”.
In questo caso il verbo dare richiede l’accento giusto anche se si tratta di una seconda persona singolare?
grazie per la disponibilità
Daniele Imperi
Ciao Riccardo e benvenuto.
È come dice Mirella, il verbo è in terza persona. Il soggetto è “il fatto di essere presenti sui social”.
Mirella
Aspetta un momento…ma non si tratta di “una seconda persona singolare”, perchè il soggetto della frase è “il fatto” e quel “ti” è complemento di termine, o sbaglio?
Mirella
Riccardo
In effetti rileggendo la frase, credo tu abbia ragione.
Grazie per l’accorgimento Mirella.
Annamaria Mazzotta
Spiegazioni esaurienti, come posso mantenermi aggiornata?
Daniele Imperi
Ciao Annamaria, benvenuta nel blog. Puoi iscriverti alla newsletter oppure seguire il feed della Grammatica: http://pennablu.it/grammatica/feed/
Max
Daniele, buona sera!
Sono arrivato qui googleggiando e scrivo perchè affascinato dall’argomento, anche se non ho nessun titolo per disquisire su accenti o meno, mi sento però di far osservare che, se l’unico motivo per cui il dà verbo si accenta è per non confonderlo con la preposizione, la regola è “debolina”, infatti tornando al tuo esempio: “La mamma dà sempre un bacio al bambino” non potrà mai essere confusa con “La mamma da sempre un bacio al bambino” semplicemente perchè è scorretta e non ha senso, non pensi?
Voglio dire che accetto la regola perchè si fa così e basta, ma non perchè il dà verbo può essere confuso con la preposizione.
Daniele Imperi
Ciao Max, benvenuto nel blog.
Gli accenti nelle parole monosillabiche sono stati creati per non confonderle con altre parole, anche se non sono sicuro che questo valga per tutte. Ogni regola parte da una precisa motivazione.
Riccardo
Ipotizziamo che un anziano musicista lamenti una cosa in merito ai nuovi suonatori e dica: Tra i giovani musicisti non esiste più il “do”.
Si starà lamentando della crisi del valire della solidarietà o dell’assenza della nota musicale nelle nuove opere dei giovani che ha sentito? Da questa proposizione è impossibile capire se il complemento oggetto si riferisca all’uno o all’altra.
Sebbene io sia difensore del do (anche questa proposizione risulterebbe ambigua, pensandoci) senza accento, si possono trovare frasi in cui l’accento sarebbe utile.
Daniele Imperi
Ciao Riccardo, benvenuto nel blog. Non vedo come quel “do” possa far sorgere qualche dubbio. Si tratta di musicisti, quindi il contesto è la musica. Inoltre, se avesse voluto parlare della solidarietà, avrebbe dovuto usare il verbo all’infinito: Tra i giovani musicisti non esiste più il “dare”. Ma sarebbe stato più corretto scrivere: Tra i giovani musicisti non esiste più il valore del “dare”.
Advaita
Dò con l’accento in quanto forma del verbo dare non mi pare sbagliato. Più corretto senza, ma non è un vero e proprio errore. Io ad esempio l’accento l’ho sempre messo perché al liceo, all’epoca, mi insegnarono che ci va. Il principio è lo stesso di ‘dà’: anche se la presenza o meno di un contesto musicale fa subito capire la natura del ‘do’ in questione, penso che l’accento non sia sbagliato. Diciamo che è superfluo metterlo ma non è di certo un errore, ecco!!
Daniele Imperi
Ciao Advaita, benvenuta nel blog. Se l’accento non ci va, allora è un errore.
Daniele Moretto
Ciao, insegno ItaliaNO e stamani ho detto a i miei alunni di prima liceo che possoNO mettere l’accento su “dò” verbo, ma se non lo mettoNO non è grave. Cesare ha già portato i giusti esempi a supporto (io peraltro sono anche un teNOre!).
Direi in generale di sostenere la chiarezza, con i distinguo.
Do da solo mi sembra spoglio, debole.
Daniele
Daniele Imperi
Ciao Daniele, benvenuto nel blog. La forma “dò” non è corretta, quindi scrivere in quel modo è un errore e mi meraviglio che sia proprio un insegnante di italiano a consigliare gli alunni a usarla.
Ho eliminato l’ultima parte del tuo commento: il mio blog non può essere usato per fare propaganda politica di qualsiasi genere.
Claudia
Grazie! Finalmente sono riuscita a capirlo.Prima mi confondevo sempre.
Claudia
Ti volevo chiedere, inoltre, se conosci qualche emozione che sia maschile e non femminile (ad esempio la delusione o la tristezza)?
Daniele Imperi
Oddio, le emozioni non credo abbiano sesso
SabrinaWeb
Dai è anche una preposizione articolata, oltre alla seconda persona del verbo dare, ma è impossibile confonderli, quindi è giusto che sia senza accento (che oltretutto a metà parola sarebbe brutto)
Daniele Imperi
Gli accenti a metà parola mi sono proprio indigesti. Ho visto comunque che dipende dalle regole redazionali delle case editrici, perché alcune lo mettono e altre no.