La corsa selvatica è stato uno dei primi due romanzi che ho acquistato della casa editrice Edizioni XII. L’ho preso assieme a I ragni zingari. M’aveva incuriosito il titolo, la copertina agghiacciante, la presentazione apparsa nel sito.
Non avevo mai sentito nominare Riccardo Coltri, ma è anche vero che fino ad allora avevo letto soltanto autori abbastanza famosi del mio paese, o classici o affermati da anni. Non so perché, ma gli altri non mi davano fiducia.
Un errore che commette spesso un autore emergente è quello di ambientare le sue storie in America, come se il mistero, l’horror, l’avventura, il thriller potessero succedere solo là. Riccardo Coltri non ha commesso questo errore.
Non ho letto tutti i racconti che ha scritto, ma ho letto tutti i suoi romanzi e per primo appunto La corsa selvatica, una storia che ha in sé il fantastico e l’horror. Una storia ambientata in Italia, nei primi anni del regno.
Le impressioni che ho avuto, le emozioni, non erano differenti da quelle percepite in altri romanzi fantasy del mondo anglosassone. Anzi, a me questo romanzo sembra persino superiore.
Riccardo Coltri è riuscito a far convivere perfettamente figure leggendarie e creature oscure e fucili ad ago, stregoni e agenti mandati a indagare. Tutto questo mi è apparso unico e originale e, soprattutto, funzionava.
Ma quello che colpisce di più sono le parole e il modo in cui sono mescolate nel romanzo. Creano l’atmosfera giusta, sanno dare al lettore la sensazione che la vicenda si stia svolgendo in un mondo reale, sì, ma ammantato da antiche credenze e popolato da figure fuoriuscite da un libro di favole oscure.
Non c’è mondo è stato il suo primo romanzo, che ho letto subito dopo, e là si può trovare un Coltri acerbo, ancora legato a delle piccole ingenuità, che comunque non stonano. Si nota però una ricerca degli effetti da dare con le parole, uno studio dello stile che sarà poi affinato e perfezionato in Zeferina, romanzo successivo.
Rispetto alla sua prima opera, in questo secondo libro c’è un salto di qualità enorme. Sono passati ben otto anni dalla pubblicazione di Non c’è mondo e si vede. Storia più lunga e personaggi più riusciti e definiti, atmosfere più magiche e allo stesso tempo buie. Anche Zeferina è ambientato nel regno d’Italia.
La corsa selvatica esce un anno dopo Zeferina e la scrittura si perfeziona ancora. Non ho trovato molte differenze nello stile, forse una maturità maggiore. E ugualmente non si notano differenze in Veni Etiam, racconto presente nella raccolta Carnevale.
Goetia è di quest’anno e lo scenario è completamente diverso. Cambia anche un po’ la scrittura, adattandosi al genere narrativo, post-apocalittico. Ma comunque Coltri produce una buona storia, dimostrando di riuscire a muoversi in un’ambientazione differente, in un mondo non del tutto fantastico.
Leggerò ancora Riccardo Coltri, nella speranza che continui la sua ricerca e il suo approfondimento del fantastico italiano.
michela
Sto leggendo ora “La corsa selvatica”, sono a metà efinora non ha avuto una sola caduta di tensione e di ritmo. Inizia catapulandoti negli avvenimenti e non ti lascia tirare il fiato, veramente, veramente bello.
Non avevo inquadrato che anche “Zeferina” fosse di Coltri, è un po’ che lo punto, a naggior ragione non me lo lascio scappare ora
Daniele Imperi
Zeferina devi leggerlo, è bellissimo.
Mauro
La Corsa Selvatica l’ho trovato un libro bellissimo e molto valido, anche se mi dispiace che le diverse parti del libro sembrino rappezzate tra loro a posteriori e che tutto quel patrimonio di personaggi eccezionali venga eliminato via via. Quell’ambientazione, quello scenario e quelle “guerre di maghi risorgimentali” avrebbero forse meritato una serie di lavori più distesa e ampia, dove tutte le idee strepitose del libro avessero potuto dispiegarsi con calma e completezza. Lo trovo comunque da 8 e le mie osservazioni sono solo dovute alla rabbia che tutto sia finito troppo presto…
Daniele Imperi
Magari Riccardo Coltri scriverà un seguito, chissà
gelostellato
Che dire, sottoscrivo ogni tua parola
I lavori riccardocoltrici mi hanno fatto lo stesso effetto, è vero, certo, che sono di parte, perché pare avere la mia stessa concezione di fantastico, seppur catapultata in un passato storico, però sia Zeferina che la Corsa ti lasciano stranito, piacciano o meno, sono letture che cambiano il tuo modo di intendere certi concetti di horror e fantastico nostrano.
Bello, sì. Bel post, caro.
Daniele Imperi
@gelostellato: e aggiungo che è anche la mia stessa concezione di fantastico e me ne sono accorto leggendo quei romanzi. Mentre prima avevo in mente solo il classico fantasy di elfi e uomini di ventura e spade e talismani, che considero ormai roba fritta e rifritta.
Ma su questo tornerò con un post apposta
Sonar 24/10 – 30/10 | Il Blog di Edizioni XII
[…] una notizia molto importante! Anche la mandria infernale de La Corsa Selvatica si avvicina! L’allarme è stato dato da Daniele Imperi sul blog La Penna Blu!». Vipera aveva ragione. Non dovevo […]
Lucia Donati
Ci sono diversi autori italiani che non conosco. Questo mi sembra piuttosto interessante da come ne parli.
Daniele Imperi
Riccardo Coltri è veramente bravo.
Federico
Ho appena finito di leggere Goetia. Un libro strano (almeno per me), ben scritto, con uno stile di scrittura adatto al genere che tratta. Mi aspettavo che il finale dicesse qualcosa di più, probabilmente è il punto debole di un libro che ha comunque saputo coinvolgermi. Giudizio quindi positivo, con una punta di amarezza per quello che avrebbe potuto essere.
Daniele Imperi
Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Non ricordo però il finale, ora, è passato troppo tempo.